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Autore: apeirmon    07/02/2019    3 recensioni
Le due guerriere più fortunate dell'antica Grecia scoprono un enorme potere e la responsabilità di sprigionarlo. Con i dovuti ostacoli.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Gabrielle, Joxer, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note: Premetto per i giudici che “qual’è” non è un errore, ma una scelta stilistica che non accetta la recente esclusione di “qual’” come elisione. In altre parole è un arcaismo conscio.

- Ci saranno una ventina di soldati a fargli la guardia. Come facciamo a liberarlo? - chiedo a Xena da dietro il grande masso che ci nascondeva.
- Non sono soldati ma mercenari. E sarò io a liberarlo. Tu resta qui e non farti scoprire. - mi risponde.
Avanza lentamente accostata alla roccia e la vedo portarsi alle spalle delle sentinelle. Con un colpo non tagliente di spada ne atterra uno, mentre un pugno si occupa dell’altro quando si volta.
I loro compagni sono ancora intenti a studiare un pezzo di pergamena e non sentono nulla. Invece il bambino di circa dieci anni legato a un grosso palo nota la mia amica e lei gli fa segno di tacere, mentre si avvicina.
Ma non riesco a vedere se riesce a tagliare le corde.
Sento una spada che viene sguainata dietro di me e mi giro per vederne il proprietario: un mercenario con un ghigno sadico che gli deforma la faccia.
- Le spie non mi sono mai piaciute.
- XENA! - grido disperata per sentire la sua meravigliosa voce di rimando.
- OLIMPIAAAAA!
Eh? Ma non è meravigliosa.
Come il mercenario si sposta, mi colpisce con un braccio, facendomi cadere su un cespuglio.
La crepa nella roccia coperta dalla mia testa poco prima, ora era occupata dalla spada di Corilo.
Intanto, varie grida si levano da dietro il masso.
Mentre Corilo cerca invano di estrarre la sua arma, il mercenario leva la propria verso di lui. Guardo il mio bastone e vedo che ci sta camminando sopra un porcospino. Faccio quindi scattare in aria il bastone, e la schiena dell’animale si conficca negli occhi del nostro avversario.
Con urla atroci, fa cadere la spada e si strappa il porcospino dal volto. Allora lo colpisco con il bastone e quello cade a terra.
- Non avrai mai la mia spada! Solo un guerriero valoroso come me può possederla!
Guardo Corilo che estrae a metà l’arma bianca e poi la inserisce di nuovo nella crepa.
Dopo averlo fissato allibita, scuoto la testa e mi dirigo verso le urla di battaglia poco distanti.
Xena combatte una decina di soldati con il bambino in braccio.
La sua spada si incrocia con quella di un mercenario piuttosto nerboruto e rimane bloccata per opporla, mentre altri due la minacciano con le loro. Xena sorride.
- Ayayayaya!
Un balzo porta lei e il bambino in cima al palo di tre metri, mentre le spade dei tre mercenari si piantano al suolo. La mia amica lancia la propria in aria ed estrae il chakram.
L’arma circolare spacca le tre spade e si pianta ai piedi dei tre uomini, ma un quarto taglia il palo e Xena spicca un altro salto mortale all’indietro per atterrare vicino a me.
Alza la mano per prendere la sua spada al volo, ma il mercenario nerboruto lancia ciò che rimane della propria per intercettarla in aria. Le due armi cozzano tra loro e quella integra cambia direzione, finendo oltre il masso che ci aveva nascoste. Invece l’altra si schianta sulla roccia con l’elsa e… rimane attaccata!
I mercenari ci osservano trionfanti, mentre uno di loro afferra il chakram.
- Magnetite. - commenta la mia amica. - Olimpia, allontanati.
- Ma, Xena…
- Fai come ti dico!
Vedo sette mercenari correrci incontro e decido di eseguire l’ordine. Mi nascondo dietro un cespuglio, mentre guardo l’attacco dirigersi verso di lei.
- Iiiya!
Sette spade si conficcano nella roccia nello stesso momento in cui Xena calcia posteriormente la parete e si slancia dietro i suoi nemici. Lascia andare il bambino e colpisce due di loro con un pugno doppio.
Gli altri abbandonano le spade e si avventano su di lei ma, con un quarto balzo, la vedono salire sulle lame abbandonate e due di loro vedono i suoi calzari da molto vicino. I sei rimasti provano a fuggire con il chakram attorno al masso, ma Xena sorride e afferra il trancio di palo rotolato fin lì.
Girando su se stessa sempre più velocemente, tiene il pezzo di legno tra le mani libere, prima di lasciarlo alzando le braccia. L’oggetto sorvola il masso e poco dopo sento tre urla di dolore.
Quando aggiriamo l’immenso minerale, vediamo che tre soldati sono in fuga, e nessuno di quelli colpiti dal palo tiene un cerchio metallico. Corilo è ancora intento a riprendersi l’arma.
- Non fuggiranno con il mio chakram! - dichiara iniziando a correre.
- Aspetta!
Entrambe ci voltiamo verso il bambino.
- Ora che hai salvato il Sacerdote Originario, sono obbligato a insegnarti come creare l’universo.
Io e Xena ci fissiamo. Poi torniamo a guardare quel tenero e spaventoso bimbo.

