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Autore: Redferne    27/01/2019    7 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 56

 

 

 

 

 

HELL' S FANGS (QUINTA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per tutto il tempo della sua breve ma intensissima durata, almeno da punto di vista visivo, Maggie era rimasta a fianco del suo diretto superiore. A guardarsi il tuffo carpiato all'indietro del bersaglio del suo doppio colpo concatenato. Soltanto che, a parte la posa pressoché identica ed egualmente immobile, i due non averebbero potuto avere approccio ed atteggiamento più differente e distante, mentre erano intenti a mirare e rimirare quel volo.

Nel volto e negli occhi di Maggie, a differenza di quelli di Nick, non vi era stupore. Men che meno sconcerto.

SODDISFAZIONE. Questo vi era.

SODDISFAZIONE VERA E PROPRIA.

Se lo doveva essere davvero goduto tutto, quello spettacolo.

TUTTO QUANTO, ED IN PIENO. Ogni singolo istante e millimetro, di quell'acrobazia eseguita dal piccolo fennec. Controvoglia era necessario aggiungere, visto che proprio lei ne era stata l'artefice mediante quella spaventosa CENTRA. Così semplice eppure al contempo così TERRIFICANTE, visti gli effetti.

D'altra parte, come si proclama da sempre...sono sempre le cose SEMPLICI, quelle che FUNZIONANO MEGLIO.

Occorre tornare ALL' ESSENZIALE, nella vita. Alla forma più pura delle cose.

Non aveva staccato gli occhi neanche per un singolo quanto misero secondo, nel frattempo che il corpicino del folletto del deserto attraversava a mezz'aria il furgone per poi schiantarsi di dorso contro l'abitacolo. E precisamente al centro tra l'altro, dividendo con la sua sagoma rattrappita l'intero pannello di controllo in due parti precisamente simmetriche. Se non fosse che il volante e gli indicatori con spie di allarme e di segnalazione annesse situati sul versante sinistro sopraggiunsero in maniera, inopportuna ma invariabile, la perfetta similitudine.

Piombò addosso alle bocchette centrali dell'impianto di climatizzazione anche se, a giudicare dalla sua età e dal relativo valore commerciale sempre ammesso e non concesso che a venderlo ci si potesse ricavare ancora qualcosa, un fossile su quattro ruote del genere doveva essere rimasto fermo ancora ai tempi DELL' ARIA CONDIZIONATA. Quando tale dispositivo NON DOVEVA ESSERE NEMMENO DI SERIE SU TUTTI I MODELLI E LE VERSIONI.

Addosso a quelle ed appena due pali sopra la leva del freno a mano. ROTTA, tra le altre cose. E giusto a mezzo palmo di distanza dalla leva del cambio, costruita più lunga del normale per fare fronte agli inevitabili quanto fastidiosi problemi di distanza causati dalle ridotte dimensioni dell'unico proprietario ed ancor più unico guidatore. Già era un problema da non descriversi, quando spalancava la portiera e doveva salire per prendere posto sul sedile balzando, sgomitando e sgambettando ripetutamente fino ad essere costretto ad ARRAMPICARCISI sopra, letteralmente...

Aveva persino pensato di piantarci due chiodi lungo i lati dell'entrata per poi attaccarci UN SISTEMA DI IMBRAGATURE CON TANTO DI CORDA DA SCALATA, in modo da agevolarsi l'arduo compito.

Tornando a bomba, aveva mancato la cima della leva di un soffio. Con somma gioia della PREMIATA COPPIA DI AMENNICOLI FINALIZZATI A SCOPO RIPRODUTTIVO che si ritrovavano posizionati e che orbitavano attorno alle sue zone intime, che in tal modo avevano evitato pericolose collisioni che potevano comprometterne l'efficacia e la durata nel tempo. Ma il sommo gaudio era tutto di chi li utilizzava senza alcun ritegno. Con chiunque e quantunque, alla prima occasione e mammifera che si dimostrasse disponibile in tal senso.

Si, avrebbe potuto svuotarli ancora per parecchio tempo, con molte e molte decine di femmine in calore e non. Negli anni e nei decenni A VENIRE. E visto l'argomento trattato, sentiva di dire a sé stesso che il termine VENIRE...NON ERA AFFATTO USATO A SPROPOSITO.

Finnick tirò un sospiro di sollievo, mentre si afflosciava fino a cadere nell'intercapedine tra il fondo del sedile ed il reparto pedali. Il primo dotato di tutti i dispositivi atti a regolare l'altezza, l'inclinazione e la distanza dal secondo, formato dalla normale e consueta successione nell'ordine da sinistra verso destra di frizione, freno ed acceleratore. Tutti funzionanti, a differenza di quello azionato a manovella e regolato di tiranti di acciaio.

Erano VIVI. Erano SALVI.

I suoi GIOIELLI DI FAMIGLIA erano INTATTI.

Alla pari dei due agenti, nonché POTENZIALE COPPIETTA, a cui aveva appena salvato la pelle. E la pelliccia. Per non parlare DELLE CHIAPPE.

GRAN BEL PAIO DI CHIAPPE, se si voleva sprecare qualche secondo a buttare un occhio su quelle dell'elemento femminile della coppia prima citata.

Ma forse non era il caso di proseguire con simili pensieri. Aveva già detto e ribadito che non era pane per le sue mascelle. Non spettava al suo muso infilarsi tra quei fianchi snelli, tra quelle cosce sode e tornite e tra quei glutei tondi e polposi, fino a giungere dove la temperatura corporea si faceva sempre più bollente e l'afrore si faceva sempre più inebriante...e PENETRANTE, tanto per restare a tema.

Meglio dare una vigorosa tirata al freno. Ma non a quello MANUALE, visto che era fuori uso.

E visto che si parlava di MANUALE...se gli fosse venuto davvero qualche prurito in merito a quella balda quanto bella ed energica giovincella...beh, non era niente che una bella uscita a cinque con i muscoli interossei della sua mano destra non avrebbe potuto rimediare, per tutte le volte che gli sarebbe occorso.

Funzionava alla grande, e non era affatto da sfigati. Andava all'uopo per tutte quelle che avrebbe voluto tanto SPUPAZZARSI, e su cui non era ancora riuscito a mettere le grinfie. Per destino avverso o per mancanza di pecunia, a seconda dei casi.

Metti quella STRA – GNOCCA SIDERALE DI GAZELLE, tanto per fare un esempio qualunque. Ma mica tanto qualunque.

Una così era irraggiungibile. E infatti col solo pensiero seguito dall'ipotalamo e dalle falangi degli arti superiori sotto dettatura di quest'ultimo...se l'era INGROPPATA tante di quelle volte da aver perso il conto.

Arto superiore destro oppure anche sinistro, col giusto allenamento. Nel caso avesse voluto darsi da solo, oltre che AUTO – SOLLAZZAMENTO ED AUTOSOLLIEVO MOMENTANEI, anche la strana ma piacevole impressione che a fargli quel LAVORETTO DI TAGLIANDO AL VECCHIO ARNESE E COMPAGNO DI BATTAGLIE COL GENTIL SESSO FOSSE UNA ZAMPA CHE NON ERA UNA DELLE SUE. CHE NON APPARTENEVA AL SUO STESSO CORPO.

Doveva essere proprio la serata delle INTERCONNESSIONI SPONTANEE, quella. Infatti, giusto per riconnettersi al discorsetto di prima...quando anche per la procace ragazzona in veste di aiuto – sceriffo sarebbe finalmente giunto il momento di dare il via alla consueta e collaudata sequenza di VIA I VESTITI – LINGUE IN BOCCA – ROTOLARSI E STRUSCIARSI NUDI SOTTO LE LENZUOLA O SU QUALUNQUE ALTRA SUPERFICIE PIANA E LISCIA PRIMA DISPOSIZIONE – METTERSI A GIOCHERELLARE CON QUALUNQUE UMIDO E CALDO PERTUGIO O PROTUBERANZA A PORTATA DI MANO OPPURE DI PIEDE O MAGARI DI LABBRA e così via via, fino al ZING – ZING CON RIPETUTO E REITERATO MOVIMENTO A STANTUFFO SUGGELLATO DA UNA BELLA ERUZIONE FINALE E SPONTANEA...

Quando, o prima o poi, quel fatidico momento sarebbe alfine arrivato pure per lei, perché presto o tardi arriva per tutti e per tutte, o almeno si vuole sperare...beh, la piacevole incombenza sarebbe dovuta toccare a QUALCUN ALTRO. Quando i tempi sarebbero stati finalmente maturi, ed il frutto proibito pronto per essere COLTO. E se il QUALCUN ALTRO in questione, che lui ben conosceva e da una vita, si fosse dimostrato sufficientemente sveglio. ALMENO PER UNA VOLTA, gente. ALMENO PER UNA VOLTA.

Si, dannazione. Il caro Nickybello doveva decidersi proprio a darsela, una buona mossa. DECISAMENTE. Quella pupa gli stava MORENDO DIETRO. LETTERALMENTE.

Ma come diamine faceva a non accorgersene, quel gran pezzo di imbecille?

Ma cosa diavolo era? UN TOSSICO IMBOTTITO A BROMURO, per caso?

Ma non era il caso di essere così precipitosi.

Da che mondo é mondo...é così che funziona, con gli IMBRANATI.

Occorre portar pazienza. E dar loro la giusta corda. Se ci si incaponisce a voler ottenere il risultato prima del tempo e del previsto, strappando il raccolto a forza...esso ti si seccherà tra le mani. E non si rimarrà altro che con un pugno di mosche.

Si sa. Per chi é abituato a vivere di corsa e alla giornata (più che alla giornata, verrebbe da commentare. ALL' ORA. Anzi...AL MINUTO!), un simile atteggiamento ed approccio all'esistenza non può che dare invariabilmente sui nervi. E viene ogni tanto il desiderio ardente di ACCELERARE IL PROCESSO, ogni tanto. A SUON DI CALCI, IMPROPERI E SCHIAFFONI. Almeno i citrulli IN QUESTIONE SI RIPIGLIANO UN POCO.

Eccome, se viene.

Ma...non si può. Semplicemente...non si deve.

Certo, lasciar perdere un bocconcino così delizioso e prelibato (anche se erano GUAI, a dare del bocconcino ad UN' ERBIVORA) non era nel suo stile.

