E finalmente inizia
Kara sorrise e Lena sentì il cuore
accelerare.
La desidero.
Quel pensiero le fece distogliere lo
sguardo dalla ragazza e riportarlo sulla cupola di vetro che gli operai stavano
per completare.
Non era mai stata baciata, non era mai stata toccata, non nel modo che
improvvisamente desiderava…
Chiuse gli occhi e cercò di fermare
il corso dei suoi pensieri che vedevano occhi azzurri fissarsi nei suoi, pelle
vellutata sfiorare la sua, labbra rosee posarsi sulle proprie.
“Va tutto bene?” Chiese Kara.
“Sì.” Affermò cercando di non
guardare le labbra della ragazza.
“Siete sicura? Posso farvi prendere
dell’acqua o se avete freddo…”
“Sto bene.” Assicurò e allungò la
mano stringendo quella di Kara. La giovane si rilassò e le sorrise, mentre
ruotava lo sguardo sulla cupola costruita in un angolo soleggiato del giardino.
Era così bella…
“Kara.” Si lasciò sfuggire.
“Sì?”
“Nulla.”
Era stata davvero sul punto di chiederle perché non si fossero baciate
ancora?
“C’è qualcosa che vi turba.” Questa
volta sul viso della ragazza comparve quell’espressione ferma che indicava che
non avrebbe lasciato cadere l’argomento.
“Tra due giorni saremo sposate.”
Dichiarò Lena.
“Sì.” Il sorriso di Kara brillò
scaldandole il cuore.
“Mi chiedevo…”
“Milady?” Chiamò un operaio e Lena si
alzò raggiungendolo, lasciando la mano di Kara e il discorso.
Quando ebbe finito di spiegare
esattamente cosa volesse per gli ultimi pannelli che avrebbero chiuso la cupola
rientrarono per il pranzo e Lena fu sollevata dal non dover portare avanti la
conversazione iniziata.
Eppure l’indomani avrebbero
affrontato l’Ultima notte dei Promessi, prima del matrimonio e avrebbero
condiviso il letto. Aveva pensato a quella notte solo come ad un altro rituale,
si era immaginata di dover fingere con il pubblico di nobili, ma ora… ora
iniziava a sorprendersi pensando a ciò che voleva succedesse, a ciò che ogni
altra coppia di Promessi faceva durante quella prima notte congiunti, prima
dello scambio ufficiale dei bracciali.
E se Kara per lei provasse solo un amore platonico? Se non avesse voluto
baciarla? Giacere con lei?
Arrossì e si ritrovò gli occhi di
Kara addosso, preoccupati. La donna posò il suo quaderno e si avvicinò alla
scrivania là dove lei avrebbe dovuto essere impegnata a scrivere lettere e non
a pensare a cose così sciocche.
“Desiderate sposarmi, non è vero?”
Domandò Kara, sorprendendola.
“Certo!” Si ritrovò ad esclamare,
sorpresa.
“Siete tormentata da qualche pensiero
e oggi avete parlato del nostro matrimonio, inizio a temere che state
riconsiderando la vostra posizione al riguardo.” Gli occhi di Kara scrutavano i
suoi ed era chiara la sua paura.
“Non sono mai stata baciata.” Sbottò
e vide Kara arrossire violentemente.
Fu liberatorio dirlo, ma si sentì
anche profondamente in imbarazzo per essersi lasciata sfuggire una simile
verità.
“Oh… io credevo che… oh…” Kara sembrava
boccheggiare ora.
“Non volevo turbarvi.” Si ritrovò a
dire. “È
bene che lo sappiate, tutto qua.” Guardò di nuovo le lettere sul tavolo, come a
voler chiudere il discorso.
“Io sono stata baciata, una volta… e
non mi è piaciuto.” Le parole di Kara fecero accelerare il suo cuore. “Ma
sogno…” Arrossì un poco, poi si allontanò e prese il suo quaderno, sfogliò le
pagine e poi prese un profondo respiro. “L’ho disegnate poche settimane dopo
che siete arrivata.” Spiegò per poi tenderle la pagina. Era un disegno delle
sue labbra. Il tratto era semplice, eppure fermo ed era impossibile sbagliarsi,
quella era la sua bocca. Alzò lo sguardo su Kara che distolse il suo in imbarazzo,
un mezzo sorriso sulle labbra.
“Desidero baciarvi da… tanto tempo,
ma non volevo spingervi a… e poi ho paura di non essere brava e credevo che voi
foste…”
“Una baciatrice di professione?”
Domandò Lena divertita suo malgrado dalla piega presa dalla situazione.
“No!” Esclamò Kara. “So che sui monti
i costumi sono più… ehm… meno rigidi e voi con Jack eravate quasi Promessi…”
“Non ho mai desiderato baciare Jack e
quindi non l’ho fatto.”
“Ma desiderate baciare me?” Domandò
Kara. Lena distolse lo sguardo e fu sorpresa quando Kara allungò la mano e le
sfiorò il viso attirandola verso di lei, verso le sue labbra sempre più vicine.
La porta si aprì e Kara si tirò
indietro bruscamente lasciando Lena con il cuore che batteva veloce.
Non vi era più stato il tempo, non vi
era più stato il coraggio, ma ora i nobili sorridevano, mentre le scortavano
alla camera preparata per loro.
