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Autore: luciadom    07/02/2019    3 recensioni
Piccolo Spin-Off musicale da inserire verso la fine del 19esimo capitolo della mia long "UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMORE".
Usagi dice definitivamente addio a Seiya e al suo ricordo, andando a casa di Mamoru per chiarirsi con lui e cominciare la loro storia.
Sulle note di "The story" di Brandi Carlile, con un lieve riferimento a "Here with me" di Dido, le sue riflessioni e i suoi sentimenti, prima del grande passo per chiudere col passato.
Dalla storia:
La verità era che tutta la sua sofferenza passata e presente poteva voler dire tutto e poteva non voler dire niente.
Niente, se non c’era davvero qualcun’altro con cui condividerla.
Il dolore se condiviso si dimezza, la gioia se condivisa aumenta.
Il qualcuno che le mancava non poteva trovarlo tra amici e familiari, non più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
- Questa storia fa parte della serie 'Real life: childreen hospital story'
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The Story
 
Disclaimer: La canzone e i personaggi non mi appartengono, sono dei rispettivi autori, Brandi Carlile e Naoko Takeuchi, e li uso solo per passione e senza scopo di plagio o lucro.
 
Testo, traduzione e link della canzone di seguito:

 
https://www.nuovecanzoni.com/brandi-carlile-the-story-testo-traduzione-e-video/37832/
 
NdA
Breve shottina, una sorta di piccolo Spin-Off musicale da collocare verso la fine del 19esimo capitolo della mia long storica UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMORE.
Buona lettura!
 

The story
 
All of these lines across my face
Tell you the story of who I am
So many stories of where I’ve been
And how I got to where I am
 
La musica del lettore Mp3 le riempiva la testa e le orecchie.
La riproduzione casuale della sua playlist, le aveva dato, quasi come per scherzo, proprio una canzone simile.
Come se “Here with me”, che prima aveva ascoltato e riascoltato in riproduzione automatica, non fosse stata già abbastanza.
Respirò a fondo, gonfiando e sgonfiando il petto, come se tutto l’ossigeno immagazzinato non le fosse sufficiente, e si tirò su dal letto per specchiarsi.
 
“Stupida! Stupida! Stupida! Stupida!”
 
Usagi insultava se stessa e la sua stupidità.
Aveva messo via tutte le cose che erano state sue e di Seiya, ma era di nuovo scappata via da Mamoru, quando lui l’aveva trovata al cimitero.
Si sentiva terribilmente sola, sebbene sapesse di non esserlo veramente.
Si avvicinò meglio alla specchiera, osservando il suo riflesso quasi disgustata.
I segni delle lacrime erano perfettamente visibili anche con la vista annebbiata dal pianto.
Allungò una mano verso la superficie liscia, perfetta e fredda dello specchio, e tracciò con le dita il suo profilo.
Delineò le guance arrossate, gli occhi gonfi, le labbra tremanti …
Qualcosa dentro di lei era finalmente cambiato, ma non riusciva ancora a prenderne atto.
 
But these stories don’t mean anything
When you’ve got no one to tell them to
It’s true…I was made for you
 
