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Autore: ballerina 89    19/01/2019    2 recensioni
E se Jennifer e Colin si fossero già incontrati prima di Once upon a time? Piccolo viaggio nel tempo dai loro anni adolescenziali fino ai giorni nostri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Josh, ne sei davvero sicuro? - chiese Lana preoccupata per quella rivelazione.

 

- Lana secondo te? Conosco Colin da anni ormai! Questa è la sua moto non c'è alcun dubbio!

 

- Sai cosa significa questo vero!?! Potrebbe essergli successo di tutto! Oddio bisogna chiamare tutti gli ospedali e chiedere. - disse estraendo il cellulare e facendo, con mano tremante, il numero del pronto soccorso più vicino. Non trovò le risposte che cercava ne alla prima ne alla seconda chiamata. Fu la terza quella della svolta.

 

- Si attendo in linea.... va bene.... ok! Ne... ne è sicuro? Arriviamo subito. 

 

- Lo hai trovato? - chiese Ginny spaventata - E' in ospedale? Come sta? E' ferito?

 

- Lo hanno ricoverato nel pomeriggio ma non mi hanno saputo dire alto.

 

- Che stiamo aspettando allora? Andiamo da lui. - si rimisero in auto e a grande velocità raggiunsero l'ospedale in cui sembrava essere stato ricoverato il loro amico. Chiesero in reception informazioni su di lui ma vennero fatti accomodare in sala d'attesa per oltre un ora. Non essendo parenti del ragazzo la dipendente non aveva il permesso di divulgare quel genere di notizie quindi dovettero aspettare il primario che in quel momento era impegnato in sala operatoria. Furono attimi interminabili, nessuno li degnava di uno sguardo e nessuno si accingeva a spiegargli l'entità dei danni. La moto, se non per targa, era irriconoscibile e questo non li aiutava di certo a pensare positivo.

 

- Pensate che dovremmo chiamare Jen? - chiese Ginny facendo voltare entrambi i ragazzi nella sua direzione.

 

- Per dirgli cosa: che a causa della sua stronzata Colin ha avuto un incidente? 

 

- Dovrebbe saperlo Lana, è il suo fidanzato. Se le teniamo nascosta una cosa de genere non c'è lo perdonerà mai.

 

- Perché lei invece è stata sincera con tutti noi? - disse bruscamente per poi rendersi conto di essere stata un tantino fuori luogo - Scusate è che ancora devo digerire la cosa. Comunque no, non possiamo chiamarla se prima non sappiamo le condizioni di Colin, la metteremo solamente in allarme.

 

- Dovrebbe essere qui con lui... di sicuro lui lo vorrebbe.

 

- Aspettiamo di sapere qualcosa di più, una volta ottenute informazioni più dettagliate allora penseremo ad un modo per dirglielo.

 

- Chi ha chiesto informazioni riguardo l'incidente motociclistico avvenuto questo pomeriggio ai danni del sig. O'Donoghue? - disse un uomo sulla cinquantina che molto probabilmente doveva essere il primario.

 

- Noi! - disse Josh alzandosi in piedi e avvicinandosi al medico seguito dalle due ragazze.

 

- Siete dei giornalisti per caso?

 

- Cosa? No, certo che no. Siamo i suoi amici nonché colleghi di lavoro. Vorremmo sapere come sta. 

 

- Ho il segreto professionale da rispettare ragazzi, mi dispiace. Non posso divulgare nessuna informazione senza delega dei familiari.

 

- Credo che i suoi familiari neanche lo sappiano... non vivono qui ma in irlanda. Comunque, per contratto, sappiamo che il nostro datore di lavoro può ricevere questo tipo di informazioni se l'incidente capita mentre si è ancora sotto contratto. Va bene anche una sua delega?

 

- Mmh... non so. Portatemi delega e contratto e vedrò se posso aiutarvi.

 

Ci mancava solo questa... - OK, provvederemo al più presto. A tra poco. - il medico si allontanò lasciando i tre ragazzi in sala d'aspetto. 

 

- Vado io - si propose Josh - Voi due aspettatemi qui.

 

- Non puoi chiamarlo amore? Non mi fido a lasciarti andare da solo in queste condizioni, sei troppo nervoso. - le fece notare la sua donna.

 

- Non riuscirei comunque a star tranquillo qui senza nessuna notizia. Preferisco prendere un po' d'aria. Tranquilla, sarò presto di ritorno. - Le diede un bacio e correndo uscì dall'ospedale. tornò quaranta minuti dopo e non era da solo: Adam e Eddy erano entrambi con lui. Consegnarono i documenti in reception che vennero fatti recapitare immediatamente al primario dopodichè vennero fatti accomodare direttamente nello studio di quest'ultimo.

