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Autore: Mary P_Stark    06/02/2019    2 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Epilogo

 

 

 

 “… Jo… mi senti?” domandò per la terza volta Gretchen, scuotendo leggermente il braccio del marito.

Riprendendosi da quel ricordo condiviso, lui le sorrise a mezzo, ancora un po’ frastornato e la donna, stringendo un poco la mano sul suo braccio, mormorò: “Pensavi a Theo? Per questo hai curiosato anche nella mia testa?”

Annuendo, Joshua scrutò la giovane Sherry, ancora impegnata a rispondere alle domande di alcuni lupi, e mormorò: “Sentir parlare del suo Theo, ha riportato alla memoria il mio.”

“Non mi stupisce. E’ stata una storia maledettamente triste, e se Keath sapesse che ti ho raccontato tutto, mi staccherebbe la testa a morsi” ammise Gretchen, facendo sorridere Joshua per diretta conseguenza.

“Keath non sa cosa voglia dire condividere l’aura, l’anima e la mente con una lupa, perciò non ha idea di quanto profondamente le due persone siano interconnesse. Sarebbe stato assurdo mentirmi, perché lo avrei scoperto al nostro primo amplesso… e sarebbe stato dannatamente peggio” replicò Joshua. “Inoltre, come già dissi a Theo, non mi pentirò mai di averlo amato, ma non mi prenderò neppure carico dei suoi disagi, perché niente è stato fatto perché lui si sentisse inferiore a me.”

“Lo so. Ma Keath ti vuole bene, e voleva proteggerti” chiosò Gretchen, intrecciando un braccio a quello del marito.

“Quella canaglia…” ghignò Joshua. “…fa tanto il gradasso, ma poi è peggio di una chioccia con un unico pulcino.”

La sola idea di Keath nei panni in una gallina paffuta con il suo piccolo pulcino al seguito fece scoppiare a ridere Gretchen e, dopo un istante, Joshua si unì a lei.

Era inutile rivangare il passato. T.J. era stato suo amico e, finché era durata, era stato bello averlo al suo fianco, ma non aveva dubbi sulla sua decisione finale.

Un traditore di tal fatta poteva essere punito in un unico modo. Anche se dalla sua aveva sempre avuto l’amicizia di Fenrir.

***

Eirwyn sorrise divertita nel vedere Gretchen scoppiare a ridere di gusto, subito seguita dal marito.

Le loro espressioni corrucciate l’avevano portata a pensare che la coppia avesse qualche grave problema da affrontare, ma vederli nuovamente sereni la rese felice.

Quella prima riunione tra clan stava andando a meraviglia, e desiderava che proseguisse così fino al suo completamento.

Brianna colse quel momento per avvicinarsi a lei e, sfiorandole il braccio con la mano, esordì dicendo: “Allora, come ti sembra fino a qui…”

La giovane wicca non terminò mai la frase e, al pari di Eirwyn, sgranò gli occhi e si lasciò andare a una visione potente quanto imprevista.

Fluenti capelli biondo platino, una cascata d’immane bellezza, un uomo dai capelli scuri, bellissimo e imponente, e una bambina.

Il tutto durò solo qualche secondo, fu un’apparizione velocissima ma chiara e portò entrambe le donne a guardarsi confuse e chiedersi curiose cosa fosse successo.

“Ehm… cos’abbiamo visto, esattamente?” biascicò Brianna, sbattendo freneticamente le palpebre.

“Una visione del futuro, immagino, perché non ho mai visto i volti che ci sono apparsi nella mente. Hai riconosciuto qualcuno, per caso?” ammise Eirwyn, sbuffando per la sorpresa e scuotendo il capo come se avesse bevuto troppo, e l’equilibrio le fosse manchevole.

A volte, con visioni particolarmente forti, le capitava.

“No, nessuno. E anche il paesaggio che ho intravisto non mi dice nulla. Molto bello e suggestivo, ma del tutto sconosciuto. A occhio e croce, però, non sembra inglese. Non abbiamo montagne così alte e impervie, in Gran Bretagna, né cascate del genere.”

“In effetti, non sembrava un paesaggio nostrano” assentì Eirwyn, ancora un po’ scombussolata.

“Comunque, non mi è parsa una visione pericolosa… insomma, ne ho avute altre dove ho rischiato di lasciarci le penne, e la sensazione di disagio qui non c’era” sottolineò a quel punto la wicca, pensierosa.

