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Autore: AlekHiwatari14    17/01/2019    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza normale che si ritrova a traslocare ignara che sia Konoha il luogo della destinazione, ma quella città non è la stessa. Tutto è cambiato e completamente diverso da come lo conosciamo, inoltre quella ragazza scoprirà la realtà su di lei, qualcosa che non immaginava affatto. Tra mille peripezie quotidiane si ritroverà ad affrontare un avventura bizzarra e fuori dall'ordinario scoprendo pian piano le differenze tra la realtà e la fantasia che gli avevano sempre fatto credere...
PRESENTI TUTTI I PERSONAGGI DI NARUTO, INCLUSI MINATO, KUSHINA E ALTRI.
Buona lettura.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Menma Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Naruto Shippuuden
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CAPITOLO 15
I giorni passarono in armonia ed io imparavo alla perfezione ogni tecnica ninja nel libro grazie anche all'aiuto di Menma e degli studi fatti con lui. Ero riuscita a migliorare parecchio nell'agilità e nel manovrare i kunai. Senza rendermene conto recuperai tutte le materie, tranne matematica. Era incredibile come fosse cambiata la mia vita.
Era tutto perfetto. Avevo amici, gli studi andavano bene e alla fine sarei diventata ciò che avevo sempre sognato, un ninja. Pensavo di essere finalmente arrivata all'obiettivo di conoscere le tecniche e sapere tutto sui ninja, ma ahimè mi sbagliavo. Quel giorno, quando Sakura era giù e tutti cercavamo di capire cos'avesse, venni interrogata dal sensei Iruka e notai qualcosa di al quanto strana.

Iruka:Molto bene, nella teoria. Dimostrazione pratica della tecnica di moltiplicazione.
Rita:Ok.

Mi alzai dalla sedia e incominciai ad effettuarla, ma non accadde nulla. Riprovai e nuovamente zero.

Rita:Che strano. Eppure ero sicura che fosse questa la sequenza.

In quel momento il sensei fece una strana faccia. Sembrava preoccupato e chiuse il libro insieme al registro senza alcun motivo apparente.

Iruka:Va bene così.
Rita:No, voglio riprovarci!

Esclamai riprovando, ma nulla. Iruka abbassò la testa e ribadì.

Iruka:Basta così.
Rita:Ma io...
Iruka:Tranquilla. Probabilmente hai bisogno solamente di studiare un po' di più. Dopotutto in due mesi è difficile imparare qualcosa che non hai mai fatto.

Tranquillizzò alzando la testa e facendo un sorriso rassicurante.
Devo ammettere che il sensei Iruka era molto comprensivo nei miei confronti, ma comunque rimaneva il fatto che non riuscivo neanche a creare una copia di me. Ero sicura di aver fatto tutto giusto. Tornai al mio posto e cercai di capire, ma con il sensei che spiegava ci capivo ben poco quindi rimandai al mio ritorno a casa.
Quando tornai nella mia dimora, il primo pensiero fu proprio quello. Aprii il libro di tecniche ninja e mi accorsi che tutti i movimenti fatti erano giusti.

Rita:Allora come mai non riesco nemmeno a duplicarmi?

Mi chiesi riprovando con la tecnica. Purtroppo non accadeva nulla e la cosa mi lasciò al quanto perplessa. Mentre provavo e riprovavo senza alcun risultato, sentii bussare la porta di casa.
Mamma era giù, ma io mi alzai e corsi fuori da camera mia lo stesso. Ero entusiasta pensando fosse mio padre, ma invece mi ritrovai nel salone di casa il sensei Iruka parlare con mia madre. "Che ci fa Iruka a casa mia?" Incominciai a chiedermi avvicinandomi pian piano.

Iruka:Ah...ciao Rita.
Rita:Sensei...che ci fa qui?
Hanare:Tesoro, va in camera tua. Io e il sensei stavamo parlando.
Rita:Lo vedo.
Iruka:Tranquilla. Può stare anche lei. Dopotutto è una cosa che le riguarda, non trovi?

