Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Angel TR    18/01/2019    3 recensioni
Cosa succede se Lili e Asuka decidono di vestire i panni delle detective/pettegole e riprendere – quasi – tutti i partecipanti del Sesto Torneo?
Codesta meravigliosa principessa possedeva numerose doti, tra le quali una spiccata propensione per la lotta… Asuka, non ridere, lo sai che ho ragione. Il mio stile è sicuramente più aggraziato del tuo… ma quale tramandato da generazione in generazione! Significa solo che combatti come una vecchia.
{ Questa storia partecipa alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang su EFP.}
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort, Lei Wulong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Partecipa alla Challenge Sfida delle Parole Quasi Intraducibili indetta da Soly Dea su EFP
Satsukibare: giorno luminoso di Maggio che segna l’avvicinarsi dell’estate.


Testimonianza in via non ufficiale di Emilie Rochefort e Asuka Kazama.

Si ricomincia, pensò Lei Wulong, osservando la porta della casa dove abitava Ling Xiaoyu.
Era una luminosa giornata di inizio mese di maggio, il sole splendeva alto nel cielo azzurro e ci sarebbe rimasto per un bel po’. Stava arrivando l'estate e questo, per Lei Wulong, significava una sola cosa: camicie sudate e nuca bagnata. L'estate giapponese non era clemente per i poliziotti.
L’arrivo della luce, però, potrebbe anche significare la fine delle ombre. La risoluzione del caso Kazama e una settimana di ferie, tanto per cominciare.
Aveva ricevuto la sua chiamata che lo informava del successo della “missione” in mattinata. È ancora tutto da vedere. Wulong aveva ponderato bene la sua scelta e soprattutto le possibili conseguenze. Si stava muovendo al confine di ciò che gli era concesso dalla legge, lasciando che una civile si immischiasse nel caso e tendesse una trappola per aiutarlo. Quanto sono pronto a rischiare per questo caso?
Ben più di quanto fosse lecito, a ben vedere.
Diede un'occhiata all’orologio: Ling Xiaoyu avrebbe dovuto aprire di lì a poco. Si sistemò la cravatta e attese. Dopo pochi minuti, una testa mora fece capolino dalla porta per guardarsi intorno e i suoi occhi scuri incontrarono quelli del poliziotto. Ling Xiaoyu gli fece cenno di entrare. Finalmente, si va in scena, pensò Wulong, affrettandosi per entrare.
«Allora, ma chère, quanto tempo ti ci vuole per preparare questo speciale tè cinese?» chiese una voce dal forte accento proveniente dalla stanza in fondo al corridoio. Xiaoyu si tese come una corda di violino: la mano che spingeva piano la porta per non farla scricchiolare tremava.
«Ancora qualche minuto, Lili» urlò di rimando. Gesticolò verso Wulong, fornendogli delle istruzioni per un piano molto accurato che, ovviamente, lui non capì.
Dalla stanza si sentirono dei rumori di baruffa seguiti da risatine.
«Scusala, Xiao, lei non sa nemmeno far bollire l'acqua» disse un’altra voce femminile.
Wulong spalancò gli occhi: Ling Xiaoyu doveva essere stata maledettamente convincente per aver trascinato le due ragazze in Giappone. Forse si ritenevano ormai fuori pericolo e non credevano di essere indagate oppure, rifletté Wulong, Lili era troppo ricca e influente per temere la blanda polizia giapponese con l’asso cinese nella manica. E Asuka è sotto la sua ala protettrice, quindi…
«Non è niente, Asuka, non ti preoccupare, è praticamente pronto!» urlò Xiaoyu, tirando fuori un servizio da tè e sbattendolo malamente su un vassoio.
A Wulong non piaceva far notare l’ovvietà ma ritenne giusto sussurrare: «È vuoto.»
Lei nemmeno lo guardò e gli replicò in un cinese stizzito: «Ma certo che è vuoto, era una scusante per sbarazzarmi di loro! Sono strane insieme, si creano una bolla tutta loro…». Nei suoi occhi calò un velo di malinconia. Era evidente che desiderasse anche lei un rapporto del genere. Wulong scosse la testa: non erano affari suoi.
