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Autore: Crystal Rose    03/02/2019    3 recensioni
Ho provato ad immaginare cosa accadrebbe se una ragazza con un succoso segreto dovesse incappare nei Germa 66 e nell'armata rivoluzionaria, quanto caos potrebbe creare una ragazzina con straordinarie e improbabili capacità nascoste?
"Tutte le storie cominciano con “C’era una volta in un regno lontano lontano“ e prevedono una bella fanciulla che sta passando un gran brutto momento e resta in attesa di un uomo grande e forte che la salvi e la porti via in sella al suo cavallo bianco verso il loro “vissero per sempre felici e contenti”. La mia storia è esattamente il contrario. Inizia in un piccolo paesino assolutamente di nessuna rilevanza, su di un’isola piuttosto tranquilla e banale, una di quelle che, nonostante fossimo nell’epoca d’oro della pirateria, non veniva visitata né da pirati, né da uomini del governo. Talmente insignificante che non ne veniva dimenticata l’esistenza solo perché comparivamo ancora nelle mappe. Eravamo lontani dalle rotte più battute ed il clima non era mai tanto avverso da spingere qui una nave, neanche per sfortuna."
Genere: Avventura, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Emporio Ivankov, Famiglia Vinsmoke, Sabo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La terra tremò per qualche secondo ma non mi sconvolsi più di tanto, in quel posto succedevano parecchie cose strane. Tra incidenti di laboratorio e violentissimi allenamenti, cose simili erano praticamente all’ordine del giorno. Mi rimisi in piedi ma non riuscii a fare neanche un passo che arrivò un altro scossone e quelle che avevano tutta l’aria di essere delle violente esplosioni. Mi aggrappai al muro per non cadere e cercai di raggiungere la finestra per tentare di capire cosa diavolo stessero combinando i Vinsmoke. Quando finalmente mi affacciai la scena davanti ai miei occhi ebbe lo stesso effetto di un pugno nello stomaco. Il regno di Germa era sotto attacco. Quelli che avevo sentito non erano allenamenti ma bombardamenti, ci stavano attaccando.
 
Mi voltai di corsa diretta alla camera che condividevo con Yonji, dovevo trovarlo, anche se avevo poche speranze di trovarlo lì. Infatti la camera era vuota e continuavo a faticare a restare in piedi. Un altro violento scossone e persi di nuovo l’equilibrio impattando contro un armadio a due ante dai capelli verdi che mi prese al volo.
 
<< Che sta succedendo? >> gli urlai quasi per sovrastare i rumori provenienti dall’esterno.
 
<< Ci stanno attaccando! >> mi sembrava piuttosto ovvio, ma il fatto che il suo primo pensiero fosse stato venirmi a cercare mi riempì il cuore di pura gioia, anche se non erano proprio i sentimenti più adatti alla situazione. Mi aggrappai a lui quando arrivò la scossa successiva e lui mi sollevò di peso, evidentemente convinto che non fossi capace di reggermi da sola.
 
<< Ti porto al sicuro! >> mi urlò. << Qui è pericoloso! >>
 
<< Chi ci sta attaccando? >> mi aveva parlato dei pirati di Big Mom e di quanto spaventassero persino dei mostri quali i Germa 66.
 
<< L’Armata Rivoluzionaria. >> mi rispose semplicemente.
 
<< E che diavolo vogliono da noi? >> ormai mi consideravo già un tutt’uno con lui.
 
<< Ed io che diavolo ne so! Appena li ho visti sono corso da te, non mi sono certo fermato a chiedere informazioni! >> in effetti aveva ragione, non era il momento di prendere il tè insieme, eppure qualcosa non mi tornava.
 
Da quello che sapevo sul loro conto erano un gruppo di rivoluzionari schierati dalla parte dei più deboli contro prepotenze e ingiustizie, anche se i giornali li dipingevano quasi alla stregua di criminali. Che diavolo ci facevano lì?!
 
<< Non dovresti dare una mano ai tuoi fratelli? >> gli chiesi mentre attraversavamo rapidi i corridoi.
 
