Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Jeaha    04/02/2019    3 recensioni
Dal testo:
(...)
Rosso. Che fosse sangue? Chi era tornato per ultimo da una missione? Non lo sapeva, non aveva visto nessuno. Per un attimo si voltò, indugiando con lo sguardo sul portone di ferro. Dentro la sua testa, la scena di lui che lanciava le bende in faccia a Malfoy si stava riavvolgendo come un nastro.
Poi scosse il capo, e infilò le mani in tasca stringendosi nella sciarpa.
Doveva lasciar perdere quel cretino. E lui che, per un attimo, si era preoccupato davvero. Bah. No, pensò Harry mentre si buttava a testa bassa nel diluvio universale pt. 2, tutto ciò non stava accadendo a lui. Decise che, quando sarebbe tornato in ufficio, avrebbe preso a schiaffi Malfoy e poi avrebbe cercato di convincere un elfo domestico a tradirli e a fargli il lavaggio del cervello. Sì, era una bell'idea. Prima però avrebbe fatto un salto da quelli che Malfoy aveva chiamato "gli alti vertici", curioso di scoprire l'identità di colui al quale aveva dato la caccia per tanto tempo e che quel cretino aveva catturato in meno di mezza giornata.
Genere: Angst, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Prologo


 


Harry Potter non era mai stato un asso nell'essere cauto, era un dato di fatto. Un assioma, per così dire. Era così ben risaputo che molti erano convinti di ritrovarsi la cosa incisa nei libri di storia di lì a vent'anni. Il sangue da Grifondoro scorreva nelle sue vene con una forza dirompente, tale da renderlo Grifondoro anche nell'animo. Lo era, nessuno poteva dire il contrario. Le sue azioni erano state eroiche e vere in sè, indiscutibili e universalmente riconosciute. Era così Grifondoro che sarebbe stato capace di grifondorizzare anche chi lo circondava.
Era coraggioso e leale, potente e abile, ma tremendamente pigro. Oh, altrochè. Un impulsivo procrastinatore, ecco. Lo era stato a diciassette anni quando aveva salvato il mondo magico dal naso inesistente di Lord Voldemort, e lo era anche allora che ne aveva venticinque e si stava chiedendo, di nuovo, com'era che riusciva sempre a finire nell'ufficio del capo ogni sacrosanta volta che risolveva un caso.
Perchè in quel momento era lì, seduto su una sedia a parer suo molto scomoda, cercando di capire perché l'uomo a lui superiore (di cui non riusciva a ricordare il nome) gli stesse facendo la ramanzina apocalittica della vita. Non aveva ascoltato granchè di quel fantastico discorso
(-POTEVI MORIRE! O PEGGIO!- aveva urlato il capo, sbattendo le mani sul tavolo con forza. -Essere visto?- aveva azzardato lui, spostandosi leggermente a sinistra sulla sedia di legno), ma era sicuro che il suo compagno si fosse dimesso. Ex-compagno, ora che ci pensava bene.
Gli faceva male la gamba, e non era certo di capire perchè tanta rabbia nei suoi confronti, voleva solo tornare a casa e dormire. Non era morto nessuno, o almeno così credeva.
E allora perchè, Harry si chiese, perchè lo stava sgridando? Il capo sembrava molto arrabbiato, così arrabbiato che molto probabilmente sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.
(-ABBIAMO DOVUTO OBLIVIARE PIU' DI TRENTA BABBANI! E' UNO SCANDALO! UN ABOMINIO! UN DISASTRO!-).
Un'altra delle sue crisi di nervi, pensò Harry massaggiandosi la gamba. Eppure era troppo presto per dei dolori da vecchio. Si spostò di nuovo sulla sedia, questa volta dalla parte opposta, e storse il naso in modo offeso quando si sentì accusato di incoscienza spericolata.
-Ma ho salvato tutti quanti!- protestò, interrompendo il fiume di insulti che stava uscendo dalle labbra screpolate del suo superiore. Quest'ultimo non parve felice di essere fermato nel pieno del suo sfogo d'ira e incrociò le braccia al petto con aria di imponenza.
-Oh, ci puoi giurare! Hai anche distrutto metà del più grande quartiere che la Cina abbia mai avuto ed è saltato in aria l'impianto elettrico di quasi tutto il paese! TI HANNO VISTO USARE LA MAGIA! IL MINISTRO CINESE MI STA GESTICOLANDO IN FACCIA DA IERI SERA E IO NON CAPISCO UNA PAROLA DI QUELLO CHE DICE!!!- urlò, e la sua faccia contorta in una smorfia di rabbia diventò di un rosso acceso.
-Ma li avete obliviati! Si è risolto tutto, e il mio compagno è pure perfettamente incolume!- rispose lui, alzandosi in piedi. Il dolore alla gamba era atroce. I boxer gli erano entrati tra le natiche più di quaranta minuti fa e non era ancora riuscito a sistemare il fastidio.
-PERFETTO! AVRESTI UNA PROMOZIONE, SE NON FOSSE PER IL FATTO CHE TU NON HAI UN COMPAGNO!!- il capo, sempre più rosso in volto, fece il giro del tavolo a passi pesanti, sbraitando in ogni direzione.
-Beh-- cosa?- come "non hai un compagno"? Harry sapeva che il suo capo era anziano, ma non gli era mai sembrato così rimbambito. Evidentemente si era sempre sbagliato. Fino a prova contraria il suo compagno esisteva, ed era vivo e vegeto. Non aveva molti ricordi di lui in realtà.
