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Autore: DreamFyre    20/01/2019    0 recensioni
Al primo giorno di attacco la gente viene colta dal panico e cerca riparo dentro le mura del castello, ma è un castello troppo piccolo per accogliere tutti. E il re non può fare altro che guardare il drago mentre dà fuoco a case e stalle, persone ed animali, senza mai nutrirsi di nessuno. È palese che uccide per il puro piacere di uccidere e non per bisogno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[È ben noto, come tutti voi saprete, che gli sfarzi dell'antico reame di Kytaar non trovano eguali per tutto l'occidente civilizzato dagli umani. Per secoli questo regno è stato cuore pulsante del commercio continentale, e anche se pure l'attuale sovrano si preoccupa di mantenere vivi i mercati e gli scambi con l'estero, ora sono ben pochi coloro che vi si trasferirebbero. Ma andiamo con ordine. Fino a pochi anni fa è un re a governare Kytaar, un signore giusto e gentile. Un cavaliere con la sua sposa, una guida per la gente e un giudice incorruttibile con i criminali. Il popolo è felice e si tengono quasi ogni sera danze, giochi e trovieri. L'unica inquietudine del re è la sua apparente incapacità di generare figli, ma un problema ben peggiore sta per presentarsi. Nel lontano oriente draghi e umani convivono in pace. Spostandosi verso ovest le convivenze diventano avvistamenti di draghi, spostandosi ancora gli avvistamenti divengono racconti, e da racconti a leggende. Kytaar è una terra di pure leggende sui draghi e nessuno prende sul serio la loro esistenza. Ma un giorno un drago arriva davvero. Una bestia dalle squame verde foresta e muschio, artigli di pece e occhi violetti. Al primo giorno di attacco la gente viene colta dal panico e cerca riparo dentro le mura del castello, ma è un castello troppo piccolo per accogliere tutti. E il re non può fare altro che guardare il drago mentre dà fuoco a case e stalle, persone ed animali, senza mai nutrirsi di nessuno. È palese che uccide per il puro piacere di uccidere e non per bisogno. Il secondo giorno d'attacco il drago si mette davanti all'enorme ponte levatoio. A gran voce dice di chiamarsi Sherilyth e che non andrà via da lì finché il re non uscirà ad affrontarla di persona. Ma il re ha il terrore, non ha il coraggio di uscire ad affrontare il drago per altri cinque giorni e così il mostro torna ogni sera, agguantando una persona e trascinandola nel bosco con sé. La tortura chissà in quali modi orribili per ore, facendola urlare in modo che la sentano tutti, che la senta pure il re nascosto nei suoi appartamenti privati, quel re codardo che non vuole uscire, e solo quando è certa che tutti abbiano sentito allora le tappa la bocca per sempre. Ma il settimo giorno il re viene fuori, più animato dal senso di colpa per i sudditi che non ha salvato che dal coraggio. Vestito della sua argentea armatura e brandendo la sua fedele spada, sovrano e drago combattono davanti alle porte del castello. Per molti minuti i due non riescono a ferirsi in modo significativo, finché ad un tratto Sherilyth cade a terra. Mentre la bestia apre le fauci per sputare fuoco il re conficca la spada nel suo palato chiudendo gli occhi per non vedere da vicino le orribili fila dei suoi denti. Si sente un suono di ossa spezzate, poi dalla bocca del drago esce sangue. Il re apre gli occhi e quasi non crede a ciò che vede: il drago giace morto ai suoi piedi, la bocca aperta che gronda sangue. Subito si levano grida di gioia e allegria, al re sembra quasi assurdo ma poco dopo si lascia prendere dalla felicità. Ma proprio mentre stanno abbassando il ponte levatoio per farlo tornare dentro, l'orribile massa del drago dietro di lui si rialza. Spalanca le fauci, mostrando un cadavere incastrato nei suoi denti. Il re realizza subito sgomento cosa è successo; Sherilyth ha nascosto una delle ultime vittime tra i denti, il rumore di ossa spezzate che ha sentito è stato quello delle ossa del cadavere troncate dai denti dei drago, non dal suo palato trafitto. Anche il sangue era della vittima. Il drago sputa fuori le due metà della spada e con scherno mostra il palato, che non si è fatto nulla. Sherilyth ha giocato con lui, lo ha ingannato, lo ha crudelmente imbrogliato per gioco. Il re non ha più il tempo di fare nulla perché con una sbrigativa zampata il drago lo schiaccia, dimostrando che avrebbe potuto ammazzarlo in qualsiasi momento ma che ha fatto finta che lui le desse difficoltà solo per prendere ulteriormente in giro egli e la sua gente. Si lancia in avanti e corre dentro il castello, ruggendo come la più selvatica delle fiere tra il terrore e lo sgomento di tutti. Il drago vuole l'oro, vuole le gemme, e appena lo trova si rotola nelle monete e nei monili preziosi come se fossero la cosa più bella del mondo. La gente tenta di scappare fuori, pensando che una volta avuto l'oro non le importi più niente di loro. Ma stupiti e terrorizzati la trovano davanti all'ingresso, ostruisce tutto il passaggio e anche più col suo corpo.] Dove pensate di andare? [Domanda freddamente la bestia. La gente risponde che vuole solo andare via da quel castello e da quel regno, lasciarle tutto in modo che abbia il suo territorio. Ma Sherilyth ride con cattiveria e la sua risata è talmente spaventosa che un uomo sentendola muore di paura, stroncato sul colpo da quel suono infernale.] Voi non andrete da nessuna parte. Un regno e una regina necessitano di un popolo e di una servitù. [Costringe tutti a restare lì, o al massimo a tornare nelle case poco distanti dal castello. Lei non vuole solo l'oro o il territorio, vuole anche quelle persone e le vuole vive. Quegli umani sono tutti suoi, suoi sudditi. La sposa del re defunto non si trova, dev'essere già fuggita passando per i sotterranei. Il drago obbliga tutti a riparare ai danni dei suoi attacchi e poi li invita a tornare nelle loro case, ma non prima di proclamarsi regina. La corona è troppo piccola per la sua testa, perfino troppo piccola per adornarle la coda, e così Sherilyth finisce per usarla a mo' di anello nella zampa anteriore sinistra. Ora è lei la regina di Kytaar, obbliga tutti ad adorarla come "signora e padrona", si piazza nella sala del trono dopo essersi sbarazzata del trono stesso, ovviamente troppo piccolo per lei. Inizia a governare come un essere umano ed è spietata se qualcuno si rifiuta di trattarla col rispetto che pretende. Non chiede carne, evidentemente è capace di procurarsela da sola di nascosto, ordina a gran voce dolci e focacce, frutti ed ortaggi da mangiare. Mangia le stesse cose che mangerebbe un umano e non un drago. La sua tassa è una gemma preziosa all'anno, e se uno straniero vuol trasferirsi lì pretende un pagamento di tre diamanti. Sherilyth regna tuttora, incontrastata padrona di quelle terre. Ora sapete qual è la situazione del regno di Kytaar, e di come non sia mai saggio ignorare i miti e le leggende, poiché il confine tra realtà e fantasia è spesso labile.]
   
 
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