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Autore: Yumeji    03/02/2019    0 recensioni
“Fagli pensare che sia una situazione drastica, senza uscita... Ah! E deve compensare la sua scarsa altezza con l’ego, quindi fallo sentire importante” gli aveva rivelato con un sorriso sornione, senza aggiungere altro. Akutagawa non avrebbe però mai pensato che sarebbe bastato solo un “signor Nakahara” per concludere il tutto. Per quanto nei suoi confronti provasse un profondo rispetto, essendo uno dei vertici della Port Mafia, doveva ammettere che era davvero un sempliciotto.
Forse per quel motivo Dazai si divertiva tanto a raggirarlo

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Un piccolo pensiero molto breve e fluff (a modo mio) in vista di San Valentino
[Soukoku]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Starai scherzando spero... – commentò Chuuya, il tono a morirgli in gola mentre un'espressione esterrefatta ne deformava i contorni del viso, le labbra strette in una piega insofferente,
- Purtroppo no – ammise Akutagawa, all'apparenza per nulla turbato dalla questione che tanto allarmava l'altro, ma portandosi una mano alle labbra per occultare con una serie di colpi di tosse il proprio disagio.
- E come pensi di risolverla?! – sbottò il rosso irritato dal suo atteggiamento, troppo mesto per i suoi gusti, al punto da ricordargli un altro uomo lugubre dal suo stesso sguardo assassino.
- Con un'uccisione..? - propose, gli occhi a vagare in un punto imprecisato della stanza, ad evitare di incrociare quelli fin troppo aggressivi dell'altro. Si nascondeva ancora parte del volto con la mano, nonostante non avesse più una scusa buona per lasciarla a sostare lì. Cercava di dissimulare un nervosismo crescente, essendo finito in un guaio da cui non sapeva come uscirne.
- Vuoi ucciderlo? Sul serio?! – non poté evitarsi di alzare la voce Chuuya, ecco cosa succedeva quando si affidava a qualcuno come Dazai il compito di addestrare un cucciolo. Il risultato non poteva essere altro se non un assassino psicopatico. - Senti, forse non sono la persona più giusta per dirtelo, Akutagawa – assottigliò lo sguardo chiaro, in un ammonimento silenzioso che per pesò al punto sulla testa del più giovane facendogliela incassare nelle spalle. Sembrava stringere i denti, quasi si aspettasse di ricevere una punizione fisica per aver dato la risposta errata. – Ma uccidere (così come cercare di ammazzarsi da solo), non sono buone soluzione per tutto! – gli assestò il colpo, per quanto solo verbale, additandolo furente, ben consapevole che la fissazione che aveva sviluppato per la morte non era colpa di altri se non di Dazai. – Devi pensare ad un altro sistema per risolvere il problema – lo invitò incrociando le braccia al petto, il fare severo nel rizzare la schiena per fingersi più alto.
- Capisco... – annuì Akutagawa senza però riuscire a nascondere la confusione che lo colmava, allontanano infine la mano dal viso. - E se lo ferissi mortalmente? - optò, ricevendo in cambio un'occhiata tanto terribile che, se il rosso fosse stato armato, non dubitava gli avrebbe sparato dritto alla tempia.
- Non limitarti ad usare altre parole per riferirti alla stessa cosa! Mi credi così scemo? – si infuriò stringendo i pugni furente, la pelle dei guanti a produrre un sottile suono nell'accartocciarsi. - Quando fai così me lo ricordi fin troppo – sbuffò rilassando d'improvviso le spalle, si stava infervorando fin troppo per una cosa tanto stupida. Per quanto si trattasse di un problema fastidioso, non era nulla che non si potesse sistemare. Non avrebbe però immaginato che qualcuno come Akutagawa, abituato a risolvere con le sue sole forze situazioni ben più gravi, potesse rivelarsi tanto tedioso per quella seccatura da nulla. Si era tanto abituato a risolvere ogni cosa con la violenza da non essere in grado di pensare ad altro?
