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Autore: sakuraenn    28/01/2019    0 recensioni
Innanzitutto avverto che questa è la mia storia più recente ed è un po' particolare.
La particolarità non sta tanto nella trama in se che è chiaramente un Fantasy quanto nel fatto, che l'ho creata fissandomi un particolare progetto.
Quindi ci tengo a precisarvi le 3 particolarità: 1 Per alcuni capitoli ho tratto l'ispirazione dal guardare quadri Fantasy di Concept Art; 2 Ogni storia è una storia autoconclusiva leggibile a se ma che si ricollega alle altre; l'ultima particolarità è che volevo creare un gruppo di storie a incastro tipo le tessere di puzzle.
La trama parla di Cruz e delle sue avventure, alla ricerca della sua identità, di Luriath e della sua vendetta e di una ricerca e una missione dalle tonalità ancora confuse nella mia mente (ci sto lavorando .)
Buona lettura!
PS La storia è ancora in corso e i sono un bradipo. Chiedo inoltre perdono per gli eventuali errori di battitura se ce ne fossero. Ricontrollo sempre e di continuo i miei racconti ma a volte il mio occhio non li nota.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tra le fronde dell’albero Cruz guardava la ragazza che con espressione infinitamente triste fissava la tomba davanti a se.
Una lapide e un immenso sarcofago di marmo ricchi di fregi e decori floreali, azioni di battaglia e simboli della casata di appartenenza; si ergeva massiccio dinnanzi alla sua esile figura; per ultimo a far da gioiello della sepoltura, la grande spada incastonata nella lapide che emetteva scintillii ogni volta che il sole la illuminava.
Era una spada incredibilmente ricca e in mezzo a quella pietra pareva immensa; attorno a lei incisi con scaglie dorate i caratteri del nome e le date di nascita e morte del defunto.
Guardò il manico della sua spada con la coda dell’occhio, la teneva nel fodero dietro la schiena vista la grandezza e valutò le differenze fra le due armi tenendo ben conto che quella in suo possesso era speciale.
Il rumore del mare che lambiva la costa proprio lì affianco lo distrasse, Un immenso veliero passò avvicinandosi al porto e proiettando la sua ombra assieme a schizzi d’acqua; la ragazza non gli prestò nemmeno attenzione anzi chinò maggiormente la testa come a trattenere le lacrime, tornò ad osservarla nel suo splendido abito Blue Oltremare bordato in oro e il velo che le ricadeva sul volto dal quale uscivano i fluenti boccoli neri; sorrise non gli sembrava nemmeno la sgualdrinella che un anno prima l’aveva fatto finire in quella maledetta prigione.
Abbassò un momento lo sguardo, era già passato un anno da allora. In quell’anno si era guadagnato la fama di criminale super ricercato merito anche del fatto che era tornato ad Asmetrum a fare un salutino al Re e a comunicargli la sua evasione, inoltre aveva avuto qualche buon motivo per far scatenare Luriath.
Aveva lasciato un ricordino al sovrano della rocca quel giorno ma la sua vendetta non era finita, mancava lei.
L’Avrebbe umiliata fino a farle rimpiangere di essere nata. Le avrebbe reso pan per focaccia per tutto quello che aveva dovuto subire alla fortezza prigione e anche per la maledizione che gli era caduta addosso.
Un alito di vento mosse le fronde degli alberi portando con se il profumo del mare e il verso di un gabbiano; alzò lo sguardo allarmato osservandosi attorno con il groppo in gola poi riabbassò lo sguardo.
<< fratello. >>
Le parole uscirono dalle labbra della giovane con voce crinata come se stesse soffocando dentro di se il dolore straziante.
Con la mano strinse il velo, deglutendo e inghiottendo le lacrime che le salivano al viso, un leggero tremolio le impedì di lasciare il tessuto; deglutì di nuovo abbassando lo sguardo a terra.
<< amava così tanto suo fratello? >>
Cruz la fissò alcuni attimi sorpreso poi un idea gli balenò in testa; sorrise malizioso scendendo dall’albero facendo più rumore possibile.
Il cimitero era vuoto e dalla posizione in cui era la sepoltura poche persone potevano notarli.
