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Autore: Rhymesketcher    25/01/2019    3 recensioni
Vernice, come l’arte che sgorga da ogni possibile ferita che l’esistenza puó infliggere; vernice che sgorga come sangue possente e dipinge, anarchica, il grigiore e lo squallore intorno.
Calibro 21: una pistola, una violenza, una follia agli occhi di molti, col calibro dell’inizio e dei solstizi di natura.
In questa raccolta un po’ diversa si parlerà dell’arte e dell’edera di follia che l’ha sempre avvolta; ad ogni capitolo un reietto, un Ulisse degli anni dieci del duemila, in cerca del pulsare della vita. Un elogio alla follia in tutte le sue forme più pure e sgargianti: che feriscano le viscere di chi è morto nell’anima, nella speranza che sgorghi sangue e vernice.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tourette




 

Turpiloquio: 

velo sordo fra me 

E il mio sangue,

che forte sgorga 

Dal mio sentire. 

Ho la pelle d’oca

quasi fa male:

Non riesco a gridare, 

Sento troppo forte

Ogni singolo nervo 

Sotto la punta di freccia

Che mi fa amare. 

E piango acido, 

E sputo veleno,

nettare di fiori, 

Costringendo dentro

le mie malate emozioni. 

 

Vorrei poter di nuovo imparare

L’arte del dolce parlare,

Vorrei sussurrarti canzoni,

Ed invece 

scatto, 

Distruggo 

periodi e parole,

Io 

e la Tourette

della società 

scarto.

 

Vomiterò brandelli di lettere, 

Ogni mio sussulto sarà tuono,

Poesia ogni tetro 

singulto.

 

Diavolo! 

Diavolo! 

 

M’hai cosparso di miele il viso, 

Imbevuto l’orecchio di zucchero, 

Con dolci coperte mi hai protetto, 

E tutto quello che posso è

Uno scatto

Un singulto, 

Distorsione

D’ogni parola che vorrei

Fosse d’amore. 

Ma è scarto, 

Ogni mio scatto, 

Le lettere raccoglie

E le rigurgita, acide,

Come l’urlo 

Spoglie. 

 

Vorrei poter di nuovo imparare

A poter dire 

senza ruggire,

A poter sussurrare 

senza arrancare

A poter impastare versi d’amore, 

E invece 

rammendo schegge,

Cumulo di vetro che mi trafigge

Ed il sangue dal cuore sgorga impazzito

Non come soave fiume

Ma come singulto, 

Schizzo, 

Urlo, 

Un tenebroso e disperato

Grido. 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Il secondo della raccolta è un pazzo nel vero senso della parola. 

Deve essere davvero brutto aver dentro tante cosmiche e non poter parlare, poter far uscire parole mal digerite come scarti... deve essere terribile. Ma anche i tourettici (anche quelli veramente malati non in senso figurato) vogliono esprimere ciò che sentono: che la poesia salvi il mondo! 

 

A presto, 

Rhymesketcher 

 

 

 

 

  
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