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Autore: Teo5Astor    31/01/2019    28 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1 – Prologo: Una coniglietta misteriosa
 
 
 
6 Maggio
 
Ma dove sarà quel dannato libro?! La scuola è iniziata da un mese e già rischio di rimanere indietro se non mi muovo a scrivere qualcosa di decente per quella fottuta ricerca di storia giapponese. Eppure dovrebbe essere in questa sezione della biblioteca quel volume, forse è proprio nel ripiano più in basso.
Mi accuccio e faccio scorrere i libri velocemente con la mano… eccolo! Estraggo il libro e lo guardo soddisfatto, anche se la parte difficile verrà adesso che dovrò studiarmelo, in realtà. Che due coglioni, la scuola. Sbuffo, mentre guardo la copertina di L’eredità di Oda Nobunaga dopo 450 anni e faccio per rialzarmi.
Un suono leggero di tacchi sul pavimento, una figura sfuggente, dei lunghi capelli dorati.
Mi volto di scatto, ma non vedo nessuno tra gli scaffali. Eppure… eppure mi sembra di aver visto qualcuno, una figura che si muove leggiadra. Mi sembra di aver visto delle lunghe orecchie da coniglio. Sono pazzo, probabilmente.  
Mi alzo e vado veloce in direzione di quella visione. Un profumo fresco mi riempie i polmoni e mi inebria. Un profumo di donna. Guardo freneticamente tra i corridoi pieni di gente comune e di studenti in divisa. Studenti come me, anche se ora non sto indossando la divisa del mio liceo ma un paio di jeans aderenti strappati sul ginocchio e una maglia nera attillata che mette in risalto i muscoli a cui tanto tengo e per cui cerco di allenarmi nel poco tempo libero che ho.
Cerco freneticamente con lo sguardo e la vedo, finalmente: una ragazza bellissima, alta e bionda, un fisico tonico e atletico, che si aggira in mezzo a tutte quelle persone senza che nessuno la degni anche solo di uno sguardo. Nonostante di sguardi ne meriterebbe ben più di uno, a dire la verità.
Resto impietrito di fronte a quello spettacolo: è meravigliosa, e soprattutto è vestita come una sexy coniglietta di quelle che si vedono solo nei manga o negli anime, al massimo. Scarpe nere col tacco molto alto, collant scure, uno stretto corpetto nero lucido fatto a body che fatica a contenere il generoso seno di questa ragazza e che attrae inesorabilmente la mia attenzione a ogni suo passo. Deglutisco il nulla, mentre la ammiro, mentre mi chiedo se sto sognando. Ha un pon pon bianco in fondo alla schiena e in testa un cerchietto con due lunghe orecchie nere da coniglietta. Un colletto bianco come quello di una camicia e un papillon nero intorno al collo, due polsini bianchi coordinati al colletto abbottonati ai polsi. La seguo con lo sguardo, temo di avere la bocca spalancata. Cazzo.
Ne ho viste di cose assurde nella mia vita io, Radish Son, nonostante abbia diciassette anni compiuti da una ventina di giorni. Cose a cui nessuno crede. Cose per cui sono stato emarginato. Eppure, questa mi lascia senza parole.
 
