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Autore: Mia_48    17/01/2019    1 recensioni
Forse non ero più in grado di controllare la mia mente, dominata dal buio e dalla paura. Ma c’era ancora qualcosa che potevo fare, qualcosa che potevo decidere io stessa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È stato un anno difficile. Non mi ero mai trovata di fronte a sfide così dure. Non che non mi sia mai capitato di affrontare difficoltà, sia chiaro. Ma questa volta è stato diverso. Mi sembrava di non riuscire più a respirare. Sentivo costantemente un peso sullo stomaco, faticavo a fare anche le cose più semplici, di tutti i giorni. La notte dormivo poco, mi ritrovavo rannicchiata in bagno, a piangere in silenzio, cercando di non farmi sentire. Sembrerà assurdo, ma era come se qualcosa dentro di me mi lacerasse, la sofferenza era così forte che la mia mente era come annebbiata, non riuscivo più a pensare con lucidità. All’improvviso, ogni mia azione passata mi sembrava sbagliata, insensata. Mi tormentavo in continuazione riflettendo sulle alternative possibili, su come avrei potuto agire diversamente. In fondo, se avessi preso decisioni differenti la mia vita sarebbe stata migliore. Ne ero sicura. Non ero stata abbastanza brava, non avevo valutato abbastanza a fondo le conseguenze delle mie scelte. Mi sentivo inutile, stupida. E la cosa peggiore era che nessuno sembrava capire davvero cosa provassi. Ho provato a parlarne, a spiegarmi. Ma era come se all’improvviso parlassi una lingua diversa, mi trovavo di fronte a persone che si limitavano ad annuire comprensive dicendo: “È solo un brutto periodo, passerà”.

Ma non è passato. Ogni giorno sento quest’ansia, questa angoscia, non mi abbandonano mai. Quando esco di casa e mi dirigo verso la fermata del pullman, mentre sono a lezione, mentre passeggio nel parco, mentre sono seduta a tavola con la mia famiglia, sempre. E all’improvviso sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e mi viene voglia di urlare. Vorrei che qualcuno mi aiutasse, davvero, che mi abbracciasse e mi dicesse che va tutto bene, che le cose si possono risolvere. Qualcuno che pensi davvero ciò che dice, e che capisca a fondo la mia sofferenza. Ma ormai non mi sforzo nemmeno più di far capire quello che provo. Perché, alla fine, la gente si stufa. Può ascoltarti una, due, tre volte. Ma dopo averti dato i suoi preziosi consigli, basta. Ormai loro ti hanno indicato la via giusta da percorrere, non serve a nulla lamentarsi, non c’è altro che possano fare.

Non starò qui a spiegare le ragioni che mi hanno condotta qui. Non c’è stato nessun lutto, nessuna malattia, nessuna catastrofe. Ho avuto dei problemi, sì, che magari non tutti i ventenni hanno, ma niente di così terribile. Eppure, come mai sono arrivata a questo punto? Davvero, non riesco a spiegarmelo, non riesco a capire come mai all’improvviso mi sono sentita debole e sola e non sono più riuscita ad affrontare le sfide che la vita mi metteva davanti. Non traevo più nessun piacere dalle cose che prima mi appassionavano: uscire con gli amici, leggere, ascoltare musica. Perché? Mi odiavo per questo. Ero davvero stupida, il mio comportamento non aveva senso, non avevo alcun diritto di lamentarmi per simili stupidaggini. Eppure quel peso non se ne andava, era sempre lì, pronto a mostrarmi tutte le mie paure.

E così ho deciso. Forse non ero più in grado di controllare la mia mente, dominata dal buio e dalla paura. Ma c’era ancora qualcosa che potevo fare, qualcosa che potevo decidere io stessa. “Starai bene” dico a voce alta. Sì, starò bene. Niente mi farà più del male, niente mi farà più soffrire. Respira, tutto andrà bene. Osservo la strada sotto di me. È difficile distinguere le persone che camminano sul marciapiede, a questa distanza. Non so quanti piani abbia questo edificio, a dire il vero. Mi sono preoccupata solo di raggiungere il tetto, senza pensare ad altro. “Forza” dico di nuovo a voce alta. Già, non ha senso perdere altro tempo. In fondo, la sola cosa che conta è che starò bene. Starò davvero bene, questa volta.

E così, senza ulteriori indugi, salto.

 

  
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