Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: pattydcm    01/02/2019    1 recensioni
! ATTENZIONE !! DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA !
Questa ff è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di leggerla, prima di affrontare quella che sarà una piccola long dal punto di vista di Greg. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita. Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire di James su Sherlock. Se sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa di come l’abbia presa Greg. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo. Ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart's. Spero che questo esperimento vi piaccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sally Donovan
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
! ATTENZIONE !
! DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA !
 
Ciao a tutti!
Eccomi nuovamente qui con voi a presentarvi un’altra mia ff sul mondo di Sherlock. Ho apposto all’inizio questo avviso perché questa che vi propongo è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di dare una lettura a questa, prima di affrontare quella che sarà una piccola long.
‘Fenix’ è stata una OS sofferta. Molte volte avrei voluto gettarla via, ma poi sono riuscita a completarla e in un modo che mi soddisfaceva parecchio. Mi ha anche permesso di lanciarmi in una nuova sfida e scrivere una storia dal punto di vista di Greg. Adoro questo personaggio che mi permette di indagare la psiche di un detective capace nel suo lavoro, non geniale come Sherlock. Una persona più alla mia portata, insomma. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e, come già in ‘Fenix’, qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita (lavorativo, relazionale e sentimentale). Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Sì, anche Moriarty. Non solo perché lo si ritrova in ‘Fenix’, ma perché, come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire del consulente criminale su Sherlock. Se dalla serie sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa, invece, di come l’abbiano presa Greg e la signora Hudson. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo.
Chi ha già letto altre mie ff sa che non mi attengo pedestremente alla sequenza temporale della serie BBC. Posso dirvi che ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Siamo quindi lì. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart’s.
Per quanto riguarda l’infanzia di Sherlock, qui riportata da Mycroft, mi sono basata sulla mitica storia apocrifa di Meyer ‘Soluzione sette per cento’ alla quale ho aggiunto del mio.
Spero che questo mio esperimento sia di vostro gradimento. A me è piaciuto scrivere di Greg, dei suoi problemi familiari e relazionali (sarà che in questo periodo sto seguendo una coppia in una separazione assistita, un uomo che sta vivendo una separazione più che conflittuale e una madre con una relazione piuttosto burrascosa con i due figli adolescenti… il mio lavoro mi da molti spunti sui quali scrivere per le ff!) e spero che possiate apprezzare questo mio esperimento. Avevo bisogno di parlare di altri, oltre che della nostra coppia principale (che comunque domina la scena, benchè sia fisicamente assente). Dovrei riuscire a pubblicare un capitolo (o più, a seconda di quanto tempo avrò a disposizione) al giorno, ma vi metterò al corrente volta per volta.
Scusate se mi sono dilungata, ma pensavo fosse necessario darvi queste informazioni in modo che possiate scegliere se avventurarvi o meno nella lettura.
Ovviamente questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Sir Arthur Conan Doyle e la BBC nella trasposizione realizzata da Steven Moffat e Mark Gatiss. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma per il puro piacere di scrivere e di raccontare. Mi farà piacere leggere le vostre recensioni e spero la storia vi piaccia
Buona lettura
Patty
 
Capitolo 1
 
La segretaria di Mycroft non stacca gli occhi dallo schermo del suo blackbarry neppure per un istante. Greg la osserva seduta al centro esatto del lungo sedile di questo salotto in miniatura che è l’abitacolo dell’auto scura sulla quale viaggiano. Ha una bella pelle abbronzata, lunghi capelli scuri e occhi chiari. Davvero niente male, se non fosse per quella dipendenza da cellulare e l’aria fin troppo servile.
Greg sposta lo sguardo su Mycroft Holmes, seduto come lui sul sedile di fronte a quello che ospita la ragazza. L’uomo più potente d’Inghilterra contempla il mondo che corre veloce al di là del finestrino. Impeccabile nel suo doppio petto, nonostante il caldo umido di questi giorni, pallido quanto il fratello e dall’espressione così immobile da dare la sensazione di avere a che fare con una statua. Un contrasto netto con Sherlock, sul cui volto gli occhi sono in continuo movimento, così come le sopracciglia, che si aggrottano, si distendono, si inarcano scettiche o strafottenti. La bocca del consulente si muove velocissima quando spiega ai comuni e sciocchi mortali come sia arrivato alle sue deduzioni, o si incurva a disegnare espressioni di disgusto e sufficienza. Raramente Greg lo ha visto sorridere. Molto più spesso, deve ammettere, da quando John è entrato nella sua vita.