Quelle parole mi incominciarono a far pensare che mia madre tradisse mio padre Kakashi con il mio sensei di tecniche ninja. Cominciai a farmi mille drammi familiari e film mentali. Fortunatamente i miei pensieri svanirono sul nascere. Mi sedetti accanto a mia madre preoccupata.

Rita:Qualcosa che mi riguarda?
Iruka:Come dicevo a tua madre, hai fatto dei ottimi progressi nella mia materia, ma purtroppo non sei riuscita ad applicare la tecnica della moltiplicazione che ti avevo chiesto di fare.
Rita:Lo so, lo capisco. Eppure ero sicura di aver messo bene le mani.
Iruka:Infatti i movimenti erano giusti.
Rita:Cosa?

Chiesi sorpresa guardando il sensei meravigliata.

Hanare:Allora perchè non è riuscita ad effettuarla?
Iruka:I motivi ne possono essere due, blocco di chakra o mancanza di chakra sufficiente per le arti magiche.
Hanare:Cosa?
Rita:Mancanza di chakra?
Iruka:Certo. La mancanza di chakra provoca un limite e le arti magiche non riescono, prendi esempio Rock Lee. Lui ha questo problema. Di fatto sa molto bene come si funzionano e come si applicano, ma il chakra è talmente basso che è quasi inesistente e quindi non riesce ad applicarle.
Hanare:Quindi...lei sta dicendo che mia figlia ha qualche problema del genere?
Iruka:Credo proprio di si. Sinceramente, spero di sbagliarmi. Dopotutto è una ragazza molto promettente. Nessuno dei miei studenti ha imparato tutto in due mesi. Infatti ho evitato di metterti il voto proprio per questo. Sei andata da 9, ma siccome non sei riuscita ad applicarla che è una cosa molto importante in un'accademia ninja, ti saresti beccata un 4 e mi dispiaceva.
Hanare:E' ovvio.
Rita:Che posso fare per alzare la media?
Iruka:Tranquilla. Come già ho detto in classe, aspetterò qualche altro mese. Nel frattempo direi di fare qualche controllo. In modo che nessuno avrà da ridire se faccio solo la parte orale. E poi non si può essere un buon ninja con una limitazione di chakra. Non vi pare?
Hanare:Capisco.
Iruka:Beh...io tolgo il disturbo, non vorrei ancora trattenervi io....

In quel momento non ci vidi più e mi alzai di scatto correndo in camera mia. Avevo le lacrime agli occhi. Sapere di non poter diventare mai un ninja come i miei compagni, mi faceva male. Sembrava non andarmene una nel verso giusto. Tutto andava male. Odiavo terribilmente quella situazione.

Hanare:Rita...

Sussurrò venendo in camera mia e vedendomi con le lacrime agli occhi.

Hanare:Rita...non fare così.
Rita:E su che base lo dici? Io volevo diventare ninja, volevo che mio padre mi guardasse e stesse con noi, invece tutto questo non è possibile. Ma che razza di famiglia siamo? Io odio tutta questa storia.
Hanare:Rita...
Rita:Lasciami in pace ora!
Hanare:Rita! Dove vai? Rita!

Continuò a chiamarmi, mentre io amareggiata e addolorata, decisi di alzarmi da quel letto e correre fuori di casa. Non volevo sentire altro. Il mondo mi era crollato addosso. Ogni mio sogno sembrava essersi frantumato nel nulla. Con le lacrime agli occhi corsi via, ma purtroppo non conoscevo molto bene la città e così andai nell'unico luogo che avevo conosciuto bene, il parco. Rimasi lì a lungo pensando come fare, ma non mi venne nulla in mente. Nel pensare e ripensare scese la notte ed io continuavo a singhiozzare vicino a quel fiume ancora senza idee finchè una mano non si posò sulla mia spalla.

Kakashi:Finalmente ti ho trovata.
Rita:Papà....

Sussurrai con un filo di voce abbracciandolo, mentre lui mi confortava accarezzandomi i capelli e ripetendo.

Kakashi:Andrà tutto bene. Tranquilla. Andrà tutto bene.

