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Autore: shira21    05/02/2019    2 recensioni
"... eppure gli sorride prima di poterselo impedire e gli mette le piccole dita sul palmo. Perché la verità è che in quel momento lei l'avrebbe seguito ovunque, senza pensare."
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È bastato solo un secondo, il tempo di incrociare lo sguardo con quel ragazzo che sta camminando a pochi passi dalla panchina su cui è seduta, per dimenticarsi di tutto e tutti; non le importa più del fatto che fa troppo caldo anche se il sole è tramontato da parecchio o che quella gonnella corta non le permetta di sedersi comoda, non le importa neanche che ha una sete atroce e che la gola le graffia ad ogni risata. È rimasta congelata da quegli occhi.
Si morde il labbro inferiore e sorride alla sua amica anche se non ha sentito più una sola parola di quello che le sta dicendo. È certa che non lo avrebbe più visto e perciò rimane sorpresa quando si ritrova davanti una mano maschile. Alza lo sguardo solo per vedere che sì, è davvero lui, e che da vicino i suoi occhi sono ancora più belli.
«Vuoi venire con me?»
E la sua voce è carezzevole, calda e... intima, non ci sono altri modi per descriverla. Per quanto ne sa lei potrebbe essere un serial killer, un maniaco o qualcos'altro di altrettanto preoccupante eppure gli sorride prima di poterselo impedire e gli mette le piccole dita sul palmo. Perché la verità è che in quel momento lei l'avrebbe seguito ovunque, senza pensare. Recupera un minimo di buon senso solo una volta che è già in piedi, quando guarda la sua amica, supplicandola con lo sguardo di non dire di no. E la sua amica non dice di no, si alza e la segue in quella follia.
Camminano insieme e lei è ancora aggrappata alla sua mano, non è sicura di volergliela restituire, e lo guarda come se avesse appena scoperto che il sole sorge e tramonta solo per quel ragazzo. Lui parla, la fa ridere e alla fine le porta dal gruppo di amici con cui era uscito.
Quando scomparve di nuovo, lei sente una punta di delusione dentro ma fa finta di nulla. Chiacchiera con il primo ragazzo che ha affianco mentre la sua amica parla con gli altri due; cerca di essere carina e gentile con quel tipo anche se non le suscita neanche il più piccolo guizzo dentro; ride nei momenti giusti e si mostra interessata alle risposte delle domande che lei stessa ha posto ma di cui non le potrebbe importare di meno... la maschera da brava ragazza è di nuovo al suo posto. Una brava ragazza vestita con una gonna troppo piccola che le copre a malapena il culo e un top che le lascia scoperto lo stomaco ma pur sempre una brava ragazza.
Quando si fermano a una specie di piazzetta, a pochi passi dal concerto, chiede ridendo, come se non le importasse nulla della risposta, se è una abitudine per lui sparire così e, quello che scopre essere il suo migliore amico, si mette a ridere e annuisce. Lei fa un altra battuta, la prima cosa che le venne in mente in realtà, e alla fine in qualche modo riesce a scoprire qualche cosa in più su quel ragazzo. E dopo aver sentito parlare il suo amico giunge alla conclusione che la prima impressione era quella giusta e se avesse dovuto definirlo solo con una parola avrebbe usato il termine “seduttore”: un uomo abituato a giocare, a piacere, ma nulla di più. Il tipo di persona che avrebbe potuto essere chiunque: un prete un giorno e una spogliarellista quello successivo.
Una cosa del genere farebbe tentennare tante ragazze ma lei no, lei sente una profonda connessione con quel modo di vivere e di vedere il mondo. Lei sa molto bene cosa significa essere un camaleonte e ora lui è tornato e le ha preso la mano per farla ballare; le parla direttamente all'orecchio e, quando lei si preme di più contro di lui, sorride e la incoraggia. Perché nella testa di lei si è compiuta di nuovo quella magia: nello stesso istante in cui è ricomparso, il resto del mondo è sparito.
Lo provoca perché sa che è un gioco che si può fare in due, lo sfiora con le dita e lo stuzzica con la parole, e si sente vittoriosa quando sente che il corpo di lui reagisce.
