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Autore: NatashaChrome Mikaelson    29/01/2019    0 recensioni
Dal testo:
Ho girato svariati posti in questi mesi eppure i miei pensieri mi hanno riportato qui, in Francia, a Parigi. Molti ricordi mi legano a questo posto. Molti ricordi rinchiusi nel mio cuore freddo, come quella sera a Parigi.
*Salve lettori :) spero che questa shot, uscita così a caso, vi piaccia. Un giorno ascoltavo la canzone "Parigi" di Emis Killa ft Neffa ed ecco spunti per un Alaude x Deamon (che a mio parere sono da...*_*). Auguro a tutti buona lettura*
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alaude, Daemon Spade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Parigi

Ed eccomi qui tornato di nuovo nel mio paese natio, Parigi.
È passato quasi un anno da quando Vongola Primo ci ha sciolto dall’incarico di suoi guardiani e aveva ceduto il “potere” al Secondo Boss.
Non che a me avesse mai importato qualcosa di Giotto e compagnia, collaboravo con loro solo perché la cosa faceva comodo ad entrambi, sia chiaro.
Per non parlare poi di quell’ altro esagitato di Spade…lui era, fra tutti i guardiani, il più odioso.

Ho girato svariati posti in questi mesi eppure i miei pensieri mi hanno riportato qui, in Francia, a Parigi. Molti ricordi mi legano a questo posto.
Quante risse fatte da ragazzino in quelle vie, per poi tornare a casa e beccarmi dei bei rimproveri da mia madre, ormai rassegnata.
E quanti altri ricordi rinchiusi nel mio cuore freddo, come quella sera a Parigi.

Mi incamminai senza una meta precisa. Non avevo prenotato nessun albergo per la notte e neanche sapevo se la mia casa natia fosse ancora sfitta, o magari in buono stato. Ma non importa, in caso contrario sarei andato a dormire da qualche parte.

Girai, girai e girai, fino a ritrovarmi davanti ad un ospedale. Una risata mi venne spontanea. Era preciso un anno fa che mandai all’ospedale quell’idiota di Spade…non potrete mai capire la felicità di quel momento.
Ci eravamo ritrovati in missione insieme, per colpa di quell’altro idiota di Giotto, e si sa che fine fa chi manda a fanculo la mia pazienza.

Continuai il mio lungo cammino immerso nei pensieri, conoscevo Parigi come le mie tasche quindi non mi curavo di prestare attenzione a dove andavo, cosa sbagliata visto dove ero arrivato. Di fronte a me c’era un hotel, quell’hotel complice delle pazzie di Deamon.

-Senti, biondino…- Così mi chiamava e come mi urtava, almeno i miei capelli erano di un colore normale rispetto ai suoi.
-Ha detto il receptionist che non ci sono altre camere disponibili. A mio rammarico dovremmo condividerla.- 
Appena lo guardai, presi i miei due bagagli e mi incamminai all’ascensore seguito da quell’illusionista del cavolo.
-Sbrighiamoci a concludere la missione così ce ne torniamo in Italia e adieu.- 
Meno male che i letti erano divisi.
Stavo sistemando le mie camicie in ordine nell’armadio quando sentii di nuovo la sua odiosa voce.
-Ma il tuo armadio è composto solo da camicie nere e viola?-
-Ma i cazzi tuoi no? Come ti vesti tu sembri un pagliaccio.- Un pizzico di veleno nella mia frase.
Non lo sopportavo proprio. E pensare che avremmo dovuto passare sette giorni insieme…i sette giorni più brutti della mia vita.
Sospirai e mi incamminai verso il bagno. Le opzioni erano due: uccidere Spade o andare a fare una doccia!?
Optai per la seconda opzione. Dopo chi se lo sopportava il Boss, da come aveva detto erano molto amici. 

-
E che amici…- Sussurrai ritornando alla realtà.
Diedi un'altra occhiata all’albergo e poi decisi di entrare. Avrei passato lì la notte.
Andai nella stanza, ironia della sorte la 307, la stessa di quel tempo.
Posai l’unico bagaglio sul pavimento e mi buttai sul letto.
Chissà cosa starà facendo. -Il pagliaccio con la nuova generazione dei Vongola.- Mi auto risposi senza pensarci troppo.
Che uomo ridicolo. Parlava tanto di famiglia, la onorava e rispettava quasi come se ne valesse della sua esistenza, si vantava del suo ruolo, della sua amicizia con il Boss per poi cosa!? Tradirlo…tradirci…tradirmi.
Mi portai il cuscino sul volto, ci mancavano solo quei pensieri ridicoli da donnina innamorata ad annebbiarmi il cervello ora.
Fu un attimo e caddi fra le braccia di morfeo.

