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Autore: RinoaHeart    06/02/2019    0 recensioni
L’avventore si passò una mano sul lato rasato della testa, scuotendo il volto pallido e le orecchie appuntite che sfoggiavano diversi anelli. «Mi dispiace per il disguido, permettetemi di rimediare...» picchiò il bastone in terra, mormorando due parole e l’intero pantano si volatilizzò. Toranya guardò lo straniero con occhi a cuore. «OHHHHH, UN MAGOOOO» esclamò eccitata, scrollando il nuovo arrivato che tintinnò tutto. Lo sventurato si lasciò sbatacchiare come un fuscello, ridacchiando imbarazzato, prima di ricomporsi con un’aria regale, avanzando verso la gigantessa.
«Ebbene, io sono...» ma non fece in tempo a rivelare il proprio nome che inciampò rovinosamente in una delle sue vesti capitombolando sul tavolo a fianco, precisamente fra le braccia di Valayun.
«... Rotol.» concluse come se nulla fosse accaduto, il sorriso sornione sempre al suo posto.
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Ecco la mia entry per la meravigliosa Tales Of Altea Fanzine!
Un grande grazie a Enerimess e tutte le partecipanti a questa raccolta di lavori, scritti e disegnati, di cui vado davvero fiera!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Lotor, McClain Lance
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Taverna di Arghalan era famosa in tutti i regni. Gestita dalla famiglia dei Giganti di Bringher da generazioni, era il punto di incontro per tutte le brigate e gilde, soprattutto in notti buie e tempestose come quella.

Valayun sedeva scomposta, le lunghe gambe appoggiate sul tavolo e le braccia incrociate dietro la testa, l’aria annoiata.

«Ma Pyro non è ancora arrivato?» lo sbuffo attirò l’attenzione del suo vicino.

«Lo sai che la puntualità non è suo forte, dolcezza.» Il ladro Pike drizzò le orecchie mentre ammiccava alla giovane arciera.

«Sì, ma qua non stiamo giocando, abbiamo bisogno di trovare un impiego e al più presto. I nostri fondi scarseggiano e anche la nostra gloria.»

mormorò Meklavar nervosa mentre faceva i conti in mezzo a tanti fogli sparsi intorno alla sua piccola figura, seduta direttamente sul tavolo.

«Ma abbiamo appena sconfitto un mostro! Dovremmo essere ricchi!»

Block si sfregò la chierica confuso.

«Avevamo dei debiti di Gilda da saldare Block, ricordi?»

«Ehi, non siamo parte della Gilda. Noi.» precisò Pike indicando sé stesso e Valayun.

«Beh, ora lo siete.» commentò Meklavar lapidaria.

Stavano per azzuffarsi quando un rumore di porte sbattute attirò l’attenzione di tutto il locale.

Un’imponente figura incappucciata, avvolta in una tunica viola e con in mano una lunga asta magica, mosse un passo nella sala ormai silente, grondando acqua da tutti i pori.

«Villano! Che stai facendo!?» La gigantessa Toranya, sorella della defunta Soranya, si appropinquò verso l’avventore, già con lo straccio in mano e l’aria minacciosa.

«Chiedo venia oste, posso chiedervi ospitalità?» una profonda voce placò l’ira della gigantessa, mentre il misterioso avventore si toglieva il cappuccio.

Un “ooooh” di meraviglia generale si sollevò alla vista di una cascata di serici capelli bianchi lunghi fino alla vita, decorati da sparute treccine sui lati. Campanellini di vari colori adornavano la chioma, che muovendosi tintinnarono allegramente. L’avventore si passò una mano sul lato rasato della testa, scuotendo il volto pallido e le orecchie appuntite che sfoggiavano diversi anelli. «Mi dispiace per il disguido, permettetemi di rimediare...» picchiò il bastone in terra, mormorando due parole e l’intero pantano si volatilizzò.

Toranya guardò lo straniero con occhi a cuore. «OHHHHH, UN MAGOOOO» esclamò eccitata, scrollando il nuovo arrivato che tintinnò tutto. Lo sventurato si lasciò sbatacchiare come un fuscello, ridacchiando

imbarazzato, prima di ricomporsi con un’aria regale, avanzando verso la gigantessa.

