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Autore: SweetPaperella    23/01/2019    20 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno 

 

Sono la famiglia più strana e male organizzata di tutta la storia mondiale, ma c’è affetto reciproco, nonostante i continui battibecchi, le prese in giro e la differenza di età.
Regina Mills ha 38 anni ed è il più famoso avvocato di Storybrooke, una cittadina del Maine. Ama il suo lavoro e vi ci dedica anima e corpo, prendendosi raramente giorni di ferie, a meno che non riguarda suo figlio Henry. Non è in realtà suo figlio, ma ormai lo considera come tale, avendolo visto crescere, visto che sua madre Emma Swan, inizialmente aveva deciso di farlo adottare a lei, quindi legalmente può considerarlo come tale, nonostante Emma fa parte della loro vita. 

Emma ha 18 anni, si è diplomata nei tempi stabiliti nonostante fosse stata in carcere è una vita per niente semplice, ma ora non ha nessuna intenzione di perseguire gli studi, non sa ancora cosa fare della sua vita e per non ricadere sulla sua amica Regina, lavora in un pub. Ha sempre lavorato in realtà, non ha mai voluto farsi pagare da nessuno, ha sempre cercato di cavarsela da sola, sin da quando era una bambina. 

Regina e Emma si sono conosciute quando quest’ultima aveva 14 anni ed era incinta di Henry, era diventata il suo avvocato per tirarla fuori dal carcere dopo aver infranto la legge per dei piccoli furti e essere scappata dalla casa famiglia dove era stata affidata, la ragazza era spaventata e non voleva tenere il bambino e Regina non potendo avere suoi figli, le aveva detto che l’avrebbe preso lei. Emma era andata a vivere nella sua immensa casa, una villetta lussuosa con tutti i confort necessari, una casa che Emma non aveva mai avuto, soprattutto così lussuosa, era stata abbandonata da piccola e aveva vissuto prevalentemente in casa famiglia.

Lei due erano diventate amiche, non con pochi alti e bassi e qualche minaccia di cacciarla via da parte di Regina. Erano e sono ancora così diverse, ma hanno imparato come convivere senza ammazzarsi a vicenda e si può dire che sono l’una la spalla dell’altra, si capiscono, si supportano e sopportano a vicenda e si vogliono bene, anche se per nessuna delle due è mai stato facile esprimere i loro sentimenti e le loro emozioni. Crescono Henry insieme e sono due bravissime mamme, non fanno mancare niente al loro piccolo che ormai ha quattro anni ed è un bambino intelligente, vivace e allegro. Al momento non ha ancora espresso desiderio di conoscere suo padre, ma se anche volesse non sarebbe possibile, perché Neal Cassidy è sparito senza lasciare traccia, poco prima che Emma scoprisse di essere incinta e la donna non ha mai negato a suo figlio questa dolorosa verità, conosce la sua storia e spera che un giorno possa perdonare suo padre, in fondo Emma lo ha amato con tutto il cuore, è stato il suo primo amore, anche se è finita male e da quel giorno non si è più innamorata veramente.

Quella mattina Regina si è svegliata come al solito molto presto e ha accompagnato Henry alla materna, lasciando Emma dormire essendo rientrata alle 3 di notte passate per lavorare. Ma ora avrebbe dovuto svegliarla, quella mattina non solo non é riuscita a bere il suo caffè, ma è già piuttosto movimentata. I suoi collaboratori sono in ferie e il nuovo praticante sarebbe arrivato solo tra due giorni, è completamente sola con un nuovo assistito, di cui non è nemmeno tanto sicura che se ne voglia occupare. Robin Hood è così che si fa chiamare, é un ladro di alta classe, ruba nelle gioiellerie di zona per racimolare soldi per aiutare la sua famiglia o meglio suo figlio Roland, ma stavolta è andato oltre... ha ucciso un uomo e il sindaco di storybrooke ha chiamato lei. 

