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Autore: venerdi 17   Capitolo: 21
Con disappunto muove il musetto da un lato all’altro agitando i capelli lisci e sculettando si avvicina al divano, ci getta sopra la borsa e, porca della miseriaccia ladra, si toglie la giacca lasciandola sul bracciolo. Con le mani in tasca aspetto che si volti verso di me con la stessa inquietudine di un condannato a morte che attende che cali l’ascia del boia e, come già temevo, il colpo di grazia arriva, dritto e preciso, però non dietro al mio collo, ma di fronte a me, e al di sotto della cintura. Tiro fuori le mani dalle tasche per osservarle ancora. No che non ci stanno, ma forse con entrambe riesco a circondarne almeno una.
«Be’, che stai facendo lì impalato?» Impalato? Quindi se n’è accorta! «Dammi una mano.» Veramente sono appena arrivato alla conclusione che mi servono tutte e due.
Sollevo lo sguardo. Però qui si gioca scorretto, coniglietta, non te ne puoi stare di fronte a me con le mani ai lati della tua scrivania e piegata in avanti sbattendomi in faccia le tue tette di zucchero filato.
«Se dobbiamo lavorare insieme, le nostre scrivanie sono troppo distanti. Aiutami, voglio metterla di fianco alla tua.
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