Al tempo degli Dei dell’Olimpo, dei Signori della Guerra e dei Re, che spadroneggiavano su una Terra in tumulto
il Genere Umano invocava il soccorso di un Eroe per riconquistare la Libertà.
Finalmente, arrivò Xena, l’invincibile Principessa Guerriera forgiata dal Fuoco di mille battaglie.
La lotta per il Potere, le sfrenate Passioni, gli Intrighi, i Tradimenti… furono affrontati con indomito Coraggio
da colei che, Sola, poteva Creare Cambiare il mondo!

Xena e il Tempio dell’apeiron

- Mmmhhh! Ghh! Rrrrr!
Mentre Corilo emetteva versi fantasiosi ancora stretto alla sua spada, Xena volta uno degli uomini tramortiti.
- Xena, hai sentito cosa ha detto?! Non ti interessa il potere di formare un mondo pacifico e gentile? - le chiedo incredula. - Non ti servirà più il tuo chakram a quel punto.
- Se vuoi dar retta alle favole di un bambino fai pure, Olimpia, ma io sono impegnata in questo momento, quindi ti chiedo di non starmi tra i piedi.
Schiaffeggia il mercenario e quello si sveglia terrorizzato.
- Chi vi ha mandato e perché avete rapito questo bambino? Dagli abiti e dalla pettinatura non mi sembra per un riscatto, quindi non mentirmi. - ragiona, accennando alla tunica consunta e ai capelli di varie lunghezze.
- Non ho bisogno di mentire, perché non saprai niente da me.
Le labbra di Xena si incurvano per l’insoddisfazione. Le sue dita, invece, colpiscono la gola del malcapitato.
- Ho bloccato il flusso di sangue al tuo cervello. Ti resta meno di un minuto per parlare, prima di diventare concime. Ti faccio di nuovo la domanda: chi vi ha mandato e perché?
Ansimando, l’uomo dice: - Si fa chiamare “Il Donatore”. Ci ha detto di rapire questo bambino mentre usciva dalla biblioteca di Atene. Gli abbiamo trovato addosso un disegno, ma non sappiamo cosa sia.
- E ci vogliono venti uomini per rapire un bambino?
- Ha assoldato ventidue di noi, non so perché. Nessuno voleva lasciare che gli altri si prendessero il merito e la ricompensa, quindi siamo rimasti insieme. È tutto quello che so.
Xena lo scruta attentamente prima di liberargli la circolazione e colpirlo con un pugno.
- Hai sentito? Perché qualcuno dovrebbe rapire un bambino pagando tutti questi uomini, se non si trattasse di un bambino speciale? - cerco di farla riflettere.
- Le rocce non hanno bisogno delle armi: voi siete già abbastanza dure. - sento farneticare Corilo.
- Ci possono essere tantissimi motivi. Quello che mi interessa è riportarlo ai suoi genitori e ritrovare chi ha rubato il mio chakram. - afferma spingendo Corilo, estraendo la lama dalla parete e lanciandola nella sezione di palo a terra. - Se vuoi parlarci durante la strada, fa’ pure: almeno lo distrai.
- Ne abbiamo viste tante di persone particolari, perché ti sembra tanto assurdo ciò che ci ha detto? - insisto, mentre Corilo tenta invano di separare il legno dal ferro e Xena riprende la sua spada.
Poi si dirige verso il luogo in cui ha slegato il bambino.
- Perché so che questo universo ha il suo motivo di esistere e non può essere sostituito a comando.
Raggiunge la roccia su cui è posata la pergamena che i mercenari stavano osservando e la prende.
- Non credevo che ti avrei mai sentito dire che qualcosa è impossibile. - commento amareggiata.