Robin l’ha colpita da subito per il suo affascino, i suoi occhi chiari e puri, talmente sinceri da poter trafiggere anche il suo cuore di ghiaccio. Alto, muscoloso e capelli lasciati sbarazzini marrone chiaro. Ma è un delinquente e non sarebbe stato facile far capire agli inquirenti che non fosse anche un assassino. È stato ritrovato sul luogo del crimine sporco di sangue e sotto shock, ha saputo dire solo “sono innocente” senza aggiungere altro e Regina dubita che lo possa essere davvero, questa è stata la classica rapina finita male e ciò che può fare per Robin, se mai decidesse di accettare il caso, è quello di fargli ridurre la pena, ma suo figlio finirà in una casa famiglia o in affidamento visto che è palese che il padre non possa occuparsi di lui in modo adeguato. 

Sapendo di dover fare tutto da sola, chiama Emma pur sapendo di doverla svegliare, per andare lei a prendere Henry a scuola e poi portarlo alla visita dentistica. 

Una Emma assonnata prende il telefono che ha sul comodino senza nemmeno guardare il display, ma sa benissimo di chi si tratta o di Regina o della scuola di suo figlio, ma ciò significherebbe che lui sta male e spera vivamente di no. 

«Regina dimmi» esordisce, sperando che sia lei a chiamare e svegliarla. 

«Swan, sono incasinata oggi, puoi andare tu a prendere Henry e portarlo dal dentista? Oggi esce alle 15, perché la visita è alle 15:30.» le dice incurante della voce assonnata della ragazza dall’altra parte. 

«Ci penso io! Ma è successo qualcosa?» chiede, avendo avvertito dalla voce di Regina che qualcosa non va, ha un super poter per questo, certo le riesce meglio quando guarda le persone negli occhi, ma è in grado di capire se una persona sta male anche dalla voce. 

«Nulla di cui preoccuparti... solo un nuovo caso. Fammi sapere poi come va la visita di Henry.» 

Regina sente annuire Emma dall’altra parte, la saluta con una leggera fretta. 

 

Torna a casa solo in tarda serata, è stata all’ufficio dello sceriffo per interrogare Robin Hood, il cui suo vero nome è Robin Locksley, ma continua a definirsi innocente e ha chiesto a Regina di occuparsi lei del suo caso. La donna però non sa ancora se accettare, teme che l’uomo sia coinvolto e poi pensa a quel povero bambino che dovrà crescere senza suo padre, ha già perso la madre e non vuole farsi coinvolgere troppo emotivamente, ha già capito che è uno di quei casi in cui lasciare i sentimenti da parte non sarà facile. Se da una parte sa che forse può aiutarlo davvero solo lei, ed è tentata di accettare, l’altra parte di se quella più razionale e obiettiva le dice di non immischiarsi in questa storia, che non porterà nulla di buono. 

Rientrando a casa trova Emma già pronta per andare a lavoro a giocare con i videogiochi insieme a Henry. 

«Allora Henry, cosa vuoi per cena?» chiede distogliendosi dai suoi pensieri quando ha sentito la voce di suo figlio chiamarla con entusiasmo. 

«Cos’è quella faccia Regina?» chiede Emma non dando modo a Henry di rispondere, ha visto subito che la donna è in pensiero per qualcosa o che comunque qualcosa la turba. 

«Hamburger e patatine fritte? Oggi dal dentista sono stato bravissimo.» risponde poi il piccolo. 

«Va bene solo per questa volta.» dice rivolta a suo figlio. 

«Ti rendi conto che hai appena detto sì ad hamburger e patatine vero? Tira fuori il rospo.» se prima non fosse stato chiaro, ora questa per Emma é la prova evidente che Regina fosse particolarmente provata quella sera.