Che spreco, ragazzi. Un GRANDISSIMO SPRECO, per uno che della gratificazione femminile dal punto di vista sessuale ne aveva fatto la sua missione su questa terra. Ed una GRANDISSIMA DISDETTA per la cara NOCCIOLINA, che avrebbe dovuto fare a meno del privilegio di ricevere e condividere la sua abilità amatoria, arrivata a vette di perfezione talmente sublime da poter essere considerata ARTE.

In realtà...era IL SOLO, a considerarla tale. Ma nessuno si era mai fatto avanti a dimostrare il contrario. Così come nessuna se ne era mai lamentata.

Prima di dire che uno é un pessimo scrittore...andate a chiedere ai librai quanto vendono i suoi libri.

Quei due erano fatti l'uno per l'altra, e si vedeva. Anche se i due diretti interessati continuavano a non notarlo, o a non volerlo notare. UNO, in particolare.

Quella fanciulla...era LA PREDA DESIGNATA DEL SUO SOCIO.

Così stavano le cose, tra loro. E sentiva di non avere alcun diritto di mettersi in mezzo. O di guastare la festa imbucandosi senza invito.

Gli amici, quelli VERI...i fratelli, DI SANGUE E NON...i padri, fossero anche solo di tipo PUTATIVO...non fanno così.

NON SI FA.

Gliel'aveva ceduta più che volentieri, perché era ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

Nutrimento succoso e sostanzioso per rimettersi in forze e rialzasi in piedi.

Cibo per il suo corpo. Per il suo cuore. Per la sua ANIMA.

AMORE, semplicemente.

Niente di più, niente di meno.

Ma che si decidesse ad AFFONDARCI I DENTI, però. Magdalene era lì che non aspettava altro.

 

Ma non lo vedi?

E' lì che ti MANGIA con gli occhi, Nick.

E allora...MANGIATELA, per la miseria.

MANGIATELA, mi hai capito?

MANGIATELA. E MANGIAGLIELA.

Muoviti.

E MUOVITI!!

 

E lui, poi?

Che cosa avrebbe fatto, di bello?

No problem, folks.

Giusto per riprendere ancora l'argomento di prima, e per l'ennesima volta...

Il mondo era pieno zeppo di femmine. Pronte a farsi FRULLARE e a FRULLARLO A MORTE.

Tutte le volte che voleva.

Il trito, ritrito ma sempre validissimo discorsetto DELLA BIBLIOTECA.

Perché mai doveva essere obbligato ad acquistare un libro, quando poteva chiederne a prestito quanti ne voleva?

Si pensi alla cara, vecchia BETSABEA, di biblica memoria.

Ma chi glielo aveva fatto fare al boss di tutta quanta la tribù nomade, KING DAVID o come cappero si chiamava...di incaponirsi CON QUELLA? Per quale motivo?

Che ce l'aveva...D' ORO ZECCHINO A VENTIQUATTRO CARATI, per caso?

Oppure...CE L' AVEVA SOLO LEI, in tutto quanto il circondario?

Quello era LO RE. Poteva avere tutte quelle che voleva. E invece...si era fissato di volere solo e soltanto la moglie del suo generale più fidato.

E così ha piantato in piedi una sceneggiata che non finiva più. Distruggendo tre vite, una famiglia e l'intera reputazione agli occhi del suo PRINCIPALE.

Si, perché in quel posto e a quei tempi era un po' come a FURLYWOO.

Senza la D, dopo che lui l'aveva grattata in compagnia del suo compare equino. Ed ex – attore fallito e in disgrazia ormai prossimo a RI – CAVALCARE la cresta dell'onda, grazie al futuro ruolo da protagonista di un film su di un tizio che correva. Questo stando almeno alle ultime BREAKING NEWS sul suo conto. E visto che si parlava di equini...il termine RI – CAVALCARE ci calzava che era un guanto. Ma non di certo quello DI LATTICE MONODITO, per la miseria!

Forse gli conveniva fare un salto da lui, una volta che lì fosse finito tutto.

D'altra parte, si sa...la compagnia di un PERDENTE non piace a nessuno. Ma se i perdenti tornano in testa, giusto per rimanersene in tema di CAVALLI...allora il discorso cambia. E di parecchio, anche.

Già. Proprio come a Furlywoo, volendo tornare all'argomento di prima. Oppure...

COME ALLA DISNEY.

Scazzi un film e ti giochi tutte le quotazioni accumulate in precedenza. Perdendole. E chi sta sopra di te...ti taglia i viveri. E anche qualcosa d'altro.

Bel pezzo di fesso, che era stato.

Ma il PREDONE DALLE LUNGHE LUNGHE ORECCHIE, il FINNICK – THE – GIMMICK che era lì presente...era fatto di tutt'altra pasta e fattura, sissignori.

Non aveva che l'imbarazzo della scelta. Cadevano tutte ai suoi piedi. Facevano la fila, e lì fuori...il codazzo in attesa era BELLO LUNGO, si si.

In quanto ai due piccioncini, che se la sbrigassero tra loro. Evidentemente...dovevano finire col sbatterci la testa per conto proprio, prima di iniziare a capire.

Non c'era da intervenire. C'era solo da attendere. E sperare solo che non ci sarebbe ancora voluto molto. Prima che ciò accadesse. Perché era INEVITABILE, che accadesse.

E quando ciò sarebbe avvenuto, bisognava solo stare all'erta. Ed incrociare tutte quante le dita possibili per augurare che l'urto non risultasse troppo forte e dannoso. O almeno...

Provare ad impedirlo.

Mai essere ingordi, col lato sentimentale e passionale che compone, in concomitanza con quello materiale, la realtà della vita. E nemmeno troppo avventati.

Nè ingordi, né avventati. Né di fretta, né di furia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse, immaginando il male che aveva potuto ricavare il tappetto peloso, non era il caso di essere così maligni. Forse la vice non aveva goduto poi così tanto, a quella vista.

Ok, un minimo sindacale di piacere lo doveva aver provato di sicuro, questo era più che certo. Ma l'azione punitiva che aveva appena intrapreso ai danni del piccoletto non era che una pura e semplice REAZIONE UGUALE E CONTRARIA, come quelle descritte sui tomi di fisica applicata alla voce TERZA LEGGE DELLA DINAMICA.

Una CONSEGUENZA, nulla più. Un' incombenza fastidiosa ma necessaria, dettata dall'ansia di trarsi in salvo, dalla tensione e dalla disperazione. Lei ed il suo capo si erano ritrovati fuori dagli impicci proprio quando ormai non ci speravano praticamente più.

Fastidiosa, necessaria ma al contempo irrinunciabile. Perché in lei scalpitava senza sosta anche l'ardente e cocente volontà di rivalsa immediata. Era stata una RITORSIONE BELLA E BUONA. Anche se un simile termine stride assai se applicato all'operato di un poliziotto.

Aveva voluto ripagarlo con la stessa moneta. Almeno una minuscola parte di tutto il tempo che li aveva lasciati e costretti a star lì rintanati ad attendere, pazientare e soffrire.

Perché quando ci vuole...ci vuole, gente.

E riguardo al SOFFRIRE...indipendentemente al fatto che avesse gradito o meno l'averlo pestato come l'uva, una cosa era di sicuro certa. Non aveva provato il benché minimo senso di colpa, a farlo.

Chissà...magari aveva dedotto che il tipetto non doveva essersi fatto poi questa gran BUA, nonostante non si fosse minimamente trattenuta nell'esecuzione della tecnica...o magari doveva aver pensato che il nanerottolo fosse fatto di FERRO TEMPRATO, sotto a quel suo manto sporco e appiccicaticcio. Dello stesso colore della sabbia e della terra secca e arida che doveva sicuramente contenere tra una ciocca impastata ed un'altra arruffata.

E poi si sa...la MALERBA, l'erbaccia quella veramente OSTINATA E CATTIVA...NON MUORE MAI.

Non fino in fondo, almeno. Per quanto la si possa schiacciare e strappare ed estirpare...viene di nuovo su. VIENE SEMPRE SU. OGNI VOLTA.

“Chiedo scusa, Finn” proclamò la daina mentre piantava il piede destro sulla parte interna del parafango posteriore, ed oltrepassando quest'ultimo con una buona metà dello zoccolo. “Ma sai...era da almeno mezz'ora che volevo tirarti UN BEL PUGNO SUL MUSO. ME LA STAVO FACENDO LETTERALMENTE SOTTO DALLA VOGLIA CHE TU NON NE HAI UN' IDEA. NE GODEVO, ANZI...NE MORIVO, AL PENSIERO. NON NE HAI PROPRIO LA STRAMALEDETTA IDEA, CREDIMI!!”

Rimase un poco costernata, a quelle frasi che aveva appena emesso. Non riusciva davvero a credere di averle dette. Eppure...le aveva dette.

LE AVEVA PROPRIO DETTE, DANNAZIONE.

“Tranquila, muchacha” replicò una voce da dietro la poltroncina di sinistra. “A mi...ME BASTA LA PAROLA. Proprio como la PUBLICITE', la PUBBLECETA' de una muy nota marca de LASSATIVO.”

“No, mio caro Finn” aggiunse secca lei. “E invece ritengo che le parole non bastino, a descrivere il mio stato d'animo. Sono NULLA, al confronto di quel che sto provando. Mi sono sentita come SCIOGLIERE, mentre ti stavo PER SPACCARE LA FACCIA. E' stata...é stata come UNA LIBERAZIONE, te lo giuro.”

“R – really, chica? Tu te dise sul serio?”

“Sul serio. Ma questo é niente, fidati. Il solo desiderio di colpirti e buttarti almeno mezzo metro più avanti MI FACEVA A DIR POCO BAGNAR...”

Si interruppe di colpo, mettendosi una mano sulla bocca ed assumendo un'espressione oltremodo inorridita. Come se si fosse appena resa conto di ciò che aveva appena detto. E come se non potesse credere che un simile e così SCONCIO vocabolo fosse potuto fuoriuscire da lei.

Si girò lentamente, millimetro dopo millimetro con una lentezza terribile e solenne, verso Nick.

Lo guardò. L'espressione della volpe doveva essere attonita ed esterrefatta almeno quanto doveva esserlo la sua.

Probabilmente nemmeno lui doveva riuscire a credere a quel che aveva appena udito. A quel che le aveva appena udito pronunciare.

“M – maggie...”

Solo il suo nome. Disse soltanto quello. Ma in quell'unica parola, in quell'unico diminutivo di sei lettere che nemmeno coincideva col suo nome autentico...c'era TUTTO. E non vi era bisogno di aggiungere nient'altro.