<< È quello che sto facendo. Metto al sicuro il tesoro più prezioso di Germa. >> mi sorrise. Non era solo una questione personale, ero una Vegapunk, avevo un valore non indifferente, non avrebbero rischiato che venissi uccisa per caso. Ufficialmente il suo compito era proteggermi e sfruttarmi per il tornaconto del regno, ufficiosamente aveva trovato un suo modo di amarmi, riuscendo così a conciliare i bisogni personali con quelli del regno.
 
Arrivammo al suo laboratorio e mi mise a terra. << Cerca qualcosa per difenderti nel caso io dovessi cadere. >> mi disse attivando la tuta che avevo costruito per lui.
 
<< Che significa “cadere”? >> gli chiesi allarmata dall’eventualità che potesse accadergli qualcosa.
 
<< Sta tranquilla, non mi accadrà niente. >> mi diede un bacio sulla fronte. << Resta qui, tornerò presto. >>
 
<< Aspetta! Non puoi lasciarmi qui a chiedermi che ne sarà di te! >> non avevo nessuna intenzione di restarmene lì.
 
<< Ti ho già detto che non mi succederà niente. Concerò quei tipi per le feste e poi tornerò da te. >> non mi aveva affatto tranquillizzata. Mi sollevò di peso facendomi sedere sul tavolo olografico, tutto intorno a noi tremava per la tremenda battaglia che stava avendo luogo lì fuori, ma lui sembrava terribilmente tranquillo. << Lo sai che queste cose mi mettono sempre tanta voglia. >> mi disse infilandosi tra le mie gambe. << Tieniti pronta perché quando tornerò la prima cosa che farò sarà prenderti proprio qui dentro. >> mi diede un bacio profondo che mi lasciò l’amaro in bocca. Quello fu l’ultimo bacio, quello fu l’ultimo abbraccio, quella fu l’ultima volta che incontrai quegli occhi blu, quella fu l’ultima volta che credetti di rivederlo ancora.
 
Si staccò da me lasciando il laboratorio e non appena la porta si chiuse alle sue spalle saltai giù dal tavolo e corsi verso l’uscita. Come immaginavo! Quel bastardo dai capelli verdi mi aveva chiusa dentro! Battei i pugni contro la porta arrabbiata e frustrata.
 
<< Lasciami uscire! Non puoi rinchiudermi qui dentro! Mi hai sentita brutto scimmione? Ehi!!!! >> urlavo e colpivo la porta ma senza successo. Al ritorno avremmo fatto i conti, se pensava di tornare lì dentro alla fine della battaglia, coperto di sangue e polvere per aprirmi le gambe poteva scordarselo! Si sarebbe pentito di avermi rinchiusa lì dentro!
 
Mi misi a rovistare nel laboratorio alla ricerca del necessario per manomettere la serratura elettronica e per cercare qualcosa per potermi proteggere e per potergli fare male al ritorno. Recuperai alcuni attrezzi e mi arrampicai su di uno sgabello per arrivare alla serratura, era a misura di quel dannato colosso. Rimossi il coperchio ed iniziai a trafficare con i fili. Ero a buon punto quando sentì un’altra esplosione che fece tremare il palazzo e mi fece cadere dallo sgabello. Rovinai a terra massaggiandomi il sedere quando vidi la porta diventare incandescente e fondersi pian piano.
 
Sentii il terrore investirmi, il mio bestione non sarebbe mai entrato in quel modo e da quella stanza non c’erano altre uscite, ero in trappola. Mi tirai su e corsi verso il piano olografico, afferrai al volo uno dei guanti modificati di Yonji a cui stavo lavorando e scivolai dietro al tavolo senza neanche guardare chi stesse per entrare. Poggiai la schiena al tavolo cercando di restare immobile e non fare neanche un rumore. Mi coprii la bocca con la mano per non far percepire il mio respiro e mi strinsi il guanto al petto. Rumore di passi che si avvicinavano. Era una sola persona e non era uno dei nostri, conoscevo il suono che facevano gli stivali delle loro uniformi. Si fermò poco lontano dal tavolo e sentii suonare un lumacofono.
 
<< Si?! Dove vuoi che sia?! >> la voce di un uomo, un ragazzo. << Non ancora… Pensavo di sì ma non c’è… eppure è strano, perché chiudere in quel modo una stanza vuota?... >> sbarrai gli occhi e premetti con più forza la mano davanti alla bocca.
 
Yonji… dove sei?”
 