Una vocina dentro di lei le stava dando dell’egoista.
Non era mai stata la sola a soffrire di quella perdita, e sapeva, lo sentiva, che dall’altra parte lui provava un dolore grande forse quanto il suo.
Lei aveva perso il suo fidanzato, ma Mamoru aveva perso entrambi i suoi genitori in un colpo solo, e poteva sicuramente capirla.
La verità era che tutta la sua sofferenza passata e presente poteva voler dire tutto e poteva non voler dire niente.
Niente, se non c’era davvero qualcun’altro con cui condividerla.
Il dolore se condiviso si dimezza, la gioia se condivisa aumenta.
Il qualcuno che le mancava non poteva trovarlo tra amici e familiari, non più.
La sua famiglia, Yaten, gli amici … ormai erano tutti abituati a quei suoi atteggiamenti.
Non la colpevolizzavano certo, ma ognuno di loro aveva faticosamente costruito la propria vita dopo la tragedia di Seiya.
Avevano ormai imparato a convivere con quel dolore e ad andare avanti senza di lui, ma il costante vuoto interiore di Usagi non li aveva mai fatti allontanare da lei, caricandosi a loro volta di quella croce che era il suo, di dolore.
Quando Kenjii Tsukino aveva ottenuto quella prestigiosa offerta, che l’aveva poi fatto volare a New York con Ikuko e Shingo, non era stato facile prendere una decisione.
Sulle prime l’uomo non aveva voluto accettare, non ritenendo, non solo lui, Usagi ancora pronta per una nuova separazione, o per qualsiasi cambiamento.
Da un’altra parte aveva anche pensato che cambiare aria, invece, avrebbe potuto proprio farle bene, ma lei era stata irremovibile.
Non gli avrebbe perdonato un rifiuto ad un’opportunità d’oro per la sua carriera, non voleva essere in nessun modo un ostacolo per nessuno, e poi, a Tokyo c’era comunque ancora lui, in un modo o nell’altro.
Kenjii e sua moglie avevano obiettato, ma Usagi non aveva voluto sentire ragioni.
Minako le aveva dato man forte, decisa a portare avanti la sua carriera in Giappone e a starle vicino.
Il dolore di tutti negli anni si era calcificato, diventando una routine, un automatismo quasi come il respiro, sempre presente, costante.
Parlarne o meno non aveva comunque più senso.
C’era bisogno di qualcosa, di qualcuno, che fosse fatto per lei e viceversa.
 
I climbed across the mountain tops
Swam all across the ocean blue
I crossed all the lines and I broke all the rules
 
Aveva solo venticinque anni, e aveva già vissuto molto più delle sue coetanee, nel bene e nel male.
Aveva amato, aveva riso, aveva pianto.
Dopo il fatto, si era buttata a capofitto nello studio, recuperando intere sessioni nell’arco di un solo anno, dando addirittura, più di una volta, due esami in un solo giorno.
Aveva scalato la sua carriera universitaria non fermandosi mai, senza mai concedersi nemmeno un pomeriggio di riposo tra un esame e l’altro.
 
But baby I broke them all for you
Because even when I was flat broke
You made me feel like a million bucks
You do

 
Non le era mai costato niente, se non in fatto di stanchezza fisica.
Non le era più importato di uscire, né degli amici, e tanto nemmeno della cura di se stessa.
I primi tempi dopo la morte di Seiya non aveva mangiato, non aveva dormito, era diventata un mero guscio vuoto.
Seiya l’aveva sempre riempita di attenzioni, elogiando persino i suoi difetti.
La loro storia era stata un sogno, eppure, era solo quello che era rimasta.
Adesso era solo un insieme di ricordi e di oggetti del passato, di promesse per il futuro che lei ancora non aveva veramente mantenuto.
 
I was made for you
For you
 
Era sempre stata convinta che fossero anime gemelle, spiriti affini … ma evidentemente non era stato così, e proprio in virtù di questo, proprio perché lo credeva essere il suo completamento, una volta era andata incredibilmente vicino al … raggiungerlo.
Guardò il suo comò, dove un tempo c’erano state foto con lui, ricordi che le tornarono di nuovo alla mente.
Lui l’aveva fatta sentire viva, sempre, e quel batticuore, quei tremori, quei brividi, ora stavano tornando grazie a Mamoru.
Pochi secondi di contatto fisico quale un innocente bacio a stampo, erano bastati ad abbattere finalmente le difese che si era tanto faticosamente costruita.
Faceva male, ma la sua coscienza non faceva che ripeterle che Mamoru era fatto per lei, e lei per lui.
 
I was made for you
For you
 
Loro due erano complementari, nati per compensarsi e ricucire le ferite l’uno dell’altra.
 
You see the smile that’s on my mouth
It’s hiding the words that don’t come out
 
Incurvò leggermente le labbra all’insù, sapendo che non servivano parole.
 
And all of my friends who think that I’m blessed
They don’t know my head is a mess
 
Si era costruita una maschera che pensava nascondesse bene la vera se stessa, ma adesso quella maschera stava diventando tanto, troppo pesante da portare.
Solo chi la conosceva davvero aveva visto oltre, e tra questi, paradossalmente anche se dopo solo un mese, c’era anche Mamoru.
 
No, they don’t know who I really am
And they don’t know what
I’ve been through like you do
And I was made for you…
 
Mamoru le era entrato dentro e lo aveva capito solo in quel momento.
Le mancava tanto, e sentiva un calore crescerle dentro al solo pensare a lui.
Era pronta, ora lo sapeva.
La reazione che aveva avuto, al bacio prima, e al cimitero poi, come Minako aveva pensato, stava ad indicare che anche lei teneva a lui più di quanto volesse far credere.
 
