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Autore: AlessiaDettaAlex    20/01/2019    1 recensioni
[Yagate Kimi Ni Naru]
[Trittico di angst | Touko; Yuu; Sayaka; | Introspettivissima | Allegoria acquatica | possibile SPOILER per chi non è in pari col manga]
Tre sezioni per tre ragazze, ogni sezione ne racconta gli archi narrativi che mi hanno colpita puntando l'attenzione sul modo contorto con cui ognuna di loro vive l'amore.
"Anche se io incateno te, tu non incatenarmi mai, Yuu."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CHAINED
 
Nanami Touko era una bambina perduta in mezzo all’oceano, da quando sua sorella era morta. Da ogni lato, sirene di navi possenti le ordinavano chi doveva essere, per chi doveva sopravvivere; stordita dal frastuono e dal dolore della perdita venne gettata, spoglia di tutto – anche di se stessa –, nel mare in tempesta dell’adolescenza.
 
Non dirò mai più “Io”.
 
Smise persino di riconoscersi allo specchio: non era che il fantasma di Nanami Mio.
E non si può amare, non si può incatenare un fantasma. Lei desiderava essere quell’essenza sfuggevole che si può modellare a piacere sotto l’impronta di mille maschere. Purché non portassero mai il suo nome.
Il suo nome era come dire “Io”. Ma doveva esistere solo Mio.
Rifiutava le dichiarazioni per non essere incatenata; ma un giorno volle incatenare qualcuno, diverso da tutti gli altri, con le sue stesse mani.
 
Io mi sono innamorata di te.
 
Ritornò a dire “Io”, e fu come un bagno caldo dopo aver passato una notte nudi nell’oceano gelido. La bambina disperata si aggrappò con tutte le sue forze al salvagente solitario, per prendere il respiro, per potersi autoaffermare di nuovo dopo sette lunghi anni.
Amore era bisogno, era servirsi di qualcuno per essere vivo, servirsi dell’oggetto amato così com’era, sempre uguale a se stesso.
Amore era catena, amore era immobilità.
E forse era anche una stampella di cui ci si poteva liberare non appena si fosse imparato a camminare da soli.
 
Anche se io incateno te, tu non incatenarmi mai, Yuu.
 
--
 
Koito Yuu era un navigatore solitario dell’oceano, solcava le onde senza sapere la direzione che aveva preso, assuefatta ormai al blu che la circondava: aveva quasi dimenticato il motivo per cui si era messa in mare, alla ricerca di qualcosa che le mancava e che non sapeva in quale porto si trovasse.
Sapeva solo che tutti avevano trovato quel tesoro, tranne lei.
 
Non conosco il tesoro che tutti venerano.
 
Si sentiva unica in una folla che ama, soffre, palpita senza di lei. Si sentiva estranea al suo stesso cuore, estranea in casa sua.
Era sola in mezzo al mare. Finì per accettare la sua condizione e presto lasciò andare la presa sul timone della sua nave, decisa a farsi guidare dalle onde.
Finché un giorno una ragazza risvegliò nel suo cuore la brama per il sogno che l’aveva fatta salpare.
 
Desidero il tesoro che lei custodisce.
 
Accettò lo strano patto. Stette al terribile gioco.
Una catena in cambio della possibilità di mutare, anche se sembrava una contraddizione. Avrebbe potuto fare di lei ciò che voleva, in ogni momento, a qualunque scopo: tutto per poter finalmente abbracciare quello che cercava da così tanto tempo.
Rimise con decisione le mani sul timone, con il suo sogno verso prua, e decise di scommettere sul suo cambiamento e su quello della ragazza.
Quando finalmente anche lei intravide il tesoro, ruppe le regole del loro gioco, spezzò la sua catena.
Perché lei non voleva incatenarla, lei voleva amarla.
 
Tu sei il mio tesoro, senpai.
 
--
 
Saeki Sayaka era una fanciulla seduta sul molo, lo sguardo piantato sui suoi piedi penzoloni sopra l’acqua del mare. Invano aveva atteso il ritorno di Amore, sparito oltre l’orizzonte, con in pegno un pezzo del suo cuore. A farle compagnia, ora, c’erano solo le sue lacrime, che le accarezzavano le guance con la delicatezza di un’amante compassionevole.
 
Non mi innamorerò mai più di una ragazza.
 
Aveva rinunciato a mettere in gioco nuovamente il suo cuore, a lasciarlo navigare oltre gli scogli per trovare un nuovo porto in cui attraccare.
La ferita che portava in petto faticava a rimarginarsi, nonostante tutto il tempo passato a proteggersi nel tentativo di lenire il dolore. Così, decise di rimanere sul suo molo di silenzio.
Fu in quel momento che arrivò lei.
 
Nulla di quel che è stato importa più, di fronte al suo volto.
 
Lei si portò via con sé quello che rimaneva del suo cuore. Allora la fanciulla la tenne stretta al suo fianco, per paura che anche lei potesse abbandonarla sul quel nuovo porto con un altro pezzo di sé; la incatenò disperata, costruì una gabbia sicura in cui sarebbero potute rimanere per sempre insieme.
Ma anche in quello spazio confortevole solo per loro due, qualcun altro portò via il suo primato.
Un’altra era la fanciulla cercata nel molo silenzioso, non lei, che pur sedeva lì da così tanto tempo ad aspettare che Amore le restituisse il lembo di cuore perduto. Un’altra aveva avuto il coraggio di amare e non di incatenare.
E fu quel coraggio a riaccendere il suo: era finita l’età dell’attesa, era arrivato il momento di mettersi in mare a fendere in prima persona le onde che la separavano dal suo cuore. Era pronta a sciogliere Amore dalle sue catene, a fare di amare un verbo in divenire, per cui valeva la pena giocarsi e non rinchiudersi.
Si alzò dalla terraferma e si tuffò finalmente nell’oceano.
 
Io voglio amare tutto di te, Touko.



 
Note di Alex
Sì, l'ho scritta davvero. Frutto di vari rimaneggiamenti dopo una stesura improvvisa e infuocata, in una fredda sera di novembre; merito di un manga scritto da dio che mi sta facendo appassionare come ben pochi!
Per ogni ragazza sono arrivata a un punto "finale" che si rifà a dei momenti specifici del manga. L'arco descritto di Touko arriva al capitolo 22, in cui lei intima a Yuu di non innamorarsi di lei; per Yuu arrivo al capitolo 34, quando si dichiara; per Sayaka all'ultimo capitolo uscito, il 37, in cui anche lei si dichiara.
Hope you like it,
Alex
   
 
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