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Autore: eliseCS    02/02/2019    1 recensioni
Cosa succede se Des si annoia, Amy e Una si impicciano un po’ troppo e Morty si fa prendere la mano?
Succede che un teatro prende fuoco, risponderebbe T. guardando tutti con disapprovazione.
Ma d’altronde, essendo il maggiore, scuotere la testa alle azioni dei suoi fratelli è quello che sa fare meglio.
È per questo che cerca di convincersi che se ancora sta aiutando Des è solo perché vuole evitare di far precipitare gli eventi un’altra volta – decisamente quel lampadario non avrebbe sopportato una seconda caduta.
E se stavolta Des sembra sicuro di quello che sta facendo, Amy è come sempre entusiasta e Morty sembra non interessato, dovrà ricordarsi che a Una non piace essere lasciata in disparte.
.
Perché forse la Musica della Notte non era ancora arrivata alle sue ultime battute e quella Christine era semplicemente quella sbagliata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/The Phantom, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un paio di note dell’autrice prima di iniziare, leggete che è importante please!
So che non gioca a mio favore ma ci saranno sicuramente inesattezze e altre cose che di sicuro non stanno né in cielo né in terra ma che mi servono per motivi di trama.
Per esempio possiamo far finta che alcuni dei parcheggi che costeggiano l'opera siano riservati ai dipendenti del teatro, o ancora non credo proprio che all'interno dell'Opéra ci sia una sala prove che viene utilizzata per i corsi di danza per bambini e ragazzi (o magari si?), ma in ogni caso facciamo finta che esista.
Parliamo della scalinata dove c’è la botola... ho provato a cercare foto, piantine, ecc... non sono riuscita a collocarla nel teatro (d’altronde l’Opéra Garnier non l’ho mai visitata quindi) e ho i miei buoni sospetti che non esista manco quella, tanto per cambiare.
Stessa cosa per l'ingresso per il covo sul lago da cui si accede da Rue Scribe (io ho provato con google street a vedere se una porta c’è sul serio, ma c'era sempre qualcosa davanti a ostruire la visuale). Non abitando a Parigi poi i pochissimi riferimenti stradali saranno molto, molto, molto vaghi...
Per non parlare dei fisioterapisti della compagnia di ballo... (questa storia potrebbe rivelarsi un fantasy più di quanto pensassi, e la presenza di Erik sarebbe la cosa meno inverosimile...)
Erik sarà ooc... probabile, anche se vi giuro che ho cercato di mantenerlo il più possibile realistico (e in ogni caso prendetevela con lui, non è mica facile trattare qualcuno che maneggia un punjab con la stessa facilità con cui si va in bicicletta),
Tenendo queste "poche" cose in mente...
Buona lettura
E.






 
Cosa succede de Des si annoia, Amy e Una si impicciano un po’ troppo e Morty si fa prendere la mano?
Succede che un teatro prende fuoco, risponderebbe T. guardando tutti con disapprovazione.
Ma d’altronde, essendo il maggiore, scuotere la testa alle azioni dei suoi fratelli è quello che sa fare meglio.
È per questo che cerca di convincersi che se ancora sta aiutando Des è solo perché vuole evitare di far precipitare gli eventi un’altra volta – decisamente quel lampadario non avrebbe sopportato una seconda caduta.
E se stavolta Des sembra sicuro di quello che sta facendo, Amy è come sempre entusiasta e Morty sembra non interessato, dovrà ricordarsi che a Una non piace essere lasciata in disparte.
 
Perché forse la Musica della Notte non era ancora arrivata alle sue ultime battute e quella Christine era semplicemente quella sbagliata.











 

Prologue
overture
 
 
 
Quel giorno Des era annoiato.
Aveva ben chiaro quali fossero gli ordini – o meglio,
l’ordine – ma non ci poteva fare nulla: se lo si lasciava inattivo per troppo tempo cominciava a diventare insofferente.
Pensava che i suoi fratelli avessero ormai capito che quello non era un bene, ma a quando pareva se ne dimenticavano ugualmente a intervalli abbastanza regolari.
E così la noia lo aveva spinto ad appostarsi all’imbocco di quel vicolo in modo da poter osservare indisturbato la gente che passava per la via principale.
Già si sentiva meglio.

