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Autore: MadPhantom21    20/01/2019    1 recensioni
Fanfiction Dennor/Sunor/Nednor ispirata a Notre Dame de Paris.
Copenaghen, 1635.
Tratto dal testo:
"Cosa ti turba, amico mio?"
Jan incrociò le braccia sul tavolo, guardando l'amico fisso negli occhi.
Mathias teneva stretto tra le mani un piccolo crocifisso d'oro, e non rispose, tenendo lo sguardo basso.
"Sarà forse... una streghetta puttanella?"
A quelle parole Mathias alzò lo sguardo, gli occhi azzurri erano adesso rossi per lo stress.
"Lo sapevo" Rispose Jan con un ghigno. "Beh, mi dispiace per te, amico, ma sarò io ad averlo per primo."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Danimarca, Nordici, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Ciao a tutti! 

Questa è una fanfiction su Hetalia ispirata a Notre Dame de Paris di Victor Hugo, opera che personalmente adoro. Non so ancora cosa potrà uscirne, ci potrebbe essere del lemon e un po' di violenza, in caso alzerò il rating.
Fatemi sapere se la storia vi piace tramite una recensione ^^
Buona lettura!



Era la notte più lunga dell'anno a Copenaghen. Una gelida brezza soffiava dal mare e faceva rabbrividire l'erba cresciuta tra le fughe del marciapiede. 
Le strade erano deserte, e così le piazze e i mercati. Le tende delle bancarelle ondeggiavano al vento come fantasmi e lugubri fischi provenivano dagli spifferi delle umili case. Nessuno osava uscire di casa, se non armato o in cerca di rissa; solo le taverne brulicavano di clienti che cercavano calore e compagnia nell'alchool.

Erano frequentate perlopiù da marinai e bottegai, ma talvolta potevi trovarci anche qualche borghese o addirittura un signorotto, che beveva birra di bassa qualità da un calice unto e spizzicato. 

Quella notte due di loro si trovavano nella taverna vicina al porto, all'ora tarda di quasi mezzanotte. Uno di loro era Mathias Kohler, figlio primogenito del proprietario della maggior parte dei pescherecci che ogni mattina lasciavano il porto e ritornavano carichi di merce da esportare.  Reggeva sulla spalla il suo migliore amico, Jan, di analoga estrazione sociale.

Era stata una sua idea andare in quella taverna, per riscaldarsi, aveva detto. Mathias, dal canto suo, non sarebbe mai entrato in un posto del genere. Pieno di, per citare le sue stesse parole, villani incapaci di restare nel letto  delle loro mogli. Per questo era entrato nel chiassoso, ma tiepido, locale con un'espressione disgustata e l'aveva mantenuta fin quando non era uscito. Quel tanfo di sudore, alchool e tabacco, accompagnato da grasse risate e sputi a ogni dove, gli stava dando alla testa.

Per questo, quando dopo aver bevuto della birra di troppo Jan aveva mostrato della malvolenza contro il marinaio del tavolo vicino, prima che le occhiatacce potessero sfociare in lite aveva cautamente preso l'amico e lo aveva guidato fuori.

"Non esagerare, Mathias, so controllarmi" Disse Jan una volta superato l'uscio. Il freddo pungente li investì, ma Jan sembrò non notarlo. 

"Taci, sei ubriaco" Gli rispose Mathias con un sospiro. Camminò per le strade deserte, tenendo la mano sul pugnale nel fodero, legato alla cintura. Sapeva dei malviventi che si aggiravano per le strade di notte, e non avrebbe voluto trovarsi impreparato a un possibile attacco.

Dopo qualche decina di metri Jan si staccò finalmente e riuscì a camminare da solo. Mathias stette in silenzio, senza allontanare la mano dal fedele pugnale, e camminando cautamente.

Jan lo precedeva, disinvolto. A un certo punto i due udirono un fruscio, Mathias si voltò spaventato, e subito afferrò l'elsa del pugnale.

 

Fecero qualche altro passo, fino a quando non intravidero una figura nell'ombra. Mathias si avvicinò, stringendo il pugnale. Si trattava di un uomo, probabilmente. Era ricurvo su se stesso e sembrava stesse osservando qualcosa più avanti.

"Mi hai spaventato, vecchio." Disse Jan ridendo quando riuscì a vederlo in volto. L'uomo, il cui aspetto si era rivelato più ripugnante di quanto i due potessero aspettarsi, non rispose. Aveva i capelli biondi, ma di un biondiccio simile alla paglia, e la sua schiena era curva. A causa del buio il suo volto non era molto chiaro, ma doveva essere brutto, molto brutto.