Cinque giorni erano passati. Era un pomeriggio fresco e finalmente la missione l’avevamo portata a termine, ora potevamo tornare a casa.
Non vedevo l’ora di tornare nella mia amata solitudine, senza idioti che mi stavano fra i piedi, ma il mio presunto “partner” di missione non la pensava così.
-Alaudi~- 
Disse semplicemente abbracciandomi da dietro togliendomi la camicia, accuratamente piegata, dalle mani.
Un brivido mi percosse la schiena. A questo punto preferivo “biondino”.
Gli diedi una spinta ma non si mosse di un millimetro.
-Smettila di chiamarmi in quel modo strano, mi fai senso!- 
-Non prendo mica ordini da te, Alaudi~- ridacchiò dandomi un bacio sulla guancia e per dovuta risposta si ritrovò una gomitata nello stomaco.
-Vuoi che ti rimando all’ospedale come l’altro giorno?- 
Alzò le mani in segno di resa.
-Ci mancano altri due giorni perché non li usiamo per girare un po’ Parigi. Andiamo a vedere la Torre Eiffel.-
-L’avrò visitata tremila volte, o di più.- Ma proprio a me doveva rompere ‘sto qui!? Che andasse da solo, io me ne sarei tornato in Italia.
-Vai da solo! Io me ne torno in Italia!- 
-E dai...dicono che è più romantica se la visiti con un’altra persona.- 
-Se stai con la persona che ti piace, non con quella che odi.- Dissi chiudendo la valigia per poi prenderla dal letto
-È beh… tu mi piaci, Alaudi~, quindi è perfetto.-
 Snervato buttai la valigia a terra e gli presi il colletto della camicia tirandolo a me per avere il suo viso vicino al mio.
-Solo perché abbiamo passato un paio di notti insieme non ti permetto di prendermi in giro.- Gli dissi il più acido possibile.
Fu un attimo e Deamon mi baciò abbracciandomi forte per impedirmi di muovermi.
-Perché ti viene così difficile credermi?- mi domandò fissandomi. -Guarda che non vado a letto col il primo che mi capita sotto mano- 
Credergli!? Con quella faccia di corna che si ritrovava!? Faceva l’illusionista per mestiere, figuriamoci se gli avrei mai creduto.
Sta di fatto che mai avrebbe smesso di assillarmi fino a quando non l’avrei accompagnato. Sospirai.
-Ma dopo me ne torno in Italia. Tuoi puoi marcire anche qui!-
Presi il mio giubbotto e mi incamminai alla porta.


Mi svegliai e mi passai una mano sul volto ridendo. Meno male che gli dovevo credere… che uomo ridicolo. O forse il ridicolo ero io che un po', con il passare dei giorni, ci stavo credendo.
Passai le ultime ore, prima dell'alba, immerso nei miei pensieri. Giuro che se lo avessi rivisto l'avrei lasciato morto.
Mi girati sul fianco con la speranza di farmi qualch’altra ora di sonno ma niente, i miei sogni venivano occupati da quell'idiota. Che stress.
Presi il mio orologio, quello che il Boss regalò a tutti noi. Segnava le sette.
Sbuffai e mi chiusi in bagno, una bella doccia mi avrebbe rimesso a posto il cervello ma così non fu, avevo resettato il fatto che la prima volta con quell'idiota fu proprio in quel bagno e in quella doccia.

Entrò con nonchalance senza vestiti ricevendo una delle mie occhiatacce.
-Ehi biondino~- 
-Ma sei cecato? Non hai visto che sono entrato prima io in bagno?-
-Sí, ho visto….- Mi osservò da testa a piedi ridacchiando. “
-Che ne dici di farla insieme la doccia~?-
-T-tu stai male… - Dissi appena vedendolo avvicinarsi. -Se ci tieni alla tua vita non fare un altro passo.-
 Fu un attimo e me lo trovai di fronte. Alzai il braccio pronto a dargli un pugno ma non ebbi il tempo che mi ritrovai contro il lavandino schiacciato dal corpo nudo di Deamon.


