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Autore: cutiepye    17/01/2019    4 recensioni
“Ispirational words of wisdom. Wise old saying Challenge” del “Boys Love – Fanfics & Fanarts world”.
Icarus/Sun
« Tra poco dovremo tornare alla nostra vita, non è… triste? » prese una pausa, sospirando « È come se mi stessero strappando via dalla mia felicità, tutto questo è inaccettabile. »
« Perché strappando via? Domani ci rivedremo, al sorgere del sole fino al suo tramonto. »
« E poi al suo calare? Tu andrai via e io rimarrò qui, solo. Ad aspettarti. »
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi. kakfa


Il tramontare del sole portava una certa malinconia in Icarus, indicava lo scorrere del tempo e l’assenza di una luce ormai cara.
Abituato ad una vita notturna, accompagnata dalla luce fioca di una lampadina nella sua stanza, Icarus aveva vissuto per troppo tempo dell’assenza della luce, finendo per dimenticare ogni tipologia di tepore da essa donata. Non ne vedeva il bisogno, poiché la luce portava una vita a cui non voleva realmente appartenere, trovando conforto nella solitudine che si era costruito.
Un tempo bramava il tramontare del sole, quasi lo supplicava per potersi chiudere nel suo spazio personale privo di ogni interruzione, ma adesso incitava il sole a tornare, a carezzare il suo viso e a permettergli di poter stare con lui per ancora più tempo, lontano da tutto ciò che erano le responsabilità.
Non era una persona che solitamente evitava, sempre ligio al dovere e mai ribelle, Icarus passava il suo tempo per inseguire i suoi desideri di una vita futura dimenticandone il presente. Poi, come nei migliori romanzi rosa, aveva incontrato Sun e tutto era cambiato.
Quella piccola anteprima di luce, quel calore che aveva visto emanare da un corpo per nulla familiare, lo aveva portato ad una condizione tale da abbandonare ogni incertezza e dal lasciarsi trasportare del desiderio. Aveva desiderato farla sua, viverla come mai prima di allora aveva fatto.
Erano piccoli passi, non che avesse cambiato la sua vita in modo radicale, ma assieme a Sun riusciva a trasformare quei lati negativi di sé in altro, senza alcuna pressione.
La voce di Sun riscaldava gli animi delle persone, toccava quelle corde che probabilmente non erano state anche solo sfiorate, e accendevano un fuoco che li rendeva capaci di scavalcare ogni avversità. Ed era per questo che si era perdutamente innamorato del ragazzo, poiché aveva riscoperto dentro di lui tutto ciò che era stato dimenticato, ogni catenaccio strappato via con gentilezza e le porte del suo cuore si erano aperte al calore più intenso.
Aveva scoperto nuovi lati di sé che non avrebbe mai pensato di possedere, si era mostrato passionale, intrepido, emozionato, spaventato, pentito. E tutte quelle erano emozioni che aveva sempre tenuto lontane, non aveva mai trovato quel qualcosa che riuscisse a spronarlo in tutto e per tutto, e in fin dei conti era spaventato da una possibile intensità che l’avrebbe allontanato dai suoi desideri.
Per un attimo si rese conto della sua fortuna, poiché probabilmente in quel momento sarebbe ancora all’interno della sua camera, a studiare da numerosi libri e a preparare le basi su quello che sarebbe stato, incurante di ciò che avrebbe perso lungo il cammino. E invece in quel momento si trovava lontano da tutto, adagiato sulla stoffa di un asciugamano ormai rovinato che aveva posizionato sull’erba, Icarus guardava lo scorrere del tempo con un cipiglio per nulla indifferenze. Offeso, irritato.
« Stai facendo di nuovo quell’espressione, Icarus… »
« Tra poco dovremo tornare alla nostra vita, non è… triste? » prese una pausa, sospirando « È come se mi stessero strappando via dalla mia felicità, tutto questo è inaccettabile. »
La schiena di Icarus s’incurvò lentamente, come era solito fare quando la sua mente divagava, lasciando che lo sguardo scuro osservasse con fare accigliato il lento tramontare che a lui appariva sempre troppo veloce. Le braccia di Sun si adagiarono lungo il petto dell’amante, morbide e al contempo decise, lo strinsero a sé fino a poggiare il proprio corpo sulla sua schiena ricurva che in un qualche modo si adattò. Era sempre così con i loro contatti, bastava intensificarli un po’ più del dovuto e i due corpi si plasmavano.
