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Autore: FunnyPink    18/07/2009    5 recensioni
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-Ascoltami, Dora, non so cosa tu possa pensare, ma non esisterà mai un aspetto talmente brutto da farti allontanare da me, tu sei bella, tu sei bella dentro, non mi importa che volto porti, che capelli sfoggi, o forse tu mi ritieni così superficiale-
-No, io mai, non è questo Remus, lo sai che ti amo, e ti conosco, so che non sei superficiale, e mi piaci anche per questo, ma è qualcosa di particolare, che mi fa male, io ecco… ok so farlo, ma ho paura, ho paura di me stessa guardandomi allo specchio-
Remus/Tonks, spero vi possa piacere!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo le nostre scelte

 

 

Siamo le nostre scelte

 

 

 

 

-Avanti Dora-

-No, non posso-

-Non è vero che non puoi sono sicuro che tu sai farlo-

-No, io…non ricordo più come ero-

-Io invece guarda un po’, sono sicurissimo che tu sai esattamente come fare e come eri-

-Non ricordo davvero è più forte di me-

-Dora- disse prendendo il suo volto tra le mani e sollevandolo verso di lui – tu lo puoi fare, tu puoi fare tutto, perché non vuoi ammetterlo, perché ti ostini a mentirmi – la voce si fece malinconica alla fine della frase.

-Io non…- le parole si ruppero, si stava mentendo, e la cosa peggiore è che lo stava facendo a lui, lui che aveva rubato il suo cuore, lui che le donava la felicità in quei tempi bui, lui che aveva rinunciato a tanto per lei, perché per qualche strano motivo anche lui provava qualcosa per la sua stramba persona – Remus io….-

Ma come poteva mostrargli il suo vero aspetto, nessuno la conosceva così, solo sua madre e suo padre l’avevano vista in quei rari momenti, quando ancora adolescente, qualche volta, il suo potere aveva dei problemi, ma lei si affrettava a cambiarlo appena possibile, lo odiava non voleva guardarsi allo specchio.

-Ascoltami, Dora, non so cosa tu possa pensare, ma non esisterà mai un aspetto talmente brutto da farti allontanare da me, tu sei bella, tu sei bella dentro, non mi importa che volto porti, che capelli sfoggi, o forse tu mi ritieni così superficiale-

-No, io mai, non è questo Remus, lo sai che ti amo, e ti conosco, so che non sei superficiale, e mi piaci anche per questo, ma è qualcosa di particolare, che mi fa male, io ecco… ok so farlo, ma ho paura, ho paura di me stessa guardandomi allo specchio-

L’espressione di lui si fece dubbiosa – non capisco Dora –

Lei sospirò disperata, andava tutto così bene, tra loro si intende, il mondo magico stava andando a rotoli, ma per fortuna avevano creato il loro piccolo mondo, quando stavano insieme, imprigionati in quelle mura, tutto andava bene.

Ma da quella mattina, lui, si aggirava per casa nervoso, un po’ assente, ma non stava male, non più del solito, aveva qualcosa per la testa, e alla fine schiarendosi la voce aveva chiamato la donna sul divano, l’aveva fatta sedere vicino a lui, e dopo averle preso le mani tra le sue, le aveva chiesto fissandola –Dora, io vorrei vedere il tuo aspetto, quello vero, quello che avresti senza il tuo dono-

E lei era gelata tra lei sue mani, irrigidendosi.

Odiava se se stessa per quei pochi particolari che erano la vera lei, quegli occhi, il naso e soprattutto i suoi capelli. Sapeva che sua madre ci stava male, perché erano tutti caratteri suoi, però capiva il suo dolore, e non le aveva mai chiesto di rimanere con il suo aspetto reale, o di assumerlo, perché se avesse potuto lei stessa si sarebbe cambiata tutto, ma non poteva, e voleva che sua figlia fosse felice, con capelli rosa o no non le importava, le era sempre stata grata per questo.

-Dora, tesoro…- il suo cuore perse un battito, Remus era una persona dolcissima e passionale, dava se stesso e non chiedeva nulla in cambio, ma aveva difficoltà a esternare le sue emozioni, e nonostante stessero insieme da più di un mese e mezzo,  non diceva spesso quelle parole dolci, non la chiama amore, tesoro, non con le parole almeno, ma negli occhi glielo leggeva che si era concesso a lei in un modo profondo e forte.

Come sempre si era distratta, succedeva spesso guardandolo.

-Per favore per me è importante - aveva insistito lui, anche se il suo tono era delicato e dolce.

Non poteva più resistere, e in un certo senso glielo doveva, lo amava, gli doveva questa cosa la verità, e si sarebbe presa ogni sua reazione.