Al di là di quei ghigni di adulazione o circostanza, il detective non crede che Mycroft abbia mai sorriso in vita sua. Che si sia mai speso in qualunque tipo di movimento muscolare che non fosse lo stare in piedi appoggiato al suo ombrello. Meglio ancora, seduto alla sua poltrona a impartire ordini segnando il destino dell’umanità.
“Cristo, ma che ci faccio io qua?” si domanda. Come ha potuto lui, semplice ispettore capo di Scotland Yard, arrivare a ricevere un passaggio da un personaggio così illustre e… sì, pericoloso.
<< Quel tipo mette i brividi >> ha detto la sua ex moglie poco dopo che gli Holmes, John e Fox hanno lasciato casa sua, diretti al Diogenes Club. << Davvero eliminerà ogni singola foto compromettente di Liz che quella gente ha messo in rete? >> aveva chiesto scettica.
<< Sì. Può farlo in modo definitivo, non solo dalla rete, ma dai file privati di chiunque le abbia scaricate >> gli ha risposto, benedicendo l’esistenza di quest’uomo.
Il discorso che Mycroft ha fatto a sua moglie lo ha colpito allo stomaco. Anche lui, come lei, ha abbandonato i suoi figli. Non ha insistito e lottato per loro, incredulo e vinto da quanto gli stava crollando addosso. Lui e Margaret possono solo dirsi fortunati che Elisabeth sia ancora con loro. Doppiamente fortunati, se si tiene conto anche del tempismo miracoloso col quale Sherlock ha deciso di mettere Fox sulle tracce della figlia. Sarebbe bastata una mezz’ora di differenza, anche solo un quarto d’ora e… ma non ci vuole pensare, non ora almeno.
Greg ha messo in stand by la discussione da affrontare con Margaret. L’ha vista sfinita dalle parole dell’uomo di ghiaccio, vinta dal senso di colpa. Non gli piace sentirsi in debito con Mycroft per il favore che gli ha fatto nel debellare quel perenne sguardo di disgusto, commiserazione e sfida, dal volto della sua ex moglie, fosse anche solo per una mezza giornata.
Margaret è rimasta silenziosa e non ha aperto bocca per ribattere nemmeno ad una delle decisioni prese da Greg prima che questi volasse al Diogenes Club per raggiungere gli Holmes, John e Fox. Ha tenuto lo sguardo basso, le mani strette l’una nell’altra, quello stesso gesto di imbarazzo che tanto gli aveva fatto battere il cuore la prima volta che si erano incontrati per un appuntamento ufficiale. L’aveva trovata bellissima e si era reso conto che non era solo un’avventura. Quella ragazza di appena un paio d’anni più giovane di lui gli aveva rubato il cuore. Si chiede ancora come possa essere la stessa che da un anno quello stesso cuore lo rompe un pezzettino alla volta in modo sadico, come dice il suo avvocato.
Eppure sono stati felici. Per i primi dieci anni, sì, di questo ne è sicuro. Dopo due anni, inattesa e sorprendente, è arrivata tra loro Elisabeth a stravolgere le cose, ma hanno tenuto botta. Tre anni dopo, voluto e desiderato da entrambi, li ha raggiunti George e con lui il matrimonio. I primi cinque anni da sposati sono stati piacevoli, carichi di amore e complicità. O almeno così era per lui e spera che lo fosse anche per lei. Gliene ha dette talmente tante, Margaret, che non sa più cosa sia vero e cosa no, cosa non ha visto o cosa non ha voluto vedere.