Icarus si sentì più sereno, quasi come se anche solo la presenza di Sun riuscisse a far svanire ogni suo timore, e in effetti era proprio così.
« Perché strappando via? Domani ci rivedremo, al sorgere del sole fino al suo tramonto. »
« E poi al suo calare? Tu andrai via e io rimarrò qui, solo. Ad aspettarti. »
« Allora non aspettarmi, vieni con me al locale. »
Il volto di Icarus si nascose lungo l’avambraccio di Sun, lo sguardo si schiuse in un’espressione costernata mentre le dita andavano alla ricerca di quelle dell’amato. Una volta trovate si nascosero sotto di esse, fino ad arricciarsi in una salda presa che non avrebbe davvero voluto lasciare. Si strinse a lui perché non desiderava altro che quello, sentire il calore del suo corpo contro il proprio più freddo, il suo respiro carezzare la sua pelle e la sua risata avvolgere le sue orecchie. Si sentì un vigliacco, ma non poteva fare a meno di non prendere in considerazione quell’affermazione, perché si conosceva e sapeva che era fin troppo per lui.
Lanciò uno sguardo truce al sole, innervosito.
« Ne morirei di gelosia. »
Una risata roca scivolò dalle labbra di Sun accarezzando le orecchie di Icarus, la sua espressione assunse un che di stizzito, susseguita da un vistoso rossore che partì dalle orecchie concentrandosi sulle gote costellate da delle lentiggini scure. Ammettere la propria gelosia era sempre un grosso passo per lui, che di gelosia non ne aveva provata mai, non l’aveva mai compresa fino in fondo, non riusciva a capire come un essere umano potesse trovarsi geloso di un altro, tutto questo fino a quando non aveva incontrato la fonte dei suoi pensieri.
« Moon sostiene che sei davvero fin troppo esagerato, e poi perché mai dovrei guardare qualcuno che non sia tu? » Sun si abbassò lentamente, fino a poggiare le labbra lungo le orecchie incandescenti di Icarus. Era un gesto provocatorio, lo sapeva, eppure non poteva fare a meno di provocare quel rossore sulle gote dell’amato « Sei tu la mia unica musa, non gradirei nessun’altra compagnia. »
« Sei davvero un ruffiano. » Sun rise, portandosi una ciocca corvina dietro i capelli.
« Tanto lo so che stai sorridendo. »
« Ciò non toglie che tu lo sia per davvero! » Icarus sorrise, strofinando le gote contro la giacca.
Tornarono entrambi ad osservare il cielo, passavano il tempo in quel modo, a provocarsi bonariamente finendo per ricercare l’uno il corpo dell’altro quasi ne fossero assuefatti. Talvolta si dimenticavano del tempo che passava, poiché la loro compagnia era talmente preziosa e piena di trasporto, da non portare alcuna noia nei minuti scanditi dal completo silenzio.
Sun iniziò ad intonare le note di una canzone e Icarus si perse ad ascoltarlo, era incredibile come la sua voce riuscisse a rendere la sua mente più limpida, cacciando ogni cattivo pensiero che a volte lo tormentava la notte. Solitamente Icarus non era una persona così pessimista, non si lasciava andare a tutti quei cattivi pensieri, ma dopo aver scoperto l’amore non riusciva più a farne a meno ed era terrorizzato all’idea di perderlo. Il tempo continuava a passare, per quanto desiderasse fermarlo in quell’istante sapeva di non poter trattenere Sun più del dovuto, ma allo stesso tempo non voleva rovinare quegli ultimi attimi lasciandone un amaro ricordo.
Le dita scivolarono da quelle di Sun per raccogliere il taccuino davanti a sé, le numerose pagine ingiallite o sporche di china si spalancarono davanti ad i suoi occhi, sfogliandole rumorosamente per trovare la pagina vergine su cui avrebbe posto il proprio pensiero. Una volta trovata, presa la penna altrettanto sporca e disordinata, Icarus sotto gli occhi voraci di Sun, con la sua voce come musa ispiratrice oltre che alla sua semplice presenza.
Per quanto Sun definisse Icarus la sua musa, anche lui poteva fare esattamente lo stesso, gran parte delle sue poesie avevano sempre un filo conduttore che dominava i suoi pensieri e di questo Sun ne era estremamente lusingato. Il loro primo anno di relazione gli aveva dedicato una canzone, al solito bar dove suonava con la sua band, dopo aver trascinato con molta difficoltà il suo fidanzato quasi arrivando a rimproverarsi per quella sua scelta, ma vedere il suo volto illuminarsi aveva sconfitto ogni fatica e ogni cattivo pensiero.