Per i RIMPROVERI occorre poco. Una sola, lapidaria frase accompagnata da uno sguardo giustamente severo vale mille volte di più di tante chiacchiere inutili che si perdono nel vento.

“I – io...” balbettò lei, cercando di giustificarsi.

Impossibile. Non poteva essere.

Non poteva aver detto davvero una cosa del genere. Non VICINO A LUI.

A COLUI...A COLUI CHE...

Che figura.

CHE FIGURA DI M...

“Io...scusate. Scusatemi tutti...” proseguì, preferendo riprendere il discorso piuttosto che proseguire coi precedenti pensieri. “...Io...io non...non so cosa mi sia preso, davvero...i – io...”

“Aah...ninguno problema, BELLEGAMBE.” fece il fennec mentre si aggrappava con entrambe le zampine anteriori alla stoffa del sedile e muoveva convulsamente l'altra coppietta situata qualche palmo più sotto, nel tentativo di guadagnare la cima dell'avamposto di guida. Dava davvero l'idea di essere alle prese con una scalata impervia, o con una spossante sessione di FREE – CLIMBING ESTREMO.

Questione di dimensioni. Ciò che per alcuni mammiferi di grossa taglia e dimensioni rappresenta la norma e poco più di una pura formalità, per altri non altrettanto dotati sia dal punto di vista della stazza e dell'altezza può costituire un GROSSO OSTACOLO. Con fatica improba annessa.

E in effetti sembrava proprio che il tappo stesse facendo un'autentica FATICA DEL DIAVOLO.

Il suo ex – socio, nonché amico sia per la pelle che per la pelliccia, non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo.

Forse Finn non se ne era mai reso conto. O non aveva mai voluto rendersene conto. Ma il mezzo che usava per spostarsi...non é che fosse propriamente adatto a lui. Ci perdeva un mucchio di tempo a salirci sopra e a scendere. Per tacere degli sforzi che era continuamente costretto a compiere, tra un balzo verso l'alto ed uno verso il basso, in alternanza.

Sembrava di vedere un bambino che si ostinava a girare con una bicicletta per adulti, nonostante non toccasse nemmeno terra coi piedi. Certo, bastava pedalare e pedalare fino a prendere il gusto slancio. Ma, ogni volta che ci si ritrovava a doversi fermare, era un autentico disastro. Ad ogni incrocio, stop o semaforo rosso si rischiava di crollare a terra di lato e sfracellarsi.

Anche Nick si era accorto della cosa. Persino lui, e da un bel pezzo. Ma, ovviamente, evitava di farglielo notare. Così come di dargli consigli in merito all'acquisto di qualche altra vettura più consona a lui. Tanto, non avrebbe ascoltato. Ci era fin troppo affezionato, a quel rottame, e non lo avrebbe mai cambiato. Per nulla al mondo.

Era parte di lui, e del suo mondo. Doveva avere a occhio e croce la sua stessa età. Erano cresciuti e venuti grandi INSIEME. Buttati nella discarica lo stesso giorno. Il furgone dal proprietario vecchio, mentre riguardo al proprietario nuovo...doveva essere stato colui, colei o coloro che ce lo avevano in affido o in tutela. O che addirittura lo dovevano aver messo al mondo.

Buttati lì come rifiuti. Come spazzatura. Ma che da lì erano rinati e risorti a nuova vita, fino ad incontrare nel corso del loro peregrinare, ormai già adulti e vaccinati, un piccolo cucciolo di volpe rossa...

“Y comunque” aggiunse il piccoletto mentre aveva ormai guadagnato la sommità della poltrona, con l'espressione esausta ma insieme tronfia di chi appena conquistato una vetta tanto agognata. “Mejo que non la fenisci quella PALABRA, quella parola. Nun sta bién, non sta biene en bocca ad una SENORITA. Ce sta bene en bocca a qualche tipa MUY FOCOSA Y HERMOSA. Tipo UN' ATTRECETTA SPIANTADA DE RED LIGHT MOVIES, de FILMINI ZOZZI A LUCI ROSSE. O ad una PASSEGGIATRICE QUE BATTE SULLA STATALE DE LO LUNGOMARE. E ce sta bene ENSEMBLE, ensieme a QUALCHE COSA D'ALTRO, obviously. Ma non sulle LABIOS, sulle labbra de una cara e brava ragazza como ti. Su quelle...ce vanno bene un altro paras, un altro paio de labbra. A COPRIRLE DE BACI, entende?”

“Oh...” Fece Maggie, stupita.

“Que es, CHIQUITA?” Le domandò il fennec, sghignazzando di gusto. “Quel che te ho dito...TE METTE EN IMBARAZZO, forse? C' MAAAN...es solo UN CUMPLIDO, un complimiento. Pura galanteria.”

“Chi, io? Ma figurati” fece la daina, cercando di riposizionare su sé stessa la grinta. E al volo, anche. “Sappi che ci vuole ben altro, con la qui presente.”

Finnick sorrise ancora di più. Non fu una risata omerica e di pancia, questa volta. Si limitò ad arcuare i neri angoli ai lati ed appena sotto alle proprie guance il più in alto possibile, ed alla massima ampiezza di cui poteva disporre.

Non c'era nulla di sprezzante, questa volta. Ma era un sorriso caldo e sincero, paragonabile a quello effettuato da un amico caro e di lunga data. O di un PAPA' che sbertuccia bonariamente la propria figlia dopo averla vista combinare una marachella ed aver malamente tentato di celarla ai suoi occhi. Senza riuscirvi.

E forse era proprio così che Finn vedeva Maggie. Era come se il rifiuto espresso dalla ragazza contenesse una parziale ammissione alle sue spiritose insinuazioni. E ciò...gliela rendeva ADORABILE.

Già. Era ADORABILE. Nonostante volesse rimanere sempre sintonizzata sull'aria da dura ed in modalità ACCIGLIATA PERENNE.

“Piuttosto, Finn...” buttò li lei, “...non é che SEI TU, quello che é rimasto SCANDALIZZATO, per caso?”

“Naaah, no te preocupe. TUTTO L' OPPOSTO, casomai. C'é el grosso rischio...que esta roba me faccia ECCITARE.”

“Glom.”

Maggie deglutì, a quell'affermazione improvvisa. Non se l'aspettava, davvero. Anche se ormai lo avrebbe dovuto conoscere quanto bastava per capire che, da un individuo simile...era lecito ASPETTARSI DI TUTTO. Eppure...ogni volta RIUSCIVA A SORPRENDERLA.

Ma forse non era il caso di meravigliarsene a quel modo. Dopotutto...era niente di più e niente di meno di quello a cui l'aveva abituata il suo compare di brigata di parecchie spanne più alto e dal manto di fiamma.

Erano proprio UGUALI. Quei due. Identici sputati.

Come PADRE E FIGLIO.

“Senti, senti” gli fece lei, assumendo un'espressione beffarda.“Devo forse iniziare a pensare di AVER FATTO COLPO su qualcuno? SU DI TE IN PARTICOLARE, Finn? Dici che forse é il caso che debba iniziare a GUARDARMI LE SPALLE? Magari NEL TIMORE CHE TU POSSA APPROFITTARE DI ME SRUTTANDO UN ATTIMO DI DEBOLEZZA E DISTRAZIONE? Perché...sappi che NON ACCADRA'. Te lo posso garantire, qui e ora.”

 

Ri – Glom.

 

Anche al fennec era venuto da deglutire, a quelle audaci affermazioni. E lo fece, anche se limitandosi al solo pensiero.

Toccato. TOCCATO IN PIENO, accidenti.

Ma si vedeva COSI' TANTO?

Non che ci fosse qualcosa di strano, in merito...anche perché lui non faceva e nemmeno aveva mai fatto NULLA, per nasconderlo.

Gli piacevano TUTTE. TUTTE QUANTE.E ciò non costituiva certo chissà quale mistero. Però...

Hai capito la tipina?

CIVIDI'.

Proprio Come Volevasi Dimostrare. Anche questa volta.

Anche questa volta...aveva capito tutto. Aveva capito proprio tutto, sul suo conto.

Sotto la brace, all'apparenza nera e grigia, spenta ed inerte...si agitava IL FUOCO.

FUOCO PURO.

AUTENTICA LAVA DI VULCANO ATTIVO.

Proprio come una piccoletta di sua conoscenza.

Proprio come LA PICCOLA JUJU.

Ed era proprio ciò di cui aveva bisogno il caro Nickybello, per darsi una RIPIGLIATA come si deve.

Ed era proprio per questo che non doveva lasciarsela sfuggire, una così.

CHIODO – SCHIACCIA – CHIO – ODO!!

“Beh...pare proprio che per una dannata volta il mio FASCINO FEMMINILE abbia funzionato” continuò lei, ammiccando con malizia. “Ma, a dirla tutta...come prima vittima da mietere speravo in QUALCOSINA DI MEGLIO. Senza offesa, compare.”

Finnick digrignò i denti.

Ecco, appunto.

Bella e pure SFACCIATA. Proprio un gran peccato. Se fosse finita tra le sue zampe...ci avrebbe pensato lui, a riposizionarla prontamente nei ranghi.

Ma non era sua. E non era nemmeno destinata ad esserlo.

ERA DI NICK, punto.

Già il suo socio era di gusti difficili. Tutto al contrario di lui che, invece...era DI BOCCA BUONA. Anzi...BUONISSIMA. E finalmente che una ne aveva trovata, che forse poteva farsela andare a genio...MEGLIO NON LEVARGLI L' OSSO DI BOCCA, nossignore.

Se davvero le cose avessero funzionato, e fossero andate come sarebbero dovute andare e per il verso giusto...in futuro sarebbe toccato a lui. Sarebbe stato suo compito pensare al modo di tenerla a bada, portare i pantaloni in famiglia e non farsi mettere i piedi in testa. E avrebbe avuto senz'altro il suo bel da fare ed il suo bel numero di grattacapi, visto il bel caratterino di lei.

E Nicky era sempre così carino, tenero, affabile e sensibile con le donzelle...

Oh, beh...AFFARACCI SUOI. Chi la piglia se la tiene.

In ogni caso, la cara cerbiatta aveva la chiara tendenza a sopravvalutarsi, e ad esagerare. E, almeno in questo, poteva essere lui a metterci il giusto ripiego. Anche perché...non esiste che MARION PROINSIAS FINNICK si faccia strapazzare in questo modo da una femmina.

Tsk. Si era forse messa in testa di voler GIOCARE COL FUOCO, visto che C'ERANO IN MEZZO?

AFFARE FATTO, PICCOLA. Ma che facesse attenzione a non SCOTTARSI, però.