«Ebbene, io sono...» ma non fece in tempo a rivelare il proprio nome che inciampò rovinosamente in una delle sue vesti capitombolando sul tavolo a fianco, precisamente fra le braccia di Valayun.

«... Rotol.» concluse come se nulla fosse accaduto, il sorriso sornione sempre al suo posto.

Valayun batté gli occhi, totalmente ipnotizzata dall’affascinante avventore appena piombatole in grembo.

«Ehi ehi, “Rotolcometichiami”, ci leviamo??» un adirato Pike prese con malagrazia il nuovo arrivato da sotto le braccia, piazzandolo con sforzo sulla sedia vicina.

«Allora, che porto al signor mago?» tornò all’attacco l’oste gigantessa.

«U-un sidro grazie.» ordinò mentre si ricomponeva.

«Certo che un mago eh, vi capita giusto a fagiolo!» materializzata la bevanda in meno di un secondo, Toranya la offrì al nuovo arrivato.

«Cioè?» Block era sospettoso, ma interessato. Un mago in grado di scagliare incantesimi di attacco era effettivamente ciò che mancava nella loro gilda.

«Avete detto che siete a corto di denari no? C’è qualcosa in cui potreste cimentarvi! Potreste addentrarvi nel labirinto di Shandra, che si narra essere il luogo in cui è nascosta la Pergamena dell’Oracolo Cremisi!

Solo un potente mago nero può scioglierne il sigillo, ed è prevista una ricompensa per chi riuscirà a sconfiggere la bestia nascosta nel dungeon»

«E noi che ne sappiamo se questo è potente?» subito il dito accusatore di Pike puntò il mago che tranquillo beveva il suo sidro.

«Beh, signori, si dà il caso che il Labirinto di Shandra sia esattamente la mia meta. E cercavo compagni d’avventura... forti e coraggiosi.» l’ultima frase fu pronunciata guardando Valayun con ardore. «Un arciere è esattamente ciò che serve per le molteplici trappole a distanza del labirinto e poi...» con un movimento quasi svogliato della sua asta fece partire un fulmine nero che andò a seccare un ragno vampiro, grande

il palmo della mano di Toranya, nascosto sotto una trave. Le ceneri della creatura caddero vicino a loro nel silenzio generale. «... vi farebbe

comodo della magia nera no?»

Valayun avvampò per poi sbattere le mani sul tavolo, lanciando in aria i fogli di Meklavar e tutte le bevande prontamente salvate da Pike e Rotol.

«Allora è deciso! Domani si parte!» esclamò con le fiamme della determinazione negli occhi.

 

 

«Che bella mattinata di sole, non trovi Valayun?»

Pike restò ad annusare l’aria mattutina a vuoto dato che pochi passi indietro la ragazza era rimasta bloccata dalla visione di Rotol, ancora più bello stagliato contro l’astro del mattino, mentre Meklavar e Block

l’avevano già superato non senza prima fargli il verso. «Non è vero Valayun?» scimmiottò la nana ridendo. «Se ti prendo!!» e fece per rincorrerla, ma prima si girò verso la principessa e il suo cuore si fermò

per un attimo. Rotol stava porgendo la mano a Valayun per aiutarla a scendere degli scalini, e l’immagine era così fiabesca che persino lui sospirò rassegnato, per poi incamminarsi.

Il gruppo era ormai a mezza giornata di cammino e tutto stava procedendo per il meglio, apparentemente. Avevano chiacchierato del più e del meno, cercando di capire che tipo fosse l’ultimo arrivato, che

nonostante la sua figura alta e slanciata inciampava in qualsiasi cosa, anche la più improbabile.

«Ecco, questa è la Piana della Galassia e dovrebbe essere proprio qui che il nostro labirintooooooohhhh» prima di poter terminare la frase il mago scivolò su una pietra, ma si ritrovò salvato appena in tempo dalla

sua compagna d’avventure nana.