Odiavo quella situazione più di qualsiasi altra cosa al mondo. Mio padre dopo avermi rassicurata ed essermi stato vicino in quel parco, mi portò a casa. Ero terribilmente giù ed essendo preoccupato per me rimase con noi tutta la notte. Inutile dire che non riuscivo a dormire. Stavo male e come me, neanche lui e mia madre. Mi alzai dal letto per andare verso la cucina, ma mi fermai nel sentirli parlare. La conversazione mi incuriosì talmente che mi misi ad origliare.

Kakashi:Tranquilla. Andrà tutto bene.
Hanare:Ma se non avrà chakra? Lo sai che un ninja senza quello non è un vero ninja.
Kakashi:E' figlia mia e tua. Qualcosa da noi avrà preso.

Rispose standosene tranquillo.

Hanare:Come fai ad essere così tranquillo? Non ti preoccupi nemmeno un pò per tua figlia? Ma che razza di padre sei?
Kakashi:E' qui che ti sbagli. Sono molto più preoccupato di te, ma... non possiamo far altro che farle gli accertamenti e vedere cos'abbia. E poi sono fiducioso. Credo che anche senza chakra può essere ciò che vuole.

Quelle parole mi sorpresero, ma mi fecero anche male allo stesso tempo. Sapere di non avere chakra era qualcosa che mi feriva profondamente visto che avevo le mie grandi idee di diventare ninja. Andai in camera mia e aprii la finestra per prendere un po' d'aria.

Menma:Anche tu non riesci a dormire?

Sentii il mio vicino parlarmi. Mi voltai e lo vidi seduto sulla scala antincedio a fissare le stelle.

Rita:Si, è stata una giornata stressante e mi sa che domani andrà peggio.
Menma:Problemi con i tuoi?
Rita:Non proprio.
Menma:Se ti può confortare, non sei l'unica che litiga spesso con i suoi. I genitori sono strani. Quando non li vuoi stanno sempre in mezzo e quando servono se ne vanno sempre in missione. E' tipico da loro.
Rita:Non ho problemi con i miei.

Ribadii facendomi guardare.

Menma:Allora cosa c'è? Qualcosa non va?

Non me la sentivo di dire ciò che era successo. Se l'avessi detto, sarei scoppiata in lacrime e non volevo. Volevo far valere le parole di mio padre, che probabilmente era solo una mancanza che sarei riuscita a gestire e diventare comunque un ninja. Inoltre, le analisi erano l'unico modo per sapere cos'avessi davvero. Non volevo dare i miei problemi agli altri. Non mi è mai piaciuto mostrarmi debole e farli impietosire di me. Così, stanca anche per il sonno che stava cominciando a prendermi, consigliai facendo per rientrare:

Rita:Scusa, devo andare a dormire. Domani ho la giornata piena e credo che sia meglio che vada anche tu.
Menma:Rita?
Rita:Si?

Domandai, affacciandomi nuovamente. Rimase in silenzio per un po', per poi abbassare lo sguardo e dire:

Menma:Niente. Lascia stare. Buona notte.

Con questo se ne rientrò e chiuse la finestra. Era strano, ma avevo altro a cui pensare. Chiusi la finestra e mi misi nel letto cercando di dormire. Presto venne il giorno seguente e andai a scuola con Menma e Naruto come poi si stava svolgendo da un po' di tempo. Era diventata un abitudine. Quella testa quadra continuava a sparare scemenze a raffica e Menma era sempre più contrariato con lui. Sembrava essere infastidito dal comportamento del fratello, ma non ne ero sicura. Entrai in classe cercando di distogliere i brutti pensieri dalla mente quando qualcuno mi tirò lo zaino dalle spalle.

Rita:KIBA!!!

Urlai già sapendo chi fosse e infatti era proprio lui.

Kiba:Buongiorno aliena! Come va?
Rita:Andrebbe meglio se ogni santo giorno non mi rompessi tu e questa cosa della cartella.

Mi lamentai mentre Naruto entrava dopo di me euforico per poi spegnersi.

