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Autore: cabin13    01/02/2019    5 recensioni
|Kaminari-centric||Angst|
I suoi compagni sono divertiti dalla buffa espressione che fa quando supera il suo limite ed è consapevole che se Jirou e gli altri ridono non lo fanno con cattiveria, è solo perché non sanno cosa si cela sotto la maschera da studente un po’ tonto e non molto acuto.
Denki ha un grande sorriso, abbastanza per nascondere le sue paure e ansie, ma non sufficiente per soffocarle del tutto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaminari Denki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro quel sorriso

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We are the heroes of our time,

but we're dancing with the demons in our minds

(Heores of our times - Maans Zemerloew)

Il tremolio che gli scuote incontrollabilmente le mani viene mascherato da un tamburellio di dita contro il duro legno del tavolo a un ritmo che solo lui conosce. Il picchiettio dura qualche secondo, il tempo di far cessare gli spasmi.

È sempre così, nel periodo successivo a quando supera il suo voltaggio massimo. Ed è davvero un incubo: le sue funzioni fisiche e psichiche sono tutte sballate ed il cervello compie una fatica tremenda per mantenere tutto in regola. Le sinapsi non connettono, il corpo si muove da solo e un semplice pensiero di senso compiuto impiega ore per formarsi nella mente.

Per non parlare del dolore, che colpisce i nervi insensibili a ondate regolari e sempre più crescenti. Più la sofferenza è intensa, più il sapore di sangue gli invade la bocca e l’odore di bruciato – come se un fusibile fosse appena andato in cortocircuito – persiste nelle sue narici.

Denki si odia per la debolezza del suo quirk. Che razza di eroe può essere quello che diventa un peso ogni volta che attiva il suo potere? Non è molto diverso da Midoriya, solo che le ferite del ragazzo lentigginoso sono visibile esteriormente. E non riducono la sua psiche a un completo disastro.

I suoi compagni sono divertiti dalla buffa espressione che fa quando supera il suo limite ed è consapevole che se Jirou e gli altri ridono non lo fanno con cattiveria, è solo perché non sanno cosa si cela sotto la maschera da studente un po’ tonto e non molto acuto.

Denki ha un grande sorriso, abbastanza per nascondere le sue paure e ansie, ma non sufficiente per soffocarle del tutto. Per quanto tempo può andare avanti così? Cosa accadrebbe se in futuro si trovasse da solo contro un villain e superasse il suo wattaggio massimo ritrovandosi, completamente andato, alla mercé del suo nemico? Non ci sarebbero Kyoka e Momo, o Snipe-sensei a salvarlo, morirebbe come un completo idiota e avrebbe ottenuto come unico risultato quello di aver mandato in corto tre quarti della prefettura.

Ma quest’ultimo pensiero è in realtà “nuovo” nella mente di Kaminari. Ce n’è un altro che ha messo radici in lui da molti, molti più mesi – addirittura da anni –, forse già da prima di entrare alla UA: e se andasse oltre il suo limite e poi non potesse più tornare indietro? Quanto può tollerare il suo cervello prima di andare in black out permanente? Quanto tempo ha prima di restare per sempre un idiota che si esprime solo a suon di whey? Sono interrogativi a cui lui stesso non ha risposta e questo lo terrorizza.

Un altro spasmo. Stavolta, per coprirlo, il ragazzo conficca le unghie nel legno del banco e non smette nemmeno quando i polpastrelli gli fanno male per la pressione che sta esercitando. Perché non riesce a controllare la sua Unicità? Perché non può essere forte come Bakugou o Todoroki?

Dannazione, quanto si detesta.

Il discorso di Ectoplasm-sensei sulle equazioni di chissà quale tipo non gli interessa minimante, ci ha già rinunciato a provare a capire qualcosa di quel casino ed ha finito per perdersi nelle sue stesse elucubrazioni, perciò è immensamente grato allo squillo della campanella che ha fatto terminare quel tormento. Il suono penetrante ha anche il potere di riportarlo al presente, nella classe 1-A.

