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Autore: Noa    17/01/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia vantava una storia vecchia di duemila anni, intricata e misteriosa, ma di fatto troppo antica per comune memoria. Una storia che ormai in pochi, anche tra i membri della famiglia reale, ricordavano con chiarezza, il tempo delle Divinità e degli antichi accordi era più una favola della buonanotte che un retaggio di un glorioso passato, l'unico strascico di vera traccia indelebile, attraversante la storia, risiedeva nell'Anello di Lucis, sempre al dito del sovrano, prova del suo essere degno guardiano del Cristallo.
Per tradizione, oggigiorno, ma per severa legge inamovibile nel tempo che fu, ai signori di Insomnia si richiedeva di mantenere il Palazzo Reale sempre uguale in alcune sue parti ed ovviamente nella sua locazione nella cittadella. Tra queste la biblioteca dei Caelum era una delle strutture del palazzo che era ancora strutturata come il Primo Re di Lucis l'aveva configurata, con quattro aree indicanti i punti cardinali rappresentati dai quattro elementi ed una mappa ancestrale di cui nessuno più ricordava il significato incisa sul pavimento di pietra.

-Va bene Clarus, eccomi. Ho dovuto annullare un consulto di guerra con Cor per questo, spero ne valga la pena- voce severa, -dove sono questi dannati libri?- il sovrano era insolitamente irritato, il passo seccato mentre entrava nell'ala ovest della biblioteca.
-Da questa parte, maestà- formale, eppure informale al tempo stesso, lo Scudo del Re, conscio che non era il momento per distrazioni di nessun genere.
Senza indugio fece da guida nel dedalo di librerie fino ad una zona piuttosto isolata con delle porte chiuse da sigilli rappresentanti una spercie di meridiana.
-Non riconosco quello stemma-
-Perchè non è uno dei nostri emblemi, mio re- intervenne Clarus, preparato dopo l'inattesa missiva della scorsa settimana, -Vedete?- mostrò la ceralacca rotta, riportante lo stesso simbolo, -La Meridiana di Malasorte-
-Nome interessante- commentò algido Regis, -quindi esiste, l'impero guardiano e tutto il resto. Per le divinità, viviamo in un'epoca dove anche un racconto di paura per spaventare i bambini è reale-
-Così sembrerebbe...-
Il sovrano sollevò la mano con l'anello di Lucis ed i sigilli risposero illuminandosi immediatamente, poi si udì come la rotazione di un meccanismo e le porte si aprirono mostrando uno studio dalle dimensioni notevoli. Tutta la torre esterna dell'ala ovest era dietro queste porte, ampi scaffali andavano da terra a soffitto seguendo la rotazione sinuova del torrione. Sembrava senza tempo quel luogo, probabilmente nessuno aveva aperto quelle porte per secoli, ma non vi era nemmeno un granello di polvere ed i leggii e gli scrittoi sembravano appena stati usati.
Tranne per la prima libreria in entrata, tutti i libri presenti avevano copertine e rilegature rosso sangue. Il Re ne fu stranamente infastidito, ma provò a non badarci, altero passò in rassegna il luogo con lo sguardo.