«Si calmi, Xiaoyu. Andrà tutto bene» cercò di calmarla Wulong.
Lei si girò, fissandolo con quegli occhi scuri e determinati, un angolo delle labbra piegato all'insù. «Davvero, agente? Lili mi toglierà la terra da sotto ai piedi quando scoprirà che l’ho portata qui. Ma non importa, quello che importa è che Jin torni a casa.»
E qual è casa sua, Xiaoyu?
Così, pronto a combattere contro due temibili guerriere, il poliziotto Lei Wulong seguì la schiena snella di Xiaoyu che lo guidava lungo il corridoio verso la stanza che, a giudicare dall'arredamento, era chiaramente un soggiorno.
Dall’angolazione dove si trovava Wulong, riusciva a vedere una console, un pezzo di quadro e una comoda poltrona da dove spuntavano due lunghe gambe accavallate e leggermente abbronzate infilate in ballerine dall'aspetto costoso. Quella che pendeva nel vuoto si agitava impaziente. Ancora risatine.
Wulong si sentì sempre più un intruso, sensazione acuita dall'ambiente intimo ed estraneo.
«Ecco» annunciò la voce tremula di Xiaoyu, ritornando con il vassoio vuoto. Alle sue spalle, poco dopo, comparve Lei Wulong.
Accanto alla poltrona di Lili, Asuka Kazama, anche lei più abbronzata del solito, era in tenuta sportiva e rilassata, intenta a punzecchiare la bionda che aveva tutta l'aria di essere lei la padrona di casa in attesa della cameriera. A Wulong dispiacque interrompere quel momento. Il lavoro è il lavoro, si ripeté.
Finalmente, Lili alzò i suoi grandi occhi azzurri ancora scintillanti su Xiaoyu, le labbra rosa piegate in un sorriso che non accennava a sparire. «Ma petite, cos'è quel muso lungo?» chiese. Come osava Xiaoyu essere triste quando lei era felice? Ma, poi, si accorse della figura dietro di lei e la sua espressione mutò completamente: lo scintillio nei suoi occhi divampò in un incendio, il sorriso si aprì in un digrignare i denti bianchi, le mani arpionarono i braccioli della poltrona e la schiena scattò in avanti. «Sguattera...» sibilò, chiaramente rivolgendosi a Xiaoyu.
Asuka Kazama posò una mano sul suo braccio. «Calmati, Lili. Faremo i conti dopo» le disse, fissando dritto negli occhi Ling Xiaoyu che, nonostante quegli sguardi bollenti, restava ferma e con la schiena ben tesa, il vassoio con le tazzine vuote ancora offerto.
Le parole di Asuka furono come un balsamo per la ricca ereditiera: si accomodò di nuovo sulla poltrona e sulle sue labbra spuntò di nuovo il sorriso, un sorriso di scherno. «Almeno mi servi questo tè?» sbottò.
«Non l’ho preparato» replicò la coraggiosa Xiaoyu.
Lili agitò indignata una mano nell'aria come per scacciare via una mosca. «Assurdo.»
Asuka scosse la testa. «Perché, Xiao? Ci fidavamo di te» chiese, i pugni tesi. Voleva darle un'ultima chance prima di riempirla di pugni. Wulong sapeva che era una testa calda: la chiamavano la Mediatrice di Osaka ma la verità era che trovava la scusa perfetta per fare a scazzottate. La partner perfetta per Lili.
Lili che ora lo squadrava dall'alto verso il basso come se non contasse nulla, come se non fosse un rappresentante della legge, sempre con quel sorrisetto snob. Ma io ti conosco bene, Lili.
«Devo ritrovare Jin. È là fuori da qualche parte, da solo, in pericolo, potrebbero trovarlo e fargli del male… » rispose Xiaoyu, senza abbassare gli occhi. Era sicura della propria decisione.
