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Autore: Sophie_moore    21/01/2019    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie: "RWBY's Alternative Universes"
Tuttavia, l’abbandono e gli anni di lontananza lo avevano fatto ragionare, gli avevano fatto vedere come sua sorella fosse una persona problematica ed incapace di avere un rapporto normale con le persone.
Spero che vi piaccia!
Un abbraccio,
Sophie
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Qrow Branwen, Raven Branwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'RWBY's Alternative Universes'
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Questa storia appartiene alla serie “Writober – RWBY’s Alternative Universe”

Prompt: Ombra
Personaggi: Qrow Branwen/Raven Branwen

Non sono solo

Erano anni che Qrow non vedeva sua sorella.
Non si erano lasciati bene dopo l’incidente.
Erano uniti, avevano sempre potuto contare l’uno sull’altra, eppure dopo la morte di Summer si erano persi.
Qrow non aveva ben capito come mai.
Non aveva neanche mai chiesto.
Sua sorella era uno spirito libero, un caratteraccio insopportabile, una persona che non poteva avere a che fare con nessuno. Forse era una sociopatica, ma non aveva una diagnosi media specifica, per cui non se la sentiva di accusarla.
Aveva passato del tempo ad odiarla per essersene andata, poi aveva capito che anche per lei non era stato facile. Non era un uomo che perdonava, tutt’altro: aveva semplicemente capito che anche sua sorella era stata ferita e distrutta probabilmente.
Tuttavia, l’abbandono e gli anni di lontananza lo avevano fatto ragionare, gli avevano fatto vedere come sua sorella fosse una persona problematica ed incapace di avere un rapporto normale con le persone.
E andava bene, in un certo senso, neanche Qrow poteva definirsi un socievole, o sociale, o estroverso; capiva il bisogno di Raven di stare sola ogni tanto.
Non era mai riuscito a perdonarla, però. Aveva accettato, aveva capito, si era confrontato, ma non aveva mai perdonato per essere stato lasciato solo.
Aveva provato a chiamarla più e più volte, anche durante il suo percorso psicologico, o quello per ripulirsi dalla dipendenza dall’alcol.
Niente.
Il suo dolore, in ogni caso, non era passato. Non era diminuito col passare degli anni, non era stato elaborato bene evidentemente, e Qrow aveva una vaga idea del perché.
La sua ombra.
L’ombra e l’oscurità in generale erano sempre state collegate alla famiglia Branwen, perciò per Qrow era naturale associarle a sua sorella.
Sperava solo che per Raven fosse lo stesso: che l’ombra di Raven la tormentasse, come stava tormentando lui.
Era l’unico pensiero, vile e codardo, che riusciva a farlo alzare la mattina.
Nonostante tutto, non era solo.
  
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