-SEI ANDATO IN MISSIONE SENZA DI LUI! IN CINA, HARRY JAMES POTTER, IN CINA!!! TI SEI DIMENTICATO DI PORTARE IL TUO COMPAGNO!!!-
-Questo-- Questo non è vero! Non mi sono dimenticato di lui! Sta benissimo!-
-CERTO! CHE! STA! BENISSIMO!!! NON HA MAI LASCIATO IL PAESE!!-
-Lei- lei sta insinuando che- oh, andiamo! Non è stato un problema, no?- Harry stava contando i secondi che lo separavano dall'esplosione catastrofica del volto del capo. E poi, era semplicemente ridicolo. Dimenticarsi del proprio compagno! Lui teneva tantissimo al suo compagno, non se ne sarebbe mai dimenticato.
-E' PROPRIO QUESTO IL PROBLEMA! A TE NON IMPORTA NIENTE DEI TUOI COMPAGNI!!-
-Sì che m'importa! Sono fondamentali!-
-ALLORA DIMMI COME SI CHIAMA L'ULTIMA PERSONA CON LA QUALE HAI LAVORATO!-
-Lui- err...Bob?-
-TYLE!-
-Esatto, Tyle! Lui è stato uno dei migliori!-
-ERA UNA DONNA, HARRY JAMES POTTER!!-
-Certo che era- io lo- questo non c'entra niente! Ho risolto il caso e nessuno si è fatto male!-
-IL MINISTRO CINESE NON--
-Lo oblivi e basta! E' stato necessario!-
-NE HO ABBASTANZA, POTTER!- Colpì il tavolo così forte che quasi tutti i documenti scivolarono a terra. Alla loro sinistra, il vetro della finestra finì in mille pezzi.
A Harry faceva ancora tanto male la gamba, e stava cercando di togliersi i boxer dalle chiappe in maniera educata e senza farsi vedere. Non era un'impresa facile.
Cosa stava per fare il capo? Voleva licenziarlo? Era davvero molto arrabbiato. Dal rosso era passato al nero, gli occhi incavati avevano un aspetto decisamente più stanco così. Il capo però non prestò attenzione ai vetri ormai sparsi per terra. Fissò Harry assottigliando lo sguardo, e di colpo sorrise.
Harry lo guardò, sbalordito e confuso. Cosa?
-Ti ho procurato un compagno, Harry Potter- disse infine.
-Un altro?-
-Sì, un altro-
-Magnifico-
-Già. Magnifico! Non ti libererai così facilmente di lui questa volta-
-Come? Scusi?-
-E' la tua ultima possibilità, Potter. Tu sei bravo e forte. Sei uno dei miei migliori Auror (come fa a dirlo dopo avermi urlato contro per mezz'ora? Si chiese lui con uno sbuffo) -pertanto, ti assegnerò un altro dei miei migliori Auror. Non deludermi di nuovo-.
Oh, mi faccia solo togliere i boxer dalle chiappe. La prego. Le suppliche mentali di Harry non raggiunsero il capo. Non voleva sapere chi fosse, non ne aveva voglia. Erano tutti noiosi e incapaci, senza carattere o un minimo di personalità. Non c'era gusto, pensò Harry, a lavorare con loro. Preferiva fare da solo.
-E chi è?- fu obbligato a chiedere, pur sapendo che non si sarebbe ricordato il nome. Voleva qualcuno degno di restare nella sua vita.
-Draco Malfoy-
Fu come se gli avessero tirato un macigno in mezzo allo stomaco. La mente di Harry era un armadio pieno di ricordi dolorosi chiusi a chiave, e Draco Malfoy iniziò a scuotere violentemente un cassetto nella sua testa, deciso ad uscire.
-Scusi?- chiese di nuovo, certo di aver sentito male -chi?-.
-Draco Malfoy. E' davvero, davvero molto bravo. Quasi quanto te, Potter. Forse ha più buonsenso. Me lo auguro. Sei congedato-
Harry si dimenticò dei boxer in mezzo alle chiappe che lo facevano camminare come se avesse appena ricevuto un calcio nei coglioni. Il nome di Draco Malfoy risuonava furiosamente nella sua testa mentre usciva dall'ufficio senza dire una parola.
Non è possibile, si disse. Ci dev'essere un altro Draco Malfoy. Non è un nome così raro da trovare. Non è lui, non può essere lui. Che fine avevano fatto Bob e gli altri? Forse sarebbe potuto andare da loro e fare ammenda, implorandoli di dargli una seconda possibilità. Ma a lui non importava niente di loro e mai sarebbe importato. Draco Malfoy.
Harry Potter non poteva, assolutamente e per nessun motivo, lavorare con Draco Malfoy. Si ricordava di lui. Insolente, subdolo, infimo e bugiardo. No. Mai, mai, mai e poi mai.
"Mi dimetto. Domani. Vado in Messico e vivo da eremita. Sono ricco e famoso. Va benissimo".
Harry andò a sbattere contro numerose persone nel tentativo di uscire da quel posto e andare a casa. Sapeva perfettamente che non avrebbe dormito: non ci voleva un genio a capirlo. Continuava a non ricordarsi il nome del capo, ma forse avrebbe dovuto, se sperava di farlo fuori con una congiura ben organizzata.
Non salutò le persone che conosceva e si dimenticò di prendere la giacca, ma arrivò a casa lo stesso, sessantasette minuti più tardi. Non riuscì a pensare a niente per tutto il giorno, e non rispose alla montagna di e-mail che gli stava facendo impazzire il computer. In compenso si fece una sottospecie di bagno, addormentandosi nella vasca dieci minuti dopo esserci entrato. Alla faccia del "non avrebbe dormito".