Osservo estasiato la coniglietta bionda che cammina leggiadra tra la gente, che si muove con un’eleganza che non ho mai visto in una ragazza. Che mi fa battere il cuore come mai mi era successo prima. Nemmeno quando, ormai due anni fa, pensavo di essermi innamorato.
La guardo, mentre si ferma davanti a una donna e le agita una mano davanti alla faccia, all’altezza degli occhi, non provocando nessuna reazione in lei. Si sposta, leggera e sensuale, fino a un tavolo su cui è intento a leggere e prendere appunti un uomo. Si siede davanti a lui con le gambe accavallate, ma non viene degnata nemmeno di uno sguardo. Scende dal tavolo e passeggia con le mani dietro la schiena in mezzo a un gruppo di persone che sembrano non vederla mentre cammina. Come se fosse trasparente ai loro occhi.
Come se non esistesse.
«Ma che…» esclamo senza pensarci, allibito e allo stesso tempo estasiato da quello a cui sto assistendo.
«Shhh!» mi zittisce una vecchia e austera signora. «Si fa silenzio in biblioteca, maleducato!» mi sgrida sottovoce, fulminandomi con lo sguardo e infilandosi in un corridoio pieno di libri.
«’fanculo…» borbotto tra me, seguendola con lo sguardo per un istante, prima di girarmi istintivamente di nuovo verso la ragazza vestita da coniglietta.
È lei adesso a guardarmi, finalmente, e i suoi occhi di ghiaccio si incatenano ai miei.
Quegli occhi di ghiaccio…
Un brivido mi accarezza la schiena e sembra attraversare i miei lunghi e folti capelli neri dalle radici alle punte.
Io quegli occhi li conosco.
Li conosco da anni, in realtà, anche se loro non conoscono me.
Li conosco perché ne sono attratto da sempre. Innamorato, direi, anche se non so molto sull’amore. Ma ho sofferto per qualcosa che credevo fosse amore, quello sì.
Il mio cuore perde un battito, quando mi rendo conto che sta camminando verso di me. Quando mi rendo conto che è davvero lei. La bambina e poi ragazza che ho sempre ammirato in televisione e sulle riviste di moda, nel corso degli anni. La ragazza che frequenta la mia stessa scuola, ma a cui non ho mai nemmeno rivolto la parola.
La ragazza che guardavo senza farmi notare. Irraggiungibile.
Il libro mi sfugge di mano, ma il suo tonfo sordo non copre il suono ritmato dei tacchi della coniglietta che si sta avvicinando a me.
Vicina. Sempre più vicina. Un fremito mi attraversa. Eccitazione e ansia. Merda.
Non le tolgo gli occhi di dosso, come potrei? Il suo sguardo è triste, rassegnato, ma allo stesso tempo nobile, fiero. Il suo sguardo mi fa male e mi rianima allo stesso tempo.
Vicina, sempre più vicina.
Un nodo mi attanaglia la gola. La bocca si fa più secca. Vista da  vicino è ancora più bella, se possibile, e non solo per quel costume che indossa.
Si ferma a un metro da me e mi scruta, i suoi occhi glaciali sembrano scavarmi dentro. La sua espressione si addolcisce un po’, all’improvviso.
«Davvero riesci ancora a vedermi?» mi domanda. «Non riesco a crederci».
Respiro a pieni polmoni il suo profumo fresco e la fisso, incapace di rispondere qualcosa di sensato a quella domanda. Perché non dovrei vederla? Perché tutti quanti sembrano non vederla?
Mi limito ad annuire con la testa.
«Ti saluto» ribatte, impassibile, voltandosi e riprendendo a camminare tra la gente che assiepa la biblioteca e continua a non notarla, come fosse invisibile. Il suo sguardo è tornato vacuo, dopo che aveva brillato per un solo, indimenticabile, istante.
Un istante che non potrò mai dimenticare.
La seguo verso l’uscita, come ipnotizzato, in un punto della biblioteca dove non c’è nessuno e perdendomi per un attimo sul pon pon bianco posto sul suo sedere. Sul suo magnifico culo, per essere preciso.
«Ehm… sbaglio o sei Lazuli Eighteen?» le domando di getto, cercando di recuperare la mia consueta sicurezza.
Sì, perché la gente a scuola tende a emarginarmi, ma in realtà a me non interessa questa cosa. Non intacca la sicurezza che ho in me stesso o il mio buonumore. Onestamente, non me ne frega un cazzo di quello che la gente pensa di me. Perché dovrebbe importarmene? Se loro non sono importanti per me, perché dovrebbe interessarmi l’opinione che si sono fatti di me? Io ho due amici e un fratello minore che mi vogliono bene, mi basta questo. Mi interessa quello che pensano loro di me. Che si fottano gli altri. Io sono Rad e sotto ho due palle così, non mi interessa se la gente non lo saprà mai. Io vivo la mia vita e vado avanti, ogni giorno supero gli ostacoli che ho trovato sul mio cammino due anni fa e cerco di farlo col sorriso sulle labbra, anche quando mi sento a pezzi. Anche quando mi sembra di non farcela. Ma non ho paura, perché ho imparato a nuotare più forte quando ho rischiato di affogare. Quando ho trovato solo una mano tesa verso di me, pronta ad aiutarmi. Ad amarmi, forse. Ho imparato a correre più veloce della merda che mi è piovuta addosso all’improvviso per non farmi colpire, per non farmi travolgere. Per potermi voltare e riderle in faccia. Per poter ridere di nuovo, spensierato come una volta.
