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Autore: Ellygattina    17/01/2019    0 recensioni
[Edens Zero]Sappiamo tutti cosa è successo nel primo capitolo di Edens Zero, ma se Rebecca fosse arrivata su Granbell solo pochi giorni dopo in maniera del tutto accidentale? Cosa sarebbe successo a Shiki? La risposta la troverete leggendo questa fanfiction!
Spero vi piaccia e che mi farete sapere che ne pensate. Buona lettura! :)
[Personaggi: Rebecca, Shiki, Happy, Re Demone, robot di Granbell]
Storia pubblicata anche su AO3 con lo stesso nickname.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Happy, Rebecca, Shiki Granbell, Shiki/Rebecca
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un incontro voluto dal destino (Edens Zero)

Una ragazza con gli occhi azzurri e lunghi capelli biondo platino volava da alcune ore nel Sakura Cosmos in compagnia del suo inseparabile gatto parlante blu di nome Happy per recarsi a una fiera su un pianeta vicino quando la sua astronave cominciò a fare strani rumori.
Maledizione! Com'è possibile? L'avevo appena fatta revisionare!” esclamò allarmata dando un'occhiata agli indicatori davanti a lei, che in quel momento lampeggiavano per segnalare un problema decisamente grosso.
Che succede, Rebecca?” domandò l'amico avvicinandosi.
Non ce la faremo ad arrivare in queste condizioni!” gli spiegò la giovane, indicandogli la fonte della sua crescente preoccupazione, mentre il mezzo iniziava già a dare i primi scossoni.
Siamo nei guai! Non c'è da queste parti un pianeta qualsiasi su cui atterrare per ripararla?” gridò il gatto in preda al panico drizzando il pelo.
Sì, ma non credo che sul più vicino troveremo un meccanico e dei pezzi di ricambio” disse Rebecca sconsolata dopo aver consultato la mappa stellare su uno dei monitor. “Una volta Granbell era un posto fiorente, ma sono tanti anni che è disabitato e probabilmente ormai ci saranno solo rovine” aggiunse, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Ma quella dannata astronave doveva proprio mettersi a fare i capricci nelle vicinanze di quel vecchio parco giochi in disuso?
Che altra scelta abbiamo?” le fece notare saggiamente Happy, appoggiandole sul braccio una zampina con fare rassicurante.
Hai ragione, dobbiamo per forza atterrare lì” convenne la ragazza con un sonoro sospiro e un'ultima occhiata agli strumenti che segnalavano la sua condanna prima di assumere improvvisamente un'espressione determinata non appena realizzò che ogni secondo perso poteva fare la differenza.
A tutta birra verso Granbell, allora. Tieniti forte!” raccomandò all'amico, virando di colpo e accelerando poi il più possibile verso il pianeta disabitato.
Ben presto, nonostante gli scossoni sempre più frequenti e qualche momento di puro panico, arrivarono abbastanza vicini al suolo da distinguere, in mezzo al verde di una foresta e all'azzurro di un mare, un enorme palazzo con delle casette intorno e la ragazza, avvistato un piccolo porto naturale sulla costa, si diresse da quella parte riuscendo ad atterrare sull'acqua senza troppi danni. Non era stata affatto una manovra facile, ma almeno così avrebbero evitato di precipitare nel malaugurato caso in cui il mezzo avesse deciso all'ultimo di abbandonarli. Adesso dovevano solo sperare che il motore riuscisse a portarli sulla terraferma.

Non è come me lo aspettavo” commentò Rebecca poco dopo contemplando la cittadina che pian piano si ingrandiva davanti ai loro occhi mentre il velivolo, ancora miracolosamente funzionante, solcava le onde diretto verso la riva.
Che ci sia ancora qualcuno da queste parti?” azzardò Happy dubbioso.
Non credo. Il computer di bordo dice che è da circa un secolo che gli abitanti hanno abbandonato il pianeta” ribatté la ragazza.
Ce la fai a lanciare un SOS?” domandò il felino.
Purtroppo no. Temo proprio che dovremo arrangiarci da soli” gli rispose preoccupata Rebecca dopo qualche tentativo andato a vuoto.
A questo punto il gatto, ben consapevole che l'amica purtroppo non era un granché come meccanica, si lasciò sfuggire un lieve sospiro, ma non disse nulla. Non era il momento di essere così negativi, e il fatto che il computer principale, per loro fortuna, fuzionasse ancora era già un grande aiuto. Senza contare che, nonostante la momentanea mancanza di collaborazione, non era detto che di lì a poco il segnale non si sarebbe ripristinato, permettendo loro di avvertire le autorità e far arrivare i soccorsi...
Nel giro di qualche minuto, bene o male, l'astronave raggiunse la spiaggia e i due passeggeri poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Il pericolo non era certo passato, data la situazione, ma il solo fatto di essere riusciti a fermarsi in un posto relativamente adatto alle necessarie riparazioni senza rimetterci almeno qualche osso era quasi un miracolo.
Restava purtroppo la parte più difficile per Rebecca, che consultando il manuale presente nel computer di bordo, si mise comunque d'impegno per cercare di capirci qualcosa. Per sua disgrazia, però, il problema doveva essere più serio del previsto e alla fine, per non rischiare di provocare altri danni con la sua scarsa abilità in materia, fu costretta a rinunciare. Nel frattempo, a intervalli più o meno regolari, aveva riprovato più e più volte a tentare di far partire l'SOS, ma il segnale era sempre rimasto ostinatamente interrotto.

Che cosa devo fare, Happy?” si disperò a un certo punto quando il suo stomaco, tanto per peggiorare ulteriormente la situazione, decise di ricordarle che l'ora di pranzo era passata da un pezzo. Pensando di dover fare un breve viaggetto tra un pianeta e l'altro per documentare sul suo canale b-cube un evento molto atteso da cui sperava di ottenere tante visualizzazioni, non aveva nemmeno portato delle provviste...
Dall'alto avevamo visto una foresta, se non sbaglio. Potremmo provare a farci un giro. Magari troviamo almeno qualcosa da mangiare” suggerì l'amico pensieroso.
La ragazza annuì e insieme si diressero in silenzio verso la città. Sarebbe stato troppo chiedere nel frattempo una risolutiva illuminazione riguardo ai problemi dell'astronave, o almeno la possibilità di ricevere gli adeguati soccorsi per sbloccare la situazione?
Camminando per le strade in cerca di un'uscita verso i boschi che li circondavano, si accorsero con grande stupore che davvero gli edifici, a dispetto del tempo, erano ancora tutti in buono stato come gli era sembrato mentre si avvicinavano dal mare. Gli unici segnali che si trovavano in una città abbandonata erano l'assoluto silenzio che regnava ovunque e l'inquietante assenza di anima viva.

Ehi! C'è qualcuno? Avrei bisogno di aiuto, per favore” iniziò a chiamare la ragazza dopo qualche minuto, tanto per non lasciare nulla di intentato. Sapeva benissimo che probabilmente era inutile, ma restava il fatto che le costruzioni abbandonate un secolo prima sembrava fossero state appena ricostruite.
Prima che uno dei due avesse il tempo di fare qualsiasi altra cosa, svoltarono un angolo e si ritrovarono così in una piazza con decine e decine di robot abbandonati a terra.