Naruto:Sakura? Va tutto bene?

Domandò e tutti si voltarono vedendola col volto completamente spento e contrariato che se ne stava in disparte dal gruppo e con la testa appoggiata sul banco. Era il secondo giorno che era contrariata. Chissà cos'aveva. Ino si avvicinò appena la vide in quello stato.

Ino:Sakura? Va tutto bene?
Sakura:Lasciatemi morire in pace!

In poco tempo, tutta la classe si avvicinò a lei per capire cosa fosse successo, mentre io mi sedevo al mio posto.
Qualsiasi cosa avessi, non poteva fregarmene di meno visto che  avevo altri pensieri per la testa.
L'unico che sembrò notarlo fu Menma che si sedette accanto a me, ma non disse una parola.
La giornata passò più lentamente del solito e quelle ore di scuola erano interminabili. Volevo capire cosa mi stesse succedendo e cos'avevo il più presto possibile. L'ultima e dannata campanella suonò ed io mi alzai di scatto, allontanandomi dalla classe il più presto possibile, ma non feci in tempo. Una volta fuori la porta la cartella, ancora una volta, mi venne tirata.

Rita:Ah...ma insomma! La vogliamo smettere?
Kiba:Che fai? Non vieni a mangiare qualcosa con noi?

Chiese vedendomi pensierosa e scappare via da loro.

Rita:No, devo tornare a casa. Ho... un pò di cose da fare.

Sintetizzai.

Naruto:Avanti, vieni con noi! Mangiamo prima qualcosa e poi torniamo.
Rita:Tanto anche se venissi non potrei mangiare lo stesso. Mi spiace, ma devo andare. Finirò per fare tardi.

Mi allontanai da loro, ma mentre camminavo Menma pensò di raggiungermi.

Menma:Aspetta, vengo con te.

Aggiunse, venendomi dietro. Mi fermai e lo aspettai, per poi fare la strada insieme. Questo destò molti sospetti, ma non solo. Li lasciò anche dubbiosi a fantasticare chissà cosa su me e Menma. Durante il tragitto verso casa, il fratello di Naruto notò che qualcosa in me non andava.

Menma:Sei silenziosa. Come mai? E' successo qualcosa?
Rita:No, sono solo un po' stressata. Poi dopo devo andare anche dal medico e queste cose non mi piacciono per nulla.
Menma:E' una visita di controllo?
Rita:Si, una visita generale, ma non è che vada tanto d'accordo con siringhe e medici.
Menma:Andrà sicuramente per il meglio. Vedrai.
Rita:Speriamo.

Risposi, arrivando al bivio dove poi ci saremo separati. Mi voltai verso di lui.

Rita:Allora, ci vediamo stasera?
Menma:Ovvio, a stasera.

Mi allontanai da lui. Era molto tranquillo, cosa che io non lo ero affatto. Dopotutto non potevo dire che sarei andata a fare le analisi e le visite per vedere del mio chakra. Non riuscii a dirlo ai miei amici, ma solo con Menma riuscivo a parlare tranquillamente, anche se non volevo farlo preoccupare. Sentivo che se l'avessi detto a qualcuno della classe, mi avrebbero tutti deriso, mentre lui no. Ero intenzionata a dirgli tutto una volta tornata dal medico, ma... beh... non ci riuscii.
Andai dal dottore insieme a mio padre e a mia madre, dove un gruppo di medici cominciò a visitarmi per bene. Controllarono il battito del cuore, la pressione, i polmoni, la vista, l'udito, i riflessi e anche altre analisi tra cui quelle del sangue.

Dottore:Mi spiace avervi fatto aspettare.

Disse avvicinandosi con i risultati delle analisi.

Kakashi:Non si preoccupi.
Hanare:Piuttosto, sa dirmi cos'ha?
Kakashi:E' carenza di chakra?
Dottore:No, purtroppo si tratta di ben altro.