Lui la fa sentire bella, lei che è sempre stata solo carina, e vuole solo poter provare quelle sensazioni il più al lungo possibile.
Non è sicura di voler però andare fino in fondo a quel gioco, non l'ha mai fatto prima, ma quando glielo dice lui sembra tranquillo. Lei sa di non potersi fidare, è pur sempre un uomo, e sa che lui pensa di poterla convincere.
Forse vuole essere convinta, non lo sa neanche lei.
Per questo quando le chiede con quella voce roca e gli occhi incandescenti «Vuoi venire a vedere la luna?», lei annuisce.
Sa benissimo che tutto faranno tranne stare in riva al mare a guardare le stelle, non sono una coppia di innamorati. No, sono due sconosciuti che sanno gran poco l'uno dell'altro e che stanno per fare quello che in altre circostanze viene definito come atti osceni in luogo pubblico. Eppure lei scopre per la prima volta una cosa su se stessa: le piace l'idea di poter essere vista. Non si ferma però a riflettere su cosa questo indica sulla sua mente, e sulla sua anima, e lo segue; di nuovo la mano di lei è dentro quella di lui e le sembra talmente giusto che non le importa che le sta entrando la sabbia nelle Nike.
È nervosa, non lo può negare a se stessa, eppure lui continua a farla ridere e a scherzare. Gli fa scorrere le dita libere sul braccio e, con ancora la risata in volto, gli dice che vista la sua propensione a sparire qualcuno dovrebbe mettergli un collare e un guinzaglio. Lui ride a sua volta ma si ferma, la sfida e le chiede se le piacerebbe farlo ma non le da il tempo di rispondere perché si china a baciarla, a razziare ogni centimetro della sua bocca, e lei con un gemito si arrende, un suono che sa di sottomissione. E forse il collare farebbe più comodo a lei, alle sue di inclinazioni, ma ancora una volta non lascia al suo cervello  il tempo di elaborare una qualsivoglia opinione sui propri gusti. In ogni caso, gli concede tutto quello che vuole e anche di più: ecco la razzia dove sta, nelle prime volte di lei che lui sta saccheggiando senza neanche saperlo: il primo vero bacio di lei, la prima volta che viene toccata, la prima volta che un uomo la spoglia. Lui sa solo di essere il primo a poter arrivare nel punto più profondo ed intimo di lei e, come ogni altro uomo, freme di poter piantare la sua bandiera là dove nessuno è mai stato prima. Metaforicamente parlando. E una parte di lei, dentro la sua testa, è quasi disgustata da quello che sta succedendo. Il resto di lei, ha smesso di ragionare da un bel pezzo.
Lui la bacia ancora e la fa chinare in una zona un po' più buia ma comunque visibile a chiunque decida di camminare da quella parte, le toglie il top, la sfiora sulle cosce nude.
Lei ansima e dice che non vuole arrivare fino in fondo.
Non ci crede nemmeno lei, figurarsi lui.
La bacia sul collo e poi sempre più giù fino al centro dei piccoli seni, appena sopra al reggiseno. Vorrebbe quasi dirglielo che non deve affrettarsi a conquistare quel punto perché in realtà ogni zona che sfiora, ogni lembo di pelle che bacia è un marchio su terra vergine. Ed ora invece ogni parte di lei ha inciso sopra il suo nome.
Lui non deve neanche insistere ora: è lei a volere di più, molto di più.
Gli toglie la maglietta e gli slaccia i jeans ma non le permette di arrivare dove vuole stare lei: ha un petto stupendo e lei prova lo spasmodico desiderio di baciarlo, leccarlo e graffiarlo: marchiarlo come lui sta marchiando lei. Quindi gli morde il labbro e lo spinge un po' indietro, ora è lei che sta sopra e la gonna è finita chissà dove nella sabbia. Lo bacia e lo lecca sempre più a sud fino a quando lui le infila le dita nei capelli per spingerla verso la sua erezione. Ecco, forse questa di prima volta glielo dovrebbe dire. Insomma in tutta la sua vita ne ha solo visto uno e di certo non ne ha mai preso uno in bocca. Ma quando alza lo sguardo, sbirciando attraverso le lunghe ciglia il suo volto alla luce della luna, vede quella smorfia di piacere e l'unica cosa a cui riesce a pensare è che è opera sua; non vuole fermarsi, non ora. Quindi dentro di sé prega che sia vero quello che dicono i romanzi che ha letto e che le venga davvero istintivo. Non ha esperienza vero ma ha tanto entusiasmo e le sta piacendo farlo più di quanto avrebbe mai creduto possibile; persino quando lui va troppo in fondo e le spinge sulla parete della gola sente un flusso di eccitazione bagnarla. Solo quando inizia a mancarle un po' l'aria si ritrae e dai gemiti di lui sa che è stata brava.