Ma che è successo qui?” domandò Happy, dando voce ai pensieri di entrambi.
Rebecca, incuriosita, si chinò allora sulle macchine più vicine studiandole per un momento con le sopracciglia aggrottate, e così facendo scoprì sul selciato, semi-nascoste tra i corpi meccanici, anche alcune pagnotte ormai immangiabili per quanto erano dure ma che, chiaramente, non potevano essere lì da molto. Che ci fosse davvero qualcuno a Granbell, a dispetto dei documenti ufficiali disponibili in rete?
Per scrupolo, tirò fuori dalla borsa che aveva con sé il computer portatile in cerca di informazioni, ma per quanti siti controllasse, il risultato era sempre lo stesso: da circa un secolo il parco divertimenti di quel pianeta era chiuso e i suoi abitanti trasferiti in quelli vicini. Se solo la situazione non fosse stata così assurda, avrebbe anche potuto approfittarne per girare dei video da mettere sul suo canale, ma aveva il sospetto che non fosse affatto una buona idea. Del resto, a chi sarebbe potuto interessare uno scenario così desolato al posto di quello allegro e colorato che aveva promesso il giorno prima?
Con un altro sospiro, la giovane richiuse l'apparecchio e si tirò su, spazzolandosi la gonna, per poi riprendere il suo cammino guardandosi però intorno con più attenzione rispetto a prima. In realtà sapeva che, se anche ci fosse stato qualcuno, non avrebbe avuto alcun motivo per aggredirla, ma la scoperta di quelle macchine l'aveva messa comunque a disagio. Non poteva sapere infatti chi mai avesse deciso di stabilirsi lì all'insaputa di tutti, né per quale motivo ci fossero pane e robot sparpagliati a terra in una piazza, ragion per cui ricominciò a spostarsi in assoluto silenzio e con molta cautela senza più neanche accarezzare l'idea di provare a bussare alle porte delle abitazioni in cerca di aiuto. Quel posto le sembrava improvvisamente talmente lugubre e minaccioso che voleva solo andarsene il più in fretta possibile.
Dopo un tempo che le parve infinito, arrivò finalmente a un sentiero che si snodava tra gli alberi, che iniziò a percorrere con un lieve sorriso sulle labbra dopo aver lanciato un'ultima occhiata da sopra la spalla a quella città che ormai somigliava fin troppo a un cimitero.
Consultandosi di tanto in tanto con il fedele Happy, raccolse qua e là qualche bacca commestibile per evitare almeno di svenire, ma quando fece per tornare indietro alla sua astronave, determinata, in un modo o nell'altro, a lasciare il pianeta, un rumore sospetto tra gli alberi la mise di nuovo in allarme. E se fosse stata qualche bestia feroce intenzionata a divorarli?
I due amici non fecero quasi in tempo a finire il pensiero che qualcosa di grosso e veloce, saltando giù da un ramo, apparve dal nulla davanti a loro finendole quasi addosso.
Un attimo dopo, ancora sotto shock, si accorsero che si trattava semplicemente di un ragazzo che dimostrava all'incirca la stessa età di Rebecca, ma la scoperta non fu certo d'aiuto, dal momento che il suo aspetto non era per niente rassicurante. Metà del suo volto era infatti coperto da una criniera di lunghi capelli neri che gli lasciava a malapena scoperto soltanto uno dei particolari occhi blu, ma la cosa più inquietante era la sua espressione corrucciata, minacciosa come se avessero compiuto chissà quale crimine.
Lo strano tipo li fissava ancora acquattato a terra e la giovane, accortasi solo dopo alcuni secondi dell'equivoca posizione a gambe aperte che aveva assunto involontariamente quando era inciampata in chissà cosa nella foga di allontanarsi, si affrettò a richiuderle tremando intanto come una foglia per lo spavento.

E-E tu chi sei? Ti sembra il modo di apparirmi davanti?” gli domandò quindi con una voce che non sembrava neanche la sua e il cuore che le batteva forte nel petto.
Inizialmente il ragazzo non disse nulla, limitandosi invece a studiarla ancora attentamente per qualche secondo prima di saltarle quasi tra le braccia con uno scatto felino per vederla meglio, strappandole un piccolo strillo.

Sei un essere umano?” le chiese a quel punto, ma prima che la giovane potesse rispondergli in qualsiasi modo, le afferrò poco gentilmente il volto, in cerca forse di conferme, tra le proteste di lei. Quel trattamento decisamente inopportuno fu ancora il meno però, visto che un attimo dopo lo sconosciuto cominciò direttamente a palparle il seno constatandone ad alta voce la morbidezza, ma questa volta la ragazza, nonostante l'iniziale urlo imbarazzato e inorridito che le venne istintivo, fu più rapida a reagire abbattendogli sulla testa un pugno talmente forte da farlo crollare ai suoi piedi.
Ma che gli è preso a quel tipo?” domandò Rebecca sconvolta a nessuno in particolare appena riuscì ad allontanarsi, continuando a tremare in maniera incontrollabile mentre si proteggeva con le braccia quella parte delicata. Come si faceva ad essere così incivili e sfacciati?
Sembra che dopotutto ci sia qualcuno su questo pianeta” osservò intanto Happy, a sua volta scombussolato da quell'assurda scena ai danni dell'amica.
Non credo che questo sia un bene però. Se gli abitanti sono tutti così...” gemette lei, mettendo definitivamente da parte l'idea di chiedere aiuto alla gente del posto. Qualunque cosa fosse accaduta, sarebbe stato decisamente meglio arrangiarsi da soli!
Sono l'unico umano sull'isola” intervenne a quel punto il ragazzo e Rebecca abbassò gli occhi sorpresa rendendosi conto, con un ulteriore shock, che questi era di nuovo steso ai suoi piedi ma in una posizione stranamente strategica.

Smettila di guardarmi lì sotto!” strillò infastidita, allontanandolo con un calcio e strappandogli così un sonoro gemito di dolore.
Allora tu sei una ragazza” dedusse quello subito dopo, mettendosi seduto e massaggiandosi intanto il punto dolente mentre Rebecca, molto rossa in viso, lo osservava imbarazzata e risentita a qualche metro di distanza.
Ovvio che lo sono. Che altro credevi?” brontolò imbronciata, senza però essere degnata della minima attenzione.
Una ragazza umana e un gatto” stava infatti ricapitolando il giovane con espressione pensosa. “Posso mangiarti?” aggiunse poi rivolto a Happy, illuminandosi tutto.
No!” esclamò il gattino, giustamente scandalizzato, per poi correre a rifugiarsi dietro l'amica, aggrappandosi tremante alla sua gamba.
Che razza di tipo è?” si chiese a quel punto incredula la bionda, pensando a voce alta e guardando intanto fisso il suo povero compagno di avventure ancora traumatizzato prima di alzare per caso gli occhi e spaventarsi di nuovo per l'espressione seria e terribilmente minacciosa che si ritrovò davanti.
Che c'è?” gli domandò allora con voce tremante senza ottenere risposta.
C-cosa vuoi? Ehi, datti una calmata... Possiamo parlarne, okay?” balbettò indietreggiando, pensando fosse colpa delle sue parole di poco prima, mentre il volto del ragazzo si avvicinava pericolosamente al suo, mettendola sempre più in agitazione.
Il tutto durò solo pochi secondi di crescente panico ma alla fine l'ennesimo urlo della giovane spezzò di nuovo il silenzio della foresta quando un movimento improvviso a un nulla dal suo viso la convinse che stesse per colpirla. Eppure le sembrava di non aver detto nulla di così terribile e offensivo...
Quando trovò il coraggio di riaprire gli occhi, però, scoprì con grandissima sorpresa che il moro le stava semplicemente tendendo una mano.