“No, non sembrava affatto una minaccia. Può darsi che queste persone verranno in contatto con te, in qualche modo” si limitò a dire la donna, sorridendole più sicura.

“Una donna bionda, un gran bell’uomo – cosa che farà felicissimo Duncan – …” ironizzò Brianna a quel punto, facendo ridere Eirwyn. “… e una bambina dai capelli neri. Vedrò di tenere a mente i loro volti, e Fenrir farà lo stesso. Lui ha più tempo di me per badare ai volti che incrocio giornalmente.”

Non sono un detective, e neppure una videocamera, tengo a precisarlo.

“Ma sei molto bravo a farlo, sappilo” celiò Brianna.

Eirwyn sorrise mesta a quelle battute e, con un leggero sospiro, mormorò: “Volesse il cielo che avessi avuto a suo tempo visioni su ciò che Sebastian aveva in mente. Forse, ti saresti evitata un sacco di problemi, e il tuo amico sarebbe ancora vivo.”

Il pensiero di Leon procurò a Brianna un brivido, ma lei lo scacciò con decisione.

Era già venuta a patti con la sua morte a suo tempo, e pur sapendo che almeno un po’ si sarebbe sempre sentita in colpa per la sua fine tragica, sapeva anche che lui le aveva dimostrato il suo affetto, seguendola.

Avrebbe ricordato questo, di Leon, e il dolore – alla lunga – si sarebbe annebbiato nei suoi ricordi, facendole rammentare solo cose belle.

Con un mezzo sorriso, Brie asserì: “Ho imparato a mie spese, e nel modo più doloroso possibile, che certe cose sono inevitabili, e che non si può essere infallibili. Anche con i poteri che abbiamo. Hel era potente e sfuggente come il padre, perciò non fa specie che tu non l’abbia vista. Loki si nascondeva a sua volta, facendo prendere decisioni ad altri, così che le mie amiche völur non potessero scorgerlo, o avessero visioni confuse e imprecise.”

Eirwyn assentì, carezzando distrattamente i capelli rossicci di Hope, che teneva tra le braccia.

“Forse, se mettessimo nero su bianco ciò che abbiamo visto, potremmo ampliare il nostro raggio di azione e permettere a questi futuri visitatori un nostro appoggio più immediato” ragionò la donna, sorridendo dubbiosa a Brianna, che però assentì entusiasta.

“E’ un’ottima idea. Non sapendo quando potranno comparire nelle nostre vite, sarebbe anche difficile avvertire chi di dovere perché presti attenzione. Potremmo sfruttare la presenza dei Fenrir di ogni branco per estendere la nostra richiesta, così da poter essere avvisati di un eventuale incontro” dichiarò sorridente la wicca.

“Conosci qualcuno che sappia disegnare bene?” si informò allora Eirwyn.

Annuendo, Brianna le disse di seguirla e, assieme, si avviarono verso Beverly e Thor, völva e stregone del clan di Bradford.

***

Thor terminò di tracciare le ultime linee del disegno che aveva appena creato, mentre Beverly stava osservando soddisfatta il proprio, ammirandolo sotto la luce artificiale di una torcia elettrica.

Alec e Duncan, al pari degli altri Fenrir presenti – che avevano accerchiato i due improvvisati artisti per ammirarne le gesta – si guardarono dubbiosi e il padrone di casa, storcendo il naso, mormorò: “Così bello, Beverly?”

Le donne presenti risero divertite e la völva, assentendo, dichiarò: “La visione di Brianna era chiarissima. Mi spiace, Duncan.”

Brie sorrise spiacente al marito, che si limitò a una scrollata di spalle, asserendo: “Gli farò i complimenti, ma solo dopo essermi accertato che non abbia mire verso qualcuna delle mie lupe. Sono geloso del mio branco.”

Alec ghignò a quel commento, replicando: “Tu sei geloso della tua streghetta… ma credo non ci siano pericoli in merito. Inoltre, pare che arriverà qui scortato da una bella biondina e, a quanto pare, da una bambina. Forse, la figlia di entrambi, o di uno di loro.”

“E’ possibile” ammise Duncan, preferendo soprassedere sulla battuta dell’amico. “Ciò che mi chiedo è… perché? Cosa vorranno da noi? Ci sono un sacco di lupi errabondi che viaggiano in giro per il globo, eppure non mi sembra che nessuna di voi abbia mai avuto visioni del genere, su di loro.”