Rivelò, sedendosi sulla sua sedia davanti alla scrivania, per poi guardare e riguardare quelle analisi. Sembrava che non sapesse come dirlo.
Scosse la testa, prese fiato e cercò di sintetizzare la cosa, lasciando perplessi i miei, mentre io non ci capivo assolutamente niente.

Dottore:La ragazza è affetta da un gravissimo blocco di chakra. La BdCG non è facile da gestire. L'unico punto dove è libero è situato alla gola e alle vie interne. Voi capite bene che significa, non è vero?
Rita:Scusate, ma che significa?

Domandai, vedendo tutti fin troppo silenziosi e non capendo nulla di quello che aveva appena detto il medico. Volevo sapere. Era mio diritto sapere.
Kakashi mi guardò e con tristezza mi rispose con qualcosa che non avrei mai voluto sentire.

Kakashi:Vuol dire che non riesci a mandare fuori il chakra e di conseguenza...
Dottore:Non puoi intraprendere la strada per diventare ninja.
Rita:COSA???

Urlai sorpresa. Ero nel panico totale. Non riuscivo a far altro che mettermi le mani tra i capelli e pensare e ripensare quelle parole.
Insomma, la mia vita da ninja si era conclusa lì ed era una cosa insopportabile.

Hanare:Tesoro, calmati.
Dottore:Ci sono tante altre cose belle che puoi fare nella vita.
Rita:Tipo?
Dottore:Tipo diventare avvocato oppure l'estetista.

Sentendo quelle cose mi alzai di scatto dalla sedia dov'ero seduta, per poi urlare:

Rita:Ma io volevo diventare un ninja. Se volevo fare l'estetista, sarei rimasta altrove!
Hanare:Ti prego, cerca di calmarti.

Tentò di dire mia madre, ma non riuscii a sopportarlo. Uscii dalla stanza dell'ospedale e mi fermai lì fuori. Le lacrime uscivano spontanee. Mio padre mi mise una mano sulla testa per consolarmi, ma non serviva un granchè.

Kakashi:Forza. Torniamo a casa.

Singhiozzante, con il cuore a pezzi e le lacrime agli occhi feci ritorno a casa. Kakashi mi stette vicino tutto il tempo e decise di rimanere con noi finchè non mi sarei ripresa, ma sentivo che non mi sarei mai ripresa da quella batosta.
Non toccai cibo e mi rinchiusi in camera mia. Avevo solo tantissima voglia di piangere. Sapere che un sogno si concludeva prima ancora di iniziare, faceva male, ma non avevo intenzione di arrendermi.
Non potevo farlo. Dovevo essere l'orgoglio di mio padre. Lui aveva fiducia in me, non potevo deluderlo così.
Dovevo trovare un modo per far uscire questo chakra. Doveva esserci un metodo o un qualche altro modo per diventare un ninja forte e diverso dal comune. Così decisi di andare al negozio vicino casa. Volevo studiare e comprendere di più sulle altre arti. Non volevo arrendermi.
Lì trovai un libro e lo comprai. Avrei potuto specializzarmi in disegno, pensai che fosse una buona idea, ma... una volta a casa cercai di provarci ed ero una vera frana.

Rita:Maledizione! Perchè non ci riesco?

Mi chiesi notando che neanche un semplice disegno ero capace di dare vita. Era proprio come mi era stato detto. Il mio chakra era bloccato. Non riusciva ad uscire.
In quell'istante, mentre studiavo nella mia camera e cercavo un modo per ampliare il chakra, sentii bussare al vetro della finestra.
Era Menma.
Sinceramente, non avevo intenzione di parlargli. Mi sentivo estremamente sola e incompresa dal mondo, così decisi di ignorarlo.
Rimase lì fuori per un po' cercando di farsi aprire, ma... non me la sentivo. Sapevo che sarei scoppiata in lacrime se qualcuno mi avesse chiesto il motivo della mia chiusura. Ogni sera avevo sempre la visita di Menma alla finestra, ma non potevo parlargli. Non più. Non volevo dargli i miei problemi. Erano cose mie in fondo, non sue.
Lo evitavo ed evitavo tutti i miei compagni.
Cominciai a pensare che il modo migliore fosse evitare tutto e tutti, allontanandomi dal mondo circostante per cercare di trovare un modo o un qualsiasi metodo per far uscire questo chakra bloccato. Da quel momento cominciai a rintanarmi molto più spesso nella biblioteca di scuola.
Mi sedevo ogni giorno a quel tavolo della biblioteca, circondata da una marea di libri ninja, ma nonostante facessi di tutto per trovare qualche tecnica adatta a me, non riusciva nulla.
Non sapevo che ero osservata da lontano.