Sentivo una voce femminile continuare a parlare attraverso il lumacofono ma il ragazzo non le stava più rispondendo, aveva ricominciato a muoversi nella stanza.
 
<< Ma insomma! Vuoi rispondere?! SMETTILA DI IGNORARMI! >> la ragazza al lumacofono si stava agitando. Lui semplicemente chiuse la chiamata, senza risponderle ulteriormente. Si fermò di nuovo.
 
<< Oh bhè, sembra non ci sia nessuno. >> aveva un tono piuttosto tranquillo. << Sarà meglio cercare altrove. >> chiusi gli occhi e mi rilassai un po’, non si era accorto di me. << Ciao. >> la voce proveniva dall’alto, da sopra la mia testa. Quando la sollevai quasi mi venne un infarto. Era sul tavolo olografico e mi guardava sorridendo, non il ghigno dei Vinsmoke, un sorriso vero, ma il fatto che fosse sul viso di uno sconosciuto mi spaventò a morte. Ricordavo il primo incontro con Yonji e come fosse finito.
 
Ebbi un attimo di panico, poi mi riscossi e gli puntai contro il guanto della Raid Suit e feci fuoco. Mi aspettavo pressappoco l’effetto che avevo ottenuto con Niji ma le cose non andarono affatto così. Il ragazzo fu rapidissimo e per un istante mi sembrò che il suo corpo si fosse trasformato in una fiammata. Evidentemente lo shock mi stava facendo sragionare. Però aveva neutralizzato il colpo, forse il guanto non funzionava ancora correttamente, in fondo non lo avevo ancora collaudato.
 
<< Ehi, ehi, vacci piano! >> mi disse continuando a sorridermi. << Qualcuno potrebbe farsi male. >> era strano, il suo tono non era affatto minaccioso. Lo guardai perplessa per un attimo e poi gli puntai di nuovo contro il guanto stringendo le labbra.
 
Lui sollevò le mani. << Ti assicuro che non c’è nessun bisogno. >> era di buon umore. << Voglio solo chiederti un’informazione. >> questa poi. Lo guardai perplessa aggrottando leggermente le sopracciglia. << Non conosco bene il regno di Germa e rischio di girare a vuoto, magari puoi essere così gentile da dirmi dove devo andare. >> si quel tipo era decisamente strano. Tesi il braccio con fare minaccioso e lui sollevò di nuovo le braccia. Aveva una faccia di bronzo pazzesca, ma non come quella di Yonji, non c’era nessuna traccia di arroganza, era solo… gentile ed in quel posto era davvero una cosa strana.
 
Aveva i capelli biondi e leggermente ricci, un cilindro con degli occhialini ed un lungo cappotto, sembrava la rivisitazione dei vestiti di un nobile. Dovevo raggiungere la porta e scappare, non mi andava di ripetere la stessa scena già vista con Niji.
 
<< Sto cercando una ragazza. >> spiegò calmo e sorridente senza abbassare le mani. << Non so bene chi sia, in realtà non la conosco, ma mi hanno detto che ha sui 19 anni, capelli neri, occhi azzurri, non molto alta. Un po’ come te. >> mi indicò ed in reazione gli puntai di nuovo contro il guanto. << Calma, calma. Voglio sapere se sai dirmi dove posso trovarla. >>
 
“Ma questo è scemo?!”
 
Ovviamente quel pensiero mi si lesse dal volto.
 
<< Non voglio farle del male. >> aggiunse lui. << Mi manda una persona. >> per un attimo mi chiesi cosa sarebbe successo se gli avessi mentito.
 
<< Si trova nel palazzo lì infondo, sotto la custodia del principe Niji. >> chiunque dei due avesse pestato l’altro non mi sarebbe dispiaciuto.
 
<< Ti ringrazio. >> mi disse lui sorridendomi sollevando appena il cilindro e dirigendosi verso la porta. Non ci potevo credere, quel tipo era un idiota! << Ah a proposito. >> mi disse voltandosi. << Mi chiamo Sabo. >> mi disse con un inchino. Non gli risposi, io a differenza sua non ero stupida. Il lumacofono ricominciò a suonare ma lui lo ignorò aspettando la mia risposta.
 
<< Dovresti rispondere. >> tentai di distrarlo.
 