Ricorda la grande festa per la sua promozione a ispettore capo. Ha lavorato tanto per ottenere questo traguardo e Margaret lo ha sostenuto nel cammino e quante volte tra le sue braccia ha trovato la forza per andare avanti. Solo tra quelle braccia poteva voler festeggiare la vittoria, la loro vittoria. E ci ha trascorso molte ore di dolcissima passione, alcune da ubriachi, altre da sobri, approfittando dell’assenza dei figli strategicamente inviati dai nonni materni.
Poi qualcosa si è rotto. Non sa bene dire quando. Forse proprio in quel primo anno dopo la promozione, il più difficile. La pressione dai superiori, l’invidia dei colleghi che, come lui, erano in lizza per quel posto sono state molto forti. Le assenze da casa si sono fatte più frequenti. Le ore trascorse nel suo ufficio sempre più lunghe. Forse è stato lì che è iniziato.  
<< Ti dimentichi troppo spesso di avere una famiglia. Una moglie e due figli per l’esattezza! Vivi come fossi sposato al tuo lavoro anziché con me >> gli ha detto Margaret in quel primo, storico litigio. Greg è rimasto spiazzato dalle sue parole. Si è più volte chiesto dove fosse finita la donna che continuava a dirgli imperterrita “Ognuno deve perseguire il proprio sogno”? O quella che gli diceva “Non sarò certo io a metterti i bastoni tra le ruote” quando le chiedeva scusa e di avere pazienza, preso dal senso di colpa per un corso d’aggiornamento che lo avrebbe portato lontano da casa per un paio di giorni, o un’indagine che si era protratta più del dovuto.
Da lì è iniziato un lento allontanamento da parte di lei. Greg deve ammettere di non essersene occupato subito, preso com’era dal nuovo incarico. Ha cercato di metterci delle pezze, che, però, non hanno tenuto.
Alla fine di quell’anno infernale, Greg ha conosciuto la persona che lo ha sollevato da innumerevoli casini. Quella grazie alla quale ha collezionato una lunga serie di riconoscimenti in questi cinque anni. Da allora i litigi tra lui e Margaret sono aumentati, la lontananza da parte di sua moglie anche e lui ha preso a passare più tempo in ufficio, solo per non dover tornare nell’atmosfera tesa di casa sua.
Non è bastato l’affetto col quale lo accoglievano i suoi figli ad alleggerire quell’aria pesante di giudizi, nè la piacevolezza, sebbene fosse stanco, dello stare con loro. Di questo si pente, a fronte di quanto è venuto a galla oggi. Elisabet, infondo, ha ragione: Margaret sapeva chi stava sposando. Lo sapeva qual’era la carriera che Greg voleva intraprendere, la stessa che ha permesso a lei e ai loro figli di vivere più che dignitosamente in tutti questi anni.
<< Eccoci arrivati, ispettore >> gli dice Mycroft richiamandolo dai suoi pensieri. Greg apre lo sportello, scende dall’auto e resta di stucco nel vedere la segretaria scendere con lui, fare il giro della vettura e aprire al suo capo. Si guarda attorno imbarazzato da quella scena, benchè non lo riguardi. Lui non riuscirebbe mai a farsi servire così.
Mycroft lo attende sul marciapiede e Greg si porta lesto al suo fianco per fargli strada. E’ così diverso dal fratello, che ormai entra ed esce da Scotland Yard senza farsi problemi di alcun tipo. A dire il vero non se n’è mai fatti, Sherlock. Fin da quella prima volta di ormai quasi sei anni prima.
Era ispettore capo da un anno, Greg, e nonostante le mille difficoltà aveva collezionato dei successi. Il caso sul quale stava sbattendo la testa in quel freddo inverno gli era stato presentato come importante. Non tanto per la stranezza in sé, ma per il soggetto. La donna trovata morta di ipotermia in una sauna era la cugina di un noto esponente della politica di quel periodo. Uno di quelli che possono portare alle stelle o gettare nelle stalle e Greg iniziava a sentire puzza di merda di vacca.