- Non si finisce mai di conoscersi, vero? - replica, prima di accovacciarsi davanti al bambino. - Qual’è il tuo nome e dove possiamo trovare la tua famiglia?
- Sono il Sacerdote Originario e la mia casa si trova ai piedi di quella montagna. - risponde, indicandola.
- Bene, allora in marcia. - ordina, dirigendosi verso la montagna. Noi la seguiamo. - Ma intendevo: qual’è il nome che ti hanno dato i tuoi genitori?
- Antipatros.
- Significa “Prima del padre”. - preciso. - Nome azzeccato per un bambino che conosce i segreti della creazione. Si tratta di una coincidenza?
- Ai miei genitori è stato predetto che il deceduto Sacerdote Originario si sarebbe reincarnato nel corpo che state guardando. Solo a uno spirito è concesso di vegliare sulla Porta Unificatrice.
- Che cosa c’è dietro questa porta? - domando curiosa.
- L’apeiron.
Sgrano gli occhi e faccio un salto all’indietro.
- Di cosa si tratta? - chiede Xena con un sopracciglio alzato.
- Secondo il filosofo Anassimandro, è il principio di tutto l’universo, infinito ed eterno, in cui tutto è unito insieme armonicamente. - le spiego. - Ma la Colpa degli individui coscienti ha separato tutto, formando i contrari e definendo le differenze. Solo quando la Colpa sarà scontata, si potrà tornare all’armonia iniziale.
- Questo non è esatto: Io conosco il modo per annullare la Colpa e ricreare l’universo dell’apeiron, ma non mi è concesso aprire la Porta Unificatrice. Nella pergamena che hai in mano è mostrato come fare.
Prendo la pergamena a Xena e inizio a studiarla. Ci sono simboli astronomici, costellazioni, un cerchio, una specie di mosaico e un pilastro orizzontale.
- Sembra che un meccanismo di apertura debba essere attivato in direzione di una certa costellazione.
- Infatti, quella dei Gemelli. Ma bisogna sapere qual’è il momento preciso in cui aprire la porta. Se la costellazione di apertura fosse la Lince, ad esempio, si aprirebbe un mondo di caos.
- Ehi, Xena! - la chiama Corilo. - Potresti estrarre la mia spada da questo ceppo?
- Ma come? Un guerriero abile e possente come te non riesce a togliere una spada da un bastoncino?
- Ma l’hai proprio fatta entrare dentro!
- Ho la sensazione che ti sarà più utile così. O almeno, farà meno danni.

Il mercenario nerboruto si inginocchia davanti a una figura incappucciata.
- Sono desolato. Abbiamo rapito il bambino, ma la Principessa Guerriera Xena lo ha liberato e ci ha sconfitti.
- Proprio per questo vi avevo raccomandato di fare attenzione! Secondo la profezia, un Eroe che viene da innumerevoli conflitti aprirà la Porta Unificatrice per riportare l’armonia. Sai cosa succederebbe se la profezia si compisse? Tutto smetterebbe di avere una forma. Noi non saremmo distinti da qualsiasi essere infernale. Non c’è bisogno che ti spieghi che bisogna evitarlo a tutti i costi.
- Certo che no. Ho capito benissimo.
- Allora recupera tutti i tuoi alleati e sostituisci quello accecato. Voglio che Xena sparisca prima che cambi tutto ciò che conosciamo.
- Sì, signore. - garantisce il mercenario prima di andarsene.
L’incappucciato si volta verso uno specchio e lo tocca con un dito. Quello mostra immediatamente quattro persone in viaggio.
- Ti ringrazio per la tua esistenza, Principessa Guerriera.