- Signor Nakahara... – deglutì Ryunosuke a disagio, il capo chino e lo sguardo basso, appariva più minuto, per quanto in realtà rimanesse comunque più alto di lui.
- Cosa? – cominciava a sentirsene seccato Chuuya, ma non potendo far a meno di ascoltarlo, adorava quando qualcuno gli si rivolgeva con un rispettoso "signore".
Nonostante fosse uno degli alti capi della PortMafia era considerato come una persona alla mano, soprattutto a causa della sua giovane età, al punto che persino i suoi uomini tendevano a rivolgersi a lui con il nome, per quanto non scordassero il suffisso onorifico.
Ed essendo un sempliciotto, non poteva ignorare le richieste di chi gli si rivolgeva con tanto garbo da usare il suo cognome. Aveva un cuore fin troppo tenero per un mafioso.
- Se non posso ucciderlo - esitò il corvino trovandosi ad afferrare la manica della giacca del suo superiore, non riuscendo a nascondere un tono di supplica. - Non vorrebbe adottarlo lei? – lo pregò forse con un'aria un poco troppo penosa, che però sembrò avere il giusto effetto sull'altro.
Chuuya non gli aveva mai visto fare un’espressione simile, il viso a prendere il medesimo piglio implorante e colmo di aspettativa della figura che sostava alle sue spalle. Entrambi a fissarlo come a chiedergli di risolvere la situazione, quasi lo considerassero il solo in grado di salvarli da quella situazione, per loro insostenibile. O almeno facendogli credere fosse l’unico a cui potessero rivolgersi. Per la prima volta da molto tempo, Chuuya Si trovava sotto un duplice attacco capace di metterlo all’angolo e contro il quale non sapeva come controbattere.
- Certo che tu li detesti proprio i cani... – commentò con un sospiro rassegnato, chinandosi per raccogliere una piccola palla di pelo scura dagli occhi neri che lo fissavano colmi di meraviglia. Si trattava di uno spitz tedesco nano, come avrebbe scoperto poi, dopo una rapida ricerca su internet. La bestiola aveva seguito Akutagawa dal suo ultimo incarico, forse il precedente padrone, e sembrava divertirsi un mondo a masticare la giacca del corvino, il quale detestava al punto i cani da provare un reverenziale quanto segreto timore nei loro confronti. - Va bene me ne occuperò io - accettò il rosso guardando l’animaletto con aria divertita, già pensando a quale nome dargli, e in cuor suo Ryunosuke ringraziò il suo vecchio maestro per avergli insegnato il metodo, tanto semplice quanto efficace, per farlo capitolare.
“Fagli pensare che sia una situazione drastica, senza uscita... Ah! E deve compensare la sua scarsa altezza con l’ego, quindi fallo sentire importante” gli aveva rivelato con un sorriso sornione, senza aggiungere altro. Akutagawa non avrebbe però mai pensato che sarebbe bastato solo un “signor Nakahara” per concludere il tutto. Per quanto nei suoi confronti provasse un profondo rispetto, essendo uno dei vertici della Port Mafia, doveva ammettere che era davvero un sempliciotto.
Forse per quel motivo Dazai si divertiva tanto a raggirarlo, pensò Ryunosuke, nell’osservare il rosso che finiva per farsi imbrattare tutta la faccia da quella piccola bestiolina pulciosa che qualcuno gli aveva ordinato di consegnare. Chissà se era quel sorriso felice, “l’espressione idiota” che il suo ex-mentore voleva tanto vedere dipinta sul suo volto?

Anche per quell’anno si era trovato a fare da corriere per l’ennesimo “regalo segreto di San Valentino”. Primo o poi quei due avrebbero dovuto smettere di sfruttarlo, non era mica quella tigre decerebrata trovava quella situazione sempre più frustrante di anno in anno.



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Breve storia senza pretese in vista di San Valentino, auguri e godetevela!
  
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