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Autore: Corydona    20/01/2019    0 recensioni
Come in una partita a scacchi, due fazioni si ritrovano schierate l'una contro l'altra, pronte a dichiararsi una guerra che entrambe non vorrebbero. Da un lato gli Autunno, la cui potenza sembra inarrestabile, dall'altra i Primavera-Inverno, che possono contare su un'influenza senza eguali.
Una situazione di apparente stasi: apparente, perché nell'ombra i sovrani cadono e le successioni al trono sembrano più complicate del previsto. La guerra sarà dichiarata? Termineranno i regicidi? Quale delle due parti avrà la meglio?
Un'antica profezia annuncia la disfatta degli Autunno: si realizzerà? O rimarranno solo vaneggiamenti di un passato caduto nell'oblio?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Selenia '
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(Capitolo revisionato)

Silvana chiuse gli occhi, lasciandosi abbracciare dal profumo dell'erba bagnata di rugiada e dal vento tiepido che scuoteva le chiome dei faggi attorno al tempio. Finalmente a casa.

Scorse, attraverso la rada foresta, uno scorcio di mare su cui si riflettevano i placidi raggi del sole, giunto a metà del proprio percorso. La sacerdotessa sorrise, incantata dalla bellezza di quel luogo sacro, prima di inchinarsi davanti agli scalini che conducevano all’edificio circolare che aveva di fronte.

Madre Luna, sono di nuovo presso di voi.

Una leggera brezza le solleticò il collo, come invitandola a sollevare il viso e a guardare il luogo in cui dimorava ormai da alcuni anni, servendo la dea a cui aveva consacrato la propria vita.

All'improvvviso il peso della bisaccia la trascinò a terra, e lei cadde rumorosamente, attirando con un grido alcune sacerdotesse dall'interno del tempio, che la trovarono stesa a terra, in maniera scomposta, esanime. Dunque la trascinarono all'interno fino alla sua angusta camera, dove si adoprarono per risvegliarla portando alle sue nari l'odore di alcune foglie di erbe curative, invano.

La giovane sacerdotessa, la Veggente, rimaneva immersa in un inspiegabile sonno, avvolta nella veste candida intessuta con ricami argentei, che richiamavano il pallore della dea.

Per giorni interi le altre fanciulle la sorvegliarono a turni, coltivando la speranza che si riprendesse, senza comprendere cosa fosse realmente accaduto alla loro sorella. Una delle donne più anziane ipotizzò che la fatica del viaggio l'avesse ridotta in tale stato, un'altra che forse era preda di chissà quale visione: le capitava, anche se di rado, prima della partenza e forse la Luna non aveva smesso di rivolgersi a lei.

In bilico tra la vita e qualcosa che non somigliava affatto alla morte, Silvana credeva di udire qualcosa; o di vedere qualche immagine rubata a un altrui futuro.

 

"Vascello fermo in mezzo al mare,
onde cristalline nel cuore della notte,
e il desiderio appagato di una nuova vita
attraverso la morte dal mozzo respiro.
Annegare sul viale di numerosi viaggi,
e tuttavia sentirsi risollevare,
volare in un nuovo azzurro.
Illusione che ti nasconderà al mondo,
architetto e maestro d'inganni."

 

Silvana aprì gli occhi, inumiditi di lacrime.

 

(Ultima revisione: 30/05/2020)

   
 
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