All of these lines across my face
Tell you the story of who I am
So many stories of where I’ve been
And how I got to where I am
 
Due ultime lacrime le scesero veloci lungo le guance.
Erano lacrime che sapevano di nuovo.
Respirò di nuovo a fondo, e sorrise appena allo specchio.
 
But these stories don’t mean anything
When you’ve got no one to tell them to
It’s true…I was made for you
It’s true… That I was made for you
 
Si sistemò alla buona, asciugandosi il viso ben sapendo che sarebbe servito a poco.
Molto probabilmente avrebbe pianto di nuovo non appena l’avrebbe rivisto, e fuori stava per scatenarsi un temporale.
Si preparò per uscire, per andare incontro al cambiamento, al suo futuro.
Scese al pian terreno portando con sé altro ancora che la legava al passato, consegnando tutto a Minako.
Parlò alla sua famiglia nel loro soggiorno, comunicando la sua decisione, e montò in macchina.
 
***
 
Aveva guidato con cautela per via della pioggia, che l’aveva sorpresa come aveva previsto, e per via delle lacrime.
Aveva previsto anche quelle, e non c’era stato verso di frenarle.
A cosa fossero dovute visto la decisione che aveva preso di petto, non lo sapeva, ma non voleva più nascondere la testa sotto la sabbia.
Ora era a casa di Mamoru.
Era scesa dell’auto, quasi incurante della pioggia che la stava bagnando da capo a piedi, e ancora col motore acceso, guardava al di là del cancello, verso la villa di Goro Saitou.
Non aveva il coraggio di citofonare, e se ne stava lì, come se l’acqua dal cielo potesse farla camminare contro la sua volontà, contro i suoi piedi, diventati improvvisamente troppo pesanti ed incollati al terreno.
Non dovette aspettare molto, perché forse per il destino, forse per le sue preghiere e per chissà cos’altro, qualcuno all’interno doveva essersi accorto di lei e le stava venendo incontro.
Riuscì a distinguere una sagoma avvicinarsi a lei e ben presto riconobbe proprio Mamoru.
 
>>> Chi c’è?-
 
La sua voce si confuse alla pioggia.
Lo chiamò flebilmente, e quando lui, ormai vicino la riconobbe, corse da lei e la riparò col suo ombrello.
 
- Usagi! Cosa ci fai qui? Vuoi ammalarti? Vieni dentro, hai bisogno di asciugarti.-
 
-Ti devo parlare.-
 
-Va bene … ma vieni dentro, al caldo.-
 
Era fradicia, sembrava un pulcino.
I capelli le si erano appiccicati al viso, gli sembrò dovesse aver pianto dalla voce e adesso di sicuro le lacrime le si stavano confondendo con la pioggia.
 
-Mi dispiace … scusa se sono scappata, per due volte anche, ma io …-
 
Lui voleva assolutamente chiarire con lei, ma non lì.
Doveva portarla al caldo o si sarebbe davvero pesantemente raffreddata.
 
-Questo non ha importanza adesso, avanti vieni con me!-
 
Le tese la mano ma lei non la prese.
 
-Perdonami.-
 
-Usagi …- Qualcosa gli si mosse nel petto sentendo quel tono di voce.
 
-Devo dirtelo qui o non ne avrò più il coraggio. Perdonami! Io… ci tengo a te! Credo di… stare per innamorarmi di te, anche se pensavo che non ne sarei mai più stata capace! Solo tu dopo tutti questi anni mi hai riaperto il cuore e adesso… tu mi hai colpita dal primo giorno! E forse ti ho amato da subito ma ero troppo attaccata al dolore per Seiya per rendermene conto! E se non è ancora amore il mio, so che è qualcosa di neanche lontanamente paragonabile all’amicizia! Tu… io… io credo… di non riuscire più a starti lontana … ma ho paura di amare ancora… paura di perdere di nuovo chi amo, e… e…-
 
Ma non continuò perché lui lasciò cadere l’ombrello, non curandosene più di tanto, abbracciandola talmente stretta da temere quasi di farle male.
 