«Non devi andare a lavoro Swan?» la chiama spesso per cognome è un abitudine che si porta dietro da quando l’ha conosciuta e non voleva darle confidenza, perché sentiva che non voleva legarsi alla giovane, non voleva affezionarsi a lei. Non è mai stata capace di tenersi un’amica, l’unica che ha è Mary Margaret, ma non si può proprio considerare tale. É più la sua sorellastra, visto che suo padre prima di morire si è risposato con la madre di Mary. Sua mamma Cora invece é morta ancora prima, per un incidente stradale, in cui é rimasto coinvolto anche il suo fidanzato storico, Daniel. Aveva diciotto anni quando sua madre è morta ed è morto Daniel, il suo primo vero amore, stavano insieme da quando ne avevano 14 e avevano intenzione di sposarsi una volta finiti gli studi, nonostante il loro fosse un amore giovanile erano entrambi sicuri dei propri sentimenti. 

Suo padre Henry Mills invece si era sposato nuovamente dopo un anno e mezzo con la madre di Mary Margaret e le due per causa di forza maggiore avevano legato, se pur all’inizio Regina non sopportava la sua sorellastra, l’idea che suo padre avesse una nuova vita, una nuova famiglia. Ora le due vanno molto d’accordo e sono oltre che sorelle, amiche. Mary Margaret è sposata con David, il suo socio nello studio. 

Con Emma quindi le cose non sono state semplici all’inizio, la donna non voleva affezionarsi perché la ragazza era troppo simile a lei nella sua storia, però poi è stato inevitabile farlo, si vogliono molto bene, nonostante ancora oggi si punzecchiano come se non si sopportassero e di solito quando la chiama per cognome è perché non vuole essere scocciata, ma la bionda Emma è testarda come un mulo, la mora Regina lo sa bene. 

«Devo attaccare a lavoro alle 21:30 sono le 19, puoi benissimo raccontarmi»  

«Riguarda il lavoro, ho forse un nuovo caso» sbuffa per quanto possa essere insistente, ma alla fine le spiega a grandi linee la situazione, non può dirle del caso nel dettaglio, lei tiene molto alla riservatezza dei suoi assistiti. 

«E perché non vuoi accettare? Secondo me è innocente» 

«E cosa te lo fa credere, il tuo super poter adesso funziona anche con le persone che non conosci?» ironizza la donna più grande.

«No! Ma chiamalo sesto senso. Come la vedo io lui era andato lì per la rapina e ha trovato il morto, sta a te dimostrare che è innocente e alla polizia trovare il colpevole, magari non puoi aiutarlo con il figlio, visto le diverse rapine, ma almeno quel bambino saprà che non ha un padre assassino non credi?» dice la bionda, facendole vedere la storia sotto un’altra ottica. Lei non ha pensato al fatto che il piccolo Roland avrebbe visto il suo papà come un assassino. 

«Da quando sei così saggia Swan?» 

«Uhm.. da sempre Mills.» le ribatte prendendo nuovamente a giocare con suo figlio. 

«Mamma, credo che Mamma Emma abbia ragione... poi Roland potrebbe venire a vivere qui, non mi dispiacerebbe un fratellino con cui giocare sai?» interviene Henry in quella conversazione. 

«Quello Henry non credo che sia possibile, non possiamo prendere in affidamento il bambino, Emma lavora, io lavoro e per due donne single non è mai facile poter anche prendere in affido.» 

«Ma lo aiuterai vero mamma? Tu sei il miglior avvocato del mondo» le dice, continuando a giocare, ma spostando lo sguardo verso di lei per poterla guardare negli occhi. 

Emma la guarda a sua volta e capisce le vere motivazioni, ha paura di legarsi troppo a quel caso e non rimanere fredda e distaccata come è solita fare nel lavoro.

«Resterai sempre la regina cattiva, anche se ti occuperai di un bambino e suo padre sai?» 

Regina la fulmina con lo sguardo per quella battuta e le vorrebbe quasi lanciare la padella che ha in mano, ma non lo fa. 

Emma scoppia a ridere e corre in camera a finirsi di preparare, prima che la donna decida davvero di lanciarle la padella. Sa che quando la chiama “regina cattiva” la donna va su tutte le furie, lei lo fa per provocarla, si diverte sempre a farlo, è il suo modo di dimostrarle che ci tiene e Regina questo lo sa bene, più che bene. 

Ritorna in salotto giusto in tempo per sentire Regina dire ad Henry che si occuperà del caso. 

 

   
 
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