Sorrise osservandola voltarsi con un sussulto.
<< ehilà! Ti ricordi di me vero?
O forse queste cicatrici che mi deturpano il volto mi hanno reso troppo irriconoscibile ai tuoi occhi? >>
Sorrise nel notare la paura mista alla sorpresa che si affacciava sugli occhi di lei mentre arretrava di un passo.
<< tu.. >>
<< sono venuto a renderti il favore che mi hai fatto. >>
L’afferrò mentre tentava la fuga, sbattendola al suolo con violenza; lei lottava scalciava ma non la lasciò andare, rinsaldò la presa ridendo.
<< Che succede, hai perso la baldanza adesso? Volevi sedurmi ad Asmetrum, farmi credere a promesse di ricchezza e lussuria per poi tradirmi e consegnarmi al sovrano; Mostrarti bella ed entrare nelle sue grazie. Complimenti ti devi essere sentita molto orgogliosa di quel che hai fatto. >>
Si mise a cavalcioni sopra il suo corpo immobilizzandole le gambe non staccando lo sguardo dal suo pieno di terrore.
<< che hai intenzione di farmi bastardo?>>
Si dimenò osservando il suo aggressore, qualcosa in quel ragazzo la spaventava, l’aveva sempre temuto ma al contempo si era sentita attratta da lui; così libero, così aggressivo e sicuro di se.
Si soffermò sul volto con quegli occhi limpidi dai riflessi dorati, il volto liscio e ben formato solcato da due terribili cicatrici, una al labbro l’altra fra gli occhi, la presa forte e decisa e infine quei capelli neri che sembravano rilucenti; per un attimo sentì nuovamente l’attrazione ma la soffocò dimenandosi ancora nel vano tentativo di liberarsi.
Si sentiva impotente arrabbiata e un mix tra frustrazione, paura e attrazione si mescolavano nel suo cervello creando un caos silenzioso.
<< rispondimi dannazione. >>
Guardò l’espressione del suo viso e il sorriso malizioso, quasi un ghigno di sfida; il panico iniziò ad affacciarsi dentro al suo animo, si mosse con maggiore forza senza riuscire a liberarsi, quella presa era troppo forte.
Attimi di silenzio intercorsero, poi il suo viso si avvicinò.
<< ti renderò l’umiliazione che mi hai inflitto e lo farò davanti al tuo caro fratellino maggiore. >>
Le afferrò la veste strappandogliela con rabbia e scoprendo un seno rotondo e sodo, l’afferrò muovendolo in maniera circolare, mentre lei urlava e le lacrime iniziavano a solcarle il volto, scoppiò a ridere esaltato
<< che succede? Era nei tuoi intenti no? Vendere il tuo corpo come la prostituta che sei. Prima a me e poi magari pensavi di finire nel letto di quel bastardo del sovrano non è vero?
Ti sto rendendo quel che hai seminato, credi di essere pulita solo perché sei in un altro regno ora? Sei solo una puttana. >>
Notò il suo sguardo sorpreso e terrorizzato, come a stare a dirgli “
Non è così, ti sbagli non sono così” Sentì un moto di rabbia avvampargli dentro, lasciò la presa e strappò anche l’altra parte dell’abito all’altezza del seno.
Lei urlò nuovamente cercando di divincolarsi, si avvicinò alitandole sul collo e poi su uno dei seni scoperti, in quel momento in lontananza si udì un suono quasi uno stridio, al sentirlo si bloccò improvvisamente e il suo sorriso si fece triste.
<< direi che può bastare sgualdrina, il gioco è finito. >>
Si alzò lasciandola e allontanandosi guardando il cielo; nel vento si sentiva un suono indefinito, uno stridio che si faceva sempre più intenso; si mise seduta osservandolo estrarre dal fodero la grande spada che portava sulla schiena e restare in attesa.
Un brivido le percorse tutto il corpo, si coprì con i brandelli dell’abito e alzò lo sguardo al cielo, in quel lasso di tempo in cui quasi l’aveva violentata il cielo si era ricoperto di nubi e l’aria si era notevolmente raffreddata, gli uccelli avevano smesso di cantare e i gabbiani di stormire; tutto era immoto come se il tempo si fosse bloccato.