<< Tu credi? >> sembrava sul serio interessato alla mia opinione, ma neanche mi conosceva. << No, vorranno solo sapere se ho trovato la ragazza. >> non capivo perché mi dicesse quelle cose.
 
<< Digli che non l’hai trovata. >> mi sentivo un’idiota a rispondergli ma mi parlava in un modo tale che era inevitabile.
 
<< Bhè inizierebbero a sgridarmi, meglio se li avviso direttamente quando l’avrò trovata. >> mi sorrise.
 
<< Buona fortuna. >> gli dissi in tono sarcastico abbassando il guanto mentre fuori continuavano a sentirsi urla ed esplosioni.
 
Uscì dalla porta e si guardò intorno prima di riaffacciarsi dentro. << Senti non è che potresti accompagnarmi? Non sono sicuro di saper raggiungere il luogo che mi hai indicato. >>
 
“Ma da dove esce questo tipo?!”
 
<< Come scusa?! >> non era normale per niente.
 
<< Tu vivi qui, no? Sai sicuramente come si raggiunge il posto che mi hai indicato. >> non sarei andata al palazzo di Niji neanche sotto minaccia dello stesso principe dai capelli blu.
 
<< Mi è proibito andare lì. >> mentii. Lui mi osservò qualche attimo riflettendo.
 
<< Ah, capisco. >> mi disse con tono deluso. Era assurdo che si bevesse tutte le mie sciocchezze senza batter ciglio. << Allora credo di dovermela cavare da solo. >> concluse rassegnato.
 
<< Temo proprio di si. >> quasi mi dispiaceva mentirgli.
 
<< Bhè, grazie lo stesso. >> il lumacofono suonò di nuovo ed ancora una volta lo ignorò non accennando a muoversi però, continuava a fissarmi.
 
<< Cosa c’è? >> non mi piaceva per niente.
 
<< Pensavo che non sarebbe molto da gentiluomo lasciarti qui tutta sola. Potrebbe essere pericoloso. Sai c’è una battaglia fuori. >> me lo disse come se non mi fossi resa conto di grida ed esplosioni e delle pareti che tremavano.
 
<< Ti ringrazio del pensiero ma sono perfettamente al sicuro qui. >> ma che diavolo voleva da me?!
 
<< Ma eri chiusa dentro e stavi tentando di scappare. >> indicò la serratura elettrica mezzo smontata.
 
<< Si è attivato il sistema di sicurezza e mi ha chiusa accidentalmente dentro. >> mentii di nuovo.
 
<< Ah ecco, ora si spiega. >> continuava a sorridermi. << Per un attimo ho pensato che tu fossi la prigioniera che Marla mi ha mandato a cercare. >> quel nome, sbarrai un attimo gli occhi.
 
<< Marla? >> non poteva essere la stessa persona, anzi non lo era di sicuro.
 
<< Si. Mi ha detto che la ragazza di cui si prendeva cura era stata rapita dai Germa 66 durante un attacco alla loro isola e che ha bisogno di aiuto. >> continuava ad essere tranquillo e sorridente ma era evidente che mi stesse mentendo. Marla era morta, me lo aveva detto Yonji che non c’erano stati superstiti a parte me.
 
<< La ragazza che cerchi ha detto che non c’erano superstiti sulla sua isola. >> non so perché glielo stavo dicendo, ma che sapesse oppure no della sua dipartita la conosceva comunque.
 
<< Non tutti in effetti, siamo arrivati tardi, ma qualcuno siamo riusciti a portare in salvo. >> mi spiegò lui appoggiandosi allo stipite della porta. << Però non siamo arrivati in tempo per salvare Lea, per lei era troppo tardi, l’avevano già portata via. >>
 
Magari in un altro momento mi avrebbe fatto piacere il salvataggio, ma su quel regno avevo trovato ciò che dava senso alla mia vita e non avevo intenzione di lasciarlo .
 
<< Perché l’Armata rivoluzionaria dovrebbe invadere un regno pericoloso per accontentare un’isolana? >>
 
<< Perché l’isolana in questione fa parte dell’Armata, ed eravamo stati inviati da tuo padre per venirvi a prendere, Lea, ma siamo arrivati tardi. >> sbarrai gli occhi. Sapeva chi ero.
 
<< Quando hai capito chi ero? >>
 
<< Quando ho visto la porta chiusa. >> mi disse sorridendo.
 