Non riusciva a cavare niente dalle prove. Il coroner si diceva essere sicuro che quella donna fosse davvero morta assiderata e nessuno sapeva spiegarsi come potesse essere finita in quella sauna. Per molti giorni il detective aveva fatto avanti e indietro da quella palestra super lusso e una sera era rientrato in commissariato, stremato dal freddo e innervosito dall’inutilità di quell’ennesima falsa pista. Aveva chiamato a sé Donovan e Anderson e le sue grida erano riecheggiate dal suo ufficio. Quando li aveva spediti via era rimasto appoggiato alla porta, la mano a stropicciare il viso stanco.
<< Aveva le dita delle mani coperte di piccole piaghe, non è così? >>.
Era trasalito a quella voce profonda, inaspettatamente vicina. Aveva alzato lo sguardo e aveva incontrato occhi di un colore particolare e indefinibile, che lo studiavano severi, cerchiati da profonde occhiaie violacee. Spiccavano sul viso ceruleo circondato dai capelli neri, ricci e lunghi di un ragazzo al quale non avrebbe dato più di 25 anni. Sul corpo, decisamente troppo magro, vi erano tutti i chiari segni della dipendenza da droghe. Cocaina principalmente, ma non si sarebbe stupito se insieme a quella fosse solito aggiungere anche altri cocktail, giusto per sballarsi ancora un po’. Indossava abiti neppure così tanto consunti, ma sicuramente li teneva addosso da troppo tempo. Così come doveva esserne passato molto dall’ultima volta che aveva fatto una doccia.
Era iniziata così quella loro collaborazione. Con un accordo raggiunto dopo essere stato stordito dalle sue parole a raffica, tutte troppo precise e puntuali, che davano possibili spiegazioni su cosa fosse accaduto.
<< Io la aiuterò a risolvere questo interessantissimo caso e lei, in cambio, farà in modo che non venga processato per possesso di sostanze stupefacenti >> gli aveva proposto, tenendolo sotto il tiro di quegli occhi vigili e attenti, così strani da trovare nel volto di un tossico. Greg aveva accettato. Dio, se aveva accettato. Era pazzesco. Tutto era pazzesco: il ragazzo, il suo modo di ragionare, il caso che si dipanava proprio come lui aveva descritto e previsto, la cattura dell’assassino, gli onori della ribalta.
<< Si prenda pure tutto il merito, a me non serve. Non faccio quello che faccio né per soldi, né per gloria >> gli aveva detto quando Greg gli aveva confessato di sentirsi in colpa per essere stato riconosciuto meritevole della risoluzione del caso, mentre, invece, aveva solo seguito le sue indicazioni.
<< Allora perché lo fai? >> gli aveva chiesto stupito. Dipendente com’era da quella merda che si iniettava in vena avrebbe potuto guadagnare fior fiore di sterline sfruttando questo suo dono.
<< Ho deciso di realizzare questa professione perché siano puniti i malvagi e sia fatta      giustizia[1] >>.
<<    Quale professione? >> gli aveva chiesto stupito Greg, abbozzando persino un sorriso, pensando stesse vaneggiando.
<< Sono un consulente investigativo >> gli aveva risposto risoluto e convinto. << Attualmente, devo ammettere, non ho altri clienti che lei, ispettore >>.
Essere definito un ‘cliente’ non gli era piaciuto per nulla. Affermazione troppo ambigua e potenzialmente compromettente.
Imbarazzato dal suo non volere nulla in cambio, Greg aveva insistito per offrirgli almeno il pranzo e lo aveva visto mangiare con avidità, come fosse digiuno da giorni.
<< Per l’esattezza da quando è stato ritrovato il corpo. La digestione mi rallenta >> gli aveva spiegato e lui era rimasto basito, passandogli anche il suo panino.
La stessa cosa aveva scoperto valere per il sonno. Lo aveva visto piombare come fosse morto sul sedile della sua auto, mentre raggiungevano il posto squallido da tossici nel quale diceva di vivere. Quando lo aveva svegliato, il ragazzo era uscito barcollando dall’auto e Greg non ce l’aveva fatta a lasciarlo lì.
<< Senti, ma una casa vera non ce l’hai? >> gli aveva gridato dal finestrino. Lui si era fermato, il volto stanco e gonfio di sonno.
<< Ha un tetto e quattro pareti >> aveva detto indicando il palazzo fatiscente.