Ora anche lei vuole arrivare fino in fondo ma lui le dice che non ha con se neanche un preservativo e a lei viene da ridere perché insomma... come si può andare in giro a rimorchiare e non portarsi neanche una protezione?
Lui fa una smorfia dispiaciuto e la bacia di nuovo, la bacia ovunque, la bacia anche lì.
Ne beve il sapore, la morde, la marchia di puro piacere.
E mentre lei sta sdraiata sulla schiena vede davvero la luna e le stelle sono bellissime e luminose. Sa che a lui non importa di usare o meno protezioni, lo sta rendendo chiaro, ma se fosse sarebbe lei a pagarne le conseguenze, soprattutto perché con il suo ciclo sballato è molto più fertile della media. Non è più una ragazzina, le sa queste cose, ma in questo momento non riesce neanche ad immaginare di fermarlo. Lo vuole tanto quanto lui a quel punto e per lei, che ha sempre guardato al sesso come un semplice bisogno genetico e animale, è una novità.
Ma non è il sesso in sé che lei vuole, è lui.
Solo lui.
Più di chiunque altro.
Invece no perché il suo corpo ha deciso diversamente, forse l'ansia di non essere protetta l'ha fatta irrigidire più di quello che credeva o forse lui ha bevuto più di quanto lei credesse... fatto sta che nonostante i tentativi alla fine non riescono ad arrivare alla fine del gioco. Ed è la frustrazione che le fa rendere conto che al concerto stanno facendo una pausa e che la gente si sta riversando dal  loro lato di spiaggia.
Si tira su di colpo e si veste in fretta, seguita da lui che ha capito che con lei la partita è finita.
A lei viene da ridere quando si rende conto che per tutto il tempo ha tenuto addosso le Nike e poi lui la bacia. Probabilmente vuole solo fare il carino ma lei lo bacerebbe per altre ore. Scherzano sul farlo di nuovo, magari con più calma, magari in una stanza su un vero letto. E magari con un preservativo aggiunge lei, ridendo ma scherzando solo per metà. Alla luce si rende conto di averlo graffiato tanto da avergli lasciato i segni.
Al ritorno tutti scherzano e anche se lui rimane con lei, la coccola e continua a farla ridere, quando si china davanti a lei e le dice che ci saranno altre lune da vedere, lei sa che non ci sarà una seconda volta. E quando la bacia, sa che non ci saranno altri baci.
E infatti lui sparisce, subito seguito dai suoi amici.
L'unico che rimane è il tipo con cui ha parlato all'inizio e che ha confuso il suo essere educata con un interesse… come se davvero avesse potuto guardare qualcun altro quando c’era lui, quando si era scordata persino della presenza della sua migliore amica!
Ci vuole mezz'ora prima che lui capisca che vogliono solo tornare a casa ma all'ultimo lei si sfiora i segni che le sono rimasti sul collo, lui l’ha marchiata tanto quanto ha fatto lei, e cede: gli chiede di dare al suo amico il suo numero. Nel momento in cui lo fa però capisce che non glielo darà mai, non sono così amici.
Eppure, mentre tornano alla casa che hanno affittato per le vacanze, lei non si sente più euforica ed eccitata.
Non si sente neanche felice.
Si sente frantumata.
Sbagliata.
E un po' meno donna.
Anche di dormire non se ne parla, ogni volta che chiude gli occhi sente le mani di lui sulla sua pelle e il suo profumo. Sapeva fin dall’inizio che non l'avrebbe più visto, e probabilmente è meglio così, ma una parte di lei non può negare il fatto che avrebbe voluto un altra luna da vedere con lui.
   
 
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