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Autore: MuttigMaggie    22/01/2019    0 recensioni
Erika, Sofia, Ginevra, Riccardo, Davide, Francesco e Luca sono amici fin dall'università, in cui le loro vite si separano completamente fino alla morte di uno di loro. Dopo mesi dalla notizia, Ginevra manda a tutti un video di sé in cui parla della vacanza che avrebbero dovuto fare. Hanno una settimana di tempo, per cercare di riappacificare una ferita profonda, per cercare di trovare un po' di felicità nelle loro vite e per ricominciare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giovedì 24 novembre, Francoforte, ore 18:35
Davide era ancora in ufficio nonostante l'ora, stava aspettando ancora una chiamata da Francesco, che lo riportasse a casa, o che fosse il tiranno a dirgli di andare a casa.
 Si strofinò gli occhi prima di alzarsi ed andare verso il bagno, si asciugò stanco prima di tornare al suo ufficio.
Prese per un istante il cellulare, prima di notare che nei due minuti in cui era andato in bagno il suo cellulare aveva già due chiamate perse, era sua madre. Sorrise tra se e sé, si sarà sicuramente dimenticata di come mettere le password su facebook, pensò prima di sedersi al computer e riprendere a maneggiare qualche dato.
Il telefono suonò di nuovo, era sua madre.
-Ciao mamma, la password la devi mettere…-e si fermò appena sentì sua madre in lacrime. -Che succede?-
-Non hai sentito papà?- chiese sua madre, in lacrime.
-No, mamma. Sono in ufficio, è successo qualcosa a papà?- disse preoccupato, data l’ultima volta.
-E’ Ginevra. Lei…lei…è andata.- disse poco dopo sua madre, prima di scoppiare in lacrime.
-Cosa significa se n’è andata? Lei sta bene…è a Londra- Si immaginò sua cugina, con i capelli ricci rossi sul volto, mentre a quell’ora beveva un caffè ed osservava delle opere prima di tornare a casa. Lei stava bene.
-Se n’è andata Davide. Ci ha lasciati.- Gli erano bastate le ultime parole per sentire un enorme peso fermarsi sul suo stomaco.
Lui sapeva che doveva reagire in qualche modo, ma la sua stanchezza, le lacrime avevano lasciato spazio ad un torpore lungo tutto il corpo.
-Papà e Michele stanno andando a Londra a sistemare delle cose. Riesci a scendere?-
-Io…-disse solamente, prima di ritrovarsi uno sguardo apprensivo da parte della sua capa.-Te lo dico in questi giorni. Ora torno a casa ed avviso Francesco.-
Si alzò e si avviò verso l’ufficio della sua capa.
Lei allungò lo sguardo dal computer e dietro i suoi occhiali gli lanciò uno sguardo serio, prima di notare il colore del suo volto.
-Stai bene?-
-E’ successa una cosa ad un parente. Devo prendere tre giorni. - disse Davide, prima di inghiottire e sentendosi scrutinare dalla testa ai piedi. Erano ormai due anni che lavorava in quella banca, ma il capo gli faceva ancora rizzare i capelli.
-Ok. Dì tutto a Stephanie. Ci vediamo mercoledì. - disse Olga, prima di prendere una chiamata e fargli un cenno per lasciare la stanza.
Lui le sorrise, tornò alla sua scrivania, prese le sue cose ed uscì di fretta dal suo ufficio. Il suo cuore batteva all'impazzata, corse verso la macchina non appena l'ascensore, seguito da una porta di vetro non gli fecero strada.
Non salutò nemmeno il portiere ed arrivo alla sua vettura, prima di lasciare l'anima davanti ad una portiera.
Non sapeva come era riuscito ad arrivare a casa. Si ricordò solo delle braccia di Francesco che lo stringevano con forza.
 
 
 
 
 
Milano, Bollate, ore 19:05
-Lasciami.-disse Luisa correndo verso il bagno ridendo.
-Ehi lo voglio sapere. Non puoi lasciarmi sulle spine.-disse prima di bussare velocemente sulla porta, senza sentire però risposta se non risate.
-No. C’è ancora tempo.-
-Non è che mi puoi dire:ho una sorpresa per te e puoi sparire-disse lui, stupefatto ed un po’ impaurito di sapere la risposta.
-Aspetta ancora qualche giorno.-disse lei, aprendo la porta e dandogli un bacio sulla guancia. Forza, andiamo a vedere una puntata del dottor house.-disse, prendendo il cellulare.
Lui accese il computer, fece per accedere a netflix quando gli cadde l’occhio su una delle notizie:cantante Ginevra trovata senza vita nel suo appartamento.
Fu lì che il mondo gli cadde addosso.
 