Lili agitò la mano. «Sciocchezze. Dubito che sia in pericolo con quell’arsenale» la interruppe, quasi prendendosi gioco della sua preoccupazione. Puntò di nuovo gli occhi azzurri sull’agente. «Sia gentile, agente, ci lasci sole, non vede che siamo nel pieno di una discussione privata e infinitamente delicata?»
Arsenale? Armi? Il Gene?
A Wulong scappò quasi da ridere: Lili si riteneva al di sopra di tutte le regole. «Non credo di potervi lasciare» rispose, godendosi il sospiro stizzito della bionda.
«Che maleducato.»
Asuka incontrò i suoi occhi e sembrò supplicare di scusarla. Le due si volevano bene: magari avrebbe potuto sfruttare la cosa.
«Signorina Rochefort, il suo aiuto è fondamentale» iniziò, cercando di gonfiare l’ego già smisurato di Lili.
«Io sono sempre fondamentale, agente» osservò Lili, come se fosse un’ovvietà. Continuava a dondolare una gamba e si osservava le unghie lucide e smaltate di rosa perla, poi fece l'occhiolino ad Asuka che scosse la testa.
«I vostri video sono stati una manna dal cielo per risolvere questo caso e acciuffare un paio di delinquenti, tra cui Feng Wei» aggiunse cautamente, tenendo d'occhio Asuka Kazama. Come si aspettava, la ragazza sobbalzò al sentire quel nome. «Mi chiedevo… dopo aver sconfitto Nina Williams ed Eddy Gordo, dove siete andate? Avete incontrato Jin Kazama?» chiese.
Asuka fece per prendere parola ma Lili alzò una mano. «Non dirò una parola senza il mio avvocato» pronunciò, altezzosa e vagamente annoiata, come se il tutto fosse uno spiacevole avvenimento.
Wulong si piazzò le mani sui fianchi. Proprio non capiva quella ritrosia. Era stato solo un gioco per lei? «Lei ha spruzzato quintali di Chanel n°5 per farci ritrovare una lettera e ora non vuole parlare! Ma perché? Quando gli incontri del Torneo non sono stati trasmessi in televisione con un annuncio dell'ultimo minuto, mi è stato subito chiaro che c’era qualcosa sotto. I vostri video hanno confermato la mia sensazione. Anche Steve Fox ha reputato la vostra scelta intelligente perché aveva capito che il Torneo era pericoloso. Se solo mi aiutaste a ritrovare l’ultimo pezzo del puzzle…» sbottò, stanco. Quel caso l'aveva privato delle ultime forze. Lei Wulong aveva una certa età, signori, certi combattimenti non facevano più per lui.
Lili lo soppesò con lo sguardo. Evidentemente vide qualcosa che le piacque e la convinse perché si sciolse. «Se cerca un altro video, mi dispiace, agente, ma eravamo tutti d'accordo per distruggerlo. La qui presente Ling Xiaoyu credeva potesse nuocere al suo amichetto indemoniato. E sì, il Torneo era… pericoloso» disse, infrangendo i sogni di Wulong.
«Jin non è indemoniato» sibilò Xiaoyu tra i denti.
«Che coraggio, Ling. Quello ha seri problemi e ha rischiato di farci uccidere tutti per liberarsene» ribatté Asuka, inarcando le sopracciglia. I suoi occhi corsero per un istante verso Lili e un lampo di terrore li illuminò: aveva temuto per la sua vita e per quella della bionda, capì Wulong. Aveva visto quello sguardo solo nelle vittime che avevano scampato il peggio.
Il vassoio tra le mani di Xiaoyu tremò. «Cercava di salvarci, non di ucciderci» ribatté. Tentava a tutti i costi di difendere Jin Kazama, arrivando a negare l'evidenza.
«Come no, Ling. Senti, sei stata di grande aiuto lassù con Nina ed Eddy e anche in Egitto ma davvero… devi aprire gli occhi» commentò Asuka. Né lei né Lili si erano alzate dalle poltrone. Non volevano ferire Xiaoyu, rifletté Wulong. Un momento…
«Egitto!?» gridò, sconvolto. Egitto? Cosa diamine erano andate a fare in Egitto?