«Ma quindi la tua abilità magica è ruzzolare?» chiese lei sarcastica mentre lo sollevava con facilità per rimetterlo in piedi. Rotol si aggiustò le maniche della lunga tunica, scuotendo con nonchalance la testa con il

solito rumore di campanellini. «Sebbene io sia un mago molto potente, sono vittima di un’orribile maledizione, motivo per cui non vedo l’ora di arrivare al labirinto. Ma sono felice di aver trovato una compagnia con donne forti e coraggiose come voi, milady!»

La nana arrossì alla voce roca del mago, ma aveva percepito alle sue spalle una presenza minacciosa. Valayun la squadrava da lontano con occhi fiammeggianti, il pugno stretto e la vena pulsante sulla fronte.

Pike sogghignò infingardo, ma il suo divertimento durò poco.

«Ehi ragazzi... ma quelle ombre che si stanno avvicinando... saranno amici vero?»

Meklavar lo guardò come se avesse quattro nasi e dieci braccia.

«Ma sei scemo? Si stanno dirigendo verso di noi a una velocità molto poco amichevole!»

«Attenzione, sono wendigo!» Rotol cadde ma riuscì ad aggrapparsi all’asta magica.

«Block, lancia uno scudo di protezione! Sono deboli alle magie, ma sferrano attacchi da morte istantanea!»

Block non stette a sindacare sul perché Rotol conoscesse così bene i wendigo, ma si fidò ed effettivamente i quattro, con occhi rossi e bava alla bocca, si trovarono spalmati sul suo scudo protettivo. «Non potrò

trattenerli a lungo, datevi da fare!»

Valayun non se lo fece ripetere due volte; con agilità si posizionò sul più vicino albero cominciando a scagliare frecce con attacchi laterali, ma la sua posizione era scoperta rispetto agli altri. Meklavar e Pike iniziarono a studiare una strategia per colpire le creature appena lo scudo si fosse dissolto. Concordarono che l’azione migliore fosse accerchiarli di lato. Rotol, aggrappato all’asta magica, mormorava una litania in sottofondo; un’inquietante serie di lettere nere confluivano dal terreno verso la sua figura completamente avvolta da un’aura scura, scorrendo frenetiche

sulla sua pelle.

«Ehi Rotol, ti sembra il momento di dormire? Questi stanno per caricare!»

«Ragazzi non resisto più, cercate di attaccare il più possibile!»

Valayun era riuscita a indebolire le creature con i suoi dardi, ma uno dei wendigo iniziò ad annusare l’aria per percepire la sua posizione e con un balzo si staccò dal branco per attaccarla.

La situazione era disperata, stavano per subire un attacco fatale, ma una voce profonda irruppe nella battaglia, esattamente nel momento in cui lo scudo di Block cadde.

«ASHMOR LYCANTA FURIOSAE FEROR» la formula del mago irruppe nella battaglia e un’onda nera avvolse le creature feroci, strangolandole e distruggendole senza neanche dare il tempo a Pike e Meklavar di attaccare. Con un ultimo colpo dell’asta magica, lanciò un fulmine nero disintegrando il wendigo che aveva ormai raggiunto Valayun.

L’arciera scese dall’albero mentre tutti erano ancora scioccati dalla potenza del mago.

«Direi che questa, Meklavar, è la mia abilità magica» dichiarò Rotol con un sorriso, rimanendo comunque immobile per evitare ruzzoloni.

Pike deglutì annuendo, mentre Block e Meklavar si guardarono come se avessero vinto alla lotteria.

Per loro Rotol era l’acquisto in Gilda del secolo!

 

Affrettandosi, riuscirono ad attraversare la piana, rimanendo comunque in allerta, e si accamparono poco distanti dal labirinto, pronti per entrare la mattina dopo.

In circolo intorno al fuoco per la notte, avevano deciso di mangiare la carne dei wendigo uccisi da Rotol. «Gli sta bene a quei così. Li preferisco allo spiedo che addosso a me!» borbottò Block mentre preparava la brace. «Ma tu non mangi? Quell’incantesimo ti sarà costato parecchio mana!»

Rotol sorrise fra sé e sé vedendo il resto dei suoi compagni al sicuro e ormai ben disposto nei suoi confronti. «I maghi neri non usano il mana, lo sai meglio di me Block. Non ho fame, ma grazie.»

