Serie TV > Il commissario Montalbano
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Autore: Elvisgirl    22/01/2019    1 recensioni
una mattina Montalbano viene svegliato bruscamente da una telefonata. Non si immagina che da li a poco la sua vita, quella di Mimi, ma soprattutto quella del suo fedele Fazio, saranno messe a rischio per un errore del passato
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Montalbano era ancora a letto quando squillò il telefono. Era Il suo vice Mimi Augello che lo pregava di venire urgentemente in contrada Tindari, una campagna poco fuori Vigata. 
Era iniziata proprio bene la mattinata, pensò il commissario mentre beveva il caffè affacciato alla sua veranda. Non aveva avuto nemmeno il tempo per la sua solita nuotata. Il mare era bellissimo, accogliente nelle increspature delle sue onde. 
Dopo poco Montalbano fu pronto per uscire di casa. Prese la sua macchina e si diresse verso contrada Tindari. Cercò di telefonare a Mimì, ma non gli rispose. La cosa gli parse assai strana, i suoi sensi di commissario erano già all'erta ma continuò comunque a guidare. Arrivata all'imboccatura della contrada, si fermò e scese dalla macchina. Non sentì mai il colpo di canna di pistola dietro la nuca. 
Quando si risvegliò aveva le mani legate e sentiva la voce del suo vice che lo chiamava insistentemente. Aprì gli occhi e vide che anche Mimì era legato come lui. Ma la cosa che gli fece raggelare il sangue era la vista del suo ispettore Fazio, appeso per le braccia con il torso tutto insanguinato. 
-Mimì mi vuoi spiegare che minchia sta succedendo?-
- Salvo credimi che se lo sapessi te lo direi-
- Ma se sei stato tu a chiamarmi e dirmi di venire qua.-
- Avevo una pistola puntata in testa e Giuseppe... Aveva un coltello alla gola, era messo veramente male. -
- Come è successo tutto questo? Come siete arrivati qua?-
- Avevamo ricevuto una chiamata, che ci diceva che che in questa contrada stava avvenendo uno spaccio e cosi siamo andati. Ma una volta arrivati abbiamo capito che era un'imboscata. Ci hanno preso alle spalle. Fazio ha cercato di proteggermi e di combattere e per questo l'hanno riempito di mazzate. Hanno una particolare avversione nei suoi confronti-
- perché? -
Proprio in quell'istante si spalancò ed entrarono due uomini dalla corpuratura robusta.
- che cosa volete eh disgraziati, lasciateci subito amdare - Urlò Mimì, ma le sue grida andarono al vento perchè presero Fazio e lo portarono via, chiudendo dietro di se la porta della cella. Intanto Montalbano li guardava, li scrutava per capire chi fossero e cosa volessero. Rimase assorto nei suoi pensieri fino a quando non si riapri la porta ed entrarono i due malviventi con un Fazio più insaguinsto e mal ridotto di prima. Il commissario era sempre più preoccupato, uno dei suoi uomini migliori stava per fare una brutta fine e non sapeva neanche il perché. Non ebbe tempo di parlare perchè i due se ne andarono subito dopo aver legato nuovamente l'ispettore.
-Fazio svegliati, forza, non mi sembra il caso di dormire sul lavoro-
- Giuseppe forza, apri gli occhi- 
Dopo molti tentativi riusci finalmente ad aprire gli occhi. 
- Commissario, dottor Augello, dove siamo?-
- Eh bella domanda. Tu piuttosto non hai idea di chi possano essere quei tipi?-
- Assolutamente no, dottore. Ma voi piuttosto state bene
- Fazio quello di cui ti dovresti preoccupare in questo momento sei tu. Perché ce l'hanno con te?-non ne ho idea. Ma adesso che mi viene in mente l,unica parola che hanno detto i due minchioni è stata "mannara"-
-e che minchia c'entra una mannara con tutto questo?!- rispose Mimì. Montalbano era seccato dal non capirci niente. Doveva fare assolutamente qualcosa, per lui, per il suo vice e sopra tutto per il suo ispettore.Passò molto tempo prima che si riaprisse di nuovo la porta. A quel punto Montalbano parlò
'Che cosa volete da noi e chi siete"
"Montalbano,ma come non ti ricordi di me? sono deluso da te. Pensavo che fossi più intellgente"
Quella voce fece gelare Il sangue a Montalbano. Aveva capito chi fosse e sapeva molto bene di cosa fosse capace, si ricordava bene i corpi delle sue vittime. Si chiese una sola cosa, come mai avesse scelto Fazio come bersaglio e non lui.
"proverai cio` che io ho provato quando uccidesti davanti ai miei occhi mio fratello. lui -disse l'ombroso uomo puntando un coltello a Fazio- e` per te molto importante, quasi un fratello minore; bene vedrai la sua morte e vi lasciero` in vita cosicche` voi riusciate  a provare quello che la mia famiglia ha provato". Non lascio` tempo di replica al commissario,  se ne ando`, conficcando il coltello nella spalla dell'ispettore, e chiuse la porta dela cella dietro di se`"
"GIUSUPPE" urlarono all'unisono i due, ma non ci fu risposta. L'ispettore era svenuto, consumato dal dolore.
Dopo poco entrarono due con delle bende, ago e filo di sutura e disinfettante. " usate questi per curarlo, deve sopravvivere almeno una settimana, cosi ha detto il capo" dissero due uomini corpulenti, dopo aver slegato dalle catene i tre prigionieri e aver lasciato un po` di cibo, e quindi se ne andarono.
Subito Montalbano e Augello prestarono soccorso al pover uomo ferito. La parte piu` difficile era togliere il coltello dalla spalla di Fazio. Avevano paura di fargli piu` male di quello che gia` provava ma doveva essere fatto. Fu Salvo a toglierglielo, e mai avrebbe potuto dimenticare il rumore della lama che veniva sfilata dal corpo del suo giovane amico. A onore di Fazio, non urlo` mai fin dall'inizio di questa disavventura. 
Anzi.
era riuscito a sfilare ai suoi aguzzini la chiave della cella. Adesso bisognava uscire. Guardo` il commisariio, e come era gia` successo in quei pochi anni di collaborazione lavorativa, egli capi al volo. Dovevano lasciare li Fazio e scappare, per po ritornare con i rinforzi. Ma il commissario non aveva il cuore di lasciare li da solo il povero ragazzo cosi ferito come era. Percio` penso` il da farsi e ripose tutte le sue speranze in Mimi: lui doveva fuggire e chiedere aiuto, il commissario avrebbe protetto Fazio.
   
 
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