Neanche a Draco Malfoy, chiuso in un ufficio dall'altra parte del Dipartimento, andava giù la prospettiva di iniziare a lavorare con Harry Potter. Lo sfregiato. Il quattrocchi.
Era seduto alla sua scrivania, gli occhi grigi fissi sul pezzo di carta che teneva tra le mani. I capelli biondi gli ricadevano sul viso, pallido come un cadavere alla luce della lampada bianca.
Harry James Potter. Il suo nuovo compagno. Non era possibile. Perché? Il suo attuale compagno gli andava più che bene.
-L'HAI AVVELENATO!- gli aveva urlato Kanel un paio di ore fa.
-E' stato un incidente- gli aveva risposto lui, apatico e disinteressato come sempre.
-STAVA PER MORIRE! AH- TU- LUI- BASTA! STARAI CON POTTER-
La maschera di ghiaccio di Malfoy era crollata di colpo. Lo shock stampato in faccia, aveva fatto cadere i fogli che aveva in mano -chi?- aveva chiesto, impalato in mezzo al corridoio.
-Potter. Harry Potter. Nessuno di voi sa badare ai propri compagni. FATEMI UN FAVORE E UCCIDETEVI A VICENDA!!- e poi, piantandogli in braccio una cartellina con dentro il profilo di Harry Potter, se n'era andato a passo veloce.
"Oh, no. No no no no. State scherzando".
E ora eccolo lì, tre ore dopo, a leggere i fogli che recitavano tutte le abilità e gli encomi di Potter.
Potter. Il suo nome non era uscito dalle sue labbra per tanto tempo. Disgustoso come sempre.
"Abile padronanza degli incantesimi di Schianto" stava scritto sul foglio. Draco Malfoy aveva voglia di accartocciarlo e buttarlo nella spazzatura; aveva però l'obbligo di leggerlo.
Kanel di merda. Lui, e tutte le sue crisi di nervi del cazzo. Il suo ex-compagno non stava messo poi così male, che bisogno c'era stato di assegnargli Potter?
Era appena tornato da una missione in Africa (Africa! Quasi non era schiattato dal caldo) e quello era il suo benvenuto? Potter? POTTER?
Potter nella sua mente era un rifiuto categorico. Non c'era neanche bisogno di discuterne. Sette anni d'odio a scuola per caso non erano bastati?
C'era un post scriptum in fondo al foglio che aveva finito di leggere con grande riluttanza. Malfoy alzò un sopracciglio mentre si sforzava di mettere a fuoco quelle lettere minuscole.

P.s. Attacchi d'impulsività incontrollata che provocano disastri e catastrofi naturali. Non tiene conto della presenza di persone che ritiene non interessanti. Pericolo ambulante.

Pericolo ambulante? Malfoy aveva improvvisamente voglia di ridere. Persone che riteneva non interessanti? Beh, i gusti di Potter avevano sempre fatto schifo. Qualcosa gli disse che niente era cambiato. Catastrofi naturali. Malfoy immaginò Potter che faceva a pugni con un tornado causato da un suo Expelliarmus andato a male.
Ma per piacere. Quella volta aveva davvero fatto a pezzi il foglio. Cos'avrebbe detto suo padre scoprendo che il suo compagno era Potter?
"Mi dimetto. Basta".

La mattina dopo entrambi presentarono, nello stesso preciso istante, un foglio che assegnava le loro dimissioni. Poi cominciarono a litigare su chi dovesse darle per primo.
Se Harry Potter non aveva mai saputo il significato di cautela, Draco Malfoy non aveva mai sentito la parola "cortesia".
In entrambi i casi, il capo Kanel (ecco come si chiama! Esclamò mentalmente Harry mentre schivava un lampadario lanciatogli da Malfoy – quel bastardo) si stava chiedendo, ormai rassegnato, se avesse fatto la scelta giusta o solo un terribile, abnorme, colossale sbaglio.


 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jeaha