"Allontanati. Stai bloccando il passaggio" Aggiunse Jan con un ghigno schernevole, dato che la figura si trovava proprio in mezzo alla strada. L'uomo rispose portandosi l'indice in mezzo alle labbra, intimando ai due signorotti di fare silenzio."Come osi-" Ribattè Jan, ma prima che potesse concludere la frase si udì un debole cigolio, poi una figura vestita di bianco fece capolino da una porta che si era appena aperta. Mise un piede fuori, un piede piccolo in una leggera calzatura scura. Quando la figura fu completamente fuori, prima che potesse alzare il cappuccio del mantello sulla testa, Jan pensò di aver appena visto un angelo. 

In una frazione di secondo aveva visto un volto ovale e due occhi sottili si erano guardati intorno attentamente, incrociando quelli di Mathias. A questo punto la figura aveva cominciato a correre nella direzione opposta a quella da cui i due erano venuti, e l'uomo curvo era corso dietro. Jan aveva scambiato un'occhiata veloce con Mathias.
"Jan, no." Aveva prontamente risposto Mathias, ma l'amico aveva già cominciato a correre, ghignando. 

"Non pensarci nemmeno, vecchio, è mia!" Esclamò appena velocemente aveva raggiunto l'uomo, che non era esattamente agile a causa della sua schiena curva. Mathias si era visto costretto a seguire l'amico. 

"Jan!" Lo chiamò invano, perchè il giovane aveva già superato l'uomo, ma la figura vestita di bianco era veloce.
"Vieni qui!" Jan ghignò, impegnandosi a raggiungerla. "Dove scappi? Non hai dove andare, puttanella!"

Mathias rincorse i due in silenzio, preoccupato per Jan. 'Per l'amor di Dio' Pensò, mentre si accorgeva che l'amico si era fermato. Si trovavano in un vicolo cieco, e la candida figura era al centro, lo sguardo fisso ora su Jan, ora su Mathias.

La luce della luna rischiarava il suo volto, e Mathias si accorse di un ciuffo di capelli biondi che le ricadeva sull'occhio destro. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Mathias, il giovane danese notò che quelli dello sconosciuto tanto rincorso erano color indaco, o almeno così sembrava sotto la luce argentea.

Era davvero una splendida figura, seppur guardava i due con occhio torvo e diffidente, e Mathias si chiese se fosse un ragazzo o una fanciulla. Per quanto poteva vedere, poteva essere entrambi.

Jan ridacchiò, avvicinandosi alla figura che fece un passo indietro. "Hai paura?" Chiese "Vieni qui, non voglio farti del male, al momento"

L'altro non si mosse, e continuò a tenere i due sotto controllo. Mosse leggermente la testa per scostare il ciuffo dagli occhi, esponendosi di più alla luce della luna. Sì, era chiaramente un ragazzo, ma i suoi lineamenti erano delicati come quelli di una ragazza, e il modo in cui muoveva il corpo era sensuale come quello di una danzatrice. Indossava una candida camicia sotto il mantello, e i pantaloni leggeri erano del medesimo colore.

Jan continuò ad avvicinarsi, dato che il giovane avvolto nello scuro mantello aveva quasi raggiunto il muro retrostante, lo sguardo carico di eccitazione lasciava trapelare tutte le sue intenzioni.

In quel momento il ragazzo infilò una mano nel mantello e tirò fuori qualcosa, ma Mathias, che era rimasto più indietro, non fece in tempo a sguainare il pugnale che una fitta nebbia grigia si sprigionò, impedendo ai due la vista. Mathias si sentì colpito da un forte odore, dolce, forse fin troppo, che gli annebbiò la vista e lo fece sentire stordito. Sentì Jan tossire, e appena la nebbiolina si distolse il ragazzo era sparito. 

Tossì a sua volta. "Questa è stregoneria!" Esclamò con un'espressione inorridita, allontanandosi di qualche passo.

"Dov'è finito?" Sbraitò Jan guardandosi intorno "Dov'è, dannazione?" Sembrava molto più preoccupato di aver perso di vista la sua preda.

Mathias non disse nulla a riguardo, sentendo ancora quell'odore dolciastro inebriargli i sensi. "Andiamo a casa" Disse infine, voltando le spalle e avviandosi verso casa. Jan lo seguì, seppur a malincuore.

 

   
 
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