«Ci ho provato!» sorrise lo stregone mentre affondava la faccia nell’ennesimo spiedino.

Persino Pike sembrava ormai convinto della presenza del mago nero tanto da rimanersene stranamente zitto; neanche si scaldò quando

Valayun si avvicinò a Rotol, che si era allontanato per una passeggiata a pochi passi dal focolare.

La notte stellata, il profumo delle campanule di bosco e la bellezza di Valayun erano tutto ciò di cui il mago aveva bisogno per recuperare le energie. I due si guardarono in silenzio e si sorrisero con complicità, prima di tornare dagli altri.

 

 

Il tempo favoriva il gruppo, il sole della mattina risplendeva senza nuvole o minacce di pioggia e Pike, Meklavar e Block si alzarono di buona lena per mettere in atto un ultimo tiro mancino.

I ragazzi sghignazzarono allegramente quando con nonchalance si fecero trovare intenti a mangiare delle bacche per colazione, mentre Rotol si accingeva a svegliarsi nel suo giaciglio, per Pike fin troppo vicino

a Valayun ancora addormentata. «Buongiorno», esordì neanche lontanamente assonnato o scomposto, mentre con una mano si ravviava la lunga chioma con uno scrosciante suono di allegri campanellini e con l’altra cominciava ad alzarsi. I tre sorrisero educatamente al mago per poi scambiarsi uno sguardo complice, gli occhi tre paia di fessure con uno scintillio birichino. Rotol si aggrappò all’asta, sapendo di essere sempre sull’orlo della caduta, ma il suo fidato oggetto magico lo tradì, scivolando malamente su una pozza di qualcosa di oleoso che apparentemente circondava tutto il suo giaciglio.

Cadde rovinosamente in terra, in un concerto tintinnante accompagnato dal poco promettente scricchiolio di ossa. «Ahia.» sopraggiunse dopo un attimo di silenzio.

Valayun lo trovò così, scomposto a gambe all’aria, ma il sorriso sornione sempre presente.

«Ti ho svegliata? Mi dispiace.» si scusò con gentilezza, nonostante la posizione inclemente.

L’arciera rise di gusto prima di porgergli una mano per alzarsi. Un’esplosione di luce li circondava, rendendo la scena estremamente idilliaca.

Pike sentì i gomiti di entrambi i suoi compagni piantarglisi nelle costole.

«Mio caro micetto, mi sa che il tuo scherzo ti si è ritorto contro.» sussurrò Meklavar maligna.

«Guardali, non sembrano proprio i protagonisti di una favola?» rincarò Block.

Pike esplose, urlando verso i due incantati nel loro mondo. «ALLORA! CI SBRIGHIAMO A ENTRARE IN QUESTO DANNATO LABIRINTO?»

 

 

«Il labirinto di Shandra si snoda per un’area molto vasta. Ma non temete, non sono impreparato.» Rotol tirò fuori un pendolo, che con una breve litania incantò fino a farlo diventare luminoso. «Questo è un cristallo di Shandra, fatto dello stesso materiale delle pareti del labirinto, solida adamantite. Dovrebbe riuscire a condurci verso il centro, dritti dritti alla pergamena.»

«Ma è un oggetto super raro! Solo i maghi di altissima classe hanno questo tipo di artefatti!» disse stupefatta Meklavar, mentre sia lei che Block sgranarono gli occhi di fronte al pendolo incantato.

«Sappiamo però che il labirinto è pieno di trappole» l’osservazione seccata di Pike riportò l’attenzione sulla missione ardua che stavano per affrontare.

Valayun si sistemò meglio l’arco sulle spalle. «Per le trappole ci penserò io, mentre Block può fare incantesimi di localizzazione, area per area.»

Rotol annuì concorde al piano di Valayun, mentre Meklavar soppesava la sua ascia con aria decisa. «Io penserò a eventuali nemici a distanza ravvicinata»

«Mi pare che il piano sia chiaro. Entriamo» concluse Valayun. Il percorso fu davvero fin troppo semplice grazie al pendolo di Rotol che indicava loro le svolte, ma il gruppo non si perse in chiacchiere, né si

adagiò sugli allori. Individuarono e disinnescarono ben cinque trappole prima di arrivare quasi incolumi alla meta; il più acciaccato era Rotol, ma solo perché continuava a cadere un po’ ovunque.