Kara stringeva la sua mano, ma Lena
poteva sentire che tremava. Strinse un poco per rassicurarla e rassicurarsi al
contempo. Sarebbe andato tutto bene, erano solo lei e Kara, nessuno le avrebbe
spinte a fare qualcosa che non desideravano, nessuno avrebbe…
Quanto vorrei che le sue mani…
Chiuse gli occhi ed entrò nella
stanza sentì la porta chiudersi dentro di lei e il vociare allegro dei nobili
affievolirsi e poi sparire.
“Eccoci qua…” Mormorò Kara e lei si
voltò a guardarla. Indossava un abito lungo, bianco e oro, ed era bellissima.
“Non dobbiamo fare nulla che…”
Iniziò, ma Kara le si avvicinò e le prese le mani, poi se le portò alle labbra
e le baciò. Il cuore di Lena fece un balzo, mentre il suo ventre si riempiva di
farfalle.
“Lena…” Era la prima volta che Kara
diceva il suo nome, l’effetto fu strepitoso e lei si ritrovò a rabbrividire.
Delicatamente la giovane fece scivolare le mani lungo le sue braccia su fino
alle spalle. “Siete la donna più bella che io abbia mai visto, siete così
meravigliosa… e non riesco ancora a credere alla fortuna che ho avuto.” Scosse
la testa, come se non riuscisse davvero a capacitarsi. “Vostro fratello diceva
ancora una cosa nella sua lettera, diceva di essere sempre sincera con voi.
Ebbene, dovete sapere che non solo vi amo con tutta me stessa e che voglio
passare ogni istante della mia vita a conoscervi meglio, ma…” Arrossì un poco,
le mani di Kara ora sfiorarono il suo collo, fermandosi poi sulle sue guance.
“Vi desidero in ogni modo possibile… vorrei che la nostra unione sia vera, in
ogni…” Deglutì, imbarazzata. “Vorrei potervi toccare e baciare e… amare. Ma
solo, solo se anche voi lo volete.”
Lena rimase senza fiato, poi chiuse
gli occhi e lasciò che fosse il suo desiderio a parlare.
Le loro labbra si toccarono ed
entrambe si ritrovarono a sussultare. Le mani di Kara si aggrapparono al suo
volto, mentre Lena la avvolgeva tra le braccia attirandola contro di sé. I loro
denti si scontrarono, così come i loro nasi. Si separarono e risero della loro
goffaggine.
“Abbiamo tempo…” Mormorò e Kara
arrossì mentre sorrideva.
“Tutta la vita.”
Lena si avvicinò all’orecchio di Kara
e respirò piano.
“Iniziamo con questa notte.” Bisbigliò e sorrise emozionata
nel vedere la pelle della giovane incresparsi e nel sentirla rabbrividire. Le
prese la mano e la attirò verso il letto. “Tutta la notte.”
***
La radura era esattamente come Kara
l’aveva descritta e molto, molto di più. Il prato verde era ricoperto di fiori
e il sole filtrava tra le verde foglie che sembrano brillare, mentre gli
uccellini trillavano e cinguettavano, non disturbati dalle poche persone
presenti.
Il re indossava un semplice abito blu
e un elegante mantello rosso, così come Kara i cui capelli risplendevano al
sole. Lois, al fianco del marito, aveva scelto un leggero abito azzurro i suoi
occhi erano ricolmi di gioia, come quelli di Kal
erano pieni di fierezza e dolcezza.
Lena, ai margini della radura,
sentiva il cuore battere veloce.
Un passo, un respiro, un altro passo, respirare di nuovo.
Spalle e schiena rigida, testa ben dritta, impossibile trattenere i propri
sentimenti, impossibile impedirsi di mostrare l’emozione.
“Lena Luthor.”
Inchino. Elegante, profondo, ma non troppo.
Alzare la testa ed eccola: sorride. I
suoi occhi sono azzurri e pieni d’amore, è agitata probabilmente non ha neppure
dormito.
Impossibile nascondere il sorriso sulle sue labbra e rallentare il rapido
battito del suo cuore.
Parole vengono pronunciate, Promesse
solenni formulate una seconda volta e sancite dallo scambio dei bracciali.
Allungare la mano, stringere la sua, non c’è nessuna folla, non c’è altri
che lei e i loro cuori che battono assieme, emozionati, felici.
Sorrisi veri, sguardi sinceri, occhi pieni
di gioia, volti ridenti.
Sentila, respirala, credici.
La mano trema nella sua e lei stringe
un poco le dita.
Emozione? Impazienza? Come lo interpreterà? Non ha importanza, le loro
dita non si separano.
Rimanere in piedi, accanto a lei, ascoltare le sue parole, così piene
d’amore, sorridere, annuire, pronunciarne di simili. Emozionarsi.
E finalmente inizia.
Note: Così si conclude la storia, il cerchio si chiuse e dopo un autunno e un inverno passato a conoscersi, corteggiarsi e non capirsi le nostre ragazze sono finite con i bracciali ai polsi. (Ok… detto così sembra che siano state arrestate… ma avete capito!) Viva la primavera! ;-)
Il titolo del capitolo precedente è stato difficile da scegliere… ma alla fine ha vinto il romanticismo, si avvicina San Valentino dopo tutto. Quindi sarà: “Quando il blu incontra il verde”. È un po’ spoiler, un po’ troppo classico, un po’ troppo zuccheroso? Sì… ma come si può finire meglio una storia?
Per non complicarci la vita sceglierò io il titolo per l’epilogo e, come avete potuto notare, sono andata su un altro classico: usare le parole con cui finisce la storia!
Bene, spero che questa piccola long vi sia piaciuta, non mettetevi troppo comode, ho altre storie per voi in arrivo! ;-)