Eirwyn scosse spiacente il capo, così come Elspeth – che si era unita al gruppo di Glasgow per raggiungere Matlock e rivedere Brianna.

Beverly, dopo uno sguardo d’intesa con Thor, disse: “Ciò che ho percepito nello scrutare i ricordi della loro visione condivisa, mi dice che queste persone proverranno da molto lontano. Non hanno intenzioni bellicose, ma sono piene di domande e, forse, di sorprese. Non so dirvi altro.”

Thor si dichiarò d’accordo e, nel porgere il proprio disegno a Duncan, aggiunse: “Io ne farei delle copie, così che le sentinelle di ogni branco siano a conoscenza dei loro volti e possano, un domani, essere pronti a riconoscerli. Da lì in poi, ci faremo guidare dalle loro parole e valuteremo di conseguenza.”

Duncan assentì e, nello scrutare il volto della bellezza bionda disegnata con mirabile maestria da Thor, disse dubbioso: “Non pare essere in salute. E’ molto magra.”

“Forse, necessitano del nostro aiuto in campo medico. Dopotutto, i Santuari non abbondano, né qui né in Scandinavia e, immagino, neppure da dove provengono loro” chiosò Alec, facendo spallucce.

Vi furono molti assensi e Brianna, nel lanciare un’occhiata pensierosa ai due ritratti, mormorò tra sé: “Tu che ne pensi, Fenrir?”

Tutto è possibile, Brianna ma, se avete avuto questa visione congiunta, non saranno di sicuro visitatori qualunque. Avete comunque scelto per il meglio. Essere pronti è sempre la risposta giusta al dubbio che può nascere in noi.

“Spero soltanto non portino guai. Ne abbiamo già avuti a sufficienza per due vite.”

Casualità ed equilibrio, Brianna, lo sai.

“Una volta o l’altra te le farò mangiare, queste parole” brontolò Brianna, prima di prestare nuovamente attenzione ai suoi ospiti.

A ben pensarci, era però vero che la casualità e l’equilibrio avevano giocato un ruolo molto importante, in quel particolare frangente.

Se lei ed Eirwyn non si fossero trovate nello stesso posto e nello stesso momento, forse la visione non avrebbe avuto luogo. Se non vi fosse stata la riunione tra clan, inoltre, non avrebbero potuto neppure ricevere l’aiuto di Beverly e Thor così tempestivamente, o affidare subito ai vari Fenrir i ritratti estrapolati dalla visione.

Fenrir rise sommessamente nel seguire i suoi pensieri e Brianna, con un borbottio, lasciò perdere per dedicarsi completamente alle persone presenti.

Quando – e se – i visitatori fossero giunti, loro sarebbero stati pronti. Quanto al dare soddisfazione a Fenrir, era un altro discorso.

Joshua le sorrise, forse avendo avvertito il battibecco mentale con Fenrir e, studiando i ritratti con espressione meditabonda, disse: “Il novantacinque percento dei lupi errabondi arriva a Londra tramite aereo o attraverso il tunnel sotto la Manica. Terrò d’occhio la situazione grazie ai miei lupi e alle mie spie umane. Vedrai che qualcosa salterà fuori.”

“Incrociamo le dita e speriamo bene. Non possiamo fare altro, mi pare. Non dipende da noi, ciò che faranno queste persone” gli sorrise lei, dandogli di gomito.

“Già, non dipende da noi. Quel che possiamo fare, è solo impegnarci al massimo.”

“Come sempre” chiosò Brianna.

 

 

 

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N.d.A.: e qui termina la storia su Joshua e il suo passato.

Come avrete intuito, le persone che si intravedono nella visione avranno a che fare con la long fic che andrò a postare dalla prossima settimana, e che avrà come titolo “Claire de Lune”.

Ci trasferiremo in Canada, nelle terre delle tribù dei Piedi Neri, e avremo a che fare con lupi che non sanno nulla del proprio passato, ma sono ben intenzionati a scoprire tutto di se stessi.

A presto, e grazie per avermi seguito fino a qui!

P.S.: la cartella delle OS rimarrà aperta per future, nuove storie. Non si sa mai cosa possa venirmi in mente.

  
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