Chi mi osservava? Beh...scopritelo nel prossimo capitolo

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Rita:No, devo tornare a casa. Ho... un pò di cose da fare.

Sintetizzai, lasciando preoccupato Naruto e Kiba. In fondo non avevo mai declinato un invito prima.

Naruto:Avanti, vieni con noi! Mangiamo prima qualcosa e poi torniamo.
Rita:Tanto anche se venissi non potrei mangiare lo stesso. Mi spiace, ma devo andare. Finirò per fare tardi.

Risposi allontanandomi da loro lasciandoli dubbiosi.

Menma:Aspetta, vengo con te.

Chiamò il ragazzo, correndo nella mia direzione. Lo aspettai e ci incamminammo insieme.
Quel comportamento fu considerato strano a tal punto che quando si ritrovarono a mangiare Kiba sfogò i suoi pensieri.

Kiba:Non lo so, ragazzi. Ho un brutto presentimento. Prima si comporta in modo strano, poi Menma le sta vicino. Non lo so, questa storia mi puzza.
Naruto:Guarda che Rita non è l'unica che si è comportata in modo strano, anche Sakura è stata abbastanza strana da qualche giorno. Probabilmente avranno le loro cose. Lo sai come diventano le ragazze quando hanno il ciclo.
Kiba:Spero sia come dici.

Mormorò, guardando fuori dalla finestra del ristorante di ramen dove sedevano.
Nel frattempo, Sakura tornava a casa insieme a Rock Lee.

Sakura:Grazie per avermi accompagnata.
Rock Lee:Ma figurati, questo ed altro.

La ragazza fece per entrare e il ragazzo la bloccò.

Rock Lee:Sakura, senti... io... vorrei parlarti di una cosa.

La rosa si voltò verso di lui che cominciò a confessare:

Rock Lee:Penso che sia ovvio che tra noi c'è una strana intesa. Insomma, tu mi piaci e pensavo che visto il comportamento di Sasuke tu...
Sakura:Ne abbiamo già parlato, Rock Lee. Non sei il tipo di ragazzo che mi piace.

Interruppe e quelle parole fecero molto male nel cuore del ragazzo, tanto che cominciò a piangere.

Rock Lee:Dimmi allora cosa devo fare. Farò qualsiasi cosa pur di stare con te.
Sakura:Mi spiace, Rock Lee. Io amo Sasuke e so molto bene, nel profondo del mio cuore, che ciò che ho visto ha una valida spiegazione. Lui non è un donnaiolo.
Rock Lee:E se ti sbagliassi? E se fosse davvero così?
Sakura:Mi spiace, ma comunque sarebbe un no da parte mia. Lo sai.

Concluse, entrando dentro casa e chiudendosi la porta dietro. Aveva rifiutato molte volte quel ragazzo. Pensava e ripensava alla scena vista di Sasuke e Karin insieme. La sua mente era avvolta da dubbi e non esitò a mandare un messaggio al suo amato Sasuke per vedersi e parlarne da vicino.
Venne sera e Sakura andò nel luogo prestabilito per Sasuke, ovvero al parco.

Sasuke:Eccomi. Di che volevi parlarmi?

Domandò il ragazzo, mentre lei era di spalle. Si voltò e con rabbia e delusione, andò diritto al dunque.

Sakura:A che gioco stai giocando?
Sasuke:Che vuoi dire?

Sasuke non sapeva di essere stato visto con Karin e Sakura glielo disse chiaramente.

