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Autore: T612    02/02/2019    1 recensioni
Dal testo:
-E poi la gente dice che i miracoli di Natale non esistono.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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24 dicembre 1943, bunker degli alleati, Londra

-È arrivata posta?
-Si, c’è qualcosa anche per te. -risponde Steve senza rivolgergli lo sguardo, indicando distrattamente il plico di buste posate sull’altro capo del tavolo.
James sfoglia i nomi dei vari destinatari fino a trovare il proprio, sorridendo nel vedere la calligrafia curata della sorella, accaparrandosi una sedia iniziando a leggere la lettera.
-Cosa è successo di così divertente da farti ridere? -chiede Steve sollevando lo sguardo dai documenti che tiene tra le mani, rivolgendo l’accenno di un sorriso confuso a James che continua a ridere di gusto.
-Becca regala sempre soddisfazioni. -afferma placando le risa, rivolgendo lo sguardo a Steve. -Te lo ricordi il tizio che ci ha presentato prima che partissi per l’Europa?
-Si Buck, mi ricordo anche la tua scenata da bravo fratello maggiore.
-Non è questo il punto. -sorride al ricordo gesticolando con la mano, suggerendo implicitamente di sorvolare su quel punto. -L’ha portata al cinema a vedere Bambi e ci ha visti nei cinegiornali... Chiede delucidazioni su chi sia la donna nella foto che nascondi nella bussola.
James scoppia a ridere di nuovo di fronte alle guance rosse di Steve, mentre quest’ultimo cerca invano di darsi un contegno, strappandogli la lettera dalle mani leggendo di persona le parole di Rebecca.
-Non ci credo che tua sorella riesce a darmi il tormento anche oltreoceano…
-Come ho detto, Becca regala sempre soddisfazioni.
-Non hai finito di leggerla, vero? -chiede Steve con un sorriso poco rassicurante sulle labbra e gli occhi che hanno raggiunto la fine del foglio.
-No… non sono brutte notizie, vero?
-Forse solo per te.
-Ridammela. -afferma perentorio tendendo il braccio, il sorriso che scompare dalle sue labbra sostituito da un’espressione preoccupata.
-Oddio. -afferma quando anche i suoi occhi raggiungono la fine del foglio, rivolgendo a Steve uno sguardo che sfuma tra il panico e il sorriso. -Non può farlo sul serio.
-Ha diciott’anni Buck, può eccome… Non andare in escandescenza.
-Steve. Rebecca si sposa, è una bambina!
-Non è una bambina e lo sai, non hanno ancora deciso una data… e non è quello il punto.
-Solo perché aspetta che torni per accompagnarla all’altare… oddio, vuole che la accompagni all’altare...
-Ecco, ora ragioniamo. -concede Steve alzandosi dalla scrivania, raggiungendo un Bucky nel panico più totale, afferrandolo per le spalle. -Sarai un testimone di nozze fantastico.
-Prima la guerra deve finire e dobbiamo tornare a casa, Steve… vuole anche te al matrimonio. -obietta tornando a sorridere. -Rebecca si sposa, Steve! Bisogna festeggiare e tu devi ballare con Peggy!
-Ho del lavoro da fare.
-È la vigilia di Natale, Steve. Io pretendo, anzi, Rebecca ti ordinerebbe di lasciare le scartoffie qui al bunker e andare al pub per concedere un ballo a Peg.
-Le scartoffie non si firmano da sole. -lo contesta Steve deciso, tornando ai documenti abbandonati sulla scrivania.
-Fifone. Se non la inviti tu, lo faccio io e te ne pentirai tutta la vita. -afferma avviandosi lentamente verso la porta, aspettando un richiamo che non arriva, maledicendo Steve, la sua testardaggine e la sua stupidissima paura di un rifiuto da parte della donna. -Finisci le scartoffie e raggiungimi, è un ordine. Nostra sorella si sposa, almeno un brindisi me lo devi, chiaro?
-Va bene, Bucky.
-Vedi di presentarti in tempi ragionevoli, altrimenti prelevo Howard e lo mando a cercarti.
-Suona come una minaccia.
-È una minaccia, Steve.
 