<< Non voglio venire con te. Le cose sono cambiate. Non posso andarmene di qui! >> li aveva mandati mio padre, non mi avrebbero fatto del male, ma non volevo andare con loro. << Mi dispiace che siate arrivati fin qui ma dovete andare via. Dite a mio padre che mi dispiace tanto, ma non posso venire. >>
 
<< Non sei al sicuro qui. Quando scopriranno chi sei… >>
 
<< Lo sanno già chi sono! Gliel’ho detto io. >> cercavo di risultare quanto più determinata possibile.
 
<< Gli hai detto che sei una Vegapunk? >>
 
<< Si! >>
 
<< Ah! Questo non me lo aspettavo. >> si grattò la testa. << Bhè non è proprio un bene ma visto come stanno le cose non sarebbe comunque stato un segreto per molto tempo ancora. Tuo padre ha deciso di “riconoscerti”. >>
 
<< Perché ora? Mi ha ignorata per diciannove anni, mi ha detto di ammazzarmi piuttosto che rivelare la nostra parentela ed ora vuole “riconoscermi”?! >> quell’uomo era assurdo.
 
<< Perché sta per scoppiare una guerra, che si combatterà su più fronti e abbiamo bisogno di tutte le forze possibili se vogliamo avere qualche possibilità di vincerla. >> teneva le braccia incrociate sul petto.
 
<< Ma di che diavolo stai parlando? >> stava farneticando.
 
<< È complicato da spiegare e credo che questo non sia neanche il posto adeguato per spiegarti tutto. >> altre esplosioni e grida dall’esterno. << Dovremmo andare, Iva non può creare scompiglio per molto. >>
 
<< Allora non hai capito, io non mi muovo di qui! >> puntai i piedi a terra e lo guardai torvo.
 
<< È la prima volta che qualcuno non vuole essere salvato. >> sembrava piuttosto perplesso.
 
<< Dovevate salvarmi quando mi hanno rapita, adesso è troppo tardi! Non ho più bisogno di essere salvata, sono già stata salvata. >>
 
<< Da chi? >>
 
<< Questi non sono affari tuoi! Porta i miei saluti a mio padre quando lo vedi. >> gli andai incontro per sorpassarlo ed uscire da quella stanza ma lui mi fermò mettendomi un braccio davanti. Sembrava piuttosto combattuto.
 
<< Spostati! >>
 
<< In genere noi non rapiamo la gente… però tu sembri non renderti conto della situazione in cui ti trovi. >>
 
<< Sei tu che non ti rendi conto! Io sono felice qui! Lasciami in pace! >> espirò ed in un solo rapido movimento mi tirò su di peso. << Mettimi subito giù! >> iniziai a dibattermi.
 
<< Credimi, appena ti renderai conto di essere in salvo mi ringrazierai. >>
 
<< Ma che diavolo stai blaterando, sei tu che mi stai rapendo! Mettimi immediatamente giù! >> era di poco più basso di Yonji ma decisamente meno piazzato eppure mi aveva sollevata come fossi una piuma.
 
<< Ti dispiace indicarmi l’uscita? >> mi chiese tranquillo e sorridente.
 
<< Tu devi essere matto! Guarda che mi metto a urlare! >>
 
<< Se potessi evitare sarebbe meglio, i rumori forti mi infastidiscono alquanto, ma se non riesci a farne a meno accomodati.  >>
 
<< Non hai paura dei Germa 66? >>
 
<< No. E tu? >> stavo discutendo con un idiota e gli stavo anche rispondendo. Neanche a nominarli comparvero davanti a noi un nugolo di soldati. << Devono aver sorpassato Iva. Va bene, ci penso io. >> mi mise giù molto delicatamente, non come aveva fatto Yonji. << Ti dispiace aspettarmi qualche secondo? Faccio in un attimo. >> mi sorrise e si voltò verso i soldati. << Ah, dimenticavo, è meglio se ti allontani un po’, i miei poteri sono ancora in rodaggio, non vorrei farti del male inavvertitamente. >> approfittai del consiglio per allontanarmi un po’.
 