Studiare le persone era qualcosa di naturale per lui, gli sembrava di leggere tanti libri aperti – scritti in stampatello e con le figure, avrebbe potuto aggiungere in certi casi.
Il suo era un talento innato: uno sguardo e riusciva a capire qualcuno senza che quello dovesse aprire bocca.

Sogni, aspirazioni, desideri... se si concentrava abbastanza riusciva persino a indovinare se si sarebbero avverati, se quella persona sarebbe riuscita ad ottenere quello che voleva o se si sarebbe accontentata di quello che aveva già.
Le sue preferite erano le persone ambiziose, coloro che, datagli l’opportunità, avrebbero fatto di tutto per raggiungere l’oggetto delle loro aspirazioni.
Quando era tanto fortunato da incontrarne una si sentiva come un bambino davanti ad un giocattolo nuovo.

Adorava poter essere nella posizione di poter aiutare quelle persone.
Certo, lui non regalava niente a nessuno e nel suo tornaconto personale dovevano sempre rientrare una buona dose di divertimento e distrazione altrimenti non si sarebbe disturbato, ma fino a quel momento non si era mai pentito delle sue scelte in fatto di assistiti, ci aveva sempre visto giusto.
 
Le sue labbra si stesero automaticamente in un sorriso quando i suoi occhi si posarono su una donna, mentre nella sua mente vedeva come in un flash tutto quello che sarebbe potuto essere.
Uscì dall’ombra aggiustandosi giacca e doppiopetto andandole incontro.
«Suvvia, un’espressione così afflitta non si addice ad una donna bella come voi madame».
La giovane donna, quasi ancora una ragazza, era stata palesemente presa alla sprovvista, ma Des sapeva che la sua attenzione si era subito concentrata sul complimento che le era stato fatto.

Alzò lo sguardo, tenuto chino verso terra fino a quel momento, per poter guardare in faccia l’inaspettato interlocutore e nei suoi occhi Des potè leggere quello che stava provando in quel momento.
Il compiacimento per essere stata appellata con l’aggettivo bella nonostante gli stracci che stava indossando; la paura di non riuscire a migliorare la propria condizione e vivere ignorata e in miseria per il resto della sua vita. La rabbia verso quel giovane benestante che l’aveva illusa con le sue maniere gentili, i regali, le premure salvo poi minacciarla di farla arrestare se non fosse sparita quando aveva scoperto di averla messa incinta. Quell’uomo che lei pensava di amare ricambiata ma che alla fine l’aveva rifiutata perché troppo povera, troppo mediocre e non all’altezza delle signorine di buona famiglia tra le quali alla fine sarebbe sicuramente ricaduta la sua scelta.
E adesso quell’uomo l’aveva definita bella... forse...
Des si lasciò scappare un breve risata divertita: «No madame, se sta pensando che io sarò colui che la tirerà via dalla strada e dalla vostra miseria portandovi con me vi sbagliate di grosso... ma non disperate. Sono comunque qui per aiutarvi»
Lo sguardo della donna si era spento e subito riacceso alle sue ultime parole: non si sarebbe fatta scappare nessuna occasione.
L’uomo sorrise furbo: «Ho ragione di credere che voi siate una donna ambiziosa, madame. Qualità che ammiro. E per questo ho deciso di prestarvi la mia
assistenza. Vi posso promettere che la vostra situazione migliorerà in modo incredibile e...»
«Cosa volete in cambio?»
Mmm... quindi la sua disavventura con quel nobile l’aveva almeno resa meno sprovveduta alla fine dei conti.
«Voi cosa sareste disposta a darmi?» ribattè lui.
«Qualsiasi cosa» fu la risposta quasi istantanea.

«Se è veramente così non dovreste essere preoccupata da quello che voglio da voi, non credete madame?»
La donna strinse le labbra.
«Non crucciatevi mia cara. Per ora mi accontento di una stretta di mano e del suo nome» la rassicurò mentre le idee continuavano a invadergli la mente.
Le cose stavano andando di bene in meglio, superando addirittura le sue aspettative.