-Va bene, ok – aveva pronunciato con voce un po’ più acuta –mi serve un attimo però, è vero che so farlo, ma la mia riluttanza non aiuta- lui annuì con la testa e fece per lasciarle le mani, ma lei lo trattenne, stringendolo. Prese un respiro profondo, espirò.

Poi arricciò il naso come ogni volta che mutava il suo aspetto.

La pressione delle mani dell’uomo non cambiò, mentre Tonks sapeva che il suo aspetto, a differenza, stava cambiando, davanti ai suo occhi, e così decise di riaprire i suoi e fissarlo.

Nemmeno la sua espressione era cambiata, la stava guardando, la stava ammirando, vedeva i suoi occhi correre sul profilo dl mento, le labbra, il naso e gli occhi. Era certa che Remus conoscesse a memoria il suo profilo, e sicuramente avrebbe notato all’istante le differenze.

La notte sapeva che dopo aver fatto l’amore, quando lei si rintanava tra le coltri, e chiudeva gli occhi accanto a lui, lui rimaneva li, alzandosi su un gomito, e la fissava, l’osservava e la mirava come si fa con un bel quadro, e poi dopo questo si assopiva accanto a lei, lo sapeva, lo amava per questo, ma non glielo aveva mai detto.

Nel momento in cui sentì un movimento dal corpo di Remus, entrò in allarme, sentì la pressione del divano cambiare, mentre lei pensò che si sollevasse. Quello che la stupì fu però il fatto che non si sollevò per andare via, ma per avvicinarsi a lei. Ma non solo, incredibile fu l’accenno di un sorriso sulle sua labbra. Una mano sfuggi alla sua presa, mentre, l’osservava sollevarsi, e delicata come un fiore si avvicinava al suo volto, afferrava un ricciolo, nero e ribelle sul viso per portarglielo dietro l’orecchio. La punta di un dito sfiorò la sua guancia, continuando il suo percorso, intorno al suo occhio, e sfiorando il profilo del suo naso, scese sulle labbra, e in fine raggiunse il mento, qui la sua mano si arrestò, accarezzandola, e con dolcezza l’avvicinò a se, mentre il volto dell’uomo, si mosse verso di lei. Quando sentì le sue labbra posarsi sulla sua testa, chiuse gli occhi, sentì poi le sue labbra posarsi sulla punta del suo naso, sulle sue palpebre, e infine sulle labbra, delicatamente si staccò, tornando composto, seduto, quando riaprì gli occhi, con il cuore palpitante scoprì che il sorriso di Remus si era allargato, sembrava emozionato, poi con un’espressione da ragazzo e leggermente maliziosa disse.

-ho capito perché non volevi mostrarmelo, avevi paura che mi innamorassi ancora più in fretta di te-

Ninfadora si sentì avvampare, il cuore non aveva ripreso ancora il battito normale incalzò ancora

-no… io ecco –

-non ti preoccupare, lo so perché, l’ho sempre saputo, da quando ti sei dimostrata terrorizzata, ma concorderai che è una piccola cosa che mi dovevi- annuì con la testa.

Lui la rimirava ancora, fece una breve risatina, e poi aggiunse – i tuoi occhi…grandi e neri, sono così profondi, credo che potrei perdermi dentro, e sono molto simili a quelli di Sirius –

Che strano, non aveva mai pensato al confronto con Sirius, aveva sempre pensato a un’altra persona, sorrise a questa cosa, mentre anche lui la scrutava.

- Hai anche i capelli di tua madre, anche se a te stanno meglio, sono più ordinati e eleganti i tuoi ricci, sembrano quasi boccoli – anche questa volta, l’aveva stupita, aveva trovato dei pregi, le aveva fatto complimenti e l’aveva associata a sua a sua madre, quando lei pensava…

- lo sai  chi assomiglio, il mio naso, questo naso – disse indicando il naso dritto e leggermente appuntito – solo lei…nella mia famiglia lo ha così, ho anche i suoi capelli e gli stessi occhi, ho il volto di un’assassina, di un mostro.- Disse scaldandosi, disperandosi. Lui non cambiò espressione sembrava come se lei non avesse detto nulla.

- hai anche il mento, le fossette e la forma del viso di tuo padre, ma questo già lo sapevo, li hai sempre –

- per favore di qualcosa Remus –

- cosa vuoi che ti dica? Ti amo, e ti trovo bellissima, tu non sei lei Ninfadora, non lo sarà mai, non sarà un naso che assomiglia a…, o gli occhi di…, a dar ciò che sei, non sei Bellatrix

disse con ardore e sottolineando le ultime parole.

La ragazza sospirò, sollevata e rincuorata da queste.