La sua canzone non era altro che una rivisitazione di una poesia di Icarus, le parole chiave che l’amante riproponeva in ogni sua poesia avevano arricchito il ritornello, trasformando la canzone in un qualcosa di molto più profondo di quanto potesse sembrare. Certo, chiunque l’avesse ascoltata non l’avrebbe compresa appieno, ma Sun desiderava che l’unica persona a capirlo fosse la stessa a cui l’aveva dedicata.
E la stava cantando ancora adesso, mentre la sua musa scriveva in completo silenzio, con la punta della lingua leggermente sporgente per via della concentrazione e quei ricci biondi che gli nascondevano lo sguardo. Gli occhi di Icarus erano così scuri da sembrare due pozzi in cui perdersi, e talvolta a Sun capitava d’immergersi in quei meandri e di osservare ogni singolo sentimento depositato al loro interno. Non tutti capivano Icarus, molti avevano una pessima opinione di lui per via di quel suo lato perfezionista, ma c’erano persone come Sun che guardavano oltre all’apparenza, che non permettevano alla loro luce di creare ombre su cui Icarus si sarebbe adagiato, temendo il confronto.
Le dita di Sun arrivarono a solleticare le spalle di Icarus, le carezzarono mentre le labbra si accostavano al lato della sua testa, per osservare con curiosità le parole con cui Icarus avrebbe descritto quella giornata passata insieme. Lo faceva molto spesso, nel momento in cui dovevano salutarsi, si ritrovava a scrivere qualcosa in qualsiasi piattaforma possibile, che fosse una frase o anche solo una parola per mantenere vivido il ricordo.
Di recente Sun gli aveva regalato quel piccolo taccuino, in modo che potesse trasportarlo ovunque e tenerlo sempre con sé, e già Icarus l’aveva riempito di ogni tipologia di pensiero rendendo quell’oggetto di grande valore. Ed era questa la capacità di Icarus, rendeva perfino la cosa più banale incredibilmente speciale, come quel tappo della prima birra che avevano bevuto insieme.
Sun ricordava ancora il giorno in cui Icarus si era presentato con quell’oggetto, all’inizio non aveva compreso perché gli stesse porgendo un tappo di una bottiglia di cui non ricordava nemmeno la provenienza, ma nel voltare l’oggetto verso il suo interno si era ritrovato faccia a faccia con un piccolo dipinto che raffigurava il sole, proprio all’interno di quel tappo.
Ancora teneva quel tappo con sé, e seppur Icarus non gli avesse mai chiesto che fine avesse fatto, sapeva che l’aveva sistemato in un posto speciale perché Sun faceva sempre così con ogni cosa che arrivava a commuoverlo.
Teneva un baule dove vi riponeva le cose più importanti che gli avevano regalato, all’esterno potevano essere valutati come oggetti di poco valore, senza alcun ricordo, ma Sun aveva impresso nella sua mente ogni singola memoria di ciò che riponeva per fare in modo che vivesse all’infinito.
« Occhi color miele? Ardevano di passione, la scorsa settimana. »
« Non ti hanno mai detto che non si disturba il poeta? » replicò divertito Icarus, picchiettando il braccio di Sun con il tappo della penna « E poi era solo una scelta stilistica, non erano poi così ardenti, insomma… »
« “E ardevano di passione mentre mi guardava, nudo, esposto, inerme” » iniziò Sun a recitare, osservando il lento cambiamento nell’espressione di Icarus, da sprezzante a completamente esposto, imbarazzato. Icarus si sorprendeva sempre della memoria di Sun, nonostante molte volte questa andasse a suo sfavore « “Supplicavo, quel calore così a me caro e gemevo con una voce mai senti--“ »
Icarus lo spinse rapidamente contro la coperta. Il volto completamente rosso e lo sguardo sgranato dall’imbarazzo, fronteggiavano l’espressione maliziosa e provocatrice dell’amante, rendendosi conto di non poter vincere contro di lui in quel fronte. A volte Sun gli appariva così irraggiungibile, ed era una cosa che Icarus aveva notato quando si ritrovavano circondati dalle persone, ma quando erano soli, in quell’intimità che si erano costruiti allora si sentiva come se fosse in grado di poter anche solo camminare al suo passo.