«Finalmente potrò dire addio a questa maledizione!» sussurrò Rotol e Valayun gli strinse brevemente la mano. «Andiamo a prendere la Pergamena!»

«Sì! Conquistiamoci la ricompensa!» rincarò Block.

Meklavar spinse la porta con la sua forza nanica e si ritrovarono all’interno di una grandissima sala tetra, piena di pericolosi spuntoni di cristallo adamantino.

«Mamma mia che allegria questo posto...» si strinse nelle spalle Block.

«Eh sì, non penso che potremo uscire da qui con molta facilità... questo labirinto urla trappola da ogni centimetro!» sentenziò Pike mentre avanzavano.

Valayun con la coda dell’occhio vide un movimento sinistro e subito puntò il suo arco.

«Chi sei? Fatti avanti!»

Non arrivò una risposta ma un getto di fuoco che rischiò di bruciare l’arciera anche se, grazie al tempestivo intervento di Rotol, le fiamme si gelarono immediatamente.

«Cosa diavolo è stato?» urlò Block preparandosi a schermare il party dalla minaccia incombente.

«E’ un dragooooo!» Meklavar inforcò l’ascia, mentre la creatura terrificante si palesò ergendosi in tutta la sua maestosità. Blu dalle sfumature violacee, la bestia aveva un’apertura alare mostruosamente ampia. «Ma dobbiamo proprio...?» Pike si nascose urlando dietro una colonna.

«Valayun, ho bisogno di te!» Rotol era fermo, intenzionato a non muoversi per paura di cadere e commettere un passo falso, ma nel mirino nella gittata di fuoco del drago. L’arciera si avvicinò senza neanche chiedere perché. «Valayun, rimani dietro di me e carica un colpo. Non lasciare che cada fino alla fine ok?»

La ragazza annuì svelta. «Pike, Meklavar, attaccate i lati come potete per distrarlo. Block, proteggici! Ripetiamo lo schema usato con i wendigo!»

«Ricevuto!» nessuno obiettò alle parole del mago che stava dimostrando di avere una certa esperienza.

Cominciò a intonare una litania in una lingua sconosciuta, mentre la ragazza osservava attenta che niente potesse distrarlo, arco alla mano.

Pike urlò impaziente. «Manca moltooooooo? No perché qui noi ci stiamo lasciando la coda!»

Un colpo d’ascia andato a vuoto di Meklavar confermò la difficoltà.

«RASJANA KASANDOR FURIAE DEVEDROOOOOO» l’urlo dell’incantesimo sovrastò il clangore delle armi e il respiro furioso del drago, che colto dal funesto fascio nero cominciò ad agitarsi, ruggendo

di dolore. «Valayun, scocca la tua invocazione migliore!» il mago faceva fatica a parlare, tanto lo sforzo di tenere la creatura a bada.

Senza indugio la ragazza scoccò una delle sue frecce, dalla cui scia scaturì una mandria di meravigliosi unicorni guerrieri che attaccarono la nefasta creatura. Il dardo colpì dritto il cuore del drago intrappolato da Rotol. Con un ultimo, disperato rantolo, il drago leggendario svanì lentamente, lasciandosi dietro un cumulo di polvere azzurrina.

Valayun raggiunse Rotol, sostenendolo. «Ce l’abbiamo fatta!» esclamò ancora sotto l’effetto dell’adrenalina e il mago la guardò con orgoglio. Dopo il suo cenno d’assenso, con un rapido gesto della mano Rotol attirò a sé la Pergamena che splendeva di luce propria sull’altare a essa designato al centro della sala. L’artefatto sfiorò i volti increduli di Meklavar, Block e Pike, esausti ma felici di aver battuto quel mostro. Quella vittoria li avrebbe fatti diventare la gilda più richiesta del mondo. Valayun, senza dire nulla si scostò per pochi secondi da Rotol, che, esausto, cadde rovinosamente in terra.

«Perdonami, ma volevo togliermi un ultimo capriccio prima che tu ti liberi di questa tua ilare maledizione!»