Perché, giusto che si stava parlando di INCENDI...tra i due anzi, TRE FUOCHI quello che BRUCIAVA DI PIU', CHE AVEVA SEMPRE BRUCIATO PIU' DI QUALUNQUE ALTRO ERA PROPRIO IL SUO.

FIREFOX – VOLPE DI FUOCO che ci muore dietro ad una SQUINZIA?

Che si mette a sbavare per UNA PISCHELLINA CHE HA APPENA SMESSO I DENTI DA LATTE?

Ma non esiste.

NON ESISTE PROPRIO, CAPITO?

Quelle che frequentava di solito...non appena avevano tolto il pannolino NON AVEVANO RIMESSO PIU' NIENTE, SOTTO ALLA GONNA O AL VESTITO.

E se così non era...aveva sempre provveduto a ristabilire il giusto equilibrio e l'esatto ordine delle cose. STRAPPANDOGLI DIRETTAMENTE LE MUTANDE A MORSI E A COLPI DI ZANNE, mentre le sue ditine tozze ma agili si intrufolavano e scivolavano dappertutto, alla ricerca dei punti più sensibili.

Così, giusto per rendere l'idea.

Ma, naturalmente, lo aveva sempre fatto con quelle che erano più che disposte a lasciarglielo fare. E che SAPEVA che glielo avrebbero lasciato fare. Non sia mai, ci mancherebbe.

Tutto si può fare, basta solo che si sia entrambi d'accordo.

Le aveva sempre riconosciute al volo, quelle che ci stavano. Era lampante. Così come era fin troppo lampante che non era questo il caso. La rappresentante della longilinea famiglia dei CERVIDI lì presente non rientrava affatto nella categoria menzionata in precedenza. Ed inoltre, anche se vi fosse appartenuta...non rientrava nei suoi piani, ecco tutto. Più e più volte aveva già espresso il suo parere a sé stesso, in tal proposito.

NON ERA ROBA SUA.

Quella bella figliola teneva appiccicato al suo fondoschiena un bel cartello con su scritto PROPRIETA' PRIVATA AD USO E CONSUMO ESCLUSIVO DI NICHOLAS P. WILDE.

Ed era stato LUI STESSO, a piazzarcelo. Per preparare il terreno alla VENUTA del suo amico.

Ah. VENUTA. Capito il gioco di parole, gente?

E dagli, con quel verbo.

In ogni caso...ciò non gli avrebbe certo impedito di RIMETTERLA AL SUO POSTO.

Doveva darle una bella lezioncina. Le serviva. Ma anche al suo socio serviva, e subito.

Corso accelerato su come SI DOMA UNA PULEDRA SELVAGGIA, in un'unica seduta.

Con sarcasmo al vetriolo e lingua altrettanto tagliente e bruciante.

State a guardare.

“TU DISE?” Commentò lui fissandola, mentre si riaggiustava la mandibola facendo ondeggiare il proprio mento a destra e a sinistra con una mano.

Non appena l'ebbe risistemata, si concesse pure il tempo di soffocare un'impellente risata.

“Pff” le disse con fare ironico e beffardo. Ed anche un filo sprezzante. “FATTO COLPO...SPERAVO DE MEGLIO. There are BIG PALABRAS...PAROLE muy, muy GROSSE, dette da ti. Ma forse...ERES TU, sei tu a NON ESSERE ALLA MIA ALTEZZA. Ce hai piensato prima de HABLAR AL VIENTO, bimba? Prima de parlar POR NADA, per niente, hm?”

“C – cosa?!” Fece lei, incredula.

Era proprio quel che voleva.

 

Bella lì.

Beccati questa, sorella. E in pieno, anche.

Piglia, impacchetta...e porta a casa. E IMPARA, già che ci sei.

Spero tu abbia capito ora, chica.

Vai a stuzzicare LA TIGRE, cara la mia GATTINA...E LEI TI MORDE. Anzi...TI SBRANA PROPRIO.

 

“Oh, beh...” rispose Maggie, allargando entrambe le braccia. “In effetti, a ben pensarci...non crdo proprio di ESSERE ALLA TUA ALTEZZA, Finn. A dirla tutta...Non credo proprio di ARRIVARCI ALLA TUA ALTEZZA, fatte le dovute proporzioni. Difatti...LA SUPERO. E DI GRAN LUNGA, BELLO.”

Il nanerottolo strabuzzò gli occhi.

Oh – oh.

PAM! Di nuovo colpito e affondato.

Peerò. Botta e risposta istantanee. Dopo aver FATTO LE FUSA fino ad adesso...LA MICINA si era decisa ed aveva iniziato a TIRAR FUORI GLI ARTIGLI E A GRAFFIARE. A ben pensarci...era già da un bel pezzo che lo faceva.

Gli piaceva sempre di più. E se continuava su questo tono...avrebbe finito col piacergli ANCORA DI PIU'.

Proprio un bel PEPERINO quella che avrebbe dovuto prendersi in consegna il suo socio, prima o poi. Quasi lo invidiava.

Non era giusto. No, non era proprio giusto. Forse forse...era il caso di RIPENSARCI.

No, invece. Era perfettamente giusto così, invece. Così come era perfettamente inutile fossilizzarsi solamente su una ed una soltanto. Poteva avere tutte quelle che voleva. Ma...lei no.

Loro due...avrebbero dovuto METTERSI ASSIEME. DOVEVANO METTERSI ASSIEME. Però...non poteva fare a meno di dispiacersi per l'occasione mancata. Solo un poco di tempo...e l'avrebbe fatta INNAMORARE. Ma DI NICK, però. NON CERTO DI LUI.

Si. Ci sarebbe senz'altro riuscito. Se non fosse che, almeno per quello...WHOOPS!!

Già fatto.

Aveva già fatto tutto quanto lei, e senza il benché minimo aiuto. Tutto il contrario di quello ben più corposo che avrebbe dovuto fornire al suo ex – complice per suggerirgli di levarsi finalmente quelle due BISTECCHE DI SOIA FORMATO MAXI che aveva deciso di piazzare ventiquattr'ore su ventiquattro sopra alle sue palpebre, a tempo pieno e a orario continuato. E di decidersi a voler capire una volta per tutte come stavano veramente le cose tra loro. Un aspetto, quello, che era di fondamentale quanto vitale importanza. Visto che, almeno fino a prova contraria, certe cosucce per farle ma soprattutto farle BENE e COME SI DEVE di norma bisognerebbe ESSERE IN DUE.

Ma AHIME', AHINOI E PURE AHITUTTI echi più ne ha più ne metta, da quell'orecchio il buon vecchio SLICK “SWEETHEART” NICK dimostrava proprio di non sentirci. Né da quello e neppure dall'altro. O di non VOLERCI SENTIRE, il che era ANCORA PEGGIO.

Ma non gli importava. Finché avevano tempo, e c'era vita...fino a che quelle due avessero risposto sempre PRESENTE al suo APPELLO MATTUTINO, dentro alla classe ci sarebbe sempre stato posto e spazio a sufficienza per ospitare anche la terza ed ultima alunna, nonché loro compagna, che portava il nome di SPERANZA.

SPERANZA. La figlia prediletta di PADRE CORAGGIO e MADRE ILLUSIONE.

Ma, volendo fermarsi a riflettere, anche se solo per un istante...di quella ce n'era fin troppo in abbondanza. Erano le altre due che stavano iniziando a SCARSEGGIARE, piuttosto. E ce ne sarebbe rimasto ben poco di entrambe, se avesse continuato a rimanersene impantanato in quella ridda di considerazioni a dir poco cretine anziché uscirsene fuori. Insieme a quelli che, almeno in teoria, era giunto fino a lì per SALVARE.

Ma era una questione di principio. E di puntiglio.

La verità era che non voleva dare campo e partita vinta a quella piccola SMORFIOSETTA PRESUNTUOSA IN TENUTA DA SBIRRO.

Una PROCACE, AVVENENTE quanto TOSTA, GRINTOSA E DETERMINATA SAPUTELLA SFACCIATA. E al retrogusto di MASCHIACCIO, per giunta.

Era pressoché impossibile non provare ATTRAZIONE e TRASPORTO per una così, stando a come la vedeva lui.

Soltanto quel BABBEO FORMATO COSMICO DI UN' OTTUSA VOLPE ROSSA continuava a rimanersene totalmente IMMUNE e REFRATTARIO a tutto ciò.

Come facesse...solo Dio lo sapeva, oltre a lui.

Se ne stava alla larga da quelle sensazioni, come se si trattassero del PEGGIORE DEI VELENI.

Probabilmente preferiva continuare a struggersi e a macerare nel ricordo della sua amata Carotina, quel gran pezzo di MINCHIONE TARATO che altro non era.

In ogni caso però, tornando alla cara vice sceriffo...non voleva e non poteva in alcun modo cederle il passo. E difatti non lo avrebbe fatto.

Non ci teneva proprio a capitolare davanti ai suoi modi rozzi ma al contempo così AFFASCINANTI, proprio perché così GREZZI.

Strano modo che aveva di mettersi a fare le moine, la bella NUTS. Li si poteva definire una sottospecie di tentativi ABOZZATI quanto MALRIUSCITI. E per la maggior parte eseguiti in maniera totalmente INCONSAPEVOLE, visto che la bambola aveva sicuramente altro per la capoccia che mettersi a SEDURRE, in quel momento. Eppure erano così SUADENTI...

Ma non ci sarebbe cascato.

Nossignore. Assolutamente. Non si sarebbe fatto abbindolare.

Non si sarebbe fatto menare per il naso. Ad ogni costo e nemmeno per tutto quanto l'oro di questo stramaledetto mondo, fossero anche andati a prenderglielo tirandolo fuori a mani nude dalle budella stesse del pianeta fino a prosciugarlo completamente. Anzi...

Gliel'avrebbe fatta vedere. Gliel'avrebbe fatta vedere eccome.

FATTA VEDERE, eh. Non FATTO VEDERE. Sia ben chiaro.

Era un'incombenza che sarebbe toccata AD UN ALTRO. Ad un altro a cui gliel'avrebbe lasciata più che volentieri. Sia l'incombenza che...insomma, ci si era capiti.

Quel compito spettava al suo ragazzo. Al suo caro e bravo ragazzo. Che un giorno, in futuro...e magari in un futuro non troppo lontanto, sarebbe diventato IL SUO RAGAZZO.

SUO nel senso DI LEI, questa volta. S'intende.

Non voleva certo mettersi a rubare I PIACERI ALTRUI.