Non mi ero sbagliata affatto, il suo corpo era diventato di fuoco ed aveva sbaragliato in un attimo tutti soldati. Tornò verso di me che lo osservavo ad occhi sgranati, completamente paralizzata dallo stupore. << Stai bene? >> mi chiese osservandomi preoccupato per valutare le mie condizioni che, neanche a dirlo, erano perfette.
 
<< Si… certo, sto bene. >> risposi scuotendo il capo per riprendermi.
 
<< Meno male. Dai andiamo. >> di nuovo impuntai i piedi a terra e feci un passo all’indietro. Lui sospirò. << Farai così per tutto il tragitto? >>
 
<< Non verrò! Dovrai trascinarmi! >> ci stava riflettendo.
 
<< Cosa ti hanno fatto! >> esclamò a voce bassa scuotendo la testa prima di ritirarmi su di peso. << Non ti preoccupare, una volta arrivati a casa ti cureremo. >>
 
<< Mettimi giù! Io sono a casa! >> scalciavo come una forsennata, al punto che fu costretto a mettermi a terra. Si passò una mano tra i capelli piuttosto frustrato mentre lo guardavo torvo. Una grande esplosione dall’esterno fece crollare la parete del corridoio in cui ci trovavamo e con mia grande sorpresa lui mi si parò dinanzi per farmi da scudo.
 
<< È pericoloso restare qui! >> mi urlò per soprastare i rumori. << Lascia almeno che ti porti al sicuro! >> un’altra esplosione.
 
<< Falli smettere! >> mi coprì il viso mentre lui continuava a proteggermi.
 
<< Gli ordini sono di fermarsi solo quando sarai stata portata al sicuro. Non si fermeranno fino a quando non sarai salita su una delle nostre navi. >> non mi stava minacciando o ricattando, semplicemente le cose stavano così e lui non poteva farci niente.
 
<< Raderanno al suolo il regno di questo passo! >> altre violente esplosioni ed urla.
 
<< Si. E ci sono già parecchi feriti. Più tempo resterai qui più il numero delle vittime salirà. >>
 
<< Ma è terribile! Voi dovreste essere i buoni! Perché permettete una cosa simile? >> era tutto assurdo.
 
<< Noi combattiamo contro il Governo Mondiale e il Germa è alleato con loro, è nella lista dei nostri nemici. Non si fermeremo fino a quando non sarai con noi. >>
 
<< Perché? >>
 
<< Perché è importante. >>
 
<< Ma perché? >>
 
<< Non credo tocchi a me spiegartelo, ma alla nostra base riceverai tutte le spiegazioni, te lo prometto. Ti diranno perché eri su quell’isola, perché non hai mai visto tuo padre, perché ti ha cresciuta un membro dell’Armata, perché ti sei dovuta nascondere tutta la vita e perché siamo stati mandati a prenderti. Ti prometto che saprai tutto. Ti prego, vieni con me. >> erano domande che mi facevo da tutta una vita e a cui volevo una risposta… ma non abbastanza da lasciare Yonji.
 
<< Non mi interessa. Non vengo con te! >>
 
“Al diavolo loro e mio padre!”
 
Un’altra esplosione, il soffitto stava crollando, mi coprì la testa con le braccia e l’ultima cosa che vidi fu il ragazzo biondo diventare fuoco, poi qualcosa mi colpì alla testa e tutto divenne buio. Non so per quanto tempo restai incosciente, non so cosa accadde da quel momento. L’Armata si era davvero ritirata una volta catturatami? Il regno di Germa era ancora intero? Qualcuno aveva preso a calci quel bastardo di Niji? Le tute avevano funzionato bene? Yonji vedendo l’esplosione si era precipitato a cercarmi? Era arrivato in tempo? Come aveva reagito non trovandomi? Mi stava cercando?
 
Non lo sapevo. Tutto ciò che sapevo è che avevo un gran mal di testa e mi costava fatica aprire gli occhi. Avevo paura di cosa avrei trovato al mio risveglio eppure sapevo bene di non essere più su Germa, sapevo che le voci che stavo ascoltando non erano degli scienziati ma mi erano sconosciute, sapevo che Yonji non era lì con me, che una volta aperti gli occhi non lo avrei trovato al mio fianco a dormire scompostamente.
 
Ancora ad occhi chiusi venne giù una lacrima. Era finita.
 
