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Autore: Non_ho_idee    17/01/2019    1 recensioni
Un piccolo episodio con Sherlock, il detective più famoso al mondo, John, il suo fedele assistente e un nuovo personaggio.
Tratto dal testo:
È vestito in modo sciatto, indossa qualcosa di sbiadito, anche questo di una strana sfumatura di giallo, come di pergamena, una vestaglia.
Il volto rispecchia perfettamente quello di un uomo poco curato. Sotto gli occhi le occhiaie sembrano volerti aggredire e la barba è di qualche giorno, forse più di una settimana.
Altra distanza bruciata, altri piccoli dettagli, piccoli tagli ed ecchimosi, che passano dal giallo, sfumatura ormai onnipresente, al viola. Le mani, solitamente ferme ma delicate, ora tremano facendo tintinnare le provette e i vetrini.
Mi volto verso la signora Hudson, in cerca di spiegazioni "Il suo lavoro è sempre stato molto pericoloso" lascia andare un sospiro, io attendo, "prima fuggiva, si rintanava in casa, ora ha solo questo piccolo negozio e..." cerco con lo sguardo di convincerla a continuare "non sembra importargli troppo".
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarà un'ora che cammino per queste strade?

È sera e la città è scura, con sfumature che vanno dal blu al viola. La città in se non è particolarmente colorata, ma la notte, i mattoni diventano improvvisamente scuri, cupi, grigi. Le insegne luminose, anch'esse, paradossalmente, di colore scuro, e il clima perennemente umido e uggioso sicuramente non aiutano a migliorare la situazione.

Dopo una partita a pocker con gente poco affidabile, contro cui ho vinto grazie ad un grande aiuto da parte della dea bendata, mi sto dirigendo verso un piccolo negozietto, situato tra qualche vicoletto buio il cui nome mi sfugge, non penso di averlo mai letto in realtà.

In quel negozietto so che potrò trovare un vecchio amico, qualcuno che mi ha tenuto compagnia per molti anni ma da cui poi, per un periodo, mi sono allontanata.

Forse non avrei dovuto... Allontanarmene, intendo.

In ogni caso, distanza o vicinanza, solitudine o compagnia, ho intenzione di parlargli, non voglio abbandonare il nostro rapporto che per me è stato così importante.

Mi fermo davanti alla porta di questo fantomatico negozio, non c'è insegna, se non fosse per quella piccolissima vetrina al lato della porta, anch'essa in vetro, sembrerebbe un portone di una casa qualunque.

Dall'esterno sembra tutto molto triste, così entro, nella speranza di smentire le sensazioni appena provate.

Apro la porta, nessun 'buona sera' o scampanellio di benvenuto. Solo un silenzio ancora più fitto e assordante di quello da cui venivo.

Mi guardo intorno, l'ambiente è verde, un verde di varie erbe secche e di erboristeria. La luce è gialla, ma anch'essa sembra verde, verde giallognolo.

Osservando meglio noto che ci sono effettivamente delle erbe secche, ma c'è anche qualcos'altro, provette, distillati di cose strane, non saprei dire con precisione.

"Oh Clare..." sento dire alla mia sinistra, quasi con un sussurro, "È così bello vederti, come stai?" non le rispondo, le sorrido solo. La signora Hudson, per fortuna, è sempre stata una costante negli ultimi anni.

"Lui come sta?" Mi fa un piccolo cenno con la testa, rivolta verso un angolo che prima non avevo notato, mi volto, lo guardo, "Grazie" riesco solo a dire rivolgendomi alla donna.

Mi dirigo verso quell'angolino dove il genio sta lavorando con tanta meticolosità, non mi ha notato e se lo ha fatto non sta facendo nulla per farmelo capire.

Mi avvicino e più la distanza tra noi si accorcia più particolari di lui riesco a vedere.

È vestito in modo sciatto, indossa qualcosa di sbiadito, anche questo di una strana sfumatura di giallo, come di pergamena... una vestaglia.

Il volto rispecchia perfettamente quello di un uomo poco curato. Sotto gli occhi le occhiaie sembrano volerti aggredire e la barba è di qualche giorno, forse più di una settimana.

Altra distanza bruciata, altri piccoli dettagli, piccoli tagli ed ecchimosi, che passano dal giallo, sfumatura ormai onnipresente, al viola. Le mani, solitamente ferme ma delicate, ora tremano facendo tintinnare le provette e i vetrini.