Poi scorse la figura in armatura scendere dal cielo a velocità assurda emettendo un verso gracchiante, impugnava una falce, si voltò verso il ragazzo notando che i suoi muscoli erano tesi, proprio in quell’attimo la spada iniziò ad illuminarsi ricoprendosi di rune la luce e i simboli lo avvolsero in un bagliore azzurro, i suoi capelli divennero argentei; parò il colpo arrivato con una violenza inaudita e scaraventò l’essere lontano da se scattando poi all’attacco con un fendente a cui rispose un altro fendente.
Le armi cozzavano tra loro con incredibile violenza emettendo scintillii azzurri, il corpo di Cruz era teso per lo sforzo di difendersi dal suo avversario in netto vantaggio, un colpo di falce lo colpì alla guancia provocando una lacerazione, si morse il labbro con rabbia, rispondendo all’attacco e al contempo difendendosi.
Arretrava ad ogni nuovo colpo fino a che un colpo ben piazzato non lo costrinse in ginocchio, la creatura era impietosa colpiva e ricolpiva senza fermarsi, lui teneva la spada dritta davanti a se con decisione sudando mentre il sangue continuava a sgorgare dalla ferita, dai suoi occhi trasmigrava paura eppure dalla piega delle sue labbra si poteva intuire solo ira; urlò con voce roca e furibonda facendo forza sulle gambe e alzandosi di scatto menando un fendente che colpì la creatura in pieno petto.
Questa spiccò il volo allontanandosi, lui invece urlò di nuovo voltandosi verso di lei e avvicinandosi. Si inginocchiò ficcando al spada a terra e le prese il volto fra la mano.
<< Questo ragazzino è strano. Cosa ci troverà di attraente in una come te fino ad arrivare al punto di sentirsi ferito e tradito per un misero inganno di seduzione? Proprio non lo capisco. >>
Staccò la mano estraendo la spada e allontanandosi ciondolando sparendo fra le tombe.
Lei deglutì senza il coraggio di voltarsi o di pensare.
<< teria… >>
La voce si insinuò nella sua mente come un richiamo, assieme a lei arrivarono molte immagini in sequenza; una premonizione sul futuro e sul passato che ricostruivano una storia intricata e drammatica.
Si piegò in due per sopportare il dolore che quelle visioni le procurava, rimanendo senza fiato di fronte alla rivelazione che le veniva data.
<< sacerdotessa del culto di Luth, il mio culto; salva quello sciocco, liberati delle catene che ti imprigionano e riportami mio fratello. Questa è la missione che ti affido. >>
Le immagini sparirono assieme alla voce, si alzò in piedi voltandosi ad osservare i boschi scioccata e ansante.
Quel ragazzo era davvero l’ultimo discendente di un popolo tanto grande?
Quella spada era veramente il corpo del Dio del tuono Luriath…?
Deglutì nuovamente cadendo a terra e stringendosi la mano al petto sentendo venirle un attacco d’asma, si voltò guardando la tomba del fratello quasi a chiedergli consiglio, ansimò di nuovo e svenne.
A pochi metri di distanza Cruz tornato in se cadde a terra privo di forze; si concesse profondi e lunghi respiri per calmare i battiti accelerati ,mandando mentalmente al diavolo Luriath e la sua lingua lunga; quando si fu un po’ ripreso si mise seduto asciugandosi la ferita; estrasse dalla sacca che portava al fianco un unguento e ce lo applicò sopra con una smorfia quando questo iniziò a bruciare; rimise la spada nel fodero concedendosi un attimo di riposo poi si alzò ripercorrendo la strada fra gli alberi, scostando un ramo la vide distesa a terra, rimase qualche secondo fermo col cuore in gola, si avvicinò tastandole il polso e sentendo i battiti irregolari.
Senza riflettere la prese in braccio, portandola fino all’ingresso del cimitero, la lasciò in un punto dove il guardiano avrebbe potuto trovarla entro breve tempo e si allontanò tra il traffico cittadino.
  
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