Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: elelcomplains    24/01/2019    1 recensioni
Ambientata dopo il finale di Stone Ocean.
È incentrata sulla figura di Joseph dopo gli eventi che già sappiamo, e sui suoi ricordi (sopratutto sul ricordo di Caesar) prima e dopo gli aventi
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caesar Anthonio Zeppeli, Joseph Joestar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo che accelerava a vista d’occhio. Il Sole che diventava una specie di cometa. L’Apocalisse. E poi tutto che tornava normale, come se fosse stato un incubo. L’universo era stato resettato, ma nessuno lo sapeva.

Uomini lasciati solo con una vaga ombra dei propri ricordi, ricordi e promesse svanite nell’oblio di un universo distrutto dal folle ma tuttavia vittorioso piano di un uomo. Vite simili alle precedenti, e tuttavia completamente diverse, dei cari defunti che ognuno ricordava non erano rimasti che fantasmi senza identità nonostante possedessero un nome, un volto, una voce.

Neanche Joseph Joestar si era accorto di nulla. Era anziano, ed era affetto ormai da demenza senile, non aveva neanche badato all’improvviso vuoto della sua mente. Già prima del reset infatti non ricordava quasi nulla: della battaglia contro gli Uomini del pilastro e dell’avventura in Egitto, ma anche della sua infanzia, o della sua vita quotidiana non erano rimasti che frammenti, figure senza volto né voce. Rimaneva vivido solo il ricordo del suo adorato Caesar, quel suo caro amico che si era sacrificato per lui. Era più il tempo che avevano passato a litigare come bambini piccoli che a lottare insieme, anche a causa dell’immaturità di Joseph, ma questo gli voleva un gran bene, e quando era morto, schiacciato da quell’enorme pietra a forma di croce, aveva pianto, completamente distrutto, quasi dimenticando che a pochi passi di distanza il nemico li stesse aspettando. E per il resto della vita aveva rimpianto le ultime parole che gli aveva rivolto: aveva ferito il suo orgoglio e i suoi sentimenti, e non aveva più avuto l’opportunità di chiedergli scusa. Ma nonostante tutto sentiva che Caesar gli era rimasto vicino, che aveva combattuto al suo fianco, e aveva continuato a proteggerlo dal Paradiso, o da qualunque luogo si trovasse, come un angelo custode come, ripensò in seguito all’accaduto, suggerivano le piccole piume che aveva tra i capelli, e per le quali Joseph lo prendeva spesso in giro, dicendogli che se proprio non sopportava la sua presenza poteva usare “quelle ridicole piumette” per togliere il disturbo e non farsi più vedere. Anche quando era letteralmente morto in Egitto aveva visto Caesar che lo stava aspettando, ma riteneva che lo avesse rimandato indietro, siccome non era ancora giunta la sua ora. Ormai era certo che non avrebbe mai dimenticato quegli occhi smeraldini, le piccole voglie violacee che spiccavano sulla pelle candida degli zigomi, i capelli biondo chiaro fermati sulle tempie da quei piccoli fermagli con le piume, la costituzione più bassa della sua ma non meno muscolosa, il profumo di acqua di colonia e il suo a volte fastidioso comportamento da “damerino da quattro soldi”, tanto erano rimasti impressi nella sua mente per tutti quegli anni. E la sua tecnica d’attacco, riportatagli spesso alla mente dai giochi della piccola Holly. Le bolle di sapone caricate di onde concentriche. E queste riportavano alla mente di Joseph l’ultimo dono dell’amico: una bolla scarlatta, creata con il suo stesso sangue, tenuta insieme dall’ultima Onda che il suo corpo, martoriato dalla Tempesta divina di Wamuu, era riuscito a sprigionare. E quella bolla conteneva l’anello di Wamuu, che a sua volta conteneva l’antidoto, e la bandana di Caesar, nella quale era infilato l’anello. E quando aveva trovato la bolla Joseph non aveva perso occasione di insultare l’amico, e poi lo aveva chiamato a gran voce spostando a mani nude le macerie della parete e del tetto, rifiutando in cuor suo l’idea che Caesar fosse morto. Quando aveva visto la bolla sapeva che il suo amico non poteva essere ancora vivo, ma il suo cuore nutriva ancora una disperata quanto futile speranza, distrutta quando la luce filtrata all’interno dell’hotel rivelò il rivolo di sangue che scorreva da sotto la pietra che aveva ucciso il giovane. Persino la fredda Lisa Lisa era caduta in ginocchio, in lacrime, quindi come poteva Joseph, di gran lunga più emotivo, rimanere impassibile?

Quel giorno era forse l’unico rimasto intoccato dalla vecchiaia, ma ora che l’universo era stato resettato? Caesar apparve in sogno a Joseph un’altra volta. L’anziano sentiva di dover ricordare quel giovane, ma nella sua mente vi era il nulla, e ciò che questo raccontava sembrava familiare, ma non più di quanto accaduto in un sogno. Caesar, l’indimenticabile amico e compagno di avventure aveva fatto la fine di tutti gli altri. Il suo nome stesso, Caesar Anthonio Zeppeli, non aveva più alcun significato. Lisa Lisa era morta anni addietro, Suzi Q lo aveva ormai dimenticato, e di lui non esistevano foto. Viveva solo nei ricordi di Joseph. Il suo ricordo sarebbe svanito con la morte dell’amico. Era destinato all’oblio, in qualunque universo l’umanità stesse vivendo. Ma non importava. Anche ora che era semplicemente un’ombra senza identità avrebbe continuato a vegliare su Joseph, e lo avrebbe aspettato ogni giorno, come faceva da oltre settant'anni, e gli sarebbe corso incontro per abbracciarlo.

Anche se non lo avrebbe riconosciuto.
   
 
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