 
 
 
 
 
Parma ore 19:44
Erika rientrò in casa ed era esausta dopo la lunga corsa nel parco sotto casa. Lasciò le scarpe umidicce sull'uscio, i guanti, ed entrò in casa, mettendosi delle ciabatte per non morire dal freddo.
Continuò la sua normale routine dopo un giovedì di corsa: si tolse gli auricolari, ballando ancora a tempo di musica, diede un bacio a Tod, suo marito, che stava già cucinando, andò a farsi una doccia calda e si mise comoda nel pigiama felpato scaldandosi.
Ritornò verso la cucina, dove Tod aveva apparecchiato due piatti di cous cous e del vino.
-Tutto bene?-chiese, versandogli del vino. Lui le scambiò un sorriso tenue, sapevano di aver litigato pesantemente qualche ora prima.
-Sì sì. Scusa se ti ho risposto male, sai che al lavoro mi stanno rompendo. Sono degli incapaci.-lui le diede un bacio sulla fronte, contendo di essere in territorio sicuro.
Si sedette al suo posto e fece per accendere la televisione quando il suo telefono squillò.
Erika ci mise un po' a capire che numero fosse e quando lo riconobbe il telefono aveva già smesso di squillare.
-Che strano.-disse, Tod la guardò curioso, prima di prendere il telecomando-Un fantasma del passato.-disse lei, sorseggiando il vino. Il fantasma però aveva chiamato di nuovo.
Non sapeva esattamente che cosa dire, ma rispose prima di dire un solo sì, quando il suo mondo crollò appena alzò gli occhi e vide i titoli di testa: mondo della musica a pezzi: muore la cantante Ginevra.
-Che cosa?-disse solo, sentendo a stento la voce in lacrime dell'uomo dall'altra parte della cornetta.
-Se n'è andata.-disse.-Lei se n'è andata.- disse la voce. Fece un po' fatica a riconoscerla, vide di nuovo davanti agli occhi un giovane Luca, con gli occhiali tondi ed una barba folta rossa.
-Purtroppo devo fare un ultimo aggiornamento. La cantante Ginevra è stata trovata esanime nella sua camera d'albergo circa un'ora fa. I soccorsi sono stati tempestivi, ma non c'è stato nulla da fare. E' stata dichiarata morta pochi minuti fa nell'ospedale Veronesi. Cantante prodigio, scoperta per caso da Luigi Fortuni, che poi è diventato il suo maestro, ha avuto una carriera stellare fin dal debutto, fino ad allontanarsi dalle scene musicali un paio d'anni fa. Lascia una figlia ed una carriera decennale coronata da enormi successi non solo nostrani. Ulteriori aggiornamenti a fine serata.-
Non si accorse delle lacrime che le avevano riempito il viso, di Tod che si era avvicinato per abbracciarla.
Quello che sembrava il solito giovedì era stato vissuto in modo molto simile da cinque persone in diverse parti del mondo.
 
 
 
 
 
 
 
Bergamo 22
Entrò dal lavoro stanca salì le scale, verso la sua casa di via Vittorio Emanuele, salutò la vicina che portava a spasso il cane, prima di entrare in casa e venir accolta da Ernesto, il suo cucciolo di gatto.
Prese il cellulare, che aveva lasciato in casa, e guardò gli innumerevoli messaggi, fece per eliminare le notifiche, quando un numero le comparì sullo schermo. Erika, un nome che non sentiva da tempo.
-Se n’è andata.- Disse solamente un messaggio, rimase ferma per qualche istante, con qualche punto interrogativo.
Guardò tra gli innumerevoli messaggio, guardò le notizie e la prima era proprio quella: è stato confermato, la cantante Ginevra si è suicidata.-
Fu lì che per la prima volta dopo anni una lacrima scese sul volto di Sofia. Non me lo dovevi fare, pensò solamente, prima di spegnere il telefono ed aprire una bottiglia di vino.
 
 
 