 

- Ho dato uno sguardo al vostro contratto ed è più che valido. Posso rilasciarvi tutte le informazioni che volete - disse rivolto ad entrambi i produttori - Tuttavia per far assistere loro al colloquio avrei bisogno ugualmente della vostra delega nonostante siate presenti. 

 

- Ma certo! - rispose Adam - Dove devo firmare?

 

- Compili questi moduli. - rispose consegnandogli tre fascicoli, uno per ogni ragazzo. - Bene... come avete saputo il vostro collega ha avuto un incidente stradale poche ore fa. Ci è stato dato l'allarme da una famiglia che vive nei pressi del ritrovamento. Al nostro arrivo il ragazzo è stato trovato privo di sensi e decisamente lontano rispetto alla sua moto cosa che ci a fatto intuire che molto probbilmente andava ad alta velocità e che di sicuro ha perso il controllo del veicolo.

 

- Mi scusi se la interrompo, ma non ci interessano le dinamiche dell'incidente, vogliamo solamente sapere le sue condizioni di salute. 

 

- Stavo giusto arrivando al punto. E' rimasto incoscente per buone due ore tanto che ho quasi sospettato un possibile coma ma fortunatamente ha ripreso conoscenza. Sembrava disorientato, non ricordava esattamente cosa fosse successo fino a quando non ha iniziato a dare in escandescenza e a chiamare a gran voce il nome di una ragazza.

 

- Suppongo che il nome in questione fosse Jennifer.

 

- Esatto: la conoscete? Non è quindi frutto di una sua immaginazione.

 

- E' la sua fidanzata...

 

- Dovete credermi ho provato in tutte le maniere possibili a ritracciarla, ma il numero telefonico fornito dal sign. O'Donghue era sempre spento tanto che ho pensato che questa Jennifer fosse solo una figura immaginaria dovuta al colpo subito. Comunque tornando a noi: dopo avergli somministrato un calmante siamo riusciti anche a visitarlo. E' stato fortunato. Ha riportato solamente qualche abrasione qua e la per via della caduta e la fratura del braccio sinistro. Essendo una frattura scomposta ha dovuto subire un piccolo intervento, niente di così invasivo e per la degenza e la riabilitazione gli ho proposto di andare in questo ospedale - consegnò loro un bigliettino da visita. - Sono specializzati in questo tipo di cose e con il lavoro che fa il vostro collega ho pensato bene di indirizzarlo li per dimezzare i tempi di guarigione. 

 

- Quindi è stato trasferito in questa clinica? - disse Josh indicando il bigliettino che gli era stato mostrato.

 

- Ho disposto le carte per il trasferimento ma lui si è rifiutato di salire sull'ambulanza. Ha detto qualcosa sul non voler farsi riconoscere da troppe persone... non ho capito bene. Ha chiesto quindi il foglio delle dimissioni.

 

- Che lei non gli ha dato suppongo.

 

- Gli ho espresso il mio parere, ovvero che la terapia gli sarebbe davvero stata utile e che se proprio non voleva andare in clinica tramite traferimento ospedaliero poteva farlo tranquillamente tramite privato.  Ha accettato questa seconda offerta e ha così firmato il foglio di dimissioni. Non so altro sul signor O'Donoghue ma potete chiamare il numero della clinica che gli ho consigliato, di sicuro saranno darvi notizie più dettagliate.

 

Ringraziarono il primario e uscirono dal suo ufficio. Non fecero neanche in tempo ad arrivare alla loro macchina che subito composero il numero della clinica di riabilitazione, purtroppo vennero a conoscenza che nessun Colin O'Donoghue era stato registrato nell'arco di quella giornata. Alla clinica quindi non c'era mai arrivato e quando tornarono a casa sua per verificare se fosse rincasato non lo trovarono neanche li. Erano di nuovo al punto di partenza.

 

- Almeno sappiamo che sta bene... - provò a rincuorare gli animi Ginny anche se neanche lei ne era propiamente convinta.

 

- Io non credo stia tanto bene uno che sparisce dalla circolazione senza avvisare nessuno. Incidente o non incidente non è mentalmente stabile al momento e non può starsene in giro da solo. Dobbiamo assolutamente trovarlo.

 

***

 

Aveva la sensazione di essersi semplicemente appisolato ma quando aprì gli occhi non si ritrovo nella sua stanza ma bensì in un luogo a lui del tutto sconosciuto. Esaminò meglio ogni dettaglio del posto e si rese conto qualche minuto dopo di essere finito in ospedale. Come era potuto succedere? Ricordava di essere andato a dormire e che poi si era svegliato con la voglia di far l'amore con la sua donna. Era stata una notte indimenticabile eppure era in ospedale... cosa era successo? E dov'era la sua lei? Che le fosse successo qualcosa? Si mise subito a sedere e si ritovò davanti un uomo in camice. 