Scossi la testa tornando alla realtà. Mi buttai in doccia aprendo subito il getto d'acqua per evitare altri pensieri scomodi.
Ormai erano le undici passate e decisi di uscire un po' a prendere aria. I pensieri mi stavano tormentando.
Mi incamminai di nuovo per le strade affollate di Parigi fino a ritrovarmi ai piedi della torre Eiffel. Ecco qui la fine del tour. Quasi mi auto classificherei masochista.
Sorrisi appena e la osservai, aveva ragione quello scemo che vederla da soli non era il massimo. Due braccia mi si allacciarono al collo
-Alaudi~… - Quella voce, quella sensazione. -Ti ho trovato.- Mi soffiò all'orecchio.
Rimasi per un attimo bloccato ma fu questione di poco perché subito me lo tolsi da dosso tirandogli i capelli. Che pagliaccio, che bastardo, io lo uccido.
-Giusto a te volevo… ora preparati a morire- ghignai dandogli un pugno facendolo cadere.
Sicuramente non si aspettava una reazione così e la cosa mi rendeva felice. Cadde a terra e in un attimo mi misi su di lui.
-Ehi! Ehi! Stiamo in un luogo pubblico non facciamo cose sconce.- 
-Se per te morire equivale a cose sconce sono felice di rendere partecipe il pubblico.- mi preparati un pugno e nel momento in cui stavo per colpirlo lo fermò.
-Dammi modo di spiegare… - Mi disse semplicemente.
Ci guardammo per svariati minuti. Non potete capire che voglia avevo di prenderlo a pugni.
-Che ci fai qui? - Gli domandai, sorprendendo me stesso di tale domanda. Ma chi se ne fregava.
-Ah…allora ti interessa la mia presenza.- 
-Non provocarmi ulteriormente, Deamon.-
Continuai a guardarlo male alzandomi. Lui fece lo stesso.
-Ero in missione in Francia e ho deciso di passare un giorno qui.- Mi sorrise.
-Vogliamo salire insieme? Come un anno fa.- 
Non lo degnai di risposta, gli diedi le spalle e mi incamminai ma non riuscii a fare due passi che mi bloccò il braccio. Che fastidio. Ma che voleva. La nostra storia, sempre se la si potesse chiamare così, era finita. Che se ne tornasse dai suoi nuovi “compagni”.
-Alaude dai…- Cosa!? Per la prima volta aveva pronunciato bene il mio nome senza renderlo ridicolo.
-Chissà come ti ho trovato, ci ho sperato tanto- Una risata nervosa fu la mia.
-Sei sempre il solito pagliaccio. Cosa c’è nella tua “nuova famiglia” non ci sta nessuno ai tuoi giochi?- 
-Forse~- mi rispose sorridendo. Che faccia di corna.
-Ti va un giro?- 
Non lo degnai di risposta e mi incamminai seguito da lui. Tornò a parlarmi con la speranza di iniziare un discorso ma le uniche parole che uscivano dalla mia bocca erano monosillabi. Ma chi se ne importava della sua vita e di quello che faceva con la sua “nuova famiglia “.
-Senti, Spade… Mi hai stancato. Non me ne importa niente di te e dei tuoi nuovi amici. Lasciami in pace.- 
-Torna con me.- Se ne uscì così dal nulla avvicinandosi di più a me. -Torna a servire i Vongola con me.-  Pareva stranamente serio.
Un “No!” secco uscì dalla mia bocca.
-Avevo interesse a stare col Primo, di questi idioti nuovi non me ne importa niente. Come non me ne importa neanche di te. Le nostre strade si sono divise quando tu l'hai deciso e così resteranno. Ora lasciami in pace e torna dove eri.-
Speravo che se ne andasse ma così non fu. Mi prese il volto fra le mani e mi baciò, quasi con forza. Cercai di oppormi a tale contatto ma i tentativi furono vani, il mio corpo non si muoveva di un millimetro anzi mi incitò a ricambiare quel bacio.
Ci staccammo per prendere aria.
-Però le nostre strade divise ci hanno riportato a Parigi~- disse guardandomi.
-Che meraviglia…- gli risposi in modo ironico.
Lui rise. -Proprio non mi credi eh? Come sempre del resto-.
Mi abbracciò di nuovo poggiando la testa sulla mia spalla. Ma da quando era così smielato!? Mi dava la nausea.
-Mi sei mancato, torniamo di nuovo insieme.- 
-No!-
-Lascio i Vongola e ce ne viviamo qui tu e io?- 
-Addirittura!- 
-Non vorrei morire in nessun altro posto se non sotto il cielo grigio di Parigi con te.-
-Perché non muori da solo?-  Sospirai passandogli un braccio intorno alla vita. Era bravo a parole… beh era un illusionista.
-Se fai altre cazzate tu uccido io con le mie mani. E sarà una morte lenta e dolorosa.-  
Ci guardammo di nuovo. Non so che faccia avevo io in quel momento ma la sua era la solita faccia da pagliaccio. Mi sorrise con quel suo sorriso da idiota e ci baciammo.
Non davo seconde possibilità ma forse, per una volta...per lui, potevo fare un eccezione .







*NdA*
Ciaossu Fandom Katekyo Hitman Reborn!

Beh che dire, innanzitutto se state leggendo queste note vuol dire che avete letto tutta la one-shot e vi ringrazio.
Alaude e Deaon sono la bellezza *-* 
Non so da dove mi sia uscita questa shot, semplicemente un giorno stavo sentendo in macchina la canzone “Parigi” di Emis Killa ft Neffa e…pufh ispirazione (?)
Sono passati anni dal mio approccio con KHR eppure mi sono venuti in mente loro, forse è vero che il primo amore non si scorda mai :’)
Ho inserito nelle note “OOC” per precauzione, non so ma Deamon mi è parso troppo smielato veramente qui e non penso che sia il tipo xD
Come reating ho inserito un giallo così giusto per (speravo di crearne una rossa ma amen…sarà per la prossima (?))
Ora vi saluto, forse sta arrivando una nuova ispirazione :p Se vi va fatemi sapere cosa ve ne pare di questa one-shot. Accetto recensioni di ogni tipo (moderati però che ho un carattere pari a quello di Alaude ahahah :3)
Spero alla prossima!!!
Chrome Mikaelson


 
  
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