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Autore: DreamFyre    18/01/2019    0 recensioni
Arrivato a quel punto Varmoth sperava solo che lo avrebbero giustiziato a breve. Il morso di metallo gli causava ferite terribili alla bocca se tentava di aprire le mascelle per sputare fuoco, e l'uncino bloccato al suolo da due catene gli impediva di infilzare chiunque tentasse di avvicinarsi a lui. L'aria puzzava di zolfo, cenere e ferro, e senza più speranze la viverna sospirò profondamente appiattendosi sul liscio pavimento di roccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"State tutti zitti" sussurrò qualcuno dal fondo della grande sala di pietra. Moonlover deglutì cercando di reprimere l'ansia e l'agitazione. Dopotutto non si era forse preparato per mesi interi per quell'esibizione? Lui era il solo in forma umana, la sua famiglia e il resto del suo popolo erano in forma di dragoni. Dragoni blu, rosa, arancioni, verdi, rossi, indaco, giallo e di tantissimi altri colori. Se socchiudeva gli occhi gli sembrava di guardare dentro un caleidoscopio impazzito, da tanti che erano i colori che lo circondavano. Dragoni erano acciambellati attorno a lui, altri si arrotolavano sulle stalattiti, altri erano ben stiracchiati come anguille stecchite e alcuni, quelli più interessati dal punto di vista tecnico della musica, gli penzolavano sulla testa per osservare le sue dita che toccavano le corde dell'arpa. Moonlover prese coraggio, un bel respiro e mentre stava per iniziare a suonare davanti a tutti una coda di smeraldo gli ondeggiò davanti al naso. "Rivermelody, sposta quella coda!" "Oh, scusami!" sussurrò la draghetta alzando la folta codina pelosa e avvolgendosela attorno ad una zampa. Tolta quella breve intromissione Moonlover iniziò finalmente a suonare. Da subito la sua musica fu soave, un dolce arpeggiare angelico che produceva una sensazione di pace. Quella sensazione si sparse per la sala, fra tutti i draghi, e molti furono i sospiro di soddisfazione. Resistette alla tentazione di alzare lo sguardo per cercare i volti dei suoi genitori, ma sapeva che lo stavano guardando con un'espressione fiera e soddisfatta. Contrariamente a quello che aveva pensato non ebbe nessuna paura, quando suonava l'arpa era come se entrasse in un mondo in cui c'era lui soltanto. Finì di suonare gradualmente, per non disabituare nessuno con troppa fretta a quella magica sensazione di benessere. Ancora non aveva suonato l'ultima nota che tutti i draghi stavano applaudendo. Alcuni usavano le zampe anteriori, altri sbattevano la coda a terra ritmicamente per simulare il suono di un applauso. Moonlover alzò la testa e sorrise timidamente, non era abituato ad avere tutte quelle attenzioni addosso. "Bravo, bravo!" sentì che diceva sua madre al culmine della soddisfazione personale per quel figliol prodigo. Lui le sorrise, correndo verso di loro per abbracciarli. "Sono davvero contento, non hai sbagliato nemmeno una nota" mormorava suo padre. Moonlover li vide enormi e fu allora che si ricordò di non essere ancora tornato in forma di dragone. Rimediò subito, e un grazioso quanto serpentino dragone blu marino si aggiunse agli altri. Dopo i complimenti i dragoni si buttarono tutti sul buffet, che consisteva in pesci, crostacei ed altre deliziose bontà ittiche. "WOW! COME HAI FATTO?" Moonlover sussultò e quasi si strozzò con una chela di granchio, tossendo per un minuto buono. "Fatto che?" Chiese girandosi. Si ritrovò a pochi millimetri di distanza dal muso indaco di Springblow e per poco non si ribaltò per terra dalla sorpresa. "A suonare così bene! Sembrava avessi fatto una magia a tutti!" replicò ad alta voce l'entusiasta Springblow, che agitava la coda dappertutto e per poco non ribaltò a terra tutto il cibo di Moonlover. "Oh, ah... con la pratica, l'esercizio costante, queste cose qui..." "E quand'è che lo insegni anche a me?" ribatté l'altro dragone, che era poco più grande del suo amico blu. "Mi piacerebbe molto suonare come fai tu!" "Springblow, ne abbiamo già parlato e credo tu abbia altri talenti..." "Sì, ma non vuoi mai dirmi qual è questo super talento nascosto che secondo te possiedo! Allora, qual è?" "Già, qual è?" chiese la madre di Moonlover, Cherryblossom, seduta accanto al figlio, che aveva ascoltato tutto e aveva atteso il momento giusto per ficcare il muso nel discorso. Fissava il figlio con curiosità. "Ehh..." Moonlover avrebbe voluto seppellirsi. Come faceva a dire apertamente che secondo lui il più grande talento di Springblow era l'arte della caccia? Lo aveva osservato quando in mare cacciavano pesci, aveva studiato le sue zampe flessuose, il muso che si arricciava, i muscoli che si tendevano per scattare al momento giusto ai danni di un pesce sfortunato. Il modo in cui nuotava, elegante e sinuoso, quegli occhi solitamente sempre dolci e miti che al momento della caccia diventavano sottili, penetranti, vagamente crudeli e oh, così... così attraenti... "CHI HA PRESO IL MIO PESCE?" un urlo squarciò la sala e Moonlover tirò un sospiro di sollievo ancor prima di domandarsi chi avesse parlato. Ormai né Cherryblossom né Springblow lo ascoltavano più, erano presi (come tutti ora) a guardare la vecchia Softulip. "Sei sicura di non averlo già mangiato?" le domandò seccatamente il commensale vicino. Ormai sapevano tutti che Softulip stava perdendo ogni contatto con la realtà a causa del peso dei suoi anni. Se le dicevi un segreto potevi star sicuro, perché meno di un minuto più tardi lo avrebbe dimenticato. "No, no! Me l'han rubato, rubato ti dico!" "Oh, basta!" tuonò ad un certo punto Boldwing, uno dei capi dei dragoni. "Ecco, prenditi il mio!" E le lanciò un tonno di dimensioni formidabili. Softulip spalancò gli occhi dalla sorpresa ritrovandosi un pesce sotto il naso. "Mi hanno riportato il mio pesce!" annunciò. Tutti emisero sbuffi d'impazienza e tornarono a mangiare. Cherryblossom guardò il figlio, ma lui era piegato in due sulla pancia. "Caro, non stai bene?" "Ho un pò di mal di pancia, forse un'anguilla mi ha dato fastidio... posso tornare a casa a stendermi?" "Certo, certo, ma non vuoi che venga con te?" "No ce la faccio, davvero! Tu rimani qua con papà e gli altri, posso tornare a casa da solo... ehi, ci vediamo Springblow!" E prima che l'amico potesse rispondere Moonlover si era già lanciato fuori dalla caverna di gran carriera, dimenticandosi pure della sua arpa. Felice di non poter arrossire quando era in quella forma volò dritto filato a casa solcando il cielo stellato, sospirando e pensando a quanto era stato fortunato. Per poco non era stato costretto ad ammettere che provava interesse per il suo amico d'infanzia.
   
 
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