- non sai quante volte casa mia è stata perquisita solo per il cognome di mia madre, in parte sono diventata auror anche per questo, per avere più giustizia, e cambiare l’opinione sbagliata, che al ministero, si aveva della mia famiglia.

- E ci sei riuscita, tu non sei lei, tu e tua madre avete scelto con chi stare, cosa essere, noi siamo le nostre scelte, tesoro, ricordalo, e le tue ti hanno portata qui, bella e giovane auror, membro dell’ordine della fenice, pupilla di alastor moody, e la donna che amo più di ogni altra cosa al mondo –

L’emozione che la scosse, le diede una scarica elettrica, gli occhi cominciarono a pungerle, mentre d’istinto si gettava su di lui, tra le sue braccia forti, tra il suo confortante calore, e lui la stringeva a se con forza come se avesse paura che si allontanasse.

Rimasero alcuni minuti a cullarsi, quando infine sciolsero l’abbraccio, Remus rimase ancora qualche minuto a fissarla poi fece un sospiro profondo.

-Ecco, io, Dora c’è un motivo preciso perché ti ho chiesto di modificare il tuo aspetto, di essere te stessa in tutto e per tutto, anche se non è quella la parte di te che mi interessa…comunque ecco io devo dirti una cosa, chiederti una cosa- .

Ninfadora, spiazzata dal tono profondo e serio di Remus, si incupì e le sopracciglia si accigliarono, mentre con gli occhi lo fissava intensamente.

-Ecco, ehm…ehm,  Dora, tesoro, sai quanto io ti adoro, e ti amo, anche se si, qualche volta la timidezza e la riservatezza mi impediscono di aprirmi completamente, purtroppo… la mia vista è stata difficile e faccio fatica a esprimermi, ma quello che provo per te è assolutamente oltre ogni mia aspettativa, e oltre ogni altra cosa mai provata. So anche, che quello che ti sto dicendo, o almeno ci provo, se non mi sarò ingarbugliato già a metà, è fuori dai miei normali canoni, io sono una persona paziente e riflessiva, prendo tutto con calma, e magari tu giovane quale sei, in condizioni normali avresti qualcosa da ridire. Ma pensaci, viviamo in un tempo, imperfetto, dove non sappiamo dove e se ci saremo domani, non sappiamo su chi poter contare, non sappiamo a chi poterci appoggiare, non c’è lavoro, e non c’è più una vita normale che scorre, secondo i suoi ritmi, in questo momento viviamo uno per l’altra, aiutando i pochi che ci sono fidati, e perseguendo gli ideali che ci accomunano, vivendo di noi e dell’altro. Ti prego consideralo attentamente, perché vorresti chiederti una cosa importantissima, va bene? – assorbendo ogni sua parola, annuì velocemente con la testa, mentre l’agitazione si impossessava del corpo, e nello stesso momento il corpo dell’uomo che amava si sollevava leggermente, per poi abbassarsi, al lato del divano, in ginocchio.

- Prendendo in considerazione tutto questo, e il fatto che ti amo, Ninfadora Tonks, tu…vorresti sposarmi?-

Mai parole, l’avevano colpita così tanto, nessun incantesimo avrebbe potuto scuoterla così, come fecero quelle parole, mai avrebbe pensato di poter contenere quella gioia. Lacrime, cominciarono a scendere dagli occhi, e un singhiozzo sfuggi al controllo, precario, inghiottì, e sorridendo, e annuendo con la testa, cominciò a pronunciare.

-si…si…si…si- non smetteva mai di ripeterlo, l’avrebbe voluto dire infinite volte finché dalla gola non sarebbe uscito che un rauco si, si avrebbe voluto solo lui, si lo avrebbe voluto milioni di volte, si a lui, si lui che amava, si che fosse lui la persona con cui dividere questo tempo.

Ma i si morirono sulle sue labbra, quando in preda a un’emozione così forte da far nascere anche nei suoi occhi, calde lacrime, l’aveva baciata, e stretta a se, tra i cuscini del divano.

-cosa mi hai fatto, ninfadora- disse a fior di labbra, con uno sfavillante sorriso,e riappoggiando immediatamente le labbra sulle sua.

-ho ricordato al lupo come si ama- rispose lei, tornando fra le sue braccia, da cui neanche la morte l’avrebbe divisa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa è la mia piccola versione della storia.

Spero che almeno in parte sia concordante con le vostre, adoro questi due personaggi e non smetterò mai di pensare a loro, insieme e felici, incuranti della tragica fine che aspetta invece loro,  secondo quanto ci racconta zia Jo.

Spero la lettura sia stata abbastanza piacevole.

Mi scuso per tutti gli errori che potrete trovare, e se vorrete commentare o lasciare due parole, soprattutto critiche

Le accetterò volentieri.

 

Vostra

FunnyPink

   
 
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