« Sei davvero sleale a citare queste cose! »
Sun rise, con i capelli corvini che s’intrecciavano lungo l’asciugamano nocciola, osservava il volto di Icarus nascondere in parte quell’imbarazzo che lo segnava e lo trovava semplicemente adorabile. Sollevò lentamente la mano e carezzò la guancia dell’amante, in un modo talmente delicato che sembrò calmare l’espressione di Icarus, portandolo ad abbandonarsi contro il tepore di quella mano. Era una sensazione a cui non si sarebbe mai abituato.
Rimasero lì a guardarsi negli occhi specchiandosi a vicenda, il corpo di Icarus si era adagiato su quello dell’amante in modo delicato, senza pesargli troppo e per poterlo guardare esclusivamente negli occhi, fino a carezzare i suoi connotati per imprimerli al meglio nella sua mente.
Avrebbe contato ogni singolo secondo d’assenza, crogiolandosi nel suo ricordo ingelosito dal condividere la sua luce con qualcuno che probabilmente non la meritava affatto. Sun continuò ad osservarlo, carezzando le guance lentigginose con il polpastrello.
« Devo andare… »
« Lo so. »
Sun si sollevò lentamente fino a portare il corpo di Icarus sul proprio, gli dedicò un ultimo sguardo d’affetto, poggiando le sue labbra secche contro quelle morbide del fidanzato, in un bacio casto e posato, come se avesse dimenticato tutta la fretta che l’aveva portato ad alzarsi.
Ogni volta che baciava le labbra di Icarus si sentiva come se il tempo si fosse fermato, ignorando il tremore del ragazzo e l’emozione che lo travolgeva ogni secondo. Icarus dall’altro canto a volte non riusciva a gestire tutte quelle sensazioni, erano troppo forti per lui, troppo intense a tal punto da lasciarlo molto spesso senza fiato.
Una volta separatosi dalle sue labbra mielate, Sun si sollevò afferrando la chitarra adagiata lungo la coperta e la sistemò sulla propria spalla.
Si voltò e iniziò a camminare verso la fine del parco, sentiva lo sguardo di Icarus carezzare la sua pelle e non poté fare a meno di sorridere all’idea, detestava salutarlo in quel modo, ma sapeva che non poteva forzarlo più del dovuto e doveva semplicemente lasciarlo andare, come Icarus doveva fare la stessa cosa per lui.
« Sun! »
Smise di camminare.
« Cosa? » mormorò senza voltarsi, le dita che stringevano la cinghia.
« Stasera ci sarò. » Sun sorrise, annuendo lievemente.
« Lo so. »
Dietro di sé il sole era ormai già tramontato.




Buonasera!
Prima di parlare di questa One-shot senza troppe pretese, vorrei sottolineare che parte dell’ispirazione è stata presa da alcune illustrazioni dell’autrice syn (@syndecim) che ha riproposto questo mito in chiave modern!au.
In più partecipo alla challenge del gruppo Boys Love, dove ho cercato di ambientare la citazione di kafka e spero davvero di non essermene allontanata troppo ,_, Penso che sia la prima volta che mi butto in cose del genere, quindi il pubblicarla mi ha resa un po’ più ansiosa del solito!

Falling in love fa parte di un progetto che spero di poter terminare in futuro, ho voluto creare questa sorta di anteprima un po’ come sfida a me stessa. È passato davvero troppo tempo da quando ho scritto una long original e l’ansia da prestazione si fa sicuramente sentire!
Spero che la mia versione di Icarus e Sun, per quante poche informazioni si hanno a disposizione, possa piacere e incuriosire per questo progetto futuro di cui parlavo sopra, poiché c’è molto di più da raccontare e in realtà qualche traccia della trama futura è già presente in alcune righe!
Ringrazio di cuore tutte le persone che si soffermeranno anche solo a leggerla, mi farebbe sicuramente piacere conoscere le vostre opinioni e spero davvero che questo piccolo racconto possa aver lasciato qualche bel ricordo con sé!
Ci tengo inoltre a ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutata nel crearla, sia per il sostegno che per tutte quelle piccole accortezze che mi hanno resa un po’ più sicura nel buttarmi in questo progetto.
Ringrazio come sempre CHAOSevangeline per avermi sopportata e spronata, oltre che per il bellissimo codice che ho sfruttato anche per questa one-shot, ringrazio anche la mia amica moonymeria perché come sempre crea delle copertine bellissime e per tutto il suo entusiasmo che mi porta ad essere un po’ meno autocritica, e un po’ più sfacciata.





  
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