La coniglietta si blocca e si volta lentamente, facendo ondeggiare i suoi capelli biondissimi e sistemandoseli con una mano dietro l’orecchio, mentre riprende a scrutarmi con uno sguardo glaciale e indagatore al tempo stesso. Quante volte ho ammirato quel gesto in televisione? E quante volte mi è capitato di spiare quel momento a scuola, durante gli intervalli che lei regolarmente passa da sola? Già, sola. Proprio come accade quasi sempre anche a me.
«Se mi chiami così, devo presumere che frequenti il mio stesso liceo» risponde freddamente, mentre un orecchio da coniglio si piega leggermente in avanti.
«Sì, sono Radish Son, secondo anno, sezione 1».
«E io sono Lazuli Eighteen, mi hai riconosciuta anche se sono del terzo anno. Bravo».
«Beh, sei piuttosto famosa. È stato facile!» le dico, accennando un sorriso e muovendo un passo verso di lei.
«Ti do un piccolo consiglio: dimentica quello che hai visto oggi» ribatte, impassibile, senza smettere di guardarmi fissa negli occhi. «E cerca di non avere mai più niente a che fare con me» aggiunge, enigmatica e gelida.
«Eh?» riesco solo a farfugliare, incapace di reagire a quelle parole, mentre la guardo voltarsi e uscire dalla biblioteca. Tra i suoi capelli biondi noto una molletta nera glitterata a forma di coniglio, ma nel suo sguardo leggo un profondo dolore. Leggo in lei la voglia di spensieratezza, di serenità, e allo stesso tempo un peso troppo grande da portare sulle spalle. Paura, forse.
Rivedo qualcosa di me stesso in lei.
Resto impietrito.
Osservo impotente la porta che si chiude alle sue spalle.
Respiro a pieni polmoni per un’ultima volta il suo profumo fresco, prima che si dissolva nell’aria. Un profumo che ho appena conosciuto e che mi fa stare bene, non saprei nemmeno dire perché.
Un gruppo di studenti fa il suo ingresso in biblioteca e mi passa accanto, rischiando quasi di travolgermi, pietrificato come sono in mezzo al loro passaggio. Due di loro mi guardano male e si dicono qualcosa sottovoce, indicandomi. Non hanno la divisa del mio liceo, ma immagino conoscano qualcuno che viene a scuola con me e mi abbiano riconosciuto. Ovvio. Tutto normale. Ma, più che altro, almeno loro avranno notato quell’incantevole e misteriosa coniglietta bionda?
Cosa significano le sue parole? Perché me le ha dette? Cosa ci faceva in biblioteca vestita così? E perché nessuno sembrava vederla?
Sto solo sognando?
Troppe domande, troppi perché. Nessuna risposta. Sento la testa scoppiarmi. Sento il cuore esplodermi nel mio petto segnato da una profonda ed enorme cicatrice simile alla zampata di un leone o di una tigre.
«Lazuli Eighteen…» sussurro, continuando a fissare la porta e portandomi una mano sul petto. Accarezzo la mia cicatrice nascosta dalla maglietta, prima di stringere i pugni così forte da farmi male. «Come potrei dimenticarti?»
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: ciao a tutti! Prima di tutto, grazie di cuore per aver dato fiducia a questa mia nuova long, posso solo sperare che questo breve prologo vi abbia incuriosito e vi siano piaciuti i primi due personaggi che vediamo in scena!
Pian piano verranno svelati diversi misteri, niente e nessuno compare per caso in questa storia, spero vi divertirete un po’ anche voi a scervellarvi sul perché i personaggi fanno o dicono certe cose e su cosa c’è dietro tutta questa vicenda.
Molti interrogativi restano in sospeso al termine di questo capitolo, qualcosa verrà chiarito già nel prossimo e vedremo anche entrare in scena altri personaggi. A tal proposito vi anticipo solo la presenza del nostro amato Prince, la cui brotherood con Rad spero riesca a emergere anche in questa storia.
Poi, andando avanti, ci sarà spazio a poco a poco per molti altri personaggi. È una storia divisa in scaglioni, o in piccole saghe, tutte collegate tra loro una dopo l’altra e che seguono la vita di Rad, il suo rapporto con l’enigmatica Lazuli, i suoi amici, la sua famiglia, il suo passato. C’è un po’ di tutto, è una storia scolastica e sentimentale di base, ma, come vedrete, ci sarà spazio per il mistery e per il supernatural, in un certo senso.
 