Gran bella tempra però, quella GIUMENTA. Anche se...il loro confronto verbale era restava paragonabile a quello di una FEROCE TIGRE contro una GATTINA SPAURITA. Non c'era proprio partita. E iniziava a non esserci nemmeno più gusto.

Voleva alzare a tutti i costi il tiro e la posta? Bene, benissimo. Ma che poi non gli venisse a dire che non l'aveva avvertita. E che non sapesse a cosa andava incontro, a volerlo provocare.

“TU L' AS ENTENDU. Lo hai sentito benissimo quel che te ho appena detto, MA PETITTE ET DOUX FALINE. Non fare finta de ignorarme, como tuo solito. TU SABES, lo sai que non lo sopporto. Y DEPUIS...non sei capace de mentire. Né de mentirme. Tu es TRASPARENTE COMO L' AGUA, come l'acqua. Tu no es capace de fingere. Y non sai mascherare le emozioni, como UN ZORRO. Como facciamo NOI. Tu es muy brava y capace. But...tu no has ancora emparado l'ultimo ensegnamiento. Tu tienes ancora mucho cosas, da apprendere. Sei, por dirla alla mi manera...ALLE BASI DELLE BASI. Al momiento...tu es como UN LIBRO APERTO, por el sottoscritto.”

“C – c he...che cosa i – intendi dire, scusa?”

Fantastico. Che ASSIST, che gli aveva appena SCODELLATO. Davvero impagabile.

Ora non restava che BUTTARLA IN RETE.

Sembrava proprio che su quel grosso pallone da FOOTBALL che fluttuava a mezz'aria, proprio davanti alla sua fronte, e che era in procinto di colpire vi fosse scritto in pennarello e a caratteri cubitali la parola SPINGIMI.

Spingimi dentro, mio goleador.

Sbattimi in rete, o mio bomber.

Sbattimi, campione.

SBATTIMI.

Sbattimi. Con lui sempre lì' si tornava, volenti o nolenti.

“Sai, tesoro...” le confidò, “...le novelline alle PRIMEROS ARMAS, alle prime armi como ti, como te...en genere tendono a lasarme indiffierente. Non me dicono nulla, y le considero MENO DE SYPHR. MENO DE ZERO, belloccia. SERIOUSLY, sul serio...le prime volte NON CE CAPISCI NADA DE NADA, credi a me. SEI FUORI COMO UN BALCONE. ENTERAMIENTE LOCO DE CABEZA, TE LO GIURO SU DIO O CHI POR ESSO. Quel che te para a ti. Xe indentico. Non avete LA BENCHE' MINIMA IDEA DE QUEL CHE STATE FACIENDO, Y SE POI QUALCUNO SE ESIBISCE EN QUALCHE NUMERO UN POCO ARDITO O AZZARDATO...RISCHIA DE CAUSARVE SERI DANNI A LLA PSICHE Y ALL' AUTOSTIMA. Facendove sientire un viero ESCARTO TOTALE, o giù de lì. Ma se tu avessi modo de farte UN GIRO DE GIOSTRA CON MIGO, Y DE CONOSCERME VIERAMENTE MA VIERAMENTE A FONDO...capiresti que NON ESISTE ALTRO MEGLIO, ALL'INFUORI DE ME.”

La vice spalancò la bocca per o stupore.

“T – tu!!” Esclamò, incredula. “M – ma c – come...c – come t – ti...”

“ES ACCUSSI' QUE STANNO LAS COSAS, pupa. Così stanno le cose. NINGUNO NINO, nessun RAGAZZOTTO IMPLUME ED IMBERBE AL MONDO POTRA' MAI AVERE LA MIA ESPERIENZA. Proprio como L' ALTISSIMO. QUALUNQUE ESSO SIA EN CUI TU DECIDI DE CREDERE. Una volta che me provi...NON NE AVRAI UN ALTRO, ALL'INFUORI DE ME. Sai como se dice: IF YOU EAT BY FINNICK'S SNACK....NEVER GO BACK!! AHR, AHR, AHR!! DO YOU WANNA ENJOY THAL MEAL, BABE?”

Maggie non disse più nulla. Zittita completamente da quelle grossolane sparate. Dette in un contesto totalmente fuori luogo, oltretutto. E anche fuori tempo massimo, tra non molto. Ma, in tutta sincerità...l'idea della fine imminente avrebbe forse fatto sentire in obbligo il tappo di doverla smettere con quelle idiozie?

Ma assolutamente no, ovvio.

“Cerchiamo il sublime por todo el resto della nostra enutile vida” buttò in calce, a corollario del delirante sermone appena esposto. “Ma...L' EXCELSIOR, L' EN PLUS EN ALTO, llamalo como tu crees...L' EXELLENCIA già existe, ZUCCHERO. L'hanno già creata. E poi...GLIE HANNO MESO EL MI NOMBRE, il mio nome. IO LI HO OBBLIGATI A FARLO. ENTRAMBE LAS COSAS. DOPO AVERLI PRESI POR EL COLLO TUTTI QUANTI CHE ERANO Y HABER STRIZZATO FORTE FORTE. Como ACHILLES, EL PIE' VELOCE, capish? Yo, a differenza de lui...non me sono accontentato de scegliere tra un' existenzia lunga oppure una gloriosa. HO SIEMPRE VOLUTO TUTT'E DOS. TUTTE E DUE. E LE HO AVUTE.”

“Ma no te preocupe” la rassicurò prontamente un attimo dopo, vedendo lo sconcerto e lo sconforto disegnarsi sul suo giovine musetto. “DICT INTER NOS...detto tra noi, anca e L' INTERESSATO ES EN ASCOLTO...no tiengo voja de jogar ai sequel de LA LICEALE CE STA COL PROFESSORE o LA RIPETENTE FA L' OCCHIETTO AL PRESIDE. Rién a faire. Niente da fare. Ma...POR EL MI FIGLIOCCIO ANDRAI PIU' QUE BENE.”

“Und VISA – VERSA. Y LUI POR TI” Ammiccò infine, rivolgendosi a lei con fare e tono oltremodo smielati. “Viceversa, nin zo se me spiego. Anca lu, el mi PEQUENO ZORRITO CHARLATAN, va muy bien por tigo. C'est l'ideal, por toi. Bien sur.”

Poi estese l'indice della mano destra e, al contempo, allungò verso l'alto il pollice appena sopra. Stava mimando rispettivamente la canna ed il cane di una vecchia arma da fuoco a tamburo. Puntò quindi l'immaginaria pistola verso Nick.

“TCH!! TCH!! TCHH!!”

Si esibì in un triplice schiocco della lingua a denti serrati, accompagnando ogni verso con un occhiolino.

La volpe non fece una piega. Forse non aveva sentito. O magari, giusto per restare fedele alla propria condotta neutrale espressa fino ad ora...AVEVA FATTO FINTA DI NON SENTIRE.

NON AVEVA VOLUTO SENTIRE NULLA.

Mai cambiare le proprie abitudini, del resto. Nemmeno quelle più BALORDE.

Vi fu un istante di silenzio, rotto solo dal crepitare sinistro e sommesso delle fiamme, che comunque sembravano essere calate di intensità. Evidentemente, anche loro non stavano trovando più nient'altro da bruciare.

Vedendo che nessuno più parlava, Maggie decise di dare il suo decisivo apporto e contributo a sciogliere quell'impasse.

“O – ok” fece, rivolgendosi a Finn. “E comunque...nessun rancore, da parte mia. Sia ben chiaro. Né per il ritardo, né per le parole. E...nemmeno da parte tua, mi auguro. Neanche...neanche per il pungo che ti rifilato prima, spero.”

“Chi, moi?” Domandò l'altro. “Ma va là, figurati. Non potrei mai avercela con UNA DE VOI. Con una GENTIL PULZELLA? Aaah. Bazzecole. Lo sapete que VE AMO TUTTE. Fatemi pure TODO EL MAL, tutto il male que ve pare y piace. Yo soy aqui APPOSTA!! A mi me piase UN POCO VIOLENTO. SIN UN POCO DE SLAPS, sienza un poco de sberle y de botte ad un aggiungiere un POCO DE PEPE ad insaporire la minestra del rapporto? Anzi: visto que già ce siamo, y giusto por enformare el mi socio sulle tue preferienze...a ti te gustano I PUGNI SULLE RENI, DA DIETRO?”

“I – IO...C – COSA?!”

“Never mind. Lassa perdere. Tornando a prima...tranquila. ESTAY MANZA. CAMOMILLATE. Nun te stressare. Y depuis, y poi, a volerla dir tutta...sappi que me hai fatto pure un favore.”

Detto questo, il fennec si infilò l'ex mano tramutata fino ad un attimo fa in pistola in bocca. E, una volta che essa vi fu completamente dentro, iniziò ad armeggiare.

La daina lo guardava perplessa. Sembrava stesse cercando qualcosa nel suo stesso palato.

“Un ahhimo holo...” le fece lui, farfugliando a fauci mezze spalancate. “Hanchoha hun mhomenfho...dai he hi hiamooohh...ehho fahho.”

Dopo che ebbe rovistato per un altro po' nel suo palato, si poté udire un rumore secco, simile a quello del tappo di una bottiglia di spumante che viene fatto saltare in concomitanza del termine del countdown dell'ultimo dell'anno, prima di versarne il frizzante contenuto insieme alle bollicine nelle apposite coppe e dare il via al consueto e rituale brindisi con scambio di auguri.

“Aaah!!” Esclamò il tappo, visibilmente sollevato, con l'espressione di chi era finalmente riuscito a scovare un prezioso tesoro a lungo cercato. “Et voila'!!”

Si decise a tirare fuori le dita dalle bocca e lanciò quel che aveva appena trovato.

L'oggetto finì sul pavimento di legno mezzo annerito e bruciacchiato e si fece la sua bella sfilza di rotolare sopra di esso, prima di mostrare agli astanti che cosa fosse in realtà.

Un dente.

Un PREMOLARE DELL' ARCATA SUPERIORE, mezzo opacizzato ed ingiallito dalla placca e con una striscia di tartaro alla base. Uno degli angoli era mezzo smangiato e consumato da una macchia nerastra.

“Do you see?” le chiese il fennec. “Era CARIATO. Esto HIJO DE PUTA me dava siempre un sacco de problemi quando mangiavo o bevevo della roba fredda. Y pure calda. No es una pierdita su cui ce piangerò sopra lacrime amare.”

“Io...oh, beh...” si schermì la daina. “Se la metti così...”

