Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Ace of Spades    24/01/2019    1 recensioni
Basta una parola, un’azione, un gesto, e la nostra esistenza può subire un drastico cambio di rotta.
Ci consoliamo solo perché è successo per colpa del destino, alla fine non potevi farci nulla, era già tutto scritto.
Ma non è un comportamento da codardi? Smani fin dalla tenera età un’indipendenza e una libertà che ti affascina, ma quando la ottieni ti senti perso, soffocato da ciò che il mondo ha da offrire. A qualcuno la colpa la dobbiamo pur dare, no?
E quale capro espiatorio migliore del Fato?
Come ci era finito lui, Joseph Joestar, a Roma?
Bella domanda.
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Caejose senza pretese perchè adoro questa coppia di scemi.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caesar Anthonio Zeppeli, Joseph Joestar
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il potere del Se





 
Fin da piccoli ci insegnano l’importanza che hanno le nostre scelte, ciò che facciamo si riflette, nel bene o nel male, sulla nostra esistenza.
Ognuno di noi cerca di sopravvivere al meglio delle sue capacità, dando la colpa alla sfortuna o alla mala sorte quando le cose non vanno come le avevamo programmate.
Il problema è proprio questo, le cose non vai mai come si pensa andranno, anzi, la vita è una vera maestra nel farti sentire perso e disorientato.
Basta una parola, un’azione, un gesto, e la nostra esistenza può subire un drastico cambio di rotta.
Ci consoliamo solo perché è successo per colpa del destino, alla fine non potevi farci nulla, era già tutto scritto.
Ma non è un comportamento da codardi? Smani fin dalla tenera età un’indipendenza e una libertà che ti affascina, ma quando la ottieni ti senti perso, soffocato da ciò che il mondo ha da offrire. A qualcuno la colpa la dobbiamo pur dare, no?
E quale capro espiatorio migliore del Fato? Aveva imparato che le religioni non era saggio tirarle in ballo se non volevi ricevere borsellate da vecchie nonne, che fino a qualche secondo prima sembravano sul punto di tirare le cuoia, ma quando sentivano una bestemmia venivano animate da un fuoco millenario.
O almeno le donne italiane.
Si trovava nel Bel Paese da neanche una settimane ma qualche trucco per restare in vita lo aveva imparato.
Certamente ringraziava sua nonna Erina di averlo spedito lì per fare la conoscenza di sua madre, ma quello era avvenuto quasi due mesi prima; Lisa Lisa, così si chiamava la donna che lo aveva messo al mondo, viveva a Venezia da tempo ormai e lo aveva accolto a braccia aperte.
Come ci era finito lui, Joseph Joestar, a Roma?
Bella domanda.

Se solo non si fosse lasciato sfuggire durante una conversazione a cena che non aveva mai visitato la città che veniva considerata ancora il centro del mondo, sua madre non lo avrebbe spedito lì per farsi una cultura.
Se solo avesse avuto un minimo di cervello si sarebbe impegnato nel trovare una guida, ma dato che pensava che Lisa Lisa stesse scherzando non si era preoccupato più di tanto. Aveva capito di essere nei guai quando aveva visto le valigie.
Se avesse potuto scegliere un hotel, di certo non si sarebbe neanche fermato in quell’edificio sgangherato che, per pura coincidenza, era l’unico con ancora camera a disposizione.
Quando lo vide capì il perché.
In estate Roma era sempre piena di turisti.
Se la sfortuna non lo perseguitasse, non sarebbe finito a cenare in un ristorante con quel genere di compagnia.
Per carità, il posto era splendido, nulla da invidiare alla vera cucina italiana, ma non poteva gustarsi appieno il pasto dato che, alle sue spalle, un tizio continuava a sproloquiare parole sdolcinate a quella che probabilmente era la sua ragazza.
Era così stucchevole da fargli quasi vomitare i fantastici spaghetti alla seppia che aveva mangiato.
Non si era ancora girato a guardarlo, perchè sapeva, oh sapeva, che se lo avesse fatto non sarebbe riuscito a tenere la bocca chiusa.
Dal tono di voce basso ma ipnotico, poteva capire il motivo per cui quella signorina pendesse dalle sue labbra.
Peccato che dopo poco cominciò a trovare la sua voce estremamente irritante, e quando sentì il sangue ribollirgli nelle vene, Joseph decise che si era comportato anche fin troppo bene.
 