A proposito di scuola, in Giappone l’anno scolastico comincia a inizio aprile e il liceo dura tre anni. Rad è in seconda nonostante abbia diciassette anni perché da loro le elementari durano sei anni, mentre le medie tre come in Italia.
Il termine “senpai” lo troverete nei prossimi capitoli e significa “collega o compagno più grande di età, sul lavoro o a scuola”. Il termine opposto è “kohai”.
Altre cose che troverete sono le desinenze alla fine dei nomi o cognomi, partendo dal presupposto che in Giappone chiamare per nome (e non per cognome) una persona è già segno di grande confidenza. Il “-san” è una desinenza onorifica, posta in segno di rispetto, mentre il “-kun” e il “-chan” si utilizzano quando ci si considera alla pari e si ritiene di usarli, il primo di solito per i nomi maschili e il secondo per quelli femminili. Esiste ad esempio anche “-sama”, che è estremamente onorifico, se non solenne.
Per il resto, Fujisawa è una città sul mare che dista una cinquantina di km da Tokyo (ed è la città di Holly e Benji, se vi ricordate).
Molti di voi sapranno già queste cose, ma ho preferito spiegarle lo stesso. Se ho sbagliato qualcosa o avete dubbi, fatemi sapere! :-)
 
Ho cercato di scrivere una storia un po’ diversa dal solito, con protagonisti principali un po’ diversi dal solito e con un’ambientazione giapponese e scolastica: non posso che sperare di avervi divertito e incuriosito, se vorrete lasciarmi il vostro parere o se avete domande da farmi io ne sarò felicissimo e onorato!
 
Pensavo di prendermi una pausa un pochino più lunga dopo “Beauty and the Beast” e “Invictus”, che sono stati particolarmente impegnativi, ma questa storia si sta scrivendo letteralmente da sola da quanto mi sto divertendo a buttarla giù e da quanto ho sentito improvvisamente il bisogno di scriverla, quindi sono di nuovo qui e spero vi farà piacere! ;-)
Ringrazio in anticipo tutti voi che avete letto questo prologo, chi inserirà questa nuova long nelle liste e chi vorrà scrivermi il suo parere o dei consigli! Un grazie speciale a chi mi ha sempre sostenuto in tutti i questi mesi e a chi mi ha trasmesso tanto entusiasmo per scrivere questa storia.
Vi piace Lazuli in versione coniglietta? E, soprattutto, perché sembra vederla solo Rad?!
 
Grazie ancora, ci vediamo giovedì prossimo col capitolo 2 e tanti misteri da svelare!
 
Teo
 
 
 
   
 
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