Diventiamo amici” le disse a quel punto rialzando lo sguardo verso di lei, che da parte sua non poté far altro che restare a guardarlo incredula con la bocca aperta senza riuscire a smettere di tremare. Stava forse sognando?
Diventiamo...” ricominciò poco dopo, ma questa volta Rebecca non lo lasciò nemmeno finire.
Col cavolo!” rispose infatti a voce altissima, dandogli un pugno tanto forte da farlo cadere di nuovo.
Quello è pazzo!” esclamò poi furibonda mentre si allontanava con Happy. “Sul serio, mi ha spaventata a morte!”
Dopo un pugno del genere, anche tu sei spaventosa, Rebecca” le fece notare il gatto, ma la ragazza non ebbe neanche il tempo di realizzarlo.
Sai... è la prima volta che incontro un altro essere umano” le disse infatti in quel momento un'altra voce maschile vicino al suo orecchio.
Ah, davvero?” rispose distrattamente lei senza neanche guardarlo, ancora offesa, prima di spalancare gli occhi e gridare di nuovo, scappando con l'amico a tutta velocità nel tentativo di seminarlo non appena si rese conto di chi fosse il proprietario.
Purtroppo non fu così fortunata perché poco dopo se lo ritrovò a cavalcioni di un ramo proprio davanti a lei.

Quando era vivo, mio nonno mi diceva sempre di farmi degli amici” le spiegò il tizio sorridente e questa volta la ragazza, nella fretta di sfuggire al suo “persecutore”, imboccò senza pensarci un sentiero a caso perdendosi nella foresta.
Accidenti a lui! E adesso come la ritroviamo la nostra astronave?” si lamentò più tardi Rebecca, non appena si rese conto del disastro. Dopo vari tentativi, lei e l'amico erano finalmente riusciti a liberarsi del loro inseguitore, ma ora non avevano la più pallida idea di dove si trovassero.
Dal momento però che al peggio non c'è mai limite, fecero a malapena in tempo a guardarsi intorno spaesati cercando di decidere da che parte andare prima che un tuono fragoroso annunciasse l'arrivo di un temporale, subito seguito da un violento scroscio d'acqua che li inzuppò in un attimo da capo a piedi.

Ma tutte a me devono capitare oggi?” esclamò la ragazza esasperata mentre correva sotto la pioggia con Happy tra le braccia in cerca di un riparo che ovviamente non trovava, maledicendo intanto tra sé quello strano tipo tanto insistente.
Posso aiutarti in qualche modo?” le chiese in quel momento il suo incubo a occhi aperti, sporgendosi da un ramo accanto a lei.
Direi che tu hai già fatto abbastanza! Lasciami in pace!” ringhiò Rebecca, ansimante e inferocita, mentre una ciocca di capelli bagnati le ricadeva davanti agli occhi.
Conosco un ottimo rifugio qui vicino” ribatté lui tranquillo, una volta sceso dall'albero, osservandola però con tanto d'occhi come se non riuscisse proprio a capire la causa di tanta rabbia nei suoi confronti.
Non mi interessa. Io devo arrivare in città” gli rispose la ragazza, sorpassandolo con aria altezzosa.
Quella non è la direzione giusta” le fece notare il giovane, costringendola a fermarsi. Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Per quanto la cosa non le piacesse, in quella situazione il suo aiuto avrebbe potuto farle comodo...
Leggermente imbronciata, si girò a guardarlo valutando dubbiosa il da farsi, ma prima che potesse decidersi, fu quello strano ragazzo a prendere l'iniziativa.

Andiamo” le disse infatti semplicemente, afferrandola per un polso e tirandola nella direzione da cui era venuta non appena il cielo fu squarciato dall'ennesimo lampo, subito seguito da un fragore assordante.
Ehi, aspetta! Dove mi porti?” protestò lei spaventata mentre si sforzava di stargli dietro, senza però ricevere alcuna risposta.
Poco dopo giunsero in vista di una grotta in cui il giovane si infilò a razzo trascinandosela dietro per poi lasciarla andare di colpo.

Eccoci arrivati” le disse a quel punto, lasciandosi cadere a terra, mentre lei, rimasta in piedi per miracolo, si guardava intorno senza fiato.
Che posto è questo?” domandò Rebecca, incuriosita e sospettosa, non appena riuscì di nuovo a parlare.
Il mio rifugio” le rispose lui semplicemente.
Allora è qui che vivi” considerò tra sé la bionda, con uno strano misto di emozioni, rimettendo a terra un Happy totalmente bagnato quanto lei.
Infatti” confermò il ragazzo e per un attimo i due si guardarono negli occhi senza sapere bene che fare. Cosa ci si diceva in una simile situazione per spezzare quell'orribile silenzio?
Prendi” le disse alla fine il giovane, allungandole una coperta presa da chissà dove. “Stai tremando” aggiunse poi, in risposta al suo sguardo interrogativo.
Rebecca esitò ancora un attimo ma alla fine accettò mormorando un “Grazie” a malapena udibile nel fragore del temporale per poi lasciarsi cadere a terra a sua volta poco distante facendo segno al gatto di raggiungerla per godere anche lui di quell'inaspettato tepore mentre il moro trafficava con qualcosa che non riusciva a vedere.
Di lì a poco un fuocherello illuminò la grotta e la bionda, sorpresa, si avvicinò un pochino al “padrone di casa” allungando a sua volta le mani verso la fiamma per scaldarsele con un accenno di sorriso sulle labbra.
Da parte sua il ragazzo, segretamente orgoglioso di essere riuscito ad accenderlo in così poco tempo, la osservava di sottecchi sentendo pian piano allargarsi anche il proprio di sorriso. Era una sensazione strana quella che provava in quel momento, ma dopo qualche attimo di silenzio, interrotto solo di tanto in tanto dal crepitio del fuoco, decise di riprovare a parlarle, ora che sembrava più tranquilla.

Da dove siete spuntati, comunque? Non ho mai visto altri esseri umani, da queste parti” domandò incuriosito.
Veniamo da Blue Garden” gli rispose lei.
È molto lontano?”
Non tantissimo. Appena qualche ora di viaggio” considerò la ragazza, facendo un rapido calcolo mentale.
Capisco” mormorò lui, facendo calare di nuovo il silenzio.
Ad ogni modo... Io sono Rebecca e lui Happy” si presentò istintivamente la bionda dopo qualche secondo. “E tu?”
Shiki” ricambiò il giovane, aprendosi poi in un gran sorriso mentre finalmente si stringevano la mano.
Come sei finito qui? Pensavo non ci fosse nessuno a Granbell” gli chiese poco dopo la ragazza, incuriosita. Che ci fosse arrivato per caso come era appena successo a lei ed Happy, trovandosi costretto ad arrangiarsi? Dalla sicurezza con cui si muoveva in quella foresta sembrava che si trovasse lì da molto tempo, ma non era detto che non potesse aiutarla in qualche modo e forse, unendo le forze, sarebbero riusciti a ripartire. Con un po' di fortuna, quella avrebbe potuto essere l'occasione giusta per entrambi di andarsene da quel posto sperduto!
Mi ci ha portato mio nonno quand'ero piccolo” ricordò lui abbassando gli occhi con un sorriso triste sul volto.
Ah sì?”
Il ragazzo annuì con espressione malinconica e Rebecca distolse per un attimo lo sguardo, pensierosa. Aveva ragione, allora: probabilmente Shiki era arrivato lì in modo molto simile a loro senza più riuscire a tornare indietro. Quanto tempo aveva passato da solo per non sapersi minimamente rapportare con gli altri esseri umani? Dal suo comportamento, infatti, sembrava che il nonno l'avesse purtroppo lasciato presto, ma se il ragazzo era davvero l'unico abitante del pianeta e viveva in quella grotta, come si spiegavano allora le pagnotte che aveva trovato per terra in città vicino ai robot? Mentre rifletteva se dirglielo o meno, però, il moro prese di nuovo la parola.