«Nel deserto!» replicarono tutte e tre in coro. Tre paia di occhi femminili furiosi lo fissavano: Wulong ritenne opportuno fare un passo indietro.
«Perché?» chiese, sentendosi perso.
Lili inclinò la testa da un lato. «Per il Torneo, ovvio. La tappa finale era in Egitto, presso un antico tempio in rovina. Cosa vuole che le dica, agente, un revival del Grand Tour, questi giapponesi…» liquidò la faccenda con un gesto della mano. Il suo viso era una maschera annoiata e divertita, tipica di chi si prende gioco dei nuovi ricchi, ma i suoi occhi la tradivano. Tremava dalla paura al pensiero di quel tempio e di quello che vi si nascondeva.
«Quindi l'ultima tappa del Torneo era in Egitto, presso un tempio antico. Non sapreste localizzare il luogo?» insistette Wulong. Ling Xiaoyu gli scoccò uno sguardo e, silenziosa, gli porse una sedia per farlo accomodare, gesto che il poliziotto apprezzò infinitamente. Tra connazionali bisogna collaborare.
Asuka scosse la testa e incrociò le braccia al petto. «Pur volendo, agente, sarebbe impossibile. Il luogo è stato distrutto. Quando siamo arrivati, io, Lili, Hwoarang e Xiaoyu» e le rivolse un'occhiata di sottecchi «non eravamo soli. C'era un uomo, sembrava parecchio scosso, a fronteggiare Jin. Tutti volevamo intervenire ma lei ha insistito per restare nascosti ad osservare. Lili ha ripreso tutto. È inutile che glielo raccontiamo perché tanto non ci crederebbe. È talmente assurdo… non ci avrei creduto neppure io se me lo avessero raccontato» concluse, lo sguardo perso nel vuoto. Lili le avvolse le spalle muscolose con un braccio, consolandola. Nessuno consolava Xiaoyu, invece, che tremava. La bionda sollevò lo sguardo e roteò gli occhi. Avevano condiviso un momento che andava oltre le scaramucce e i giochetti da spia. Allungò un braccio per invitare la ragazza. «Oh, andiamo!» sbottò e Xiaoyu si gettò tra le sue braccia. Le tre ragazze restarono per un attimo così, le tre teste – una bionda, una bruna e un'altra mora, mancava solo quella rossa di Hwoarang – vicine, per darsi forza.
Cos’hanno visto? Cos’ha spaventato tanto tre combattenti del Torneo più competitivo al mondo? Oppure, in fondo, sono solo tre ragazzine? Ma i giovani non sono forse la bocca della verità?
«Io vi credo, ragazze. Dimenticate che ho partecipato a innumerevoli edizioni di questo Torneo e ne ho viste tante... Ho seguito Kazuya Mishima senza mai riuscire a risolvere il caso. Seguo Nina Williams da quando avevo vent'anni e la trovo sempre uguale, come se si fosse congelata e non è un eufemismo. La tua zia, Asuka, era mia amica ed era speciale, aveva qualcosa… credo che quel qualcosa ce l'abbia anche tu» sussurrò Wulong, facendo scorrere il suo sguardo su ognuna di loro.
In quattro, in un soggiorno, con un servizio da tè vuoto, fuori una splendida giornata di sole, inizio maggio, a raccontarsi segreti oscuri che era il momento di rivelare. Avevano forse troppa paura? Dare voce a quei segreti significava renderli reali?
«Jin ci ha salvati» ripeté Xiaoyu, in un sussurro. «Ha sconfitto Azazel, il dio egizio sepolto che avrebbe dovuto mettere fine all'umanità.»
«Azazel? Un dio? Beh, non molto diverso da Ogre… » pensò Wulong, facendo spallucce.
Xiaoyu tirò su con il naso. Ogre aveva quasi ucciso suo nonno e massacrato la madre di Jin. Per lei, rappresentava uno dei suoi peggiori incubi. «L’uomo diceva di averlo già sconfitto e di aver anche battuto Kazuya Mishima» rivelò.