“Scusami, starei cercando di mangiare, andate a tubare da un’altra parte”
 
Quello che vide subito non furono i capelli biondi, ma gli occhi.
Un paio di occhi di un verde smeraldo così intenso da fargli scordare il motivo della sua arrabbiatura.
 
“Se ti dà tanto fastidio puoi sempre uscire”
 
Ora la voce si era fatta strafottente, ma la cosa che fece saltare ogni nervo nella mente del giovane Joestar fu il ghigno da so-tutto-io, quel leggero alzarsi delle labbra lo mandò in tilt.
La sola cosa da fare era ovviamente fargliela pagare.
Sentì la ragazza dirgli ‘oh Ceasar, come sei bello quando ti arrabbi’ e sorrise guardando il proprio piatto.
Pure Cesare doveva chiamarsi, un nome che era tutto un programma. Beh, allora doveva aspettarsi qualche tiro mancino.
Il biondo rimase a fissare il vuoto mentre dai capelli color grano colava una sostanza appiccicosa che l’italiano identificò come sugo di pesce.
Sentì il vecchio se stesso ruggire a causa dell’orgoglio ferito; non solo quel tizio gli aveva fatto fare una figuraccia davanti ad una delle sue belle signorine, ma ora, dopo avergli tirato del cibo nei capelli - quanti anni aveva, sei? - aveva pagato e se ne stava pure andando!
Fischiettando.
 
Joseph uscì dal locale soddisfatto; mettere a tacere quel damerino gli aveva fatto tornare il buonumore.
Questo fino a quando il suddetto damerino non lo placcò qualche metro più avanti, facendoli cadere entrambi contro un pilastro in pietra.
Joseph sbatte la guancia sinistra, mentre l’italiano cadde di faccia per terra.
Era una fortuna che non ci fossero molte persone in giro, vedere due ragazzi arrivare alle mani e rincorrersi attorno ad un pilastro non era un gran bello spettacolo.
Ma evidentemente Joseph aveva sottovalutato Caesar, che riuscì a buttarlo a terra, bloccandogli i movimenti sedendosi sopra di lui e tenendo fermi i polsi sopra la sua testa.
 
Solo in quel momento il ragazzo dai capelli biondi vide bene chi fosse il suo avversario; quello sguardo di sfida, dai riflessi del cielo senza nubi, lo disorientò, tanto da lasciarlo senza parole.
 
“Che c'è Ceasarino, la lupa ti ha mangiato la lingua?”
 
Storse il naso al nomignolo.
 
“O forse ti sei innamorato a prima vista di me?”
“Presuntuoso, chi vuoi che si innamori di uno come te?”
“Joseph Joestar, ma gli amici mi chiamano Jojo”
“Non te l’ho chiesto”
“A me andava di dirlo”
 
Se Joseph avesse avuto più pazienza non avrebbe rovesciato un intero piatto di pesce sulla testa di una persona che neanche conosceva.
Se Caesar fosse stato più attento alle sue parole, non si sarebbe dovuto lamentare con il Caso che gli aveva fatto incontrare quel tizio americano.
 
“Per caso ci siamo già visti?”
“Con le donne funziona? No perché questa è davvero un cliché. Aspetta, ci stai provando?”
 
Se Caesar non avesse sorriso notando le orecchie rosse e lo sguardo sconcertato dell’altro, forse Joseph non avrebbe deglutito invano, sentendo un groppo in gola e poi all’altezza del cuore.
 
“Ti piacerebbe”
 
Se Joseph non avesse nominato Roma a quella cena, forse il suo cammino non avrebbe mai incontrato quello di Ceasar Zeppeli, o forse sí, in un’altra situazione, o in un altro contesto.
 
Ci sono cose che non possiamo imputare al caso, semplicemente perché sono destinate ad essere.





 

Dedicata alla mia Polpetta preferita,
Ace of Spades
  
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