Dieci anni fa mio nonno mi ha trovato e mi ha portato qui. Lui era il Re Demone e...”
Il Re Demone?!” lo interruppe lei sconvolta.
Beh, sì” le rispose il giovane, un po' spiazzato dalla sua reazione.
Ma come può un demone...” ricominciò la ragazza, incredula e spaventata, domandandosi se non fosse il caso di scappare di corsa.
In realtà quello era semplicemente il suo ruolo nel vecchio parco divertimenti, ma io l'ho sempre chiamato nonno e a lui piaceva” le spiegò il moro non appena capì quale fosse il problema. “Ci volevamo molto bene prima che si spegnesse alcuni anni fa” continuò poi tristemente, distogliendo lo sguardo.
Ora capisco” mormorò Rebecca, abbassando il proprio mentre rifletteva in silenzio. Cosa avrebbe dovuto dirgli adesso? Purtroppo non le veniva in mente nulla di minimamente adatto alla situazione.
Da quanto tempo sei qui da solo, Shiki?” pronunciò alla fine con una voce strana, seria e preoccupata, sentendo allargarsi sempre di più dentro di sé un gran senso di colpa per tutte le cose orribili che aveva detto e pensato di lui fino a qualche minuto prima.

Pochi giorni, in realtà” le rispose il ragazzo con un'espressione leggermente imbronciata ma visibilmente triste.
Pochi giorni?” ripeté piano lei. “Ma tu stesso mi hai detto che sono anni che il Re Demone... cioè, tuo nonno...” insistette impacciata.
Lui sì, purtroppo, ma fino a poco tempo fa avevo Michael, Annie, John, Mitra... Erano loro a tenermi compagnia” disse piano con voce sempre più bassa e Rebecca rabbrividì.
Che intendi dire?” sussurrò spaventata, immaginando in un attimo svariati scenari uno peggiore dell'altro.
Alcuni dei robot avevano già avuto dei problemi in passato, ma ero sempre riuscito a ripararli fino a pochi giorni fa. Una mattina però sono tornato in città dopo un giro nella foresta e li ho trovati tutti a terra. Ho provato e riprovato a sistemarli ma non c'è stato niente da fare. Alla fine mi sono trasferito qui” raccontò con una voce strana e lo sguardo fisso sulle rocce.
Hai detto ripararli?” domandò sconvolta la ragazza dopo pochi secondi cominciando a capire. “Ma allora... ti riferisci a quei robot nella piazza?” continuò incredula, senza sapere se sentirsi sollevata o meno.
Certo! A chi altri, se no?” le rispose lui, suo malgrado divertito dalla sua espressione ma con ancora quello spiacevole groppo in gola che gli impediva quasi di respirare. Gli faceva male ripensare ai suoi amici e a quel triste giorno in cui tutti l'avevano lasciato.
Questo vuol dire che tu... sei un meccanico, allora?” gli chiese poco dopo la bionda di punto in bianco, sorpresa e speranzosa, intravedendo finalmente un modo sicuro per andarsene ma augurandosi anche inconsciamente di riuscire a distrarlo dai brutti pensieri che di certo lo stavano affliggendo.
Immagino di sì ma... perché?”
Potresti anche riparare, per caso, la mia astronave?” insistette lei agitata, non osando quasi credere alla propria fortuna. Quella era di sicuro la cosa migliore che le potesse capitare!
La tua astronave, dici? Non saprei...” disse piano il ragazzo, pensieroso. Ad essere sincero, non ne aveva mai neanche vista una, quindi come poteva aggiustare la sua?
Nonostante i suoi sforzi per non lasciar trapelare la confusione che sentiva dentro al solo pensiero di quell'oggetto sconosciuto che sembrava tanto importante per la sua nuova amica, Rebecca dovette comunque intuire qualcosa, perché alle sue parole perse in un attimo tutta la sua euforia, abbassando di nuovo gli occhi. Era stata una sciocca a credere che Shiki potesse risolvere il problema, visto che i robot di quel vecchio parco giochi erano sicuramente molto diversi dal suo velivolo. Senza contare che, se era arrivato lì da bambino, non era neanche detto che si ricordasse di aver mai viaggiato nello spazio con una di quelle...

Dovrei vederla per saperlo con certezza, ma posso provarci. Dopotutto sei mia amica, no?” cercò di rimediare il giovane per consolarla. Per qualche strano motivo non voleva vederla triste ed era fin troppo evidente che la sua risposta di poco prima l'avesse delusa. Non l'avrebbe più permesso, però, perché come gli aveva detto suo nonno, avrebbe dovuto tenersi stretti gli amici che partecipavano al suo dolore nei momenti difficili e Rebecca, nonostante si fossero appena conosciuti, aveva quasi pianto quando le aveva raccontato del Re Demone e di tutti gli altri. Aveva visto bene la sua espressione sconvolta e gli occhi lucidi, e se per farla felice doveva semplicemente ripararle questa famosa astronave, l'avrebbe fatto volentieri. Del resto, non poteva essere troppo diversa dai suoi amici robot, giusto?
Sollevata per le sue parole e contagiata suo malgrado da un bellissimo sorriso che non sapeva nascondesse in realtà parecchi dubbi, la bionda gli sorrise di rimando e Shiki, improvvisamente dimentico dei brutti pensieri che lo stavano tormentando, provò di nuovo quella strana sensazione di poco prima che non sapeva definire. In quel momento, comunque, preferiva di gran lunga concentrarsi su di lei che su qualsiasi altra cosa...

Parlami un po' di questa Blue Garden e di come hai fatto a finire qui!” esclamò a quel punto allegramente e Rebecca, dopo un attimo di malcelato stupore per il suo rapido cambio di umore, si lanciò in un lungo discorso scoprendo che in fondo non era difficile dialogare con quello strano ragazzo che la fissava incantato e con aria sognante.
Non te ne sei mai andato da qui?” gli chiese alla fine senza quasi volerlo. Per lei in fondo era normale spostarsi senza problemi da un pianeta all'altro e non riusciva proprio a immaginare una vita passata sempre nello stesso posto. Il suo essere una b-cuber abbastanza famosa, infatti, la portava a condurre una vita decisamente più movimentata rispetto alla media, e stranamente le dispiaceva molto pensare che Shiki fosse invece bloccato lì da chissà quanto tempo.
In realtà mi piacerebbe vedere un altro paese, un giorno o l'altro, ma non ne ho mai avuto l'occasione. Del resto, chi avrebbe pensato ai miei amici robot se fossi partito? Io ero l'unico in grado di ripararli...” ammise il ragazzo tristemente e Rebecca lo guardò per un attimo con le sopracciglia aggrottate.

Potresti venire con me, allora” gli propose dolcemente poco dopo, facendolo voltare di scatto nella sua direzione.
N-non saprei” balbettò Shiki sorpreso, sussultando appena alla vista del suo sorriso che gli smosse qualcosa nel petto.
Qui però non hai più nulla, vero?” insistette lei, con quanta più delicatezza possibile.
Ci penserò” mormorò alla fine il moro lentamente, dopo qualche attimo di riflessione. La proposta gli aveva fatto piacere, ma non era sicuro di voler partire sul serio. La sua vita in fondo era sempre stata lì fin da quando aveva memoria...
I suoi pensieri vennero interrotti da un raggio di sole dispettoso che, filtrando tra le foglie leggermente mosse dal vento, gli finì dritto negli occhi.