 
Roma, 00:35.
Correva veloce, tra le vie della capitale, guardando fisso la strada davanti a sé e stringendo sempre più la mandibola appena qualcuno cercava di tagliarli la strada, non facendo attenzione a quello che stava dicendo la ragazza accanto a lui.
Ad un certo punto dalla radio uscì una canzone che non sentiva da tempo e sì ritrovò ancora ad otto anni prima.
-Perché tu mi chiami, mi abbracci e poi mi butti giù-disse la cantante alla radio con una voce calda.
-E’ da un sacco che non sentivo questa canzone…fa parte della mia adolescenza…come si chiama la cantante?- chiese la ragazza accanto a lui. Si girò un istante a guardarla, poi si ricordò della sua età quando questa canzone era in auge.
-Ginevra.-disse lui, facendole un sorriso.
-Già…me la ricordo. Capelli rossi e ricci, ne ha fatta anche un’altra di canzone, poi è sparita.-disse lei, continuando a guardare la strada. Erano anni che non pensava più alla sua voce, che aveva fatto in modo di dimenticarsi del suo sorriso e quello di tutti gli amici dell’epoca, ma improvvisamente i ricordi si fecero sempre più vivi.
-Ric attento!-disse la ragazza notando una macchina che stava entrando nella sua carreggiata. Lui si fermò di colpo, suonando con forza il clacson.-Deficiente.-disse la ragazza poi, guardando avanti.
Lui si mise quasi a ridere. Ric, che nome di merda. Disse tra se e sé, prima di ripartire.
-E’ con questa canzone: parte di me di Ginevra che facciamo un ultimo saluto alla cantante, trovata morta qualche ora fa nella sua casa a Londra.- disse un uomo alla radio.
-Già, una pessima notizia da tutti i suoi fan, che aspettavano un ritorno sulle scene musicali di questa talentuosa ragazza, che ci ha lasciati troppo presto.- disse una voce femminile, prima di mettere una canzone dei Nirvana.
-Che sfiga- disse la ragazza accanto a lui. -Mi chiedevo dove fosse andata…-disse lei, prima di guardare che lui non era ancora partito. -Tutto bene?-
-Sì...sì…-disse prima di mettere in moto e non pensare ad altro, se non al lungo viaggio che lo avrebbe riportato verso casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
Domenica 20 maggio, Parma.
Si era svegliata piuttosto tardi quella mattina, si era alzata dal letto sentendo solo qualcuno che suonava il campanello. A fatica camminò verso il portone e guardò dallo spiffero: era il postino.
Si sistemò velocemente i capelli prima di aprirgli la porta, non pensando al fatto che fosse ancora in pigiama, tanto non sarebbe stata l’unica.
-Lei è la signora Todeschi?- chiese il giovane postino, lei annuì prima di prendere il pacco e di firmare su un foglio. Non fece particolare caso finché non si avvicinò al tavolo della cunina.
Notò poco dopo che il pacco veniva da Londra, pensò che ci fosse stato un errore, finché non notò il nome del mittente: Ginevra Fiorin e lì pensò di aver visto un fantasma.
-Che succede?- chiese Tod, che si era svegliato e si era incamminato verso la cucina.
-E’ un pacco…è di Ginevra.- disse la ragazza, con gli occhi pieni di lacrime. Tod si mise a ridere, prima di vedere il volto della ragazza.
-Stai scherzando?- chiese poi, prima di cominciare a preparare un caffè, avvicinandosi e notando poi il nome sul pacco. Il fantasma si era intrufolato di nuovo nella loro vita.
-Aprilo.- disse Tod. -Magari è qualcosa del testamento.-
-No no…i suoi sono di Arezzo…questa è proprio lei.-disse, cominciando ad aprire il pacco, notando al suo interno una chiavetta USB adagiata su delle piccole strisce di plastica.
Accese il computer, mise la chiavetta USB ed aprì l’unico file presente, un video dal nome: noi.
Fece partire il filmato, ma dovette mettere subito in pausa, notando il sorriso della ragazza, i suoi capelli tirati all’indietro e gli occhi felici, ma con uno sguardo stanco.
-Ciao Erica, lo so, fa strano vedermi qui, davanti ai tuoi occhi dopo quello che hai saputo di me. Non so quando possa essere arrivato questo video. Ho dato delle chiare istruzioni di non aspettare dicembre, quello dell’anno prossimo, non quello che sta per arrivare. Non so come reagirai a questo punto. Spero che tu non abbia spento il computer. Ti starai chiedendo perché mi puoi vedere, quando in realtà io sarò già morta quando riceverai questo video. Non ti dirò perché l’ho fatto, tanto ho già scritto una lettera per quello, quindi lo saprai sicuramente. Mi vedi solo per dirti che mi manchi. Mi manca la nostra amicizia e quella con i ragazzi. Mi manca il tempo in cui la vita era facile, e so che anche tu ci stai pensando. Sono passati anni da quando ci siamo viste l’ultima volta e non ero nel migliore stato, forse però era meglio di ora, però non parliamo di me. Parliamo di noi, di quando sognavamo di avere il mondo ai nostri piedi, e di quando abbiamo organizzato quella vacanza nel Cilento. Tu avevi prenotato l’hotel, Sofia aveva fatto il budget, Riccardo aveva messo la macchina, Luca aveva preparato da mangiare, con Davide che leggeva ed io e Francesco eravamo indecisi su che musica portare. Il viaggio che avremmo dovuto fare all’incirca dieci anni fa. Io in questi giorni ci penso ancora al nostro viaggio ed ho deciso che è ora di riprovarci. Ho prenotato per luglio. Una settimana, in una casa sul mare a Palinuro e voglio che ci andiate e vi divertiate, come quando eravamo ventenni, tanto so già che almeno tu hai i numeri di tutti i ragazzi. Ora devo andare. E’ stato bello parlare con te, almeno per l’ultima volta.-disse la ragazza, prima che il video si fermasse, con lei ed il suo sorriso ancora sul volto e gli occhi stanchi.
 
 
 
 
 
Nda
Salve e buon pomeriggio. Ho in mente questa storia da molto tempo, ma fino ad ora mi è stato difficile scriverla. Premetto che io non sono una vera scrittrice, e che per qualunque critica sul mio stile un po’ scialbo è accettata. Premetto anche che i personaggi sono completamente inventati.
MuttigMaggie.
  
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