-Questo sarebbe...?-
-Secondo i diari del mio avo, Dagarth Amicitia, Primo Cavaliere di Re Egill, questa è la Torre Trasversa. Non so spiegarlo in modo più chiaro, ma è come se fosse un'ambasciata di Archadia stessa in Lucis-
-Prego?-
-So che sembra assurdo, ma è un accordo vecchio di secoli, Re Egill lo stipulò con... diciamo il signore di Archadia-
-Diciamo?-
-Archadia è divisa in cinque Principati indipendenti, secondo il testo fornitoci, che sì, abbiamo fatto verificare, è uno dei nostri testi- cauto l’uomo, sentiva l'irritazione del sovrano, che tuttavia manteneva perfetto contegno, - tuttavia i Cinque Principati sono di fatto l'Impero di Archadia-
-Quindi di che signore stiamo parlando per questo non proprio sensato accordo?-
-Lo chiamano Nie, in lingua antica significa Colui che è Scelto dal Cielo- proseguì, - il Nie unifica i principati sotto l'Impero di Archadia, tutti sotto un unico vessillo: la Meridiana Celeste, o di malasorte a seconda della traduzione- lieve smorfia sul viso, -tuttavia è una figura che appare raramente, Re Egill stipulò questo concordato con Nie II e stando alla missiva che abbiamo ricevuto ora siamo davanti a Nie III-
-Quindi è per questo che abbiamo avuto un silenzio di cinque secoli? Perchè i Principi Reggenti non badano a questi contratti bizzarri fino a che non appare il nuovo Nie?-
-Possibile, non riesco ad immaginare cinque regni separati che di colpo si riarrangiano per la comparsa di un legittimo sovrano accettato al di sopra di tutti, insomma senza sommosse interne è al limite dell'incredibile, ma magari c'è qualcosa che ci sfugge-
-E il libro è autentico-
-Sì, maestà. L'autore era un membro della famiglia Scientia, scritto nella nostra lingua e donato all'impero per facilitare i futuri incontri, a detta del messaggero- citava ancora la problematica missiva che li aveva scossi una decina di giorni addietro. -La firma del Re, il sigillo divino, tutto quanto. E la nota di Egill a fondo pagina: "il dovere di Lucis di Ricordare, il privilegio di Archadia di Preservare memoria"-
-Egill non risponde alle mie domande però. A vuoto le mie richieste, come ogni mia domanda dopo aver innalzato la barriera su Insomnia del resto-
Clarus tacque, percependo il dissidio del suo sovrano, ne sentiva la frustrazione, l'assedio durava da anni ormai, il logorio stava iniziando a mostrare i suoi segni.
Regis esplorò il piano inferiore della torre, sfilando un paio di tomi di cui non riusciva a leggere i titoli, la fronte si aggrottò.
-Lingua antica-
-Sì, maestà,... Istari- c'era una nota lieve, ma percepibile, di preoccupazione.
-La lingua degli Immortali, splendido, quindi non sappiamo nemmeno cosa stiamo tenendo stipato qui dentro, ma siamo tenuti ad aprire le nostre porte agli arcadi- scosse il capo, posando con poca delicatezza il testo su uno degli scrittoio solitari, -ne conosco solo poche parole, e nessun Re di Lucis lo studia da almeno trecento anni. Spero non fosse tra le clausole del "ricordare"- sarcasmo.
-Sarà difficile comprendere cosa potesse contenere il Patto con il Nie se tutti i testi sono in questa lingua- azzardò il cavaliere mentre si aggirava tra gli imponenti scaffali.
-Non possiamo dire che non lo ricordiamo, dalla nota lasciata direi che equivale ad una confessione di inadempienza, non voglio scatenare un incidente diplomatico con un impero che non dovrebbe nemmeno esistere-
-Il fatto di essere in guerra con il Niflheim non può essere sfuggito ovviamente, sebbene non ve ne sia fatta menzione nella missiva-
-Come dubito sia sfuggita la barriera sulla città- sospirò, -Cosa sappiamo dei Principati?-
-Troppo poco, sono una leggenda come Archadia del resto. I Cinque cavalieri Guardiani, protettori dell'equilibrio, i regni oltre la nebbia. Difficile dire dove sia la verità nelle nostre favole-
-Va bene Clarus, chiudi l'accesso all'intera Ala ovest, trova una scusa. Ora vediamo di incontrare questo messaggero-

...

Venne scelto un giorno anonimo per l'infausto incontro, con eleganza gli impegni del re si erano riarrangiati e per un'ora era letteralmente scomparso con Clarus senza che attendenti, aristocratici o generali potessero raggiungerlo. Niente sala del trono, venne scelto l'ufficio del suo Scudo e Consigliere e un po' come ladri i nobili ospiti vennero fatti entrare da un ingresso secondario e scortati da Lord Scientia e due angoni a cui ovviamente si era mentito sulle loro identità.

-Mio Re, permettetemi di introdurvi sua altezza il Principe Larsa di Dalmasca, delegato di Archadia- fece le presentazione il nobile di Lucis, con un inchino elegante e un farsi da parte per evitare l'effetto "ristrettezza" dello studio. Garbato nei toni, i tratti del viso ricordavano molto il nipote, Ignis.