Wulong sobbalzò. Qualcuno aveva sconfitto Kazuya e il mostro? «Chi diavolo è questo?» sbottò, incredulo.
Asuka sogghignò. «Il figlio illegittimo di Heihachi Mishima.»
Wulong restò a bocca aperta. Non sapeva che dire per cui restò zitto, processando l'informazione. Dopo un po’, chiese: «Non c'è proprio nessun modo di recuperare quel video?»
Le tre scossero la testa. Asuka si girò verso Lili. «E se Hwoarang… » ipotizzò, lasciando in sospeso la frase.
Lili ridacchiò. «Probabile. La sua ossessione per l’indemo… ops, Jin, scusatemi, è davvero a questi livelli. Non ti prendere collera, ma chérie, ma hai un rivale.»
Sulle guance della ragazza si formarono due chiazze rosse. «Non credo proprio» sibilò. La ragazzina spaventata era stata sostituita da una furia gelosa pronta a scattare. Asuka scoppiò a ridere davanti a tale reazione.
«Basterà dirgli che Jin è di nuovo in circolazione per vedere una chioma arancio carota spuntare per le strade di Tokyo» ironizzò ancora Lili, scatenando altre risate, mentre Xiaoyu si immusoniva, incrociando le braccia al petto.
«Quel… quello sboccato!» commentò stizzita. Anche Wulong non poté trattenere un sorriso divertito.
Immaginò che almeno una cosa buona il Torneo la concludeva: creava nuove amicizie e nuovi legami tra persone che, in circostanze comuni, non si sarebbero mai incrociate.
«Quindi dobbiamo tenere traccia di strani avvistamenti in giro per il mondo se vogliamo ritrovare Jin Kazama» tirò le somme il poliziotto.
Ling Xiaoyu annuì convinta mentre le altre si limitarono a stringersi nelle spalle. A loro non interessava più Kazama, avevano ottenuto la rivincita.
L’agente Lei Wulong si alzò dalla sedia. «Bene, è tutto direi. Vi ringrazio per la collaborazione, senza di voi questo caso non si sarebbe mai risolto» disse, preparandosi a uscire.
Le ragazze lo salutarono. Le sentiva chiacchierare sui piani per le vacanze, Lili invitava contenta chiunque, assicurando che si sarebbe assicurata lei dei costi, non c'erano problemi. Ling Xiaoyu l’accompagnò alla porta.
«Grazie, agente. Sappia che io sono a disposizione» confermò.
Wulong non ebbe il coraggio di dire di no davanti allo scintillio in quegli occhi scuri. Annuì e se ne andò.
Era proprio una bella giornata che sapeva di estate.


Qualche giorno dopo


Un rombo di motocicletta potente. L’agente Lei Wulong scostò le tende della finestra del suo ufficio, gettò uno sguardo sulla strada e sorrise. Ling Xiaoyu aveva sempre avuto ragione.

«E Capelli-di-Merda sarebbe stato avvistato in una caserma? Doppiamente coglione» commentò Hwoarang, guardandosi intorno, un gamba tesa per mantenersi in equilibrio sulla sua Ducati Monster. Nella tasca, la pennetta USB contenente il filmato incriminato da sbattere in faccia a Kazama gli pungeva la coscia. «Sempre guai per mezzo di Kazama!» inveì.
Non poteva sapere che, in un ufficio della caserma, l’agente Lei Wulong si stava godendo l'ultima serata di lavoro – che includeva un combattimento – prima delle tanto agognate vacanze.


But 너의 날개는 악마의 것
너의 그 sweet 앞엔 bitter bitter
[But your wings are wings of the devil
In front of your sweet is bitter bitter]
BTS - Blood, Sweat and Tears


Angolo Autrice : finalmente! Devo dire che questa storia sarebbe potuta andare avanti ma ho preferito concluderla sia perché mi stavo ingarbugliando troppo sia perché stavo andando troppo fuori traccia. Ma non temere, tornerò presto... MUAHAHAH AHHAHAHA... baci baci, Angel

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Angel TR