 

- Signore, sa dirmi come si chiama? - gli chiese l'uomo

 

- Colin. Colin O'Donogue. Ma... che cosa è successo? Perchè mi trovo qui? - chiese ancora disorientato.

 

- Non lo ricorda? Ha Avuto un incidente. 

 

- Un... un'incidente? Che genere di incidente. Ero a casa con la mia donna quando...

 

- Non ricorda di essere uscito di casa signore? Qual'è l'ultima cosa che ricorda?

 

- Ricordo di aver trascorso una magnifica serata con la mia fidanzata...

 

- Che giorno era? 

 

- Mercoledi notte... ma che succede? Perchè tutte queste domande? E dov'è lei?

 

- Signor O'Donoghue mi dispiace darle questa informazione, ma è giovedì notte e lei ha appena avuto un incidente in moto.Non c'era nessuna donna con lei al momento del ritrovamento: è stato ritrovato da solo. Non lo ricorda? - bastò la parola moto per fargli rivivere i momenti di quella giornata che il suo cervello aveva appena cercato di rimuovere. Lei era andata via senza preavviso, lo aveva lasciato solo... era stato a casa sua e quella dannatissima scritta vendesi sul cancello della villetta lo aveva mandato fuori di senno. Ricorda di essere entrato in casa e di essersi rimesso in moto subito dopo... è li che doveva essere avvenuto l'incidente, vicino casa sua.

 

- Jennifer... Jennifer... - pronunciò il suo nome un paio di volte e nel mentre tentò di mettersi in piedi. Un dolore lancinante, oltre che al medico, lo fermò

 

- Dove crede di andare, non può alzarsi, dobbiamo ancora visitarla.

 

- Jennifer... devo... devo parlare con Jennifer!!!!!! - era in uno stato si shock. - Devo parlarle..... devo parlarle. Lei...

 

- Signore mi dispiace ma non posso permetterle di muoversi da qui. 

 

- Io non posso aspettare!!!!!

 

- Ricorda il numero di questa Jennifer o devo farle portare qui i suoi effetti personali. - Ricordava a mente il suo numero, come poteva non essere altrimenti. Vide il medico estrarre il cellulare e provare a rintracciarla. Niente da fare il suo telefono era perennemente spento. Questo mandò Colin nel panico e se non fosse stato per i medici che prontamente lo sedarono facendolo nuovamente addormentare molto probabilmente avrebbe rischiato un infarto. Quando si risvegliò sentì come una pesantezza al braccio sinistro. Sposto lo sguardo sull'arto indicato e potè vedere un'ingessatura. Anche questa volta il medico era accanto a lui.

 

- Si è fratturato un braccio e ha subiro un piccolo intervento per riposizionare l'arto. E' stato molto fortunato, vista la velocità con cui molto probabilmente andava, poteva farsi male sul serio.

 

- Sarebbe stato meglio... forse lei sarebbe tornata da me... - il medico ignorò l'ultima frase del suo paziente e provò a spiegargli,  in base al protocollo, cosa sarebbe avvenuto dopo quel tipo di intervento. Avrebbe dovuto seguire una riabilitazione e sarebbe dovuto essere trasferito in una clinica.

 

- Questi sono i moduli del trasferimento, le dispiacerebbe firmarli?

 

- Non firmerò proprio un bel niente! - disse in maniera scontrosa per poi rendersi conto di aver forse un tantino esagerato. In fondo quell'uomo non centrava nulla con la sua tragica situazione. - Mi scusi è che sono un pò nervoso. Comunque prefrirei non attuare nessun trasferimento. Vorrei uscire da qui con le mie gambe e non trasportato come un moribondo. Se qualcuno venisse a sapere di questa cosa o dovesse vedermi finirei su tutti i giornali e social allarmando la mia famiglia.

 

- La fisioterapia è importante signor O'Donoghe, sopratutto se vuole tornare a lavorare in tempi da record. Dovrebbe farla.

 

- Potrei... non so: dimettermi da qui ed entrare in clinica come privato?

 

- Certo. L'importante è che vada.

 

- Ha la mia parola. - firmò i documenti di dimissione e salendo su un taxi si mise in marcia.

 

***

 

Continuava a pensare a Colin ininterrottamente: aveva fatto bene ad andare via senza informarlo? Sarebbe stato lo stesso se fosse partita sabato come previsto? Come stava lui? Come aveva reagito al suo risveglio. Questa e un'altra serie di interminabili domande si facevano spazio nel suo cervello estraniandola completamente dalla realtà.