Il principe di Archadia era un uomo alto e dinoccolato, aveva lunghi capelli neri e occhi grigi come l'argento vivo, vestiva con colori scuri e per aiutare la segretezza non indossava vistose insegne od emblemi. Aveva da poco superato la trentina e al sovrano di Lucis sembrò fastidiosamente giovane per discutere un accordo di cui si erano dimenticati da cinque secoli.
-E' un onore, Re di Lucis- disse l'uomo inchinandosi e con lui fece lo stesso la sua guardia, astante pochi passi indietro.
-Principe di Dalmasca, non di Archadia dunque-
-Archadia ha un solo sovrano. Unico come il cielo che sovrasta noi tutti, l'imperatore di Nie- flemmatico ed imperturbabile.
-Siete consapevole che questo ci confonde non poco? Abbiamo un patto con Archadia, ma stiamo prendendo accordi con Dalmasca-
-Nessun accordo con la sola Dalmasca, ma con Archadia tutta, sono un portavoce, la mia provenienza è irrilevante. Comunque sì, siamo consci che non ricordate, come invece dovreste-
Tensione.
-E cosa pensa il Principe Reggente di Dalmasca, del vostro essere delegato?-
-Pensa che sia un grande onore, maestà-
-Non avevo dubbi - ironico - ve l'ha comunicato in persona prima di farvi venire in zona di guerra?- il sarcasmo prese per un secondo il sopravvento.
-Direi di si, sono io il Principe Reggente di Dalmasca-
Clarus si irrigidì e con lui Lord Scintia a fondo stanza. Scese un silenzio appiccicoso che per fortuna venne rotto dopo una manciata di secondi da un sospiro del re.
-Ora sono anche più confuso, voi siete il sovrano del vostro principato, e siete qui a Lucis nel bel mezzo di una guerra che potrebbe uccidervi al di fuori di Insomnia, solo per discutere un Accordo in merito a dei testi di cinque secoli addietro-
-Non sentitevi responsabile, Re di Lucis, se morissi, sarebbe solo colpa mia, il vostro cuore non si turbi per la nobile Dalmasca. Mia sorella minore diventerebbe Reggente al mio posto ed il Principato della Gru non cadrà in alcun stato di caos- disinvolto, imperscrutabile, la semplicità con cui espose il tutto turbò Regis nel profondo al punto che tacque per diversi attimi.
-Che cosa domandate a Lucis?- scalzò ogni seguito all'attrito.
-Come concordato da Re Egill e Nie II, permetteteci l'accesso ai libri di Archadia qui in Lucis, lasciate che i nostri storici li studino. Saremo ininfluenti con i vostri affari, semplicemente avrete la nostra presenza a Palazzo, confinateci se lo preferite, l'ala dedicataci era fornita di alloggi quando venne costruita- insinuante e sibillino.
-Perchè adesso?-
-Un Nie siede nuovamente sul trono di Rabanastre-
Le risposte dirette del principe, che nemmeno richiedevano un secondo di riflessione, irritavano e preoccupavano il Re. Fissava gli occhi argento di Larsa incapace di leggervi nulla e questo lo infastidiva facendolo sentire in una posizione di svantaggio.
-"Confinateci" dite? Quindi accettereste di essere come prigionieri di Insomnia?- occhiata valutativa, -Cosa c'è di così importante in quei testi da spingervi a tanto?-
-La conoscenza, Re di Lucis, la storia. Noi siamo i garanti della memoria del tempo, re Egill aveva compreso l'importanza di tutto questo, o sono certo non avrebbe stipulato alcun patto con Archadia-
-Un patto con il Nie di cinque secoli fa- corresse Regis, - mi state dicendo che nulla cambia per i vostri Imperatori?-
-Perdonate, ma dobbiamo rimandare questa conversazione maestà-
-E perché mai?-
-Siete confuso sull’Imperatore Celeste- siete inopportuno era il chiaro sottotesto, - rimandiamo questo scambio di opinioni quando Lucis ricorderà meglio il passato-
Di nuovo un momento di attrito, ma il Re non vi indulse troppo a lungo.