***

24 dicembre 1943, pub degli alleati, Londra

-È tutto sistemato, Bucky.
-Perfettamente in orario, bel lavoro Howard. -acconsente James lanciando di sfuggita un’occhiata all’orologio sul muro, per poi spostarlo sul soffitto, studiando soddisfatto i rametti di vischio che pendono dagli stipiti delle porte e dai lampadari. -Sono così tanti che devono per forza passare entrambi sotto a un rametto almeno una volta.
-Come ci regoliamo con le tempistiche? -chiede l'ingegnere osservando le lancette dell’orologio, facendo cenno al barista di versare un altro paio di bourbon.
-Io intercetto Peg appena arriva, se Steve non si presenta entro mezz’ora ti do il permesso di andarlo a prelevare al bunker. -sentenzia facendo tintinnare il bicchiere contro quello di Howard, buttando giù il liquore in un sorso. -Se non ti dispiace io vado in pista, l’orchestra sta suonando la mia canzone.
Howard ride versandosi un altro bicchiere di whisky, seduto al bancone brindando nella sua direzione, tornando a guardare il quadrante dell’orologio in attesa che scocchi l’ora per avere il permesso di gettarsi nella mischia per fare conquiste.
James trascina in pista per un ballo ogni donna sola che vede aggirarsi annoiata in mezzo ai soldati ubriachi, sistemando un paio di compagne di danze con Jupiter e Gabe, concedendo a malincuore la mano di una rossa mozzafiato a Toro. Desiderava solo consumare le suole delle scarpe e divertirsi, fantasticando di essere al matrimonio della sorella e di danzare con lei con ogni ragazza dai capelli castani che gli concedeva un giro in pista.
Quando vede Peggy varcare la soglia rimane di sasso, la osserva incantato fasciata nel suo vestito rosso della stessa tinta del rossetto, bella da star male al punto da calamitare lo sguardo di più di qualche soldato… trovava incredibile ed inconcepibile che Steve continuasse a lasciarsela sfuggire tra le dita.
-Agente Carter stasera è semplicemente meravigliosa. -afferma quando la raggiunge, inchinandosi scherzosamente a farle il baciamano. -Me lo concede un ballo?
-Credo tu conosca già la risposta, Bucky. -sorride la donna divertita.
-Ma l’orchestra sta suonando la mia canzone! -esclama mentre le note calzanti di In the mood riempiono il pub.
-La risposta è comunque no.
-Se ti dicessi che mia sorella Rebecca si sposa? In quel caso me lo concederesti? -ribatte deciso, tentando di corromperla con lo sguardo da cucciolo bastonato.
-In questo caso ti concedo un brindisi. -afferma Peggy trascinandolo al bancone, ordinando un bourbon ed uno scotch, porgendogli il bicchiere con il liquore.
-Prima o poi riuscirò a trascinarti in pista.
-Aspetta e spera. -commenta la donna innalzando il bicchiere. -A Rebecca.
-A Rebecca. -risponde facendo tintinnare il bicchiere, mentre nota con la coda dell’occhio Howard sbracciarsi nella sua direzione indicandogli il Capitano.
-Vieni con me. -ordina afferrando la mano della donna, trascinandola di corsa sotto un lampadario. -Ora tu rimani qui e non ti muovi.
-È un caso che mi lasci sotto il vischio? -chiede Peggy curiosa sollevando lo sguardo sul rametto che pende sopra la sua testa.
-È più una garanzia. -ripiega con un sorriso tirato a mo di scuse, sorvolando sullo sguardo omicida che le rivolge la donna in risposta intuendo i loro piani. -Dopo mi ringrazierai Peg, fidati.