 

- Jennifer tesoro sicura che sia tutto ok? - le disse Jamie, una delle sue migliori amiche nonchè ex collega di lavoro per quanto riguarda Ouat. Da quando aveva terminato le riprese con quella serie tv si era trasferita a New York e ora che la sua amica era finalmente li non poteva che esserne felice. 

 

- Si... si.... tutto ok jamie davvero. Ero solo distratta.

 

- Pensavi a Colin non è vero? Hai fatto la scelta giusta.

 

- Tu dici?

 

- Se il tuo cuore ti ha suggerito questo si, hai fatto la scelta giusta. Lo hai più sentito?

 

- No, ma ho chiesto di lui ai miei amici. Non si sbilanciano molto, dicono che sta più o meno bene ma io non riesco ad essere del tutto serena.

 

- Chiamalo no? Ormai sono passati due giorni si sarà tranquillizzato. 

 

- Non ho il coraggio di chiamarlo... mi sento, anche se l'ho fatto in buona fede, come se l'avessi ingannato... io se fossi stata al suo posto non so se lo avrei perdonato.

 

- Non esagerare adesso, non lo hai mica abbandonato un mese prima della partenza, saresti comunque partita domani... vedrai che la rabbia iniziale che molto probabilmente ha avuto sarà già passata e ora non vede l'ora di sentirti.

 

- Non lo so... 

 

- Cambiando argomento: quando inizi il nuovo lavoro? 

 

- Lunedi ci sarà il primo incontro ma sapevo che oggi ci sarebbe stata una riunione per definire il tutto. Non avevo dato adesione visto che non sarei dovuta essere qui ma ho deciso questa mattina, prima che tu venissi a trovarmi, di chiamarli e dare la mia adesione.

 

- Fai bene, magari riesci a distrarti un pochino. 

 

- Lo spero davvero.

 

- Ha che ora hai la riunione?

 

- Alle 15:00 - guardò l'orologio  - il che vuol dire tra un'ora! 

 

- Ti lascio preparare allora. Ci vediamo stasera? 

 

- Certo. Appenna finisco ti chiamo! - Jamie fece per uscire quando Jen la fermò - Aspetta quasi dimenticavo, segnati il mio nuovo numero, il solito non lo sto usando ultimamente. - si salutarono una seconda volta e questa volta la sua amica andò via davvero lasciando Jen prepararsi per la sua nuova prima riunione di lavoro. 

 

Era agita ed emozionata come era normale che sia ma allo stesso tempo era ancora molto molto triste. Non riusciva a togliersi dalla testa il brutto presentimento che aveva riguardo a Colin e nonostante si sforzasse con tutta se stessa per non pensarci, i suoi occhi azzurri gli tornavano alla mente sempre e comunque. Entrò nella grande sala dove si sarebbe tenuta la riunione e dopo essersi presentata agli altri membri, quelli che ancora non aveva avuto occasione di conoscere, che avrebbero affrontato con lei quella avventura si sedette easpettò con loro l'arrivo dei produttori che non tardarono ad arrivare. 

 

Erano nel bel mezzo della riunione quando il cellulare di Jennifer iniziò a vibrare avvertendola che qualcuno la stava cercando; fortunatamente aveva tolto la suoneria altrimenti avrebbe iniziato subito con le figuracce. Sbirciò all'interno della sua borsa notando che era Jamie, la sua amica, ad averla chiamata e consapevole che sapeva della sua riunione si permise di rifiutarle la chiamata. Continuò a prestare attenzione a quello che stavano dicendo i produttori riguardo a quel meraviglioso progetto teatrale quando il suo cellulare suonò una seconda volta: questa volta era un sms e il mittente era sempre lo stesso. Era strano che la sua amica stesse insistendo così tanto e così incuriosita lesse l'sms:

 

" Scusami ma non ho potuto fare altrimenti" 

 

A che accidenti si stava riferendo? Provò a pensare a qualcosa ma non le venne in mente nulla, liquidò la cosa come un possibile errore di invio da parte di lei. Si sbagliava, Jamie non aveva assolutamente sbagliato destinatario e Jennifer se ne rese conto poco dopo: la porta dell'ufficio si aprì improvvisamente e con poco delicatezza facendo apparire davanti agli occhi della ragazza e a tutto il resto dei presenti una figura a lei fin troppo nota.

 

- C... Colin?!? - chiese nello shock più totale.

 

- Io e te dobbiamo parlare...

 

Note dell'autore: Lo so che ultimamente sono sempre in ritardo con questa storia ma non trovo mai il tempo di mettermi al computer e scrivere. Ne approfitto ora che ci sono le vacanze sperando di riuscire a portarmi un po avanti in modo da non farvi attendere molto. a prestoooooo.

 

P.S Jamie per chi non la conoscesse è l'attrice che intrpretava Mulan nella serie di One upon a time.

  
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