<< Il divano di casa mia non è molto comodo, ma è sicuramente meglio. Salta su >>.
<< Ne è sicuro? >>.
<< Ti devo un bonus extra nello stipendio di questo mese, porta qui il culo e non fare storie! >>.
Lo aveva visto tentennare, grattarsi la testa titubante e infine fare spallucce e tornare all’auto.
<< Non mi hai ancora detto come ti chiami >>.
<< Lei non me lo ha chiesto >>.
<< In effetti non ci siamo neppure presentati. Io sono Greg Lestrade >> gli aveva detto tendendogli la mano per la prima volta.
<< Lo so chi è lei >> aveva ribattuto, guardando stranito quella mano tesa,prima di stringerla con decisione. << Sherlock >>.
<< Sherlock e poi? >>.
<< Soltanto Sherlock >> aveva precisato deciso. Certo con un nome così poco comune cercare informazioni sul suo conto non sarebbe stato difficile. Sempre ammesso che fosse un nome vero. Quello che Greg non si aspettava era che sarebbero state le informazioni a trovare lui.
<< Ispettore, deve firmare il verbale >> .
Lestrade scuote il capo, guardando stupito l’agente Jordan, da pochi mesi in forze alla sua squadra, che gli porge la penna. La afferra e borbotta un qualcosa di indefinito, mentre dà una rapida lettura a quanto dichiarato da Mycroft. Scarabocchia in calce una firma e la riconsegna all’agente.
Holmes si alza dalla seggiola sulla quale era stato fatto accomodare.
<< E’ stata un’esperienza davvero interessante >> dice guardandosi attorno, come avesse appena terminato un’escursione particolarmente avvincente. Gli porge la mano pallida e sottile e Greg ci mette un attimo prima di stringerla con la sua, decisamente più scura e grande. Si aspettava di sentirla fredda, come quelle di Sherlock, mentre, invece, la mano di Mycroft è piacevolmente calda e asciutta.
<< La ringrazio ancora per aver permesso a Fox e ai suoi di accedere ai mainframe governativi e debellare quel maledetto portale >>.
<< Come le dicevo sono in debito con lei, Lestrade >>.
<< Beh, direi che adesso siamo pari >>.
Le labbra sottili di Mycroft si incurvano a formare un sorriso strano. Scuote il capo, mentre ravviva la stretta alla sua mano, per nulla intenzionato a lasciarla andare.
<< La mia battaglia forse si è arrestata. La sua, invece, è ancora in corso >> gli dice serio.           << Posso ancora fare molto per lei. La sua ex moglie è un osso duro. In caso servisse non esiti a contattarmi >> dice porgendogli il suo biglietto da visita. Un semplice rettangolo di cartoncino sul quale in parole dorate è riportato il suo nome, il cognome e un numero di telefono. Nient’altro.
Gli lascia la mano e Greg non riesce a dire nulla, né a rispondere al suo saluto, che percepisce sincero. Lo guarda andare via, muoversi rigido e altezzoso con passo lento tra il resto delle persone che corrono e camminano curve e storte. Così diverso, come provenisse da un altro pianeta. Così lontano da tutti.
“Eppure mi ha toccato” pensa, guardandosi la mano destra sulla quale sente ancora una accenno della sua stretta.
<< Ehi, capo, quel tipo è il fratello del freak? >> gli si avvicina Sally. << Non ce n’è uno normale in quella famiglia >> ridacchia la donna, scuotendo il capo. Un moto di rabbia agita le membra di Greg.
<< Quell’uomo e suo fratello hanno appena salvato la vita di mia figlia, Donovan! >> esclama furioso. << Ti proibisco di parlare male di loro, chiaro? >>.
La donna resta stupita sia da quanto gli ha detto che dal modo in cui lo ha fatto. Si limita ad annuire e si allontana senza aggiungere altro.
Greg controlla l’orologio e si rende conto che è meglio passi subito dal commissario capo se vuole essere in orario per la conversazione che si augura possa essere pacifica con la sua ex moglie.
 
 
[1] Citazione da ‘La soluzione sette per cento’ di Nicholas Meyer.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: pattydcm