Si bloccarono, e smisero di colpo. Lei di parlare e lui di ascoltare. E tutti e due di guardare il cimelio caduto, reduce di tante mangiate e morsicate.

Un nuovo rumore. Anzi...una serie di rumori.

CLAP – CLAP.

Lo schianto ripetuto ed insistito di palme aperte, che si abbattevano con decisione l'una contro l'altra e proprio nel loro mezzo.

Qualcuno li stava applaudendo, e quel qualcuno era...

ERA NICK.

Certo che era lui, si poteva aggiungere. Chi altro vi poteva essere lì dentro, oltre a loro?

Ma, nonostante l'ovvietà della scoperta...i suoi compagni rimasero sorpresi lo stesso. Perché si, sembrava davvero che stesse omaggiando la loro performance. Ma, a giudicare dal sarcasmo contenuto in quel gesto e dalla sua espressione severa...era fin troppo chiaro che le cose non stessero PER NIENTE COSI'.

No, non pareva affatto contento di ciò a cui aveva appena assistito.

“I miei complimenti, Finn” disse, battendo di nuovo le mani. “Davvero una prova da attore consumato.”

L'altro, per tutta risposta, si esibì in un perfetto inchino in avanti e ad angolo di novanta gradi.

“Vale anche per te, agente Thompson” aggiunse poi la volpe, guardando la propria vice dritta dritta negli occhi. “Mi meraviglio di te. E poi eri tu quella che sosteneva di DETESTARE CON TUTTE LE SUE FORZE certi SQUALLIDI SIPARIETTI...per essere una che odia certe PATETICHE SCENEGGIATE, hai dato vita ad una PANTOMIMA MICA MALE. E direi che avevi tutta l'aria di DIVERTIRTI PARECCHIO, pure. Tu che dici...SBAGLIO, forse?”

“E – ecco...i – io...” rispose lei, che nel frattempo non sapeva più da che parte voltarsi per evitare lo sguardo inquisitore del suo superiore.

“...M – mi sa...mi sa che HAI RAGIONE, Nick.” ammise subito dopo, mortificata. “Ti chiedo scusa.”

“Por que, socio?” chiese il fennec, dalla parte opposta alla loro. “Tu dici che abbiamo esagerato, forse?”

“Ma, non ne ho idea...” rispose lo sceriffo. “Tu come la vedi, piuttosto? Giusto per ritirare in ballo il tuo discorsetto di prima sullo SFONDARE LA QUARTA PARETE...se io fossi IL PUBBLICO DALL' ALTRA PARTE DELLO SCHERMO, o almeno una cospicua fetta, avrei già alzato il sedere dalla poltrona ed avrei già levato le tende da un bel pezzo. Dopo AVER PRESO E LANCIATO TUTTI I POP – CORN VERSO LO SCHERMO FINO AD INONDARE IL PALCO, come minimo. E...ah si, quasi mi dimenticavo. E mentre uscivo...AVREI DATO FUOCO ALL'INTERO CINEMA PRIMA DI ANDARMENE, già che c'ero. Non so voi...ma il qui presente NE HA DAVVERO ABBASTANZA, adesso.”
“Hmm...me sa que hai ragione, socio.” puntualizzò Finnick. “Sarà meglio metterse un poquito de JALAPENOS al PICHICHI AGUJERO, al BUCHO DE CU...”

“Eecco, bravo” lo interruppe Nick. “E adesso spicciati.”

Questa volta il piccoletto dalle grandi orecchie non se lo fece ripetere due volte. Si rimise seduto ed in posizione frontale rispetto al cruscotto con la mano sinistra ad ore dieci sul volante, e con l'altra pronta scattare verso la chiavetta di accensione per ruotarla.

“CHECK DONE!! EMPOWER YOUR ENGINES!!” Urlò. “READY TO START!! Y AHORA...ADELANTE!! VAMONOS, COMPANEROS!! VAMONOS, VAMONOS!! VAVAVUUMAAHH, GRINGOS!!”

“E muoviti anche anche tu.” disse la volpe un attimo dopo, rivolgendosi alla sua collega.

“I – io...o – ok, Nick. A – agli ordini.”

“Salta su, forza.”

Anche con lei non vi fu bisogno di aggiungere altro. Obbedì prontamente, decidendosi finalmente a spingere col piede e a completare la manovra che aveva piantato a metà. Da un bel pezzo, a voler essere sinceri.

Nick la seguì al volo e lei, prima di issarsi completamente sul veicolo, volle concedersi ancora un secondo per guardarlo mentre saliva a sua volta.

Ma non vi fu traccia di risentimento per il rimprovero appena subito, in quel gesto. E nemmeno sulla sua faccia. Lo sanno anche i sassi che i richiami danno sempre un gran fastidio e possono fare male, anche se si é pienamente d'accordo con chi ci sta sgridando. O quest'ultimo lo sta facendo per il nostro bene oppure ne é pienamente convinto di ciò, almeno stando a quanto afferma.

Nick aveva pienamente ragione. Aveva avuto tutte le ragioni, per fare così. E poi era il suo capo. E gli ordini del proprio capo non si discutono. Si ESEGUONO, e basta. Oppure...se proprio lo si vuol fare...NON SI DEVE MAI MANCARE PRIMA DI ESEGUIRLI, PRIMA DI METTERSI A DISCUTERE.

Le costava una gran fatica ammetterlo. Ma...in ogni caso, non ce l'aveva con lui.

Come spiegato in precedenza...non provava alcun tipo di collera, nei suoi confronti. Piuttosto, si trattava di...

DI AMMIRAZIONE.

Si. Lo ammirava. Ecco la verità.

Quella volpe, Nick...IL SUO NICK, aveva semplicemente fatto ciò che era stato chiamato a fare. Aveva...aveva RISPETTATO IL SUO RUOLO, tutto qui. E al contempo...

Al contempo si era fatto rispettare. Tutto qui. Perché...

Perché era IL COMANDANTE, ecco perché.

Era lui LA MASSIMA AUTORITA'. In quel posto ed in quel paese. Toccava a lui ristabilire l'ordine, serrare i ranghi e riunire le fila.

Era...era SUO PRECISO DOVERE.

E lui...lui lo aveva fatto, senza esitazioni di sorta. E senza battere ciglio.

Con poche e semplici parole. Ma dal significato fin troppo chiaro e palese.

 

Basta così, ragazzi.

BASTA GIOCARE.

MI SONO SPIEGATO?!

 

Si era spiegato eccome.

None aveva deluso, né disilluso le attese. LE SUE ATTESE.

Ringraziò in cuor suo il cielo di avere un capitano così.

Nick sembrò intuire ciò che provava, mentre il suo viso incrociava ancora una volta quello di lei. E sorrise.

Ma dentro di lui, senza lasciar trapelare nulla dal punto di vista esteriore.

Come al solito, del resto.

Mai cambiare le proprie abitudini, dice il saggio.

Nemmeno LE PIU' BALORDE.

Ma questo il saggio non lo dice. E nemmeno lo pensa.

Perché NON E' AFFATTO DA SAGGI, fare così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick e Maggie si gettarono di slancio all'interno del vano posteriore e, non appena vi furono sopra, si misero ad avanzare rapidamente per raggiungere il loro strampalato salvatore il più in fretta possibile e prendere posto accanto a lui.

Fu allora, mentre i due procedevano fianco a fianco un passo dopo l'altro, che la vice se ne accorse.

Vuoto. Completamente vuoto. Quel posto non le era mai sembrato così tanto pulito ed ordinato.

Non c'era più nulla. La discarica di rifiuti tossici che lo adornava e che faceva sfoggio non appena si aprivano anche di poco i portelloni, ammorbando il naso dell'incauto ed avventato visitatore col suo truce olezzo...era sparita completamente.

Non se lo ricordava così. Non tutte le volte che aveva avuto l'occasione di buttarci dentro un occhio, anche solo per un istante e di pura sfuggita. Compresa l'ultima che, ad occhio e croce e se la memoria non la buggerava, non doveva essere avvenuta che poche ore addietro, nel tardo pomeriggio.

Possibile che Finn avesse provveduto a ripulire tutto quanto?

Non era da lui. Non era proprio il tipo da compiere simili mestieri, se non dietro lauto compenso e pagamento anticipato. Tipo quando faceva il collaboratore domestico ad ore e a tempo perso proprio dentro la centrale. Proprio quella che era in procinto di finire in cenere proprio davanti ai loro occhi.

No, non era proprio da lui. E allora, quando lo aveva fatto?

Aveva forse risistemato e sgomberato tutto prima di precipitarsi in loro soccorso?

Naah. Impossibile.

Non vi erano che due spiegazioni. Anzi...tre, a voler fare i precisini.

O quel tale era dotato di poteri magici e li aveva fatti volatilizzare in un sol colpo...oppure possedeva delle ABILITA' MUTANTI.

Un gene anomalo. Un FATTORE X.

Che avesse davvero i superpoteri? Magari aveva davvero incenerito tutto quel gran mucchio di spazzatura fetida LANCIANDO SCARICHE ENERGETICHE DALLE PUPILLE?

Oh, ma andiamo. Finn che SPUTA RAGGI LASER O GAMMA DAGLI OCCHI, come UN ROBOTTONE GIGANTE DEI CARTONI ANIMATI?

Non esiste. Non può essere. Non lo aveva mai fatto.

Già. Non lo aveva mai fatto. Almen FINO AD ORA.

Ed il fatto che non lo avesse mai fatto, giuochetto idiota di parole a parte...non significava che NON POTESSE IN GRADO DI FARLO, SE SOLO LO AVESSE VOLUTO.

Ormai lo aveva imparato. Da un tipo simile...bisogna ASPETTARSI DI TUTTO.

Lasciare da parte le idee preconcette. Ed essere pronti a qualsiasi cosa ed ad ogni evenienza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finn tenette la chiave in posizione di accensione per due secondi netti.

Perché lo facesse, comunque, restava un vero mistero visto che il motore con cui aveva a che fare ogni santo giorno non aveva certo una valvola da iniezione da far scaldare. Era un vecchio diesel, costruito all'epoca in cui simili dispositivi non esistevano. Ma nemmeno nella testa di chi progettava automobili.

Poi, una buona volta, si decise a compiere finalmente quel quartino di giro in avanti necessario a farlo entrare in funzione.

Ma non vi fu quel tipico, breve ruggito di risposta di motore che si accende. Quello che di solito ci si aspetta in casi come questo. Il motorino di avviamento si limitò a continuare ad arrotare su sé stesso, come in preda ad un eccesso di singulti.