Sembra che abbia smesso di piovere” constatò a quel punto, voltandosi in direzione della sua nuova amica e trovandola intenta a guardarlo con una strana espressione.
Già” confermò allegra lei, segretamente sollevata di vederlo tornare al presente. In realtà si era già accorta del cambiamento meteorologico, ma per qualche strano motivo la voce le si era bloccata in gola un attimo prima di riuscire a dirglielo alla vista del suo sguardo triste, facendole nascere immediato il desiderio di consolarlo. Non avrebbe dovuto essere così diretta, lo sapeva, ma l'aveva fatto a fin di bene per convincerlo a partire. Quella avrebbe potuto essere la sua unica occasione per andarsene da quel pianeta in tempi brevi e non era giusto sprecarla. Chiunque sarebbe impazzito a vivere a lungo in una situazione simile e voleva risparmiargli quella sofferenza inutile.
Ora che ha smesso di piovere possiamo andare a vedere la tua astronave, se ti va” le disse improvvisamente Shiki con un gran sorriso, distraendola dai suoi pensieri, una volta sicuro che il tempo fosse di nuovo sereno. Era decisamente sollevato di avere l'occasione di scappare da quella situazione e dedicarsi ad altro; senza contare che non vedeva l'ora di ammirare l'astronave della sua nuova amica e il bellissimo sorriso che di certo gli avrebbe rivolto se fosse riuscito ad aggiustargliela.
Non sarebbe meglio andarci direttamente domani, a questo punto? Penso che tra poco sarà buio” gli fece però notare dubbiosa la ragazza, lanciando a sua volta una rapida occhiata fuori.
Da quello che hai detto dovrebbe essere qui vicino. Ci mettiamo un attimo a raggiungerla” la rassicurò lui, già vicino all'entrata della grotta, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Allora d'accordo, grazie” accettò a quel punto Rebecca, ricambiando il sorriso e sussultando appena quando il moro si sporse ancora un po' per afferrare la sua, rimettendola in piedi di colpo.
Per un attimo i due, ritrovatisi all'improvviso un po' troppo vicini, si guardarono negli occhi leggermente in imbarazzo, ma un lieve rumore provocato di proposito da Happy per ricordare loro la sua presenza, li fece tornare alla realtà, e dopo qualche parola sconnessa borbottata da entrambi, il gruppo si incamminò finalmente nella foresta con il moro che faceva da guida finché, poco dopo, non si ritrovarono come promesso davanti alla vecchia astronave della bionda, la quale si affrettò ad accenderla e a spiegare le cose di base ad un affascinato Shiki. Come già sospettava, era stato ben presto fin troppo chiaro che il ragazzo non ne avesse mai vista una in vita sua, ma era anche ovvio che gli strani circuiti che a lei provocavano tanti problemi, lo facessero sentire stranamente a proprio agio.

Penso di poterla riparare” dichiarò alla fine il giovane, “ma adesso ci conviene lasciar perdere e tornare qui domani” continuò, dopo aver lanciato un'occhiata al cielo sempre più scuro e già punteggiato di stelle.
Volendo possiamo passare qui la notte” cominciò Rebecca, suo malgrado preoccupata all'idea di doversi muovere nella foresta sicuramente più buia della spiaggia in cui si trovavano. D'accordo che c'era Shiki a farle da guida, ma la cosa la faceva sentire comunque decisamente a disagio.
Non preoccuparti, in un attimo saremo di nuovo nella grotta” la rassicurò lui con uno strano sorriso che avrebbe dovuto metterla in allarme, ma non fece nemmeno in tempo ad aprire bocca per chiedergli spiegazioni che si sentì mancare la terra sotto i piedi e sollevare in aria. D'istinto strinse più forte a sé il piccolo Happy, che per fortuna stava tenendo in braccio per timore di perderlo di vista nell'oscurità crescente, urlando terrorizzata.
Stiamo cadendo di lato!” si ritrovò a gridare poco dopo in preda al panico quando, riaprendo gli occhi per chissà quale motivo, si rese conto, guardando in basso, della sconvolgente verità.
Deve trattarsi... dell'Ether Gear!” esclamò a quel punto il gattino, osservando stupito gli strani segni comparsi sulle braccia del ragazzo.
Quell'Ether Gear?” ripeté Rebecca sorpresa, guardandoli a sua volta e dimenticandosi per un secondo della situazione. Non avrebbe mai immaginato che in un posto sperduto come quello si nascondesse un utilizzatore di quel misterioso potere, che si credeva perduto dalla fine della cosiddetta “Era Oscura”.
Ve l'avevo detto che ci avremmo messo un attimo a tornare qui” disse allegramente Shiki pochi istanti dopo, quando atterrarono esattamente davanti alla grotta.

Come hai fatto?” domandò la bionda incredula guardandosi intorno e tremando intanto in maniera incontrollabile mentre tentava invano di rialzarsi. Inutile dire che il loro nuovo amico, all'impatto stranamente dolce con il suolo, non avesse avuto problemi a mantenere l'equilibrio, mentre lei, nell'esatto momento in cui la sua mano aveva lasciato il suo polso, fosse ruzzolata scompostamente per terra con chissà quante capriole per la lieve discesa in cui era sfortunatamente incappata appoggiando male il piede...
Merito del potere che ho ereditato da mio nonno: l'Ether Gear della gravità. Può essere molto utile anche per spostarsi, qualche volta” le spiegò compiaciuto il giovane.
Splendido davvero, ma non potevi avvertirci prima?” brontolò lei, del tutto incapace di condividere la sua allegria, scoccandogli un'occhiataccia. Aveva appena rischiato di morire di infarto e lui quasi le rideva in faccia!
Non pensavo ce ne fosse bisogno” si difese il moro con una strana espressione.
E secondo te io me lo sogno che tu stai per sollevarmi in aria e farmi cadere di lato a tutta velocità” ribatté irritata Rebecca.
Vuoi dire che da dove vieni tu non esiste un potere simile?” domandò sorpreso.
Ovvio che no! L'Ether Gear è sempre stato qualcosa di molto raro che si pensava fosse ormai scomparso da tempo. Per quanto ne so, potresti anche essere l'unico al mondo in grado di utilizzarlo” gli spiegò la bionda concitata, mordicchiandosi poi un labbro mentre tentava di calmarsi.
Fino a pochi anni fa eravamo in due a utilizzarlo qui. Non pensavo che negli altri posti fosse invece così strano” si giustificò il ragazzo con un lampo di tristezza nello sguardo che la addolcì subito.
Lascia perdere, Shiki, non è successo nulla in fondo” sospirò a quel punto, nella speranza che lui non insistesse. “Piuttosto, fammi capire bene una cosa... È stato davvero un robot a trasmetterti quel potere?” si informò con espressione seria.
Che c'è di strano se mio nonno lo sapeva usare e ha deciso di insegnarmelo?” domandò il moro senza capire e Rebecca lo guardò per un attimo con una strana espressione. Era solo un'idea sua o l'amico non si rendeva realmente conto della stranezza della cosa? L'Ether Gear in fondo utilizzava il flusso di potere del corpo dell'utilizzatore trasformandolo in energia come se si trattasse lui stesso di una macchina, quindi com'era possibile che un essere umano l'avesse imparato da un robot? Era ovvio però che Shiki non si rendesse conto di quanto fosse straordinaria la sua abilità, ma avrebbe avuto modo di ricredersi se il giorno dopo avesse accettato di partire con loro. Nel resto dell'universo, avrebbe fatto sicuramente parlare di sé anche solo per questo...
Nulla, immagino” si arrese infine, lanciando un'occhiata alla grotta. Ora che ci pensava, dal momento che Shiki li aveva riportati lì senza ascoltarla, lei ed Happy avrebbero dovuto passare la notte con lui. Il che voleva dire mangiare insieme e soprattutto...
Arrossì violentemente immaginando di dormire in tre in quello spazio ristretto già ingombro di oggetti non identificati, ma per fortuna la voce del suo nuovo amico la distrasse un attimo prima che perdesse definitivamente la calma.

Tutto bene?” le chiese preoccupato, guardandola dritto negli occhi.
C-certo” balbettò lei con un lieve sussulto accorgendosi dell'eccessiva vicinanza. Se davvero fosse partito con loro, avrebbe dovuto sbrigarsi a mettere in chiaro alcuni concetti fondamentali o sarebbe impazzita.
Vieni” la invitò il giovane prendendola per mano e tirandola leggermente verso la grotta.
Rebecca abbassò imbarazzata lo sguardo sulle loro dita così vicine senza però trovare davvero la voglia di opporsi, stupendosi anzi non poco dello strano senso di vuoto che provò quando il ragazzo, dopo averla stretta con più forza per un attimo, la lasciò all'improvviso per cominciare a frugare in un angolo in cerca di quelle che si rivelarono essere scorte di cibo, che offrì poi generosamente ai suoi nuovi amici.
Fu una cena semplice e priva delle solite comodità a cui era abituata quella che consumarono appena fuori dalla grotta davanti a un fuocherello ma la bionda la apprezzò comunque moltissimo. Shiki era allegro e simpatico, ora che cominciava a conoscerlo, e i tre chiacchierarono piacevolmente per tutta la sera raccontandosi delle rispettive vite su Granbell e su Blue Garden, ridendo spesso di gusto fino all'ora di andare a dormire. La novità era stata piacevole per tutti e mentre guardavano le stelle sdraiati sull'erba ancora un po' umida per il violento temporale del pomeriggio, la ragazza si sorprese a desiderarne molte altre. Ovviamente sapeva che se le circostanze gliel'avessero permesso, il giorno dopo, in quel preciso istante, sarebbe stata nel suo letto ad alcune ore di distanza da lì, ma ora più che mai si augurava che il moro partisse con loro. Chissà se anche lui, che in quel momento aveva lo sguardo perso nella volta celeste, stava pensando lo stesso?
Delle improvvise folate di aria più fresca li convinsero poco dopo a rientrare, sia pure a malincuore, e Rebecca si ricordò improvvisamente dell'imbarazzo di poche ore prima. Non era affatto sicura che sarebbe riuscita a dormire standogli così vicina in uno spazio tanto ristretto, ma in fondo non era pentita di essere rimasta con lui per l'intera serata. Solo e soltanto per questa volta era disposta a perdonarlo per non averla ascoltata...

Ti bastano queste?” le chiese poco dopo Shiki voltandosi verso di lei con delle coperte in mano e la giovane lo osservò sorpresa. Certo che era veramente incredibile come si fosse attrezzato bene per ogni evenienza in quel piccolo rifugio!
Le prese con un gran sorriso ringraziandolo e mettendosi quindi a cercare un angolino comodo per sé ed Happy. In qualche modo era riuscita ad individuare il giaciglio del ragazzo e si augurava di poter sistemare il suo il più lontano possibile. Non aveva più paura come all'inizio che lui potesse farle chissà cosa, ma questo non cambiava il fatto che si sentisse tremendamente in imbarazzo all'idea di dormire a così breve distanza l'uno dall'altra.
Finalmente trovò quello che faceva al caso suo, e dopo aver lanciato una fugace occhiata all'amico che si stava infilando sotto le coperte nel suo angolo di stanza, stese le proprie con eccessiva cura sul pavimento di pietra nel tentativo di distrarsi e di far passare il rossore che era certa le stesse tingendo le guance per motivi che in quel momento non riusciva a capire.

Buonanotte, Rebecca” le disse alla fine il moro con voce assonnata quando la sentì coricarsi a sua volta.
Buonanotte anche a te, Shiki” gli rispose lei, avvertendo con grande sorpresa il cuore sobbalzarle leggermente nel petto per la stranezza della situazione e mettendosi poi più comoda con Happy tra le braccia mentre il ragazzo spegneva la piccola luce che li aveva illuminati fino a quel momento.


A dispetto delle sue catastrofiche previsioni, la ragazza si addormentò quasi subito con il sorriso sulle labbra al pensiero della meravigliosa stellata di quella sera e di tutti gli avvenimenti della giornata ma il moro non poté proprio dire lo stesso. Per parecchio tempo si rigirò nel suo giaciglio senza riuscire a prendere sonno, ascoltando il respiro regolare di Rebecca e ripensando alle sue parole. Cosa le avrebbe risposto la mattina dopo? Naturalmente era felice della sua offerta di portarlo con sé nel mondo esterno, ma nonostante le sue allettanti descrizioni su Blue Garden, era pieno di dubbi. In fondo Granbell era stato per anni la sua casa e lasciarlo avrebbe voluto dire abbandonare suo nonno e tutti gli amici che l'avevano cresciuto. Sarebbe stato capace di voltare loro le spalle, ben sapendo che su quel pianeta, con ogni probabilità, non sarebbe più tornato?
Si trattenne a fatica dal rispondersi negativamente a voce alta e voltandosi sul fianco per l'ennesima volta come per sfuggire al doloroso pensiero che gli impediva di riposare, si ritrovò a fissare le poche stelle che riusciva a intravedere da quell'angolo della grotta. Davvero la notte successiva avrebbe ammirato da una finestra un altro cielo in compagnia della sua prima amica umana?
Per un attimo abbassò gli occhi stranito all'idea di sedersi con Rebecca su un davanzale sconosciuto ad osservare la volta celeste uno accanto all'altra come era solito fare per conto suo quando viveva nella locanda della città, ma tutto sommato la cosa non gli dispiaceva e la sua mente continuò quindi imperterrita ad elaborare la scena. Chissà se sarebbe stato capace di ritrovare da Blue Garden le costellazioni che gli aveva insegnato suo nonno o se avrebbe dovuto impararne delle altre?
Curiosità e reticenza lo invasero di nuovo insieme ai ricordi del Re Demone durante quelle lezioni notturne e ben presto Shiki, capendo che in quella situazione sarebbe stato impossibile addormentarsi, decise di andare a fare quattro passi all'esterno. Per fortuna il cielo non avrebbe potuto essere più sereno, e dopo un'ultima occhiata ad Happy e Rebecca che dormivano beati, si inoltrò nella foresta senza neanche far caso a dove stava andando. La sua testa in quel momento era troppo ingombra di pensieri e ricordi non sempre gradevoli per potersi concentrare su altro, ma purtroppo o per fortuna, ormai conosceva talmente bene quei boschi che i suoi piedi lo portavano da soli in qualsiasi luogo avesse voluto raggiungere, e anche questa volta rimase stupito nel veder materializzarsi, con una fitta al cuore, uno di quelli a lui più cari: la piccola altura erbosa poco fuori città dove tante volte si era recato con suo nonno per osservare le stelle.
Cercando di tenere a bada la malinconia e le angosciose domande che gli martellavano la testa, Shiki si sedette sul prato accarezzato dalla debole brezza notturna alzando poi gli occhi verso la volta celeste. Il suo sguardo, secondo le vecchie abitudini, la percorse in lungo e in largo per parecchi minuti salutando in silenzio le costellazioni e quei punti luminosi di cui suo nonno a volte gli aveva parlato. Da bambino non gli aveva creduto quando affermava che al di là di essi esistevano mondi che non avrebbe mai potuto immaginare mentre ora, consapevole che il robot gli avesse detto la verità su quelle minuscole luci, si chiedeva curioso se da qualche parte lassù si nascondesse anche il pianeta della sua nuova amica. Sarebbe stato bello poterlo capire in qualche modo e per alcuni minuti, sdraiato sull'erbetta fresca che gli solleticava la pelle, provò pure a cercare di individuarlo basandosi sulle poche informazioni che gli aveva dato Rebecca. La maggior parte dei punti di riferimento che lei aveva nominato, però, non gli avevano detto assolutamente nulla e così, dopo un tempo indefinibile, si ritrovò di nuovo, senza neanche accorgersene, al punto di partenza.
Sbuffò appena quando se ne rese conto, il sorriso improvvisamente spento, ma sapeva anche che non avrebbe potuto rimandare ancora per molto quella scomoda decisione.
Un po' imbronciato, si rimise quindi seduto ad ascoltare il vento e i lievi rumori notturni mentre rifletteva in silenzio, studiando il paesaggio come se volesse inconsciamente imprimerselo nella memoria.
Agitato dai suoi pensieri, si accorgeva solo adesso di tanti piccoli particolari che prima non aveva mai notato e ognuno di essi, suo malgrado, sembrava quasi legarlo ancora più strettamente a quel luogo. Era cresciuto lì, e nonostante ormai fosse rimasto solo, tutto sommato era ancora in grado di cavarsela nel modo migliore. Non gli sarebbe costato nulla restare e magari, chissà, uno dei giorni successivi sarebbe anche riuscito ad aggiustare i suoi amici robot e riportare tutto alla normalità...
Gli sfuggì un sorriso felice e carico di speranza al pensiero di riavere presto Michael e gli altri, eppure c'era qualcosa che stonava in quel quadretto: le parole di suo nonno che lo esortava a partire per esplorare gli altri mondi e rendersi conto con i suoi occhi della realtà esterna gli riempirono la mente e Shiki abbassò gli occhi sentendosi in colpa. E pensare che un tempo era stato così entusiasta di poter un giorno incontrare quel drago che una notte aveva solcato il cielo proprio sopra di loro per poi allontanarsi in una scia luminosa! Il bambino di allora immaginava davvero di andargli incontro e farselo amico, certo che si trattasse proprio della creatura nominata dal Re Demone e non della cometa che sosteneva invece Michael, ma le cose adesso erano ben diverse. Ora l'idea di andarsene non gli sorrideva affatto, eppure le parole del nonno non smettevano di risuonargli nella mente come se questi fosse ancora al suo fianco e volesse invece spingerlo ad accettare l'offerta.
Nel frattempo si era accorto che il cielo iniziava a diventare più chiaro all'orizzonte, e pensando che una pausa avrebbe potuto essergli d'aiuto, di lì a poco si incamminò verso l'astronave di Rebecca. Per fortuna il guasto non gli era sembrato troppo serio ed era quindi abbastanza sicuro di riuscire a ripararla. Di certo sarebbe stata per lei una bella sorpresa, dal momento che sembrava tenerci tanto!
Leggermente più rincuorato all'idea della sua reazione quando si fosse svegliata, nel giro di qualche minuto poté mettersi al lavoro dimenticando alla fine, almeno per un po', i suoi angosciosi problemi.


Alcune ore dopo, un raggio di sole colpì gli occhi ancora chiusi di Rebecca ridestandola così, non troppo dolcemente, dal suo lungo sonno ristoratore.
Sulle prime la ragazza si domandò confusa dove diamine si trovasse, visto che la “stanza” era decisamente diversa dal solito, ma quando mise a fuoco il groviglio informe di coperte che era diventato il giaciglio di Shiki, saltò subito su.
Imbarazzata, corse fuori a cercarlo per augurargli il buongiorno e ringraziarlo dell'ospitalità, ma si rese presto conto che il padrone di casa doveva già essersi allontanato da parecchio.
A quel punto svegliò concitata Happy per decidere con lui il da farsi. Non si aspettava che il loro nuovo amico li avrebbe lasciati lì da soli, ma in fondo il sole era già piuttosto alto nel cielo ed era innegabile che Shiki non fosse più nelle vicinanze. Per fortuna, da ciò che le aveva raccontato la sera prima, non dovevano esserci pericoli in quella foresta, ma come avrebbero fatto adesso a trovarlo e raggiungere l'astronave? In effetti c'era la concreta possibilità che il ragazzo fosse già sul posto a lavorare a quei dannati circuiti, ma se la sua intenzione era stata quella di cominciare presto a darsi da fare, avrebbe anche potuto svegliarla per andarci insieme!
Brontolare adesso però non sarebbe servito a nulla e Rebecca, dopo aver riordinato velocemente la sua parte di grotta, iniziò ad avviarsi con Happy cercando intanto di ignorare il timore di perdersi di nuovo. Per fortuna il suo piccolo amico era dotato di un ottimo fiuto, e una volta trovate con un po' di fatica le tracce che avevano lasciato la sera prima, non ci misero molto a raggiungere la loro meta.
Arrivati all'astronave, però, si accorsero tristemente che Shiki non era lì ad aspettarli e la ragazza, senza neanche capire bene perché, cominciò a preoccuparsi. Era sicurissima che l'avrebbero trovato su quella spiaggia e si chiese se non avesse fatto involontariamente qualcosa che potesse averlo offeso al punto da non volerla più vedere. Che avesse deciso di accettare o meno la sua offerta, era più che certa che non li avrebbe lasciati partire senza nemmeno salutarli, ma evidentemente si sbagliava. Quando provò a mettere in moto il velivolo, infatti, scoprì che il guasto era già stato riparato e la cosa, stranamente, la intristì moltissimo. Probabilmente era stata colpa dei suoi modi forse non molto delicati per convincerlo a partire, ma in fondo l'aveva fatto per lui e la sera prima, quando erano andati a dormire, nulla le avrebbe fatto presagire un simile comportamento. Cosa poteva essere successo, tutt'a un tratto?

Pensi che dovremmo partire senza di lui, a questo punto?” le domandò tristemente Happy poco dopo.
Non lo so” gli rispose lei con lo stesso tono, riflettendo in fretta sul da farsi. Sarebbe servito a qualcosa andare a cercarlo? Se davvero aveva fatto qualcosa di male voleva almeno tentare di porvi rimedio, senza contare che ci teneva a salutarlo e ringraziarlo mille volte per il suo preziosissimo aiuto, ma non aveva purtroppo nessuna idea su dove potesse essere e girare a vuoto nella foresta, soprattutto da soli, avrebbe potuto essere pericoloso.
Magari è andato a fare un ultimo giro nelle vicinanze” azzardò poco convinta dopo un attimo di riflessione, aggrappandosi inconsciamente a quel flebile appiglio prima di darsi per vinta.
Forse” le diede ragione Happy, tornando poi a guardare la spiaggia davanti a sé mentre Rebecca, lanciando un'occhiata all'orologio nella cabina di comando, cercava di stabilire fino a quando sarebbe stato ragionevole aspettare per poi rassegnarsi all'estenuante attesa.