-E se vi dessi acceso ai libri oggi stesso?-
-Il numero di testi è troppo elevato, richiederebbe ben più di un decennio ad una sola persona leggerli e studiarli, ed io non sono uno storico. Inoltre non ci è permesso portare via i testi da Lucis, l'accordo è chiaro, è vostro dovere ricordare- pungente l'appunto posto con raffinata eleganza.
Impasse.
L'incontro non stava dando risposte utili al Re perchè potesse capire cosa si potesse nascondere dietro il Patto ereditato dal passato, e di contro insinuare anche solo la possibilità di romperlo era fuori discussione, se fosse scoppiata una seconda guerra con una nazione che nemmeno dovrebbe esistere sulla carta politica avrebbe messo in ginocchio il già provato morale di Lucis.
-Avrete la vostra risposta oggi Principe, vi chiedo solo qualche ora per riflettere. Sarete ospite in uno dei nostri alloggi fino ad allora, Lord Scintia vi scorterà - decretò infine Regis.
Il congedo fu piuttosto piatto, poco severo sul cerimoniale, che tanto era perfettamente decaduto dal momento che avevano scelto di comportarsi come briganti nella notte. Gli ospiti furono oltremodo tolleranti, nessun accenno al trattamento da criminali, nè commenti al sottotesto che il sovrano avrebbe tanto voluto aggirare il patto vincolate le due nazioni a qualcunque costo.

-Vogliono quei libri, disperatamente, e noi non sappiamo nemmeno di cosa si tratta. Possibile sia solo storia?- scosse il capo stanco, gli impegni spostati malamente, con una scusa, Clarus appoggiato ad una delle pareti con viso scuro.
-Non possiamo infrangere un Patto stipulato sul Cristallo da Egill, ed insinuare che vogliamo creare uno stallo per aggirare le conseguenze rischia di farci andare in guerra con una nazione che tecnicamente non entra in guerra per partito preso con questo lato del mondo- riassunese i pensieri del sovrano, più per fare il punto che per reale necessità.
-Perchè nessuno parla di Archadia?-
-Perchè è una fiaba amico mio, o così il tempo ci ha lasciato credere. L'impero dietro le nebbie, i Cavalieri guardiani che proteggono la legge dal caos, insomma storie. Forse solo Tenebrae ricorda qualcosa di più- il consigliere sospirò, - che cosa farete maestà? Questa favola è reale a quanto pare-
Regis sorrise sarcastico, apprezzava il modo di sdrammatizzare di Clarus, in guerra in passato aveva più volte salvato il suo animo dallo sconforto con questo suo modo di fare drasticamente ruvido.
-Di al portavoce che può mandare i suoi storici o quelli del suo re che dir si voglia- dichiarò con voce severa, lasciandosi cadere contro lo schienale della sedia - ma daremo ospitalità solo ad una piccolissima delegazione di studiosi, che il loro numero si conti sulle dita di una mano e non potranno fare parola di chi sono con nessuno. Nessuno deve sapere, soprattutto tra i nobili e l'esercito- ordinò imperioso.
-Come faremo con chi frequenta il palazzo? Come giustificheremo una presenza straniera di questo tipo?-
-Non lo faremo, il Patto di Egill non deve venir fuori per nessuna ragione, manterremo il segreto tra noi tre, quattro anzi dovremo dirlo a Cor. Isola l'ala ovest ed inventa una storia credibile per i misteriosi studiosi che ospiterà-
-Manterrete il segreto anche con vostro figlio?-
-Soprattutto con mio figlio!-
-Come volete. Non possiamo mettere delle guardie ai suoi accessi però, creeremmo sospetti. Il principe ed il giovane Ignis Scintia studiano nella biblioteca reale-
-Ci inventeremo qualcosa. Accettano il confinamento ha detto il principe no? Benissimo saranno reclusi in quella torre, se proprio vogliono respirare all'aria aperta concederò loro accesso ai giardini interni alla base della torre e al lago, dopo il tramondo- severo nel dettare condizioni.
-Come desiderate, maestà-
-Se gli Dei lo vorranno, gli Arcadi non saranno i soli ad apprendere qualcosa-

  
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