“E andiamo” gli inveì dietro. “Nun me cedere proprio adesso, eh! Non me la fare, questa carognata...”

“Provò di nuovo. Niente. Riprovò ancora, e ricominciò con la stessa solfa.

“Ma che succede?” gli chiese Nick balzando sul posto a fianco, mentre Maggie tornava indietro e provvedeva ai portelloni posteriori che avevano incautamente dimenticato di chiudere.

“Niente, niente” fece il fennec. “It's ok. It's all right!! E' tutto a posto!!”

Mollò due vigorosi pugni nella zona tra volante e cruscotto.

“Avanti, vecchio bidone!!” Ringhiò. “Avanti!! Muoviti, o giuro que te DISINTEGRO!! Lo giuro sull'anima persa de QUEL VECCHIO TRATTORE MARCIO Y PIENO DE CROSTE ARRUGGINITE DE TU PADRE, CAPITO!! “

E per farsi meglio intendere, tirò un'altra sequela di mazzate infarcita di imprecazioni e bestemmie assortite.

“TEUFEL!! GRUSS GOTT!! GRUSS SCHWEINEGOTT UND HEILIGER HRIST!! Y LO GIURO E SPERGIURO ANCHE SULL'ANIMA DE QUELLA JINETERA DE LA TU MADRE!! QUEL CARGO DA RIMORCHIO COLMO ZEPPO Y STRAPIENO DE LETAME MESCOLATOA PISC...”

Doveva trattarsi di DIALETTO ASSIRO – BABILONESE, senza alcun dubbio. Ma non vi fu bisogno di completare la frase, per la salvezza e la benedizione delle orecchie di chi si trovava all'ascolto.

Bastarono un altro paio di cazzotti ben assestati mentre terminava l'invettiva a convincere finalmente il motore a voler collaborare. Quest'ultimo cominciò a tossicchiare, raschiare e sputacchiare emettendo una serie di cacofonie da sotto i pedali e in zona cofano. Segnale più che inequivocabile che si era decisamente messo in moto.

“Ah, GUT!! GUT KINDER, bravo figliolo” Esclamò soddisfatto Finnick, mettendosi a ghignare di gusto per il risultato appena ottenuto. “Con le buone maniere...no, cioé, dico...non é que uno se deve mettere a DAR EN ESCANDESCIENZE Y A PRENDER A CALCI IN DEL SEDERE TUTTI QUELLI CHE GLIE CAPITANO A TIRO, NO?”

“Finn...” lo richiamò Nick, dandogli da intendere con un gesto che non era proprio il caso di indugiare oltre. Né di perdere altro tempo. Ma non servì a nulla.

Il tappo fece una carezza sulla sommità lievemente sporgente del copriquadro che sormontava la lastra trasparente di plexiglas posta a protezione di tachimetri, spie ed indicatori vari. Che ondeggiavano, si accendevano e si spegnevano come in una danza impazzita, indipendentemente dal fatto che il comando ad essi associato fosse effettivamente attivo. O l'anomalia segnata presente.

Tsk. Pure i segnalatori erano andati. Veniva proprio da chiedersi come facesse a capire quando era il momento di fare...no, di RUBARE il carburante dai distributori automatizzati, zompando ripetutamente sopra i condotti delle pompe, per generare pressione e richiamare fuori il liquido. O dagli altri mezzi, infilando un tubo di gomma nel collettore per poi aspirare e svuotare il serbatoio sfruttando l'effetto del forte risucchio.

“Cooosì, tesoro” disse dolcemente. “Braaava la mia COLOMBELLA...ma domani mettiamo un bel paio DE SUPPOSTINE y un poquito de POMATA, che agg'visto 'cca tu tienes el TUBO DE SCAPPAMENTO TODO ENROJECIDO, TUTTO ARROSSATO, e...”

“FINN!!” Gli gridò la volpe nell'enorme padiglione auricolare destro, dopo averglielo afferrato ed alzato con una mano. “BASTA COSI'!! E PARTI, PER L' AMOR DI DIO!!”

Il diretto interessato di quell'invocazione chiuse di riflesso l'occhio corrispondente ed associato, mentre sul muso gli compariva una smorfia di evidente fastidio.

“Grr...e va bene, e va bene!!” Gli fece. “Yo haber comprendido, socio!! No ghe besogno mica de metterese ad urlare como una MARIQUITA, como una femminuccia!!”

Ingranò la marcia e premette a tavoletta.

“TUUUTTI IN CARROZZAAA!!” Annunciò, trionfante. “SEEEE...PAAARTEEEEE!!”

Con un fragoroso stridio di ruote il furgone fuoriuscì dalla parete. Nello stesso punto dal quale aveva fatto il suo ingresso in precedenza ma dal davanti, questa volta. Gettando nel transito pezzi di assi e di liste di legno infuocate e semicarbonizzate tutt'intorno. Si fece qualche buon metro di manto erboso inframezzato dal marciapiede circostante e poi, con una brusca sterzata verso destra, si mise in strada partendo a spron battuto.

YOOH – HOOOHH!!” Gridò il fennec alzando il braccio sinistro e mettendolo fuori dal finestrino chiuso a pugno, mentre con l'altro reggeva il volante. Ma, a giudicare da quelle parole...forse riteneva di aver a che fare più col TIMONE DI UNA NAVE. Una nave di PIRATI, a voler fare i precisi.

“AHR, AHR!! FORZA, MARMAGLIA DI UNA CIURMA!!” Gridò, senza staccare gli occhi dal davanti. “ISSATE LE VELE!! SERRATE I BOCCAPORTI!! MOLLATE GLI ORMEGGI!! SLEGATE IL PAPPAFICO!! SBROGLIATE LE GOMENE E CAZZATE LE RANDE!!”

“Ma soprattutto...” bisbigliò avvicinandosi a Nick con una delle sue zampine anteriori a coprire la bocca, “...recuerdateve de eseguire siempre i miei ordini! Specie quando ve dico...CAZZATE!! AHR, AHR, AHR!!”

“AHR, AHR, AHR!! L' A TE PIASUDA, ESTA?!” Chiese, senza smettere di sghignazzare smodatamente.

La volpe non rispose. Piuttosto si girò a vedere che stava combinando Maggie, visto che avrebbe già dovuto fare ritorno e prendere posto a sua volta. Ed invece era ancora là, con la faccia piazzata ad altezza della finestrella quadrata dell'oblò posteriore sinistro e lo sguardo fisso su quel che stava succedendo la fuori.

E ne aveva ben motivo, di non voler schiodare per nessun motivo da lì.

Non appena si furono allontanati vide uno spettacolo a dir poco impressionante.

Ciò che rimaneva della stazione di polizia dove aveva lavorato per tanti anni stava miseramente crollando, divorato dalle fiamme. E la rocambolesca entrata in scena di Finn col suo trabiccolo sul quale ora stavano viaggiando aveva fatto il resto, dando l'assalto con conseguente botta finale.

E adesso l'intera struttura stava implodendo, afflosciandosi ed accartocciandosi su sé stessa come una costruzione gigante di mattoncini o un castello di carte altrettanto enorme, a cui avessero improvvisamente tolto un pezzo o una carta portante.

Ma non era tutto. Perché, da che mondo é mondo...ogni tradizione di malaugurio che si rispetti invariabilmente prevede che le disgrazie, per quanto gravi, non giungano mai da sole. Ma pure male accompagnate da illustri ed egualmente incarognite colleghe.

I cinque pick – up neri come la notte dei loro misteriosi quanto ignoti assalitori erano partiti al loro inseguimento non appena si erano allontanati dalla zona dell'incendio. E adesso li stavano tallonando, rimanendosene alla larga quel tanto che bastava per tenerli d'occhio ma al contempo impedirgli di mettere troppa distanza. Quella adeguata a poterli seminare e quindi fuggire.

Era strano. Molto, molto strano.

Avevano fatto tutto in maniera fin troppo fulminea. Sembrava quasi che avessero già pronto un piano di riserva, nel caso fossero riusciti ad uscire indenni da quella trappola di fuoco. Anzi...

Sembrava che SE L' ASPETTASERO, ecco la verità.

Lo sapevano, quei maledetti. Lo sapevano benissimo che ne sarebbero venuti fuori SANI E SALVI, in una maniera o nell'altra. Il che...

Il che stava a significare una cosa, Per quanto fosse incredibile.

Significava che era stata tutta quanta una MESSA IN SCENA.

 

Che la trappola, QUELLA VERA...non era ancora scattata.

LA VERA TRAPPOLA DOVEVA ANCORA SCATTARE.

Era una sensazione a dir poco inquietante, ma chiarissima.

IL PEGGIO DOVEVA ANCORA ARRIVARE.

Ma cos'altro avevano in mente, quelli?

Cos'altro volevano fare? COS' ALTRO GLI AVREBBERO FATTO?!

Non poteva saperlo. Nessuno poteva saperlo.

Non si può sapere cosa frulla nella testa dei pazzi. Mai. Così come non si può riuscire a prevedere cosa faranno.

Non esiste alcun tipo di difesa valida, contro gente così. Perché la mente di una persona normale non può spingesi fin dove arriva la loro follia.

Sono confini che non andrebbero mai oltrepassati. Perché una volta superati, ci si spinge ogni volta sempre un po' più in là. Fino a tracciarne di nuovi. Fino a farli diventare lontanissimi. Per poi incidere un solco, una linea in un posto talmente remoto che una volta che lo si raggiunge...non si può più fare ritorno. In tutti i sensi.

Non si torna più come prima. Non si torna più QUELLI DI PRIMA.

Ma non é detto che non si possa TENTARE, però.

Certo, il rischio é alto. Ma basta saperlo ACCETTARE. Ed essere PRONTI A TUTTO E AD OGNI EVENIENZA.

Anche Nick pensava e sentiva uguale, in quel momento. E non aveva affatto bisogno di mettersi vicino a lei a spiare dal vetro.

Aveva riflettuto sulle stesse cose. E tratto le medesime conclusioni mentre osservava un'immagine eguale. Quella dei fari dei cinque veicoli, riflessi nello specchietto retrovisore montato a lato della sua portiera.

 

Prepariamoci AL PEGGIO, ragazzi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Allora? Come sono andate le feste? Spero bene!!

Ma si, dai. Nel bene o nel male sono rimasto in contatto con molti di voi. E direi che non ci possiamo lamentare dai. A parte sul fatto che sono già finite, purtroppo!!