Il professore si congeda dagli alunni mentre questi ultimi riordinano le loro cose e si dirigono verso la mensa alla spicciolata. Denki sente Kirishima dietro di lui stiracchiarsi e strisciare fastidiosamente la sedia sul pavimento nel spostarla – guadagnandosi da Katsuki una serie di parolacce irripetibili.

Si vede passare accanto Jirou e Momo affiancate dalle altre ragazze e più in là Deku assieme a Iida e Todoroki. Eijirou intanto agguanta Bakugou prima che questo possa filarsela senza la scocciante “comparsa” e vengono raggiunti da Sero.

– Ehi, Kaminari. Vieni in mensa con noi anche tu? – chiede allegro il rosso voltandosi verso il banco da cui il biondo non si è neancora mosso.

Forse è perché è troppo lento a reagire, forse è perché appare spaesato e un po’ fuori dal personaggio che è di solito, ma i tre ragazzi si avvicinano al suo posto con aria preoccupata: in realtà sono solo Kirishima e Sero, Bakugou viene praticamente trascinato. Eppure è il primo a domandare.

– Ohi, Faccia da pirla, si può sapere che ti prende?

Un campanello d’allarme risuona nella testa di Kaminari: non dovrebbero notare il cambiamento, non dovrebbero notarlo, non dovrebbero notarlo, non dovrebbero notarlo. Non dovrebbe notarlo nessuno, cerca sempre di fare il possibile per evitare possibili domande troppo intime nascondendo i suoi demoni – evidentemente sono un disastro anche in questo, è la sua constatazione finale.

Sero sta cercando di farsi valere tra tutti, Bakugou lotta con le unghie e i denti per essere il numero uno e, soprattutto, Kirishima combatte contro la sua scarsa autostima sin dalle medie (Mina gliene ha accennato qualcosa, ma non conosce tutti i dettagli). Hanno già le loro questioni personali da risolvere, Denki non ci vuole aggiungere anche il peso dei suoi stupidi problemi. Non vuole apparire così debole da essere quello che chiede sempre aiuto.

Il polso destro trema. Irrigidisce i muscoli e picchia di nuovo le dita contro il banco simulando la ritmica di una qualche canzone tentando di nascondere il dolore che gli è stato causato da una scarica interna.

– Uh, va… va tutto bene. Avevo solo la testa da un’altra parte, sto bene. Andiamo a mangiare, su!

Il sorriso, come una maschera, accompagna quelle parole pronunciate con forse un po’ troppa enfasi e gli incurva le labbra provando a risultare il più convincenti possibile. Non è sicuro che i tre se la siano bevuta per certo, perciò si alza di scatto dalla sedia e non lascia loro il tempo di riflettere. Si incammina con aria allegra verso l’uscita della classe facendo loro cenno di venirgli dietro. È sollevato nel sentire, dopo alcuni secondi, i passi dei ragazzi finalmente seguirlo.

Prende tre profondi respiri e relega le sue ansie in un angolino recondito della sua mente, potranno prendere il sopravvento più tardi, quando sarà da solo. Per il momento devono restare lì, nascoste dietro il sorriso spensierato che rivolge ai suoi amici.

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Hola gente

Spero che l'html non mi sballi l'ultimo paragrafo come fa di solito, sto pregando ogni divintà perché non succeda qunado editerò la storia ma, se va a finire che succede davvero, chiedo già venia

Questa storia era un vecchio abbozzo che avevo buttato giù su un foglio a scuola, ho ripescato oggi dopo chissà quanto e ho ripreso a scriverla oggi durante un'ora buca (detto così sembra che non faccia mai niente in quel benedetto liceo... XD)

L'idea di Kaminari in preda all'angst perché non riesce a controllare il suo quirk l'ho presa da molte storie di AO3 e voluto dare anch'io la mia versione (?) Sarebbe bello se questa "teoria" venisse trattata anche nel manga, specilalmente quella secondo cui Denki teme di restare permanentemente nella sua modalità whey senza più poter tornare indietro perché secondo me può essere plausibile come paura e darebbe ancora più spessore a un personaggio che io amo (Denki è uno dei miei top husbandi <3 *.*)

Come sempre, la conclusione e il titolo non mi convincono molto, ma spero che o voi povere anime lettrici possiate apprezzare

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

   
 
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