Sakura:Ti ho visto l'altro giorno, Sas'ke. Inutile fingere. Eri con Karin, non mentire.
Sasuke:Non sto dicendo di no, ma non posso dire che stavo con lei per volontà mia.
Sakura:Che vuoi dire?
Sasuke:Sai la situazione della mia famiglia. Mio fratello Itachi è nell'organizzazione alba ed io non posso sottrarmi ai loro ordini. Karin è in quella organizzazione e non posso evitarla. Se mio fratello parla, mio padre lo accorda ed io sono costretto a fare come dicono.

Quella spiegazione data dal ragazzo mentre si metteva le mani nelle tasche e le dava le spalle, la lasciò terribilmente amareggiata.

Sakura:Mi spiace, io non pensavo che...
Sasuke:Forse, hai ragione. E' stato uno sbaglio mettermi con te. Quell'organizzazione, se lo sapesse, potrebbe farti del male e quindi è meglio che stiamo lontani.
Sakura:Cosa? No! Non puoi dire una cosa del genere!
Sasuke:Che altro modo c'è, allora? Per tutto questo tempo sono stato lontano da voi proprio per questo, soprattutto da te Sakura. Dimmi, adesso, hai altro modo?

Con quella domanda il ragazzo si voltò verso lei guardandola negli occhi. L'amarezza era da entrambe le parti.
Sakura capì il motivo dei suoi tentennamenti. Lui amava lei, ma non poteva stare a causa della famiglia in cui si trovava.
La ragazza si avvicinò, prendendolo per mano e alzando lo sguardo verso di lui confortandolo con:

Sakura:Troveremo un modo. Te lo prometto, ma non voglio che mi tieni all'oscuro di queste cose. Ok?
Sasuke:D'accordo, ma se mi comporto in un certo modo, cerca di capire. Non è una situazione facile da gestire.

E mentre i due parlavano, Menma se ne stava seduto sulla finestra aspettando che mi affacciassi come ogni sera, ma non potevo farlo.
Ero disperata e lui decise di venire verso la mia finestra. Lo ignorarei, per poi sdraiarmi sul letto a piangere. Ormai avevo deciso di trovare la mia via. Non volevo dare i miei problemi agli altri. Il giorno dopo evitavo tutto e tutti. Non degnavo di uno sguardo a nessuno. La cosa fece venire sospetti a tutta la classe.

Kiba:Hinata, come mai Rita è così fredda?
Hinata:Non lo so. E' da ieri che si comporta in modo strano.

Rivelò lasciandolo perplesso.

Sai:Rita, hai portato il libro di tecniche ninja?

Domandò ed io lo passai a lui e a Menma.

Rita:Non mi va di seguire. Potete prenderlo.
Sai:Cos'hai? Sei strana.
Rita:Sto bene. E' solo che non ho voglia di seguire.

Quella sera Menma, vedendo la mia tristezza e stranezza, venne a bussare alla mia finestra cercando di capire cos'avessi, ma non fu aperto proprio come la sera prima.
Deluso e preoccupato, decise di rientrare in camera per andare dal fratello e saperne di più. Bussò alla porta della sua camera, per poi entrare.

Menma:Naruto?

Chiamò vedendolo seduto vicino alla play a giocare.

Naruto:Che c'è?
Menma:Sai per cosa cos'ha Rita? Le è successo qualcosa?

Sorpreso dalla domanda, il ragazzo mise in pausa il gioco per poi voltarsi verso di lui.

Naruto:No da quello che ne so, perchè me lo chiedi?
Menma:E' strana. Non parla, non segue le lezioni e sembra che qualcosa la tormenta. Ho cercato di parlarle prima, ma nulla. Non è che ha litigato con quell'odioso di Kiba?
Naruto:In realtà non lo so, ma non credo. Anche perchè Kiba ha cercato di fermarla a scuola e ha notato la sua freddezza. E' anche lui preoccupato per lei.
Menma:Capisco...

Disse ritornando in camera sua. Da quel momento, Menma ha incominciato a seguire ogni mio passo per capire cosa stesse succedendo. Possibile che si preoccupi così tanto per me?

   
 
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