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Autore: alessandroago_94    17/01/2019    8 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ode al decadentismo

ODE AL DECADENTISMO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io e Pascoli;

nel nostro sangue

miscuglio di spiriti

d’una terra spesso ignota.

Nelle campagne

aria pura,

il fanciullino avanza,

nulla teme;

non teme lo sparo,

la fine dei sogni,

il dover riporre i giocattoli

di misero legno.

 

Un secolo

e l’ultimo dono

al Decadentismo;

infine, nei sogni

d’un vecchio malato,

alcolizzato,

il bambino fa ritorno

da un padre morto troppo presto.

 

Ode alla poesia decadente;

i secoli bui ci aspettano…

il saggio non ebbe previsione

della tempesta mondiale,

non aveva previsto

milioni di morti,

milioni di scheletri,

di pulviscolo e di ceneri.

Il saggio non aveva previsto

le persone in mare,

i barconi nel mezzo

dell’indifferenza totale.

 

C’è chi dice; fossero figli miei,

a nuoto li ripiglierei,

o la guerra mai più,

a queste bestialità

chi ci crede più.

Eppure, anche in quei cuori

lo spirito dell’indifferenza incombe;

è così rassicurante!

 

Aprire la bocca a vanvera.

Credere che si possa vincere

solo tramite la caduta altrui.

Se cadi mica c’è qualcuno

che ti aiuta a rialzarti.

 

Ode al decadentismo,

col suo canto da fine messa;

ove finisce il Natale,

la Pasqua s’avvicina

e preannuncia la fatidica

Resurrezione.

 

Giammai;

qualcuno mi accompagni

al mausoleo in cui hanno sepolto Dio!

Mi portino alla bara

dove la verità riposa il sonno eterno!

 

Io, Giovanni

e la cavallina storna.

Nella novella notte,

gli zoccoli della povera bestia

su un selciato

di pietre e di gocce vermiglie.

Savignano,

Cesare ne attraversò il Rubicone,

e in seguito fu dimora di vasta omertà.

 

Ode al decadentismo,

e che decadenza sia.

Nel sonno eterno di chi

non ha visto la recente alba

vien cullato quel segreto

mai svelato

e nel tempo custodito

dal mistero della morte.

 

Nel nido,

tutto riecheggia.

 

Quello sparo;

quel solo rumore che squarciò

il silenzio canzonatorio

di una giornata

che avrebbe cambiato per sempre

la storia di una famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Non so se questa è una poesia dedicata a me, a Pascoli o al Decadentismo. No, a quest’ultimo no; è vero che io mi sento espressione decadente di questo nostro presente, tuttavia io esprimo la mia poesia in una libertà così totale che non può e non deve rientrare in nessuno dei generi rimasti impressi sui libri. Non vorrei mai scoperchiare la bara d’inchiostro e di memorie che ormai racchiude alcuni movimenti.

Forse mi piacerebbe scrivere una nuova pagina del Decadentismo. Ma sarebbe un’interpretazione molto personale.

Lustro e onore al nostro Giovanni, grande poeta della mia terra. Nella speranza che abbia trovato pace, il suo nido… la verità. L’abbraccio del suo amato babbo.

Grazie per aver letto questi miseri versi, che non sono all’altezza di nulla.

 

   
 
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