<< Guardate deve essersi svegliata. >> la voce di una ragazza. << Mi chiedo come abbia potuto permettere che si facesse del male?! Sabo è proprio un incosciente! >>
 
<< Avrà fatto di sicuro del suo meglio. Non era semplice trovarla e portarla via da quel posto. Ma ora è al sicuro e si sta svegliando. >> una voce conosciuta. Marla! Allora era sopravvissuta! Mi sforzai di aprire gli occhi, volevo vederla. << Ehi bambina, come stai? >> Si, era proprio lei. << Ci hai fatti spaventare. Per fortuna stai bene. >> mi asciugò la lacrima scesa e mi sorrise. Avevo avuto quella donna davanti per nove anni e non mi aveva mai detto chi fosse davvero.
 
<< Marla… >> biascicai. << Come… Come fai ad essere viva? >>
 
<< I ragazzi sono arrivati appena in tempo, ma credo che me la sarei cavata lo stesso. Tu piuttosto! Sei la solita testarda incosciente! Ti avevo chiesto di nasconderti! E invece ti vedo trascinata priva di sensi in spalla ad un gorilla dai capelli verdi! >> la solita ramanzina.
 
“Yonji!”
 
<< Dove mi trovo? >> scattai a sedere in preda al panico. << Dove sono i Vinsmoke? >> ma la vera domanda era:
 
“Dov’è Yonji?”
 
<< Stai calma piccola, sei al sicuro adesso, sei su Kamabacca, abbiamo dovuto spostare qui il nostro quartier generale, ma sei al sicuro. È un luogo nascosto e ben protetto, non ti troveranno. >> quelle parole ebbero su di me l’effetto di un pugno allo stomaco e scoppiai a piangere. Marla mi abbracciò. << Immagino quanto sia stata dura per te sopravvivere lì, ma adesso è tutto finito. >> non aveva capito niente. Era stata dura, soprattutto all’inizio ma poi mi ero innamorata ed ora lo avevo perso.
 
Cercai di calmarmi. La testa mi stava scoppiando. Lì non c’era la tecnologia Germa, si erano limitati a fasciarmi la testa e a darmi qualche punto sul lato sinistro della fronte, dove mi aveva colpito il masso.
 
<< Che ne è stato dei Vinsmoke? >> chiesi con lo stomaco ancora aggrovigliato.
 
<< Siamo riusciti a seminarli, anche se non è stato facile. Quando hanno capito quale era il nostro intento hanno provato a fermarci. >>
 
<< Stanno bene? >> ero in ansia e i presenti nella stanza mi osservarono come se fossi impazzita.
 
<< Non lo so. >> mi disse Marla perplessa.
 
<< I Vinsmoke sono ossi duri. >> mi rispose la ragazza col caschetto. << È già stato un miracolo riuscire a seminarli. Ma credo siano ancora tutti interi. >> tirai un sospiro di sollievo e crollai di nuovo contro i cuscini.
 
<< Mi cercheranno. >> lui lo avrebbe fatto, ne ero sicura, non mi avrebbe lasciata andare, non si sarebbe arreso.
 
<< Sta tranquilla bambina, non possono trovarti qui. >> ed era proprio questo il problema. << Sei al sicuro. >> Non volevo essere al sicuro, volevo essere tra le sue braccia a lottare con i suoi baci usando le mie labbra.
 
<< Perché sono qui? >> avevo un tono piuttosto scocciato.
 
<< Perché eri stata rapita. >>
 
<< E a mio padre è venuto in mente dopo oltre un mese che ero stata rapita? >> ero decisamente nervosa.
 
<< Certo che no, ma serviva tempo per organizzarsi, non è una cosa semplice assaltare il regno di Germa. >>
 
<< E nessuno ha pensato di chiedermi se volevo essere salvata? >>
 
<< Ma cosa stai dicendo?! Preferivi restare con quei mostri senz’anima? Chissà cosa avrai dovuto passare in tutto questo tempo? >>
 
<< Non ne hai neanche idea di cosa ho passato. >>
 
<< Bhè adesso è finita. >>
 
<< Voglio tornare indietro. >> dissi con tono piatto.
 
<< Tornare indietro? >>
 
<< Hai capito bene. Vi ringrazio per la premura, ma voglio essere riaccompagnata su Germa. >>
 
<< Lea ti ha dato di volta il cervello? >> anche Marla si stava innervosendo.
 
<< Sabo ha detto che era confusa. >> si intromise la ragazza col caschetto a cui restituì un’occhiataccia.
 
<< Non sono affatto confusa, sono lucidissima e nel periodo che ho trascorso su Germa ho capito tante cose, prima tra tutte che non voglio avere a che fare niente con mio padre visto che era pronto a sacrificare la mia vita pur di non farmi associare a lui. >>
 
<< Tuo padre ha tentato di proteggerti per tutti questi anni. >>
 
<< Ti sbagli! Ha tentato di nascondermi! Ed io mi sono quasi buttata da una torre per tenere nascosto il suo segreto! >> ero furiosa. << Non ho intenzione di avere più niente a che fare con lui! Il suo cognome è una disgrazia, se fosse stato davvero un buon padre avrebbe dovuto evitare di avere contatti con me per tutti questi anni e lasciarmi libera. Per fortuna c’è a chi non interessa come mi chiamo e che mi accetta per quella che sono. >>
 
<< Ma di cosa stai parlando?! >> Marla era furiosa, aveva l’atteggiamento di quando da bambina facevo i capricci.
 
<< Sto parlando di Yonji Vinsmoke, quarto principe di Germa! Lo amo e lui ama me e ci sposeremo. >> guardai la mia tata con uno sguardo di sfida e vidi chiaramente che stava trattenendosi dal tirarmi un ceffone.
 
<< Non sai di cosa stai parlando! Sei una sciocca! I Vinsmoke non sono in grado di amare! Sono stati modificati geneticamente per esserne immuni. Sei solo una credulona, eppure credevo di averti tirata su meglio di così! Lui non ti ama, vuole solo approfittarsi di chi sei! >>
 
<< Tutti vogliono approfittarsi di chi sono! Ma non lui. Lui ha trovato un suo modo di amarmi e ce la sta mettendo tutta per farlo ed io voglio passare il resto della mia vita con lui. >> la vidi infuriarsi.
 
<< Toglitelo dalla testa! Non succederà mai! Non ho passato nove dannati anni su di un’isoletta dimenticata da Dio per farti sposare un principe! Ti ho tenuta al sicuro, facendo in modo che nessuno sapesse di te per poterti riconsegnare all’Armata Rivoluzionaria quando fosse arrivato il momento giusto e così è stato! >>
 
<< Che significa “riconsegnare”? >> la guardavo piuttosto perplessa.
 
<< Te lo spiegheranno loro cosa significa! Il mio compito era proteggerti e far sì che tu imparassi quello che voleva tuo padre e tenerti alla larga dagli uomini in modo che potessi esercitare la funzione per cui sei stata creata. >>disse con una freddezza che non le avevo mai sentito prima.
 
<< Creata? >> che diavolo voleva dire?!
 
<< Non ho un grado sufficientemente alto per darti questa informazione. L’unico consiglio che posso darti è di riposarti e dimenticare questi ultimi mesi perché non c’è nessuna possibilità che tu riveda quel ragazzo, meno che mai che tu possa avere un futuro con lui. Tuo padre ha dei piani precisi per te, li ha da quando sei stata ideata e creata e non manderai tutto in fumo. >> mi voltò le spalle e lasciò la stanza dando ordine che non venissi persa d’occhio e che non fossi lasciata uscire per nessun motivo a meno che l’ordine non fosse arrivato dall’alto.
 
<< Perdonala, siamo tutti sotto pressione ultimamente. Riposati, vedrai che dopo le cose sembreranno meno brutte di quanto in realtà siano. >> la ragazza col caschetto mi sorrise e lasciò anche lei la stanza.
 
Ero sola, ma forse era meglio così. Non volevo vedere nessuno. Non capivo cosa fosse successo, ma le parole di Marla mi avevano turbata non poco. Che cosa aveva voluto dirmi con “ideata” e “creata”. Parlava di me come di un esperimento che come di una persona, che cosa le prendeva? E poi Yonji… non lo avrei più rivisto, non lo avrei stretto mai più, non avrei mai più incrociato quegli occhi azzurri e quel sorrisetto sfacciato. Sprofondai la faccia sul cuscino e piansi tutte le lacrime che avevo addormentandomi con l’immagine di lui nella mente ad accompagnarmi verso il mondo dei sogni.
   
 
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