Aizawa si sentì afferrare per la maglietta, si voltò e vide al suo fianco Toshinori. Sapeva che qualcosa non andava, ma vedere la gravità del momento negli occhi del suo collega, del suo amico, lo ridestò.

Toshinori incrociò il suo sguardo e in un grido soffocato lo esortò: «Ti prego Aizawa, aiutalo!». Aizawa si sarebbe precipitato a salvare il suo studente senza esitazione, senza bisogno che Toshinori lo convincesse in alcun modo, ma in quell'istante volle fare molto di più che salvare Midoryia. Volle salvare l'animo disperato e impotente di Yagi.

Toshinori sapeva che Aizawa non era un incapace tant’è che, un istante prima ancora di aggrapparsi alla sua maglietta, il collega aveva già messo mano ai suoi nastri intorno al collo, pronto ad agire se la situazione fosse peggiorata. Eppure Yagi voleva fare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse essere in qualche modo utile per impedire a Izuku di ferirsi o di ferire qualcuno. Se solo fosse riuscito a capire cosa stava succedendo, avrebbe potuto suggerire una soluzione. Una migliore del semplice incoraggiamento nei confronti di Aizawa. Ma in fondo cosa altro avrebbe potuto fare? Che cosa avrebbe mai potuto fare un semplice uomo ridotto ad uno straccio a livello fisico. ALL MIGHT. Ormai il solo pensare a quel nome provocava in lui una fitta mista ad angoscia e nostalgia. All Might avrebbe saputo cosa fare. All Might avrebbe potuto fare. Ora toccava agli altri. Ora lui non era altro che un civile con un glorioso passato alle spalle.

“Aizawa, conto su di te.” Era questo il messaggio che voleva infondere a Shouta. Se solo avesse avuto più energia in quel momento per poterle urlare a gran voce, quelle parole. Non era nemmeno sicuro di essere stato sentito. E poi, un istante. In un unico breve momento vide la determinazione di Aizawa fin nel punto più profondo dei suoi occhi neri. No. Nei suoi occhi rossi. Perché quello era il colore della risolutezza di quell’uomo. Quello era il colore degli occhi di Aizawa quando attivava il suo quirk. Occhi rossi che sfidavano l’ignoto. Per Izuku. E per lui.

Si sentì il cuore un po’ più leggero. L’ansia non l’aveva abbandonato e non l’avrebbe mai fatto, ma pian piano si convinse che il mondo aveva bisogno di tanti eroi. In fondo, così come i civili da salvare sono tanti, anche gli eroi stessi, a volte, hanno bisogno di essere salvati.

«Grazie.» Mormorò con un lieve sorriso. “Grazie di essere il mio eroe, anche solo per oggi.” Avrebbe voluto dire.

«Ci penso io. Lo riporterò sano e salvo, non ti preoccupare.» Quelle furono le parole di Aizawa prima di voltarsi e dirigersi al campo di addestramento, dove la misteriosa energia nera si stava sprigionando come un cavallo impazzito su chiunque. Aveva intravisto alcuni degli alunni andare in soccorso del povero ragazzo, ma volle accertarsi di persona di riuscire a fermarlo. Lo doveva a Toshinori. Lo doveva a All Might. Voleva ricambiare il favore per aver salvato sempre tutti, ma soprattutto per aver salvato lui tempo prima alla USJ. “Grazie di essere stato il mio eroe allora. Adesso per te, ci sono qui io.”