Però vi dirò una cosa. A parte che ho già re – iniziato da un pezzo col lavoro, é arrivato IL VERO INVERNO e fa un freddo boia...ed in più é arrivata l'influenza con tutto il suo bel corollario di raffreddori e malattie varie (da cui per fortuna sono scampato, almeno per ora. Ma da parecchio tempo soffro terribilmente di cervicale, e questo gelo non aiuta), ma...una cosa ve la voglio proprio dire.

Per la prima volta da un sacco di tempo non ho avuto da ridire sul fatto che siano volate-. Perché...E' ANDATA PROPRIO COSI'.

NON SONO AFFATTO VOLATE. SONO DURATE IL GIUSTO.

E me le sono godute dal primo all'ultimo giorno, senza menate o pensieri.

Era da una vita che non mi sentivo così, davvero. Ed é FANTASTICO.

Negli anni precedenti avevo sempre bisogno di un periodo di DECOMPRESSIONE dal lavoro, ed ora che riuscivo a rilassarmi...erano già finite.

A dirla tutta...ho una strana sensazione che mi accompagna, da allora.

Non so come dirlo senza essere preso per matto, ma...MI SENTO COME SE IL TEMPO AVESSE RALLENTATO, DI COLPO.

E' davvero singolare. E non so spiegarmene la ragione. Ma...vi dirò, é molto meglio così.

Gli ultimi anni erano SCIVOLATI VIA COME NIENTE. Era ora che si invertisse la tendenza.

Non so. Sento un'aria diversa. Sento che sarà UN GRANDE ANNO.

Spero che sia così.

Inoltre...sto scrivendo come un forsennato!!

Ecco, appunto. Veniamo al capitolo.

Finalmente ce l'ho fatta a portare fuori i ragazzi da quella cavolo di stazione di polizia!!

Era ora!!

No, sul serio. Questa volta avevo veramente paura di rimanere IMPANTANATO DENTRO LA STORIA. E DI NON USCIRNE PIU'.

Meno male che ci ha pensato il nostro Nick, per fortuna.

Ad un certo punto é saltato su e ha rimesso tutti quanti in riga.

No, perché lì dentro la situazione stava per sfuggire ad ogni controllo.

Tra Maggie che, ormai, ogni volta che apre bocca é una vergogna (ancora non riesco a credere a quello che mi ha tirato fuori, ad inizio capitolo...) e Finn che ha il chiodo fisso, non si sapeva proprio più come uscirne.

E tra l'altro scopriamo che il tappetto non sfiorerebbe la bella daina nemmeno con un'unghia per rispetto nei confronti del suo più caro amico, ma...a livello di immaginazione se la deve essere ripassata un bel po' di volte. E mentre ci dava pure giù di manovella!!

Dio mio. Non oso immaginare. Piuttosto...dite che si sta un po' esagerando, con le ALLUSIONI A SFONDO SESSUALE?

Abbiate pazienza, ragazzi. D'altra parte...non é mica colpa mia se il tappo pensa sempre e solo a quello!!

Ci pensasse un po' Nick, che la sua povera vice é lì che non aspetta altro...

Comunque...FINNICK CONTINUA AD ESSERE DIO.

In ogni caso...non si poteva andare avanti così. Qualcuno doveva prendere in mano...la situazione. Ed é proprio quel che ha fatto Nick.

Ha fatto quello che farebbe UN CAPO. E non solo. Ha fatto...

HA FATTO QUELLO CHE AVREBBE FATTO JUDY, AL SUO POSTO.

Si é messo in mezzo, ha zittito tutti e due e ha detto BASTA GIOCARE!!

Così si fa.

Ma adesso...sono in fuga. Braccati da questi misteriosi delinquenti che ancora non hanno un volto. E poi Zed...

Lo so, ragazzi. Lo so bene.

QUANDO MAI AVREMO L' ONORE DI POTERLO VEDERE, mi direte?

State tranquilli. Manca davvero poco, giuro. E sarà memorabile (almeno spero).

E adesso una piccola comunicazione di servizio.

Vi avevo promesso che alla fine di questo mese avrei iniziato la pubblicazione della mia storia su KEN IL GUERRIERO. Ma, sebbene a malincuore, devo annunciarvi che...subirà un leggero ritardo.

Diciamo che, rileggendola, mi sono accorto che era incompleta. In realtà andrebbe bene anche così, ma...nel corso di queste ultime settimane mi é venuto in mente un nuovo capitolo finale da aggiungere che non guasterebbe affatto. Quindi, prima di postarla, provvederò a completare quest'ultimo.

Portate ancora un poco di pazienza, vi prego.

Prima di concludere, un paio di appunti di cinema.

Sono riuscito a vedere RALPH SPACCA INTERNET, il sequel di RALPH SPACCATUTTO.

E...mi é piaciuto. Un ottimo seguito, che non sfigura affatto se paragonato all'originale.

Direi che é un buon segnale. Del resto già da GLI INCREDIBILI 2 si era intuito che qualcosa stava cambiando, anzi...che era cambiato.

Non so voi, ma fatta eccezione per TOY STORY (e quest'anno esce il 4! Pensavo che il terzo concludesse la vicenda nel modo migliore. Chissà cosa si inventeranno...) a me i sequel di NEMO, CARS, MONSTER' S AND CO. (anche se lì era un prequel) e altri non mi avevano detto nulla. Anche se CARS 3 non mi era dispiaciuto. Aveva delle belle idee. Peccato che le abbiano sfruttate nel modo sbagliato...

Sembra che la Disney stia finalmente imparando dai propri errori. E che abbia capito per lo meno come sfornare seguiti all'altezza. Ma sappiate che con UN CERTO FILM IL SOTTOSCRITTO NON SI ACCONTENETERA' AFFATTO DI UN SEGUITO ALL' ALTEZZA. DOVRETE FARE MEGLIO, MA MOLTO MEGLIO DEL PRIMO.

E' UN ORDINE.

Però fa ben sperare, dai.

Dicevamo...dai trailer mi buttava malissimo. E invece...é ben fatto e divertente. Prende un po' in giro quelli che, alla fine, sono diventati i tratti distintivi della rete. E anche il lato becero, sotto certi versi. I meme, i social, i selfie, lo spam, i like e gli hater, i Free – to - play, compreso FORTNITE...

E come si prevedeva...citazionismo e comparsate a manetta, ovviamente. Specie quando Vanellope raggiunge un certo sito...

Personaggi della casa di Topolino (ma non solo: anche Marvel e Lucasfilm, con particolare predilezione per Star Wars) come se piovesse. E...

E C' E' ANCHE NICK, naturalmente. Anche se fa un cameo giusto di due secondi, praticamente quello visto nel trailer. Ma in realtà...c'é un altro cameo che ho apprezzato molto. Come e più del suo. Soprattutto alla luce della scomparsa di un grandissimo personaggio qualche mese addietro...

Glielo dovevano, direi.

Inoltre la Disney fa anche parecchia autoironia, in questo film. Basti vedere quando prendono di mira una delle cose CHE PIU' ODIO delle sue produzioni. Vale a dire che quando compare una principessa qualunque c'é sempre il rischio che ti parta LA CANZONCINA A TRADIMENTO QUANDO MENO TE LA ASPETTI...

E non manca di sbertucciare la Pixar (basti vedere cosa pensano delle povera Merida le sue illustri colleghe...). Portate un po' di rispetto, ragazzi! Quelli della Pixar sono dei geni!! E vi hanno fatto guadagnare un mucchio di soldi...

Film più che riuscito, dunque. Però...

PERO' NON MI AVETE MESSO JUDY, PORCA PALETTA!!

Almeno...io non l'ho proprio vista.

Peccato. Nella stanza delle principesse avrebbe fatto la sua figura. Perché, non dimentichiamolo...ANCHE LA NOSTRA JUDY E' UNA PRINCIPESSA!!

Esatto. E' UNA PRINCIPESSA, anche se in tenuta da sbirro. E Nick é il suo cavaliere. Nonché PRINCIPE AZZURRO...

La cosa mi ha fatto venire un dubbio. Ma non é che...

Non é che per caso NICK E' MOLTO PIU' POPOLARE DI JUDY?

Comunque, parlando di film...nonostante mi sia piaciuto parecchio, mi auguro che NON VINCA L' OSCAR.

Perché l'Oscar, almeno per quest'anno, spetta di diritto a qualcun altro.

Sto parlando di SPIDER MAN – UN NUOVO UNIVERSO.

Un film davvero stupendo. Visivamente pazzesco. E che dimostra che non bisogna inventarsi chissà che cosa. Alle volte basta creare una bella storia ma soprattutto SADPERLA RACCONTARE BENE, senza essere innovativi od originali a qualunque costo.

La trama sembra un cross – over da fanfiction, con tutte le versioni alternative dell'Uomo Ragno che ci sono...eppure, FUNZIONA. FUNZIONA ALLA GRANDE. Anzi...ALLA GRANDISSIMA.

Ma lasciate che vi dica una cosa: vedendo questi ultimi due film...c'é un particolare che salta subito all'occhio. Impossibile non notarlo.

E cioé la tendenza a mescolare personaggi provenienti da storie diverse e slegate l'una dall'altra dal punto di vista narrativo.

E secondo voi...cosa sarebbe questo, se non una FANFICTION?

Ci stanno iniziando a SDOGANARE, finalmente. Certo, la strada é ancora lunga ma...un passo alla volta, ci stiamo arrivando.

E veniamo al consueto angolo dei ringraziamenti.

Una grazie di cuore a Devilangel476, hera85, Alicettina99, Sir Joseph Conrard, DANYDHALIA, Plando (ho visto l'aggiornamento a FOREVER ALONE, e lo recensirò al più presto. E complimenti per averla completata!) e zamy88 (ti ringrazio anche anche per le recensioni ai due capitoli precedenti. E anche per quella sulla storia di Brisby!) per le recensioni all'ultimo capitolo.

E, come di consueto, un grazie a chiunque leggerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

Ecco fatto. Credo proprio di non aver tralasciato nessuno.

Ancora una cosa: anche in quest'ultimo periodo continuano ad uscire storie su Zootropolis.

Tipo l'ultimo racconto di EnZo89, intitolato LEGACY. Che ho trovato a dir poco STUPENDO.

Ed é davvero incredibile, considerando che tra poco (ormai ci siamo, ragazzi!!) saranno passati ben TRE ANNI dalla sua uscita.

Continuo a pensare che questo film abbia qualcosa di MAGICO. Davvero.

 

Grazie ancora e alla prossima!!

 

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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