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata.

 

 

La partita di Monsters&Mana era finita.

«Scusate ragazzi, Shiro alla fine è andato con Keith allo Space Mall per una commissione a loro detta urgente, e quindi ho dovuto improvvisare con un banale mostro finale! Che disgraziati, disertare la campagna così! Vado a dirgliene quattro!» in un attimo Coran spense la console del gioco, per poi uscire dalla stanza borbottando sui giovani di oggi.

«Fiuuu però è stato... Esaltante!» commentò Lotor con una rara espressione spensierata che fece fremere Allura.

«Certo, che sfiga che hai avuto Lotor, fare uno a destrezza mentre compilavi la scheda personaggio! Però, ehi amico, wow questa partita rimarrà negli annali, voglio giocare ancora con te!» Hunk e il principe

si scambiarono un mutuo cenno di assenso. «È stato molto divertente» concesse Lotor.

«Sì ma non vale Lotor, hai fatto vincere Allura!» Lance sbottò irritato.

«Ho solo usato i miei umili poteri» lo rimbeccò sornione.

«Le hai lasciato l’attacco finale!» Il cubano non era convinto.

«A differenza tua lei non si è nascosta dietro la colonna.» concluse Lotor indicando con eleganza Allura seduta accanto a lui, che scoppiò a ridere con la vicina Pidge.

«Devo ancora capire come tu avessi il pendolo di Shandra... è per giocatori esperti!» esclamò allegramente la paladina verde mentre riponeva la sua collezione di dadi elettronici personalizzati. Ma il discorso cadde lì, e Lotor sorrise tra sé e sé. «Ahhhh! Ho famissima! Hunk mi prepari qualcosaaa?» continuò Pidge toccandosi la pancia.

Il paladino giallo era già sulla porta scimmiottando un gesto elegante per farsi precedere.

«Direi che ci siamo tutti meritati un club sandwich... di goo.» La paladina verde si portò dietro Lance che ancora baccagliava risentito.

«La prossima volta non mi incastrate più...» sentenziò il ragazzo prima di uscire trascinato da lei e Hunk. Guardando i ragazzi, Lotor sorrise.

«Ti stai forse affezionando forse Lotor?» la voce di Allura così dolce era un balsamo per le sue orecchie. Lotor non rispose ma non negò, la stessa espressione ancora sul viso mentre si lasciava andare a una posizione più rilassata sul divano, le braccia mollemente appoggiate sullo schienale, una delle lunghe dita che quasi sfiorava una ciocca dei capelli di Allura.

«Sicuramente sono divertenti. Soprattutto Lance.»

«Anche tu sei stato incredibilmente... divertente. Non avrei mai creduto di poterti veder fare una cosa del genere... m-mi piace questo tuo lato nascosto.»

Il principe le si avvicinò, il viso a ormai pochi millimetri del suo orecchio, e la principessa rabbrividì di piacere a quella vicinanza così intima e così... naturale.

«Devo confessarti una cosa Allura...» le sussurrò lui con voce mefistofelica, lasciando presagire qualcosa di terribile. La principessa tremò, pronta a una rivelazione che forse l’avrebbe sconvolta, perché ovviamente non poteva godersi con calma un momento di relax, vero? «La verità è che io sono uno dei giocatori più esperti di Monsters & Mana. Ho anche aiutato l’inventore a elaborare delle espansioni negli ultimi millenni. A essere onesti, negli ultimi trecento anni ho solo fatto il master con Axca e le altre, quindi tornare di nuovo sul campo, dopo tutto questo tempo, è stata una ventata d’aria fresca»

L’Imperatore della Galassia era un nerd.

E l’espressione basita di Allura era impagabile.

 

 

Note di RinoaHeart: Ecco a voi in allegato la splendida immagine disegnata per me da Joudoodles che ha colto perfettamente Valayun e Rotol! Lei è davvero fenomenale, guardatevi il suo profilo!https://twitter.com/joudoodles/status/1092923378149875712

Inoltre, un grande GRAZIE EneriMess, senza di lei Tales Of Altea non sarebe mai venuta alla luce!

 

   
 
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