Se la giovane avesse accettato avrebbe trovato il modo di coinvolgere anche i suoi fratelli. Sapeva che Amy ne sarebbe stata deliziata tanto quanto Una sarebbe stata elettrizzata. Morty non avrebbe avuto nulla da ridire se non l’avesse lasciato in disparte quanto a T. ... poteva forse essere l’unico che avrebbe disapprovato, ma d’altronde lui era quello che
aggiusta sempre tutto, non sarebbe rimasto a guardare.
Avrebbe fatto le cose in grande.


Nel frattempo aveva teso una mano verso di lei. Non dovette aspettare molto prima di sentirsela stingere.
“Il mio nome è Jaqueline...”
“No, no madame. Avete frainteso» la interruppe. «Non volevo sapere il vostro nome, ma il suo» indicò con un cenno il ventre della donna che cominciava a farsi prominente nonostante il tentativo di tenerlo nascosto sotto strati di vestiti.
La donna arrossì ritirando involontariamente la mano, ma Des non lasciò la presa.

«Se dovesse essere un maschio pensavo Erik, altrimenti...»
«Erik...» Des pronunciò lentamente il nome come se lo stesse assaporando, interrompendola di nuovo.
Suonava bene. Dannatamente bene.
Era quello giusto.

La stretta di mano si interruppe mentre Des tornava sui suoi passi lasciandosi la donna alle spalle.
«È stato un piacere... ...Erik...»

 
 
 
♫ ♪ ♫
 
 
 
Dopo ore di dolore lancinante e spinte sfiancanti era tutto finito.
Distesa nel comodo letto della camera padronale della villa, il marito al suo fianco dopo aver ricevuto il permesso di entrare nella stanza, ancora non poteva credere a tutto quello che era successo.
L’uomo di cui si era innamorata e che l’aveva abbandonata era tornato da lei.
Si era scusato con un bacio e una promessa suggellata durante il matrimonio organizzato in tempi brevi prima che il bambino nascesse.
L’affascinante sconosciuto aveva mantenuto la parola di quel pomeriggio di qualche mese prima senza farsi più vivo.
Non aveva la più pallida idea di come avesse fatto e non le importava nemmeno, al momento non poteva essere più felice: finalmente aveva tutto quello che aveva sempre sognato.

 
Fu così che quando la levatrice riportò Erik nella stanza lavato e vestito, pronto per essere presentato ai suoi genitori, Jaqueline Destler urlò a pieni polmoni prima di svenire accasciandosi sui cuscini di piume che le sostenevano la schiena.














Buon pomeriggio!
Come potete ben vedere sono tornata, e di nuovo non con la storia di HP che avrei dovuto aggiornare...
Ho già pubblicato qualcosa nel fandom del Fantasma, ma è stata solo una os: questa storia la tirerà più per le lunghe, ve lo posso assicurare.
Come sempre dai miei "magnifici" prologhi... non si capisce un accidente. Non temete, dal primo capitolo incomincerò a contestualizzare già meglio la storia, che NON si svolge al tempo in cui è ambientato il film (ops, spoiler...) (a questo proposito, secondo voi dovrei mettere l'AU nelle note della storia? Non le so queste cose)
Spero che abbiate letto i miei "avvertimenti" all'inizio del capitolo, così non ci sarà bisogno di ulteriori precisazioni in futuro, spero.
Ora, le cose importanti: gli aggiornamenti.
La storia è più o meno finita, ma non revisionata. Pertando mi prendo due settimane tra un capitolo e l'altro, salvo recensioni. Se mai qualcuno dovesse lasciarmi commenti allora in cambio accorcerò l'attesa ad una settimana sola - aggiornamenti più frequenti non riesco, sorry. Se avete preferenze per il giorno dell'aggiornamento fatemelo sapere, altrimenti lo lascio a sabato.
Credo di aver detto tutto, non mi resta che ringraziare chi si è fermato a leggere e chi magari vorrà iniziare a seguire questa storia.

I remain, gentlemen, your obedient servant

E.

 
   
 
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