Mi volto verso la signora Hudson, in cerca di spiegazioni "Il suo lavoro è sempre stato molto pericoloso" lascia andare un sospiro, io attendo, "prima fuggiva, si rintanava in casa, ora ha solo questo piccolo negozio e..." cerco con lo sguardo di convincerla a continuare "non sembra importargli troppo".

Comprensione, null'altro.

Come se non bastasse, gettate in un piccolo secchio, vedo due siringhe. Mi auto-convinco che le abbia usate per altro ma l'evidenza non aiuta questo mio progetto.

So cosa devo fare, non può restare qui, se n'è andato dal nostro appartamento perchè non sopportava la nostra mancanza, la mancanza di John, ma qui non può rimanere.

È così che un uomo come Sherlock si riduce senza qualcuno? Un uomo distinto ed elegante, intelligente, il miglior detective al mondo, o meglio, il miglior consulente investigativo...

È sempre stato particolarmente incline alla droga ma penso che stia per toccare il fondo.

John se n'è andato, io me ne sono andata e lo abbiamo lasciato solo.

Mi avvicino un altro po', gli appoggio il gomito sulla spalla, come si fa con i vecchi amici, persone con cui hai confidenza, con cui ti mostri spavaldo, a cui vuoi trasmettere sicurezza.

"Torniamo a Baker Street?" dico solo, mi rivolge il suo preziosissimo sguardo, impegnato precedentemente in chissà cosa, c'è sempre quella scintilla, in fondo ai suoi due laghi ghiacciati, ma si sta spegnendo.

Mi guarda in silenzio, per qualche secondo, non sembra vedermi,  "John?" continuo a fissarlo, so che senza di lui sono si muoverà da li e questo mi fa un male cane, so di non essere importante per lui come lo era John, l'unico che abbia mai compreso Sherlock nel profondo e che allo stesso tempo sembrava perdersi tra le basi del loro rapporto, se n'è andato, lasciandolo li, senza capire il bisogno viscerale che il genio aveva nei confronti del medico militare.

Non ha mai pensato che anch'io lo comprendessi, nonostante tutti i miei sforzi lui mi ha sempre messo all'angolo considerandomi, probabilmente, una delle tante menti lente che lo circondavano, eppure, ora ci sono io qui, per risollevarlo! Ma comunque lui pensa a John.

Così ora devo raccogliere i pezzi, ma non posso farlo qui e senza John lui non se ne andrà.

"Si, viene anche lui" il tono è di quelli che si rivolgono ai bambini a cui si dai il contentino, a cui si mente per ottenere ciò che serve all'adulto.

Il sorriso è finto, la voce è dolce ed ingannatrice ma Sherlock, dall'alto delle sue intuizioni e della sua genialità, e dal basso del suo dolore mi guarda e basta, non osserva, non può sapere che gli sto mentendo.

"Torniamo a Baker Street?" ripeto solamente.

Lui sembra accettare il mio invito, la mia proposta, perchè si alza e insieme ci avviamo verso l'uscita di quel posto orribile.

Uno strano suono però interrompe i nostri movimenti. Non è un suono, sembra più... una vibrazione.

Altra comprensione, guardo Sherlock, gli sorrido e tutto inizia a sfumare.

Ora il buio è intorno a me, vorrei spegnere la sveglia ma se apro gli occhi il sogno è perduto e Sherlock non sarà mai salvato, ma se rimango così il suonare della sveglia produrrà lo stesso risultato, quindi resto ferma, per qualche secondo ancora nel limbo, in attesa della soluzione che risolverà il dubbio.

La soluzione non arriva, spengo la sveglia.

Ci penserà qualcun'altro, in fondo... era solo un sogno.
 

Spazio Autrice:

Faccio sempre sogni molto allegri, ma questo in particolare ci tenevo a scriverlo.

Mi spiace di aver abusato così malamente del punto e della virgola ma la narrazione doveva risultare lenta e questo, da persona molto ignorante in materia, mi sembrava il modo più giusto per rendere l'idea.

Spero vi sia piaciuto, non finisce bene, come tutti i sogni, purtroppo quel tonno di John si è sposato... Cosa possiamo farci?

Lo so che poi sono tornati all'azione ma non sempre riesco a distinguere il sogno dalla realtà e il cervello, quindi, fa un po come gli pare, si ricorda solo quello che vuole lui.

In ogni caso gente... grazie per aver letto e buonanotte.

   
 
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