***

James raggiunge Howard al bancone del bar, spiando di nascosto il Capitano che raggiunge impacciato l’agente Carter, mentre quest’ultima gli rivolge un sorriso a trentadue denti, indicando divertita il vischio sopra le loro teste.
I due uomini si protendono verso la loro direzione tendendo l’orecchio, tentando di captare almeno uno stralcio della conversazione portata avanti dai due, impresa pressoché impossibile data la confusione causata dalla folla e le note dell’orchestra.
Ad entrambi va quasi di traverso il drink quando vedono Steve afferrare Peggy per i fianchi, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra… per poi baciarla sulla guancia, mentre la donna getta la testa all’indietro e ride indicandoli, lasciando James e Howard a bocca asciutta con lo sguardo giudizioso di Steve li punta, facendo passare comunque il messaggio silenzioso che sono due impiccioni e due idioti.
-Sbaglio o Steve ci ha appena insultati con lo sguardo? -chiede Howard con tono complottistico, lasciando scemare l’entusiasmo per la riuscita del loro piano.
-Non sbagli, amico. Ci hanno fregati. -commenta in risposta, osservando Steve che fa il baciamano a Peggy e trova il coraggio di invitarla a ballare.
-Non l’ha baciata… come? Come ha fatto a resisterle? Ma l’ha vista?! -esclama basito Howard gesticolando animatamente, mentre James ride ordinando un altro giro di bourbon.
-Eccome se l’ha vista, ma penso ritengano più soddisfacente darci una lezione. -ribatte mentre li osserva volteggiare in pista. -Però l’ha invitata a ballare, considerato che stiamo parlando di Steve sono progressi enormi.
-Propongo un brindisi! -afferma Howard con trasporto levando il bicchiere nella sua direzione. -A quei due imbranati, che speriamo si bacino entro la fine della guerra!
James scoppia a ridere invece di ribattere, facendo tintinnare il bicchiere in risposta.
-Ed ora, con permesso, c’è una bella bionda che vuole che io mi presenti. -sentenzia Howard puntando lo sguardo su una donna sull’altro lato della pista. -Ne cerco una anche per te? Hai un debole per le rosse, giusto?
-So cavarmela bene anche da solo su quel frangente, apprezzo la proposta, ma penso che al momento rimmarò qui per un po’ ad ammirare quel miracolo di Natale. -afferma James con il sorriso sulle labbra, indicando Steve e Peggy che danzano in mezzo alla pista, facendo cenno al barista di riempirgli nuovamente il bicchiere. -Divertiti Howard, buon Natale.
Brinda nella sua direzione, puntellandosi con i gomiti sul bancone alle sue spalle, osservando i ballerini che volteggiano in pista.
Solleva di nuovo il bicchiere quando Steve scolla finalmente lo sguardo dagli occhi di Peggy, simulando quel brindisi a distanza che il fratello gli aveva promesso ad inizio serata, sorridendogli in risposta alla risata spensierata di Steve.
-E poi la gente dice che i miracoli di Natale non esistono. -commenta rivolto a nessuno in particolare, buttando giù il sorso di liquore con ancora il sorriso sulle labbra. -Esistono eccome, quei due ne sono la prova.




Commento dalla regia:

Sono profondamente convinta che esistano troppe poche storie ambientate negli anni ‘40 che rispettino le coppie canoniche, quindi ecco a voi il mio tentativo di “tappare il buco”, nella speranza che vi piaccia.
All’interno sono stati inseriti vari riferimenti a fatti comprovati nei fumetti (nello specifico: Captain America Collection vol 5, di Ed Brubaker), insieme a qualche mio headcanon... confido nell’apprezzamento dei riferimenti a Walt Disney e la formazione originale degli Howlings Commandos.
Questa one-shot si rifà/è ispirata ai fatti narrati nel capitolo 7 dell’altra mia storia “Till the end of the line”, entrando a far parte di conseguenza alla serie, chiunque desideri passare da quelle parti è ben accetto ;)
Qualunque opinione/commento/critica è assai gradito,
_T
   
 
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