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Autore: alessandroago_94    21/01/2019    5 recensioni
Metà dell’Ottocento, Inghilterra.
Elizabeth è una vedova alle prese con i pregiudizi e le voci che circolano su di lei. Resta una sognatrice, tuttavia; il suo più grande desiderio è quello di riuscire a far importare una nuova razza di polli ornamentali, in grado di far stupire il resto degli allevatori inglesi. Grazie alla costante ricerca di qualcosa di decisamente innovativo, i suoi sforzi saranno presto ripagati.
Secondo classificato al “Victorian Age Contest”, indetto da Hyggeligwriter sul Forum di Efp.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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Capitolo uno

L’ALLEVATRICE DI POLLI

 

 

 

 

 

 

Southampton, 1853.

 

 

 

 

 

 

La grigia nebbia di una primavera in ritardo non frenò i desideri di una donna risoluta.

Elizabeth varcò la soglia del grande capannone che conteneva la più recente tra le esposizioni avicole. E lì i suoi occhi si incendiarono di miriadi di colori differenti, tutti quelli che i piumaggi di quegli splendidi volatili potevano offrire a uno sguardo appassionato.

In tanti non avevano capito il motivo per cui una signora doveva essere attratta da quegli esseri starnazzanti; d’altronde la femminilità doveva restare racchiusa tra le mura domestiche, oltre che essere un prezioso dono per il marito.

Elizabeth però aveva perso il suo uomo. William, colto letterato londinese, era venuto a mancare da qualche anno.

Essa aveva indossato l’abito da lutto e non se l’era più tolto.

In realtà, aveva ripreso a vivere e aveva rielaborato la mancanza del compagno che nonostante tutto aveva amato, tuttavia non aveva più alcuna intenzione di prendere marito. Era conscia della triste situazione femminile, e aveva utilizzato il nero come se fosse stato uno scudo contro gli sguardi indiscreti.

Odiava gli uomini che la fissavano come se fosse solo un misero pezzo di carne, e in effetti lei era ancora giovane e avvenente, coi suoi trentaquattro anni da poco sbocciati.

Non aveva saputo dare figli al compagno, e anche questo scoraggiava ipotetici pretendenti. E così camminava spedita, tra gli sguardi meschini di uomini di ogni età e ceto sociale che si accalcavano per osservare quello che era ritenuto il nuovo spettacolo della Natura.

Su un sopraelevato palco di legno, un signore sulla sessantina stava per aprire la cassa che aveva fatto accorrere centinaia di appassionati da tutta l’Inghilterra, ormai disinteressati agli altri volatili esposti ai margini del grande spiazzo centrale.

Un mormorio di gradimento si levò dalla massa quando l’uomo scostò il coperchio ed estrasse una gallina di dimensioni incredibili, stringendola al petto con forza.

“Signori, ecco a voi la regina delle galline; la Cocincina, come la chiamano nelle Indie Orientali”, emanò poi a voce alta, senza mai smettere di mostrare l’esemplare.

Elizabeth osservò la creatura, decisamente sorpresa dalle dimensioni della gallina; l’esemplare non aveva nessun altro particolare che la distinguesse dal pollame comune. Oltre ad essere molto grande, sembrava piuttosto docile e avvezza al contatto umano.

La donna pensò che in fondo era normale, dopo il lunghissimo viaggio che l’aveva condotta fin lì. Chissà quante persone si erano prese cura di lei. Nulla di simile era mai giunto in Inghilterra, tuttavia.

Era estasiata.

“Ora, come da regolamento, batteremo all’asta una coppia di questi esemplari”, tornò a proclamare il signore sul palco, soddisfatto per aver riscontrato gradimento, “con la consapevolezza che, chiunque li acquisterà, si porterà a casa due trofei unici nel panorama avicolo europeo”.

Volarono fin da subito le prime, ricchissime offerte.

C’erano nobiluomini disposti a tutto pur di riuscire a mettere le mani su quell’esclusiva. D’altronde, anche la regina era attratta dalle specie di pollame più magnificenti. In fondo, era una moda.

“Potete offrire quello che volete”. Elizabeth interruppe tutte le offerte, nel loro rapido crescendo. “Io sono disposta a pagare più di tutti”.

Un silenzio irreale calò come un sipario, mentre centinaia di occhi maschili si volgevano a fissare la coraggiosa donna che aveva alzato la voce. L’aveva alzata così tanto da mettere a tacere le loro, interrompendoli.

Il signore che teneva le redini dell’improvvisata asta allora le rivolse a sua volta uno sguardo, ma molto curioso. La donna notò che sorrideva con fare beffardo.

“Vedo che la signora vuole imporsi. C’è qualcuno che può offrire più di lei?”. Era una domanda retorica e ironica, la sua. Poiché Elizabeth aveva offerto una cifra qualsiasi, superiore a tutte le altre, ci fu una breve gara di sberleffi, in cui alcuni uomini spararono cifre esagerate.

Al momento di effettuare il pagamento, però, non avevano il denaro necessario. Tra l’astio generale, la donna vestita a lutto andò così al palco e pagò subito, senza bisogno di intermediari uomini.

 

   
 
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