-Basta così Usagi, non dire più niente, basta così... Va tutto bene adesso…-
 
Continuava a sussurrarle la stessa frase, stringendola e accarezzandole la schiena.
Quando si staccarono tanto da potersi guardare negli occhi, finalmente si unirono in quel bacio che lei non donava più a nessuno da troppo tempo.
Prima dolcemente, poi sempre più voracemente, si assaporano a vicenda incuranti della pioggia che continuava a bagnarli.
Alzatosi sulle punte, Usagi assaporava quell’aroma che sapeva essere soltanto suo, mentre lui, chinato su di lei per raggiungerla meglio, si sentiva trasportato in Paradiso.
Mamoru la teneva stretta per la vita, mentre lei intrecciava le sue dita affusolate con le ciocche corte di lui, sulla nuca, lì, dove Seiya aveva portato sempre un lungo codino nero, ora notava al contatto con Mamoru la sua nuca nuda.
Sentì la lingua di Mamoru che le accarezzava le labbra, come a chiederle il permesso di entrare e assaporare più approfonditamente la sua bocca.
Schiuse appena le labbra e prese di sua iniziativa ad assecondarlo, mentre continuava ad accarezzargli quei capelli tanto scuri da confondersi nella sera.
Si staccarono per prendere fiato, con i cuori che sembravano voler schizzare fuori, il respiro affannato.
Si staccarono per guardarsi, toccarsi, accarezzarsi, ma ripresero subito, come se attorno a loro non esistesse più nulla, come se non ci fossero la pioggia, il freddo, il buio, il motore dell’auto di lei ancora acceso …
Nulla.
Attorno a loro non esisteva più nulla.
In quel bacio, in quell’abbraccio, Usagi scoprì un mondo nuovo e si sentì rinascere.
 
-Mi sei mancata …- le sussurrò lui all’orecchio, una volta che si furono di nuovo staccati.
 
-Anche … anche tu…- rispose lei, tra un singhiozzo e l’altro e continuando ad abbracciarlo.
 
La pioggia continuava a cadere su di loro, ma sembravano non avvertirla più, stretti l’uno all’altra nel calore del loro abbraccio.
L’indomani sarebbe iniziato un nuovo anno, e per entrambi quella era l’inizio di una nuova vita, di una nuova scoperta, di un nuovo percorso, assieme.
Stettero così, abbracciati, stretti, lei che piangeva e lui che la rassicurava e coccolava comprensivo.
Stettero così, stretti in quell’abbraccio che era soltanto loro, fatto soltanto per loro, da sempre, e per sempre.
 
I was made for you…
 
 
NdA
Ciao popolo!
Ehm… ma cos’è questa robina qua?
Non so, è un’ideuzza che mi martellava in testa da un bel po’ di tempo.
La scena è da collocare, come ho detto già nell’introduzione e nelle note iniziali, quasi alla fine del 19esimo capitolo della long storica, a poco prima che Usagi vada a casa di Mamoru il famoso 31 Dicembre del 2009, dando inizio alla loro storia.
Nella long a convincere Usagi è anche “Here with me”, di Dido, che è la canzone preferita di entrambi e che diventa la loro canzone.
Volendo approfondire un po’ la scena a sé stante, ho pensato che anche “The story” potesse andar bene per il passato di Usagi, e in un certo senso anche per quello di Mamoru.
Immaginate quindi che questa Song-fic sia una scena integrata nelle ultime parti del 19esimo capitolo di UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMORE, anche perché l’ultima parte è presa tale e quale da lì.
Solo chi è fan sfrenato di Grey’s Anatomy come me, forse, può capire fino a quanto è significativa per me questa canzone, e non solo per questa Serie che adoro da quando non ero che una liceale.
Con questa storiella piccina inauguro, spero, il ritorno dopo lo Spin-Off alla long pubblicato a dicembre, il ritorno con il Prequel o con lo Spin-Off a capitoli, con questa che ormai sta diventando una vera e propria saga, visto il numero di storie annesse che sta crescendo sempre più.
Spero che vi sia piaciuta, e ringrazio fin da ora chi leggerà e chi magari vorrà lasciarmi un commentino.
Vi abbraccio e per qualsiasi aggiornamento ci sentiamo sempre sulla mia Pagina per EFP
Luciadom su EFP .
 
 
 
   
 
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