Nel frattempo Shiki, ignaro dei sentimenti dei due nuovi amici, osservava il pianeta che per tanto tempo era stato la sua casa da uno degli alberi più alti della foresta.
Aveva fatto in fretta a sistemare l'astronave e una volta finito, nonostante sapesse che sarebbe stato meglio tornare alla grotta ad attendere il risveglio di Happy e Rebecca, aveva iniziato a girovagare senza meta nell'inconscia speranza di ricevere un segno qualsiasi che potesse aiutarlo a decidere. In realtà, in cuor suo, probabilmente aveva già capito cosa avrebbe dovuto fare ma dirlo ad alta voce l'avrebbe reso più reale e definitivo, e non se la sentiva ancora di compiere un passo del genere.
Per questo, incurante del tempo che passava, si era inoltrato a tal punto nel bosco per poi salire, con l'aiuto del suo Ether Gear, fino alla cima di quell'albero da cui avrebbe potuto dominare tutto quanto.
Con i capelli che svolazzavano nel vento, si era poi guardato intorno respirando a pieni polmoni la fresca aria mattutina godendosi intanto la vista del sole che pian piano accarezzava il paesaggio fin dove il suo sguardo riusciva a spingersi. Da lassù riconobbe in fretta il fiume in cui andava a pescare, la pianura erbosa dove era solito fermarsi a guardare le stelle e persino la piccola radura in cui sorgeva la grotta che era diventata il suo rifugio. Era davvero pronto a lasciare quel mondo meraviglioso di cui ormai conosceva ogni più piccolo anfratto?
In risposta sentì di nuovo le parole di suo nonno di fronte al drago, subito seguite dalla raccomandazione di tenersi stretti gli amici che un giorno avrebbero pianto per lui, e rivedendo suo malgrado gli occhi lucidi di Rebecca la sera prima, capì che, per quanto gli facesse male ammetterlo, la ragazza in fondo aveva ragione.
Quel pianeta era sempre stato la sua casa ma ormai l'avrebbe fatto solo soffrire nella più totale solitudine una volta che lei ed Happy se ne fossero andati e forse, partiti loro, non avrebbe più avuto un'altra occasione per andarsene.
Le lacrime iniziarono a solcargli il volto annebbiandogli la vista mentre realizzava davvero il significato di quei pensieri e dopo aver promesso a se stesso che non avrebbe mai dimenticato niente e nessuno di Granbell, si decise finalmente a fare ciò che doveva.
Sperando che non fosse già troppo tardi, si asciugò velocemente gli occhi con una manica per poi rivolgersi verso la costa e usare quindi il suo potere per raggiungerla, cercando intanto di captare di nuovo dall'alto tutti i luoghi a lui più cari mentre li salutava a uno a uno.


Nel frattempo Rebecca, che aveva appena finito di scrivere sulla sabbia un messaggio per Shiki in cui si scusava per qualunque cosa avesse fatto e lo ringraziava per il suo aiuto, cercava di farsi coraggio e mettere in moto l'astronave con un macigno che le pesava sul petto ma per sua fortuna, un attimo prima della partenza, lo vide uscire dalla foresta con una strana espressione che non riuscì a identificare.
Al momento però non ci fece molto caso e illuminandosi tutta, spense di nuovo il motore prima di corrergli incontro.

Sei venuto alla fine” gli disse contenta, fermandosi a poca distanza e trattenendosi a fatica dal porgli la domanda che attendeva da ore una risposta.
Mi avete aspettato” constatò sorpreso il giovane evitando il suo sguardo.
Certo! Non avrai pensato che sarei partita senza nemmeno ringraziarti!” fece allegra lei.
Il ragazzo non rispose e Rebecca, capendo il suo disagio, decise di sbloccare la situazione.

Allora, hai pensato alla mia proposta?” gli chiese dolcemente, facendo calare il silenzio per parecchi secondi.
Accetto, grazie” mormorò alla fine lui con gli occhi bassi e un tono di voce quasi impercettibile ma la bionda, sorridendo per il sollievo, capì ugualmente.
Vedrai che non te ne pentirai” lo rassicurò prendendolo per mano e tirandolo con sé verso l'astronave, dove Happy era rimasto ad aspettarli per lasciar loro un po' di privacy. Aveva capito che l'amica ci avrebbe tenuto ad averlo con loro più di quanto fosse probabilmente disposta ad ammetere, e qualunque fosse stata la decisione di Shiki, non voleva interrompere un momento delicato. Questo però non gli aveva impedito di tenerli d'occhio per tutto il tempo e vedendoli avanzare entrambi in quel modo nella sua direzione si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e uno sguardo intenerito.
Dal canto suo il moro, in quel breve tragitto sulla spiaggia, tenne invece gli occhi fissi sulle loro mani unite godendosi intanto la rassicurante stretta della bionda sulla sua, così diversa da quella esitante della sera prima. Aveva forse capito i suoi sentimenti e stava quindi cercando di aiutarlo?
Non fece in tempo a finire il pensiero che si ritrovò sulla passerella d'imbarco e dopo un'ultima occhiata alle sue spalle, salì finalmente a bordo sentendosi come svuotato. Non capì una sola parola di ciò che dissero Happy e Rebecca prima che questa azionasse il velivolo, riuscendo a riscuotersi solo quando vide la costa allontanarsi da loro.
A quel punto si avvicinò sorpreso ad uno degli oblò e le lacrime iniziarono a scendere di nuovo mentre prometteva agli amici rimasti laggiù che non li avrebbe mai dimenticati e li ringraziava per tutto, senza accorgersi degli sguardi partecipi dei due con i quali avrebbe presto iniziato una nuova vita...


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie mille per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e di non essere andata troppo OOC, ma in alcuni casi mi è sembrato giusto mettere particolarmente in risalto certe emozioni che giudicavo abbastanza plausibili in quel contesto.
Purtroppo certe mie considerazioni e teorie presenti nella fanfiction sono state presto smentite ma dal momento che la fanfiction, nonostante abbia potuto lavorarci seriamente solo da poco, è nata in realtà a pochi giorni dall'uscita del primo capitolo (sono pazza, lo so XD), ho pensato di lasciare il più possibile intatte le idee originali. Come forse avrete notato, alcune scene e situazioni sono state riprese direttamente dal manga con tanto di frasi (soprattutto per quanto riguarda i primi contatti di Shiki con la povera Rebecca dal momento che, lo ammetto, non avrei saputo che altro inventarmi per esprimere al meglio la sua totale incapacità di rapportarsi con le persone XD), mentre altre le ho inventate. Spero di avervi fatti almeno un po' sorridere e di non aver provocato fiumi di lacrime nel finale, ma nonostante la mia volontà di non esagerare con i feels per il bene di tutti, alla fine mi è venuto fuori così e non aveva senso riscriverlo. :3
Considerazioni mie a parte, lasciatemi pure il vostro parere su questo piccolo esperimento, se vi va, e grazie in anticipo a tutti per avermi dedicato una parte del vostro tempo anche solo leggendo. :)
Se qualcuno fosse interessato, vi ricordo di aver fondato tempo fa un gruppo fb principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo felicissimi di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da dire, quindi per ora vi saluto e vi auguro una buona serata e buonanotte per dopo.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina


P.S: Alcune mie amiche hanno deciso di preparare una rivista da consegnare appena possibile a Hiro Mashima con all'interno fanfiction, disegni e lettere da parte dei fan di tutte le sue opere. Vi lascio il link dell'iniziativa con tutte le informazioni https://globalsorcererfanzine.tumblr.com/, e se la cosa può interessarvi, contattate direttamente da qui le organizzatrici tramite facebook www.facebook.com/groups/1775814493...80040352477913/.
Alla prossima e grazie ancora per tutto!

  
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