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Autore: Robin Stylinson    17/01/2019    0 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Harry guidò come se non ci fosse un domani: ero stretta a lui per paura di cadere dalla moto talmente era elevata la velocità. 

 

Arrivammo a destinazione poco più di due ore dopo. Il riccio spense il motore e mi fece cenno di scendere dalla sella. Mi tremavano le gambe e facevo fatica a rimanere in piedi ma mi feci forza, il cuore mi batteva fortissimo e sembrava volermi esplodere nel petto. Harry scese dalla moto a sua volta e si tolse il casco, lo imitai e iniziai a fissarlo. Dalla sua espressione capii che il colorito del mio viso non era dei più belli ma non dissi nulla: il ragazzo mi prese il casco tenendolo stresso nella mano destra grazie al cinturino mentre il suo era infilato sull'avambraccio. Con la mano libera strinse una delle mie e iniziammo a camminare.

 

Non sapevo dove eravamo. 

 

Non aprii bocca.

 

Il posto in cui ci trovavamo sembrava desolato, attorno a noi c'erano solo alberi e un piccolo stagno paludoso. 

 

«Non ti preoccupare» mi disse lui. Continuai a camminare finché Harry non mi fece fermare proprio sulla riva di quell'orribile pozza d'acqua.

 

Gli lasciai la mano e feci un respiro profondo mentre lui cercava qualcosa per terra.

 

«Che sta succedendo?» riuscii a dire a malapena

 

«Non ti devi preoccupare» ripeté lui.

 

Un secondo dopo l'acqua dello stagno davanti a me iniziò ad ondeggiare ed Harry ritornò in posizione eretta. Lo guardai e poi tornai a fissare l'acqua che continuava ad agitarsi sempre più forte.

 

Feci un passo indietro incredula per quello che stavo vedendo: un'enorme torre si stava alzando proprio al centro dello stagno. Era tutta di pietra e ricoperta di muschio per metà, l'acqua colava da ogni suo angolo. La struttura a parallelepipedo non era troppo ampia ma era alta almeno dieci metri e culminava con un tetto a punta, proprio come una torre medievale.

 

Mi girai incredula verso Harry.

 

«Adesso vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?»

 

«Non ancora» rispose il ragazzo riccio.

 

Appena dette quelle parole sentii una voce arrivare dalla boscaglia dietro di noi e continuava ad urlare "no, no, no, no" e si avvicinava ogni secondo di più. Mi guardai attorno confusa mentre Harry si era dipinto sul volto un sorriso beffardo e aveva incrociato le braccia sul petto. In pochissimi secondi apparve davanti a noi un ragazzo sulla trentina, alto, moro con i capelli lisci e la carnagione olivastra. Aveva gli occhi infuocati di rabbia e le iridi arancioni brillavano con la poca luce solare. Trattenni il fiato, lo guardai quasi impaurita e lui di tutta risposta, sollevò Harry da terra.

 

«Cosa ti è salutato in mente?!» gli disse senza che il riccio facesse una piega. Il ragazzo moro indossava dei jeans attillatissimi grigi e una camicia viola dalle maniche lunghe completamente sbottonata.

 

«Marmellata di fragole» disse poi Harry ancora per aria.

 

Il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome sbuffò rumorosamente e scaraventò per terra quello che doveva essere il mio protettore.

 

«Muoviti e seguimi!» esortò poi il moro.

 

Harry si alzò da terra spazzolandosi il terriccio dai vestiti con le mani per poi farmi un cenno con la testa per seguirlo. 

 

I due ragazzi camminavano due passi davanti a me e io cercavo di tenermi leggermente a distanza. Ci stavamo avvicinando allo stagno sempre di più e una volta giunti alla riva vidi i due ragazzi fermarsi e girarsi verso di me tendendomi entrami una mano. Li guardai sorpresa e un enorme punto interrogativo si dipinse sulla mia faccia. Perché mai avrei dovuto prendere le loro mani?

 

Incrociai le braccia sul petto.

 

«Cosa dovrei fare?» chiesi aggrottando la fronte.

 

«Non puoi camminare sull'acqua» rispose Harry di rimando ritraendo la mano. Il moro fece lo stesso. 

 

Chiusi gli occhi, feci un respiro profondo e prima di rispondere sogghignai. 

 

«Perché voi invece potete, vero?» chiesi con tono sarcastico prima di scoppiare a ridere.

 

I ragazzi si fecero più seri e si guardarono per un secondo prima di rivolgere nuovamente l'attenzione a me. 

 

Sbuffai e decisi di non aggiungere altro allo scherno appena fatto.

 

«D'accordo» continuai «Cosa devo fare?» conclusi poi.

 

«Uno di noi due ti deve portare sulle spalle fino all'entrata» mi disse il ragazzo moro allungandomi la mano.

 

Guardai Harry che mi porse nuovamente la mano.

 

«Siete proprio sicuri che non possa farcela da sola?» cercai di sviare. Proprio non mi andava di essere il peso sul dorso di qualcuno. Il ragazzo dal nome ancora sconosciuto inarcò il sopracciglio sinistro in segno di non sopportazione.

 

«Okay, va bene» conclusi poi io avvicinandomi a Harry.

 

Gli posai le mani sulle spalle e con un salto agile gli atterrai sulla schiena. Il riccio non fece una piega e si avviò verso la torre insieme al suo amico. Mi tenevo stretta al mio "qualunque cosa fosse" per paura di cadere e lui se ne accorse: sorrise e scosse il capo quasi divertito.

 

«Mi devi un sacco di risposte» gli sussurrai in un orecchio per non farmi sentire dal ragazzo poco più avanti di noi.

 

«Adesso avremo un bel po' di tempo per parlarne» continuò lui.

 

«Iniziamo subito allora» continuai. «Come si chiama il tuo amico?» chiesi.

 

«Lo chiederai direttamente a lui.»

 

Non risposi.

 

Harry continuava a camminare leggero come una piuma sull'acqua, sembrava quasi magia. Il ragazzo moro davanti a noi era arrivato proprio davanti alla torre e ci stava aspettando.

 

Il riccio che mi portava in spalla aumentò il passo consapevole di essere quasi arrivato.

  
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