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Autore: Lea10052000    26/01/2019    0 recensioni
TRATTA DA UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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LUNEDI 14 MAGGIO 2018
Oggi non sono andato a scuola. Stamattina, come tutte le mattine, la sveglia è suonata alle 07:00. Ho aperto gli occhi e mi sono accorto di vedere dall’occhio destro una patina sfuocata, come un velo. Ho provato a lavarmi la faccia, a mettere un po’ di collirio, ma niente, non passava. Verso le 10 sono andato, accompagnato da mia mamma presso l’ambulatorio del nostro medico di base. La dottoressa mi ha visitato e mi ha stampato un’impegnativa per una prima visita medica oculistica di controllo presso gli ambulatori dell’ospedale di Novara. In mattinata appena tornato a casa, mia sorella mi ha accompagnato in macchina al pronto soccorso dell’ospedale. Sono entrato in pronto soccorso in codice giallo. Il mio occhio vedeva sempre più sfuocato. Entrare in pronto soccorso mi da sempre l’idea di entrare in un grande mercato fra gli odori di tante persone di nazionalità e cultura differenti. L’odore di questo luogo per alcuni è cattivo, per me non tanto. Qui la sera ci sono i senzatetto che chiedono e sperano di avere una branda o nel peggiore dei casi una sedia su cui dormire e alla mattina in una giornata di pioggia come questa cercano riparo, ci sono ragazzi, ragazze, uomini e donne che la notte precedente hanno alzato un po’ il gomito e ora sono ricoverate per accertamenti, ci sono ragazzine e donne violentate, con la paura negli occhi, picchiate e tradite dai propri “amori”. Gente stressata dalla vita, In preda al panico, all'ansia. Ce il paziente che fino alla fine ha scelto di accendere le sue sigarette e ora paga i debiti ai suoi polmoni chiedendo in credito un po' di ossigeno. C'è chi dalla dipendenza da certe sostanze non riesce proprio a liberarsi, chi in pronto soccorso si sente "a casa", chi anche con un infarto in corso vorrebbe andar via un secondo dopo esser entrato. Poi ci sono loro: gli anziani.  Li vedi lì, troppe volte abbandonati a loro stessi, con le ossa quasi cigolanti, consumati dalla vita, urlano e con i loro occhi bui chiedono solo di poter morire per poter raggiungere i propri cari. Ho dovuto aspettare una mezzora circa prima di essere chiamato per una prima visita generale. Il medico mi ha subito fatto fare un Tac e una risonanza magnetica con liquido di contrasto per escludere a priori tumori e malattie gravi al cervello. I risultati arrivati dopo poco tempo hanno avuto tutti esito negativo. Erano già due ore che mi trovavo in pronto soccorso, avevo fame, mi mancava un po’ l’aria. Mi stava venendo un attacco di panico. Io soffro di attacchi di panico da ormai 3 anni e in precedenza sono stato ricoverato per venti giorni in Neuropsichiatria infantile all’ospedale San Gerardo di Monza appunto per questo problema. Sentivo un senso di soffocamento come se qualcosa mi schiacciasse forte sul viso. Sentivo uno strano dolore al petto che mi saliva veloce fino al collo, mi mancava il respiro, il dolore era sempre più forte. I dottori mi avevano inviato nel reparto di Oculistica dell’ospedale per esami specifici all’occhio. Io cercavo di auto controllarmi, ma facevo fatica. In oculistica mi hanno fatto diversi esami alla retina, del campo visivo e ortottici ma nulla, tutto dava esito negativo. I medici che mi hanno visitato hanno riscontrato solo una leggera carenza nei movimenti della parte destra del mio corpo e quindi hanno deciso di ricoverarmi per accertamenti, tenere sotto controllo la situazione e altri esami nei giorni successivi nel reparto di Neurologia. Mi hanno messo in camera doppia con un ragazzo della Guinea che non parlava bene l’italiano, si chiama Bakary e ha una malattia neurologica che non li permette di muovere una gamba. Lui è un Migrante. Lui diceva “Meglio morire in mare che stare in Libia.” “In mare si muore una volta sola, se stai in Libia è come se morissi tutti i giorni”.  Viene dalla Guinea Bissau e ha raggiunto la Libia attraverso il Gambia, quattro settimane di viaggio nel deserto. Era abbastanza simpatico. Sono stato ricoverato con lui per una settimana circa.
   
 
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