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Autore: Enedhil    29/01/2019    3 recensioni
Passo uno: impara le regole.
Passo due: studia gli avversari.
Passo tre: gioca.
Passo quattro: infrangi le regole.
Passo cinque: arrenditi.
Ora, tuttavia, toccava a Thor muoversi e il Dio dell'Inganno non si sorprese nel vederlo avanzare fino a sé. Si guardarono in silenzio per un momento, entrambi con un calice pieno nella mano. Dei sorrisi aleggiavano sulle loro labbra. Aspettativa, agitazione, curiosità, eccitazione.
«Bacia o uccidi, fratello,» enfatizzò allora Loki, allargando le braccia sui lati per esporsi alla sua decisione. «Tocca a te.»

[Prequel di “More Than A Word”]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fandral, Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest
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Passo cinque: arrenditi


«Sono qui.»

Lo aveva abbracciato. Si era semplicemente avvicinato a lui e lo aveva stretto tra le braccia, senza più riuscire a pensare o a trattenersi. Non era stato affettuoso o tenero o amichevole. Lo aveva stretto con foga, con rabbia, con tutta la possessività e il bisogno di anni passati in una costante lotta interiore. Una lotta che li aveva portati a scontrarsi, a perdersi e a ritrovarsi. Una lotta fatta di rimpianti, di lacrime, di dolore, di silenzi, di errori, di solitudine, di inganni.
Lo aveva abbracciato, aveva sentito anche le braccia di Loki rispondere e in quel momento tutto il suo essere si era arreso. Aveva perduto ogni cosa negli ultimi tempi: ogni sicurezza, ogni persona che aveva amato, tutto ciò che aveva creduto reale. Ma Loki era ancora lì, con lui. Ed era abbastanza. Era tutto ciò di cui aveva bisogno.

Thor mosse il bicchiere tra le dita, lo sguardo fisso sulla propria immagine riflessa allo specchio. Colui che aveva sempre chiamato fratello, con tutta probabilità, era ancora in giro per l'astronave a vantarsi delle proprie abilità e a proclamarsi salvatore del popolo. Ma era stato al suo fianco, quando lui si era seduto per la prima su un trono, circondato dalla gente che, da quel giorno, lo avrebbe chiamato re. E quel solo fatto lo aveva fatto sentire bene, felice, sollevato.
Ma ora che si trovava di nuovo solo in quella stanza, i pensieri e le sensazioni che scavavano dentro di lui da tanto, troppo tempo, erano tornati a farsi sentire, e nemmeno quell'alcol li avrebbe lavati via.
All'improvviso si sentì ancora fragile e impotente. Una mera ombra di ciò che suo Padre aveva sperato. Forse non era migliore di lui, non era più forte. Ma era diverso, quello sì. Nonostante il riflesso che vedeva gli ricordasse l'immagine di Odino, così come l'aveva sempre visto e amato. Voleva esserlo, per stesso... e per Loki.

«Dovresti essere seduto sul tuo bel trono, non qui a bere quella roba scadente.»

La voce lo raggiunse prima che potesse veder comparire la figura del Dio dell'Inganno allo specchio, e Thor accennò un sorriso.
C'erano solo loro adesso. Niente più trucchi. Niente più menzogne. Niente più segreti.
Niente più giochi.

O forse un altro gioco era appena iniziato.

 
** Fine **


La serie è composta da:

- More Than A Game -
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3819591&i=1

- More Than A Word -
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3814029&i=1

- More Than A Whisper -
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3815625&i=1

Note: Ebbene sì, il prequel! Altresì detto: “diciassette pagine di paturnie mentali e frustrazione emotiva e sessuale per arrivare a quello che ho scritto nell'altra fanfic”.
Che difficoltà, aiuto! Mi serva da lezione per la prossima volta, quando innocentemente penserò di mettere in una storia che questi due si sono scambiati solo due baci. Due... baci... nemmeno profondi... in oltre mille anni.
Loki e Thor mi perdoneranno, ma doveva essere così :P
Oh ma prima o poi arriverà la scena pwp – davvero, giuro che non avrà un plot ^O^ – che ho dovuto togliere da “More Than A Whisper” per esigenze di copione e lì potranno smontarsi senza se e senza ma dall'inizio alla fine :3

Quindi... alla prossima ^_^

Nota seria sul gioco a cui mi sono ispirata:

Il Hnefatafl (Tavola del Re in Norreno) è un gioco da tavolo molto antico, originario dell'Europa del nord. È simile agli scacchi e si è diffuso in tutte le zone del Nord Europa toccate dai vichinghi.
È giocato almeno a partire dal 400, molto prima, quindi, dall'arrivo degli scacchi in Europa, che risale al XII secolo. Come negli scacchi si fronteggiano i pezzi bianchi e i pezzi neri. I bianchi sono muniti di un re mentre i neri non lo hanno. Lo scopo per i bianchi è quello di far fuggire il proprio re, per farlo arrivare a un angolo (“rifugio” o “santuario"” nella versione più moderna chiamata Nefatavl) della scacchiera, mentre per i neri lo scopo è quello di catturare il re nemico.
Oltre al re, gli altri pezzi sono tutti l'equivalente della torre negli scacchi. Tutti i pezzi si possono muovere di quante caselle vogliono fino a incontrare un ostacolo, ma è vietato muoversi diagonalmente.
Per quanto riguarda le posizioni, il re occupa la casella centrale "il castello" ed è circondato dai suoi pedoni, invece i neri sono posizionati ai bordi della scacchiera. Per "mangiare" un pedone bisogna chiuderlo tra due pezzi ("cattura per consegna") mentre il re va chiuso tra quattro pezzi. Nel Nafatavl, invece, il re è catturabile come ogni altro pezzo, se si trova in una casella distante dal castello.
   
 
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