Osservo Ryo mentre scrive qualcosa sul suo portatile, fa scorrere veloci le dita sui tasti e causa l’unico rumore percettibile nell’enorme stanza bianca che è il suo salotto. E’ seduto sul divano di fronte a me, e non mi sta guardando o minimamente calcolando.
Continua a guardare quello schermo, la cui luce gli illumina il viso, rendendolo ancora più pallido.
E’ tutto così bianco e luminoso in questa stanza. Soltanto io stono, con i miei capelli e i miei vestiti neri.
Continuo a osservarlo.
Come può essere così dannatamente bello, quel mio amico d’infanzia che nonostante il bianco di cui si circonda ha l’anima più nera della mia, sporca da quel demone da cui mi ha fatto possedere?
Ryo è davvero la persona più cattiva che conosco, così egoista e che non guarda in faccia nessuno, pur di ottenere quello che vuole.
Sembro io il cattivo tra i due, ma sebbene io sia soltanto un devilman, lui potrebbe passare per il diavolo in persona.
Lucifero, il portatore di luce.
Se non sapessi che è impossibile, penserei di trovarmi proprio di fronte a lui.
Mentre sono immerso nei miei pensieri, Ryo alza lo sguardo.
Non è più concentrato sul monitor, ora i suoi occhi sono puntati su di me.
-Qualcosa non va, Akira?-
Sembra possa leggermi nella mente.
-Cosa ti ha fatto diventare così?-
-Spiegati meglio, amico mio-
-Con questa faccenda dei demoni, sembra quasi che tu stia progettando la fine del mondo-
-Beh, non è quello il mio obbiettivo. Ma se dovesse succede, sarà perché doveva andare così-
-Come può non esserci nulla che ti sta a cuore?-
Silenzio. Nessuna risposta da parte sua mentre continua ad osservarmi. Lo sento leggermi nell’anima con quel suo sguardo freddo come il ghiaccio, impossibile da decifrare.
-Qualcosa c’è-
Si alza in piedi e mi si avvicina facendo il giro del tavolino di vetro che c’è tra di noi e mi porge una mano. Sono confuso dal suo gesto ma alla fine la afferro e mi alzo anche io. Lui non la lascia, ma piuttosto mi porta con sé verso il centro vuoto della stanza, per poi posizionarsi di fronte a me e poggiarmi l’altra mano sulla spalla.
Inizia a muoversi, come se stesse seguendo una musica che non esiste. O che io, almeno, non posso udire.
Sta danzando, e si aspetta che io lo segua e assecondi i suoi movimenti. Stregato da quell’essere che sta di fronte a me e che si avvicina sempre di più, non posso che iniziare a muovermi anche io, seguendo il ritmo che lui stesso sta dettando. Sovrasta la musica inudibile e inesistente, e anche se quella musica ci fosse davvero, sarebbe comunque Ryo a dettare le regole.
-Non so cosa sia stato, Akira, ma qualcosa mi ha portato a farti possedere direttamente da Amon, il demone più potente tra tutti gli altri. Se anche l’umanità non dovesse sopravvivere, tu lo farai di certo-
Quelle parole sussurrate al mio orecchio, miste al suo respiro gelido sul mio collo, mi causano un brivido che mi attraversa la spina dorsale.
-Non è questo che voglio, Ryo-
-Non è quello che vuoi tu che conta. Però io non voglia che tu muoia-
-Perché no?-
-Perché sono io a decidere sul destino di questo mondo che voi tutti tanto amate -- si avvicina ancora di più, portando una mano sulla mia nuca. Lo sento tirarmi appena i capelli chiudendo la mano a pugno intorno ad essi, come per non permettermi di allontanarmi da lui -- e tu hai fatto innamorare la persona sbagliata-
Non dico nulla.
Continuo a seguire il ritmo che Ryo sta dettando. Continuiamo a muoverci su quella musica stando paradossalmente immobili, mentre ancora non mi ha lasciato i capelli. Voglio allontanarmi per poterlo guardare negli occhi, per poter guardare il suo sguardo, anche se ora quella sola idea mi paralizza. Non me ne ero mai resto conto prima d’ora, ma sono fottutamente terrorizzato da quel ragazzo.
Continuo a seguirlo, non ho ancora smesso, perché ho paura di fare qualsiasi mossa, perché potrebbe rivelarsi quella sbagliata.
Nemmeno Amon si sta ribellando in questo momento. Se di solito cerca insistentemente di uscire, questa volta è come se sapesse che di fronte a Ryo non ha alcuna possibilità.
-Non deve andare per forza così- riesco a far uscire soltanto un filo di voce, e nemmeno io sembro credere alla mie stesse parole.
-E’ l’unico modo. Ma tu sopravvivrai, con me-
Chiudo gli occhi, sento delle lacrime pizzicarmi gli occhi.
Sento che anche Ryo sta piangendo, mentre appoggia la fronte sulla mia spalla. So che nessuna lacrima solca le sue guance, ma riesco a percepire una tristezza devastante.
Io invece le lacrime le lascio scendere, mentre abbraccio Ryo come per non farlo crollare in mille pezzi. Penso che nemmeno lui sappia quello a cui sta andando in contro, e di certo non sa cosa lo fa agire in questo modo. E questo sta distruggendo anche lui.
Si era mai fatto leggere in questo modo da qualcuno, prima d’ora?
Continuiamo a ballare per minuti interminabili, nessuno dei due ha il coraggio di lasciare l’altro.
Un essere umano che ballava con il diavolo.
Ma chi era il diavolo tra i due?

 

Spazio Autrice
Heilà! Grazie per aver letto la mia one shot su Devilman! L'hint in realtà mi è arrivato direttamente dal vero motivo per cui Ryo fa possedere Akira da Amon, presente nel manga originale e non troppo chiaro nella riadattazione di Netflix (nè tantomeno in quella degli anni '70, che non c'entra proprio nulla con il manga purtroppo).
Ad ogni modo, shippo Ryo e Akira veramente troppo e sono innamoratissima della loro storia, spero davvero che questa one shot vi sia piaciuta! Inoltre si tratta di una song-fic della canzone Dance with the Devil dei Breaking Benjamin, che mi ha fatto pensare a questi due e di conseguenza ho dovuto assolutmanete scrivere questo missing moment (se così si può definire?) di Akira e Ryo che danzano nel silenzio, incollati l'uno all'altro.
Spero mi facciate sapere che ne pensate, qualsiasi tipo di critica è assolutamente ben accetta (non posso sperare di migliorare altrimenti!)
Spero inoltre di riscrivere presto qualcosa per questo fandom, anche perchè Devilman Crybaby ha ricevuto tante critiche ma a detta mia è un piccolo capolavoro e sarò lieta di darvi anche le mie motivazioni qualora lo desideraste!
Alla prossima!
-Ellie