Mi sveglio completamente in un attimo.
Guardo alla mia destra Corilo che abbraccia il pezzo di legno. Un po’ più in là, Antipatros è seduto sulle proprie gambe, con gli occhi chiusi. Noto, invece, Xena dietro una macchia di alberi.
Mi avvicino a lei e vedo che è preoccupata.
- Che cosa c’è? - le domando.
- Credo che quello che ci ha raccontato Antipatros sia vero.
- E non è qualcosa di cui rallegrarsi?
- Non lo so. La maggior parte della mia vita l’ho passata nella crudeltà e nel caos, quindi credo di sentire che quasi tutto quello che sono verrebbe cancellato se aprissi quella porta. Ma allo stesso tempo voglio un mondo in cui si possa vivere serenamente e lasciarmi alle spalle quella che ero.
Le scosto i capelli dalla guancia e guardo i suoi occhi azzurri: - Ma l’apeiron unisce i contrari, non ne sceglie uno. Penso che la convinzione di dover far prevalere una parte di te ti stia facendo soffrire, e potresti anche arrivare a metterti in pericolo in questo modo. Mi piaci sia quando sei protettiva, che quando combatti. Non esiste “quella che eri” o “quella che sarai”. Per conoscerti devi vedere tutto l’insieme. Lo so che vedere solo la Xena determinata o la Xena gentile ti dà più sicurezza, perché una personalità più semplice è più facile da controllare, ma quando sei tutte e due sei perfetta.
Avvicino le mie labbra alle sue, che mormorano: - Olimpia, io…
Le nostre lingue scivolano l’una sull’altra e sento il sapore del pesce che ha mangiato per cena e che io ho rifiutato. Inizio a toglierle l’armatura e sento le sue mani sotto il corpetto spingermi i seni verso l’alto per togliermelo. Stacco le labbra dalle sue per abbassarle la sottoveste e baciarle le enormi tette, partendo dall’alto per poi sentire la ruvidità di un suo capezzolo e leccare la parte inferiore dei seni, percorrendoli con la lingua fino a separarli.
Intanto, lei mi ha abbassato la gonna e mi palpa freneticamente le natiche. Ha abbassato anche la sua gonna, evidentemente, perché una sua coscia mi passa tra le gambe. So che un bambino sotto i dieci anni si trova a pochi metri da noi, ma non me ne importa. Riprendo a baciarla con passione, fino a caderle sopra.

Quando arriviamo ai piedi della montagna, non vediamo nessun edificio.
- Allora, dov’è la tua casa? - chiede Xena ad Antipatros.
- Dentro quella grotta. - risponde lui indicando una caverna vicina.
Noi due ci guardiamo, prima di seguirlo dentro l’antro.
- Non… Non potremmo salutarlo qui fuori? - comincia Corilo. - Non è educato entrare in casa degli altri.
Vediamo Antipatros fermarsi davanti a una stalagmite e stendervi una mano sopra. La formazione calcarea si illumina e comincia a dissolversi. Poi anche il pavimento della grotta inizia a svanire, lasciando il posto a un luogo luminoso e non arredato, pieno di passaggi laterali lungo le pareti in marmo bianco.
Antipatros sale su una colonna con la base nella stanza e quella comincia ad accorciarsi, portandolo al piano inferiore. Io e Xena scegliamo una colonna ciascuna e iniziamo a raggiungerlo, quando Corilo corre nella grotta e inciampa, cadendo nel foro aperto da Antipatros.
Xena lo agguanta per un braccio con noncuranza e tutti arriviamo nella stanza misteriosa.
- Ma… non ci sono torce. - noto guardando in uno dei corridoi. - Qual’è la fonte di luce che usi?
- Il buio. - risponde Antipatros con semplicità. - Seguitemi. La Sala della Porta è da questa parte.
- Non hai dei genitori, vero? Questo è un tempio. - gli dice Xena.
- La mia famiglia sono i sacerdoti che mi assistono. I miei genitori biologici servivano solo come tramite. Non possono aiutarmi in nessun modo diretto, e io posso aiutarli solo come aiuto tutto l’universo.
- Ma come puoi non averne nostalgia? - gli chiedo. - Non hai delle emozioni?
- Ho tutti i tipi di emozioni allo stesso tempo, anche quelle opposte. Per questo non si notano.
- Non ti accorgi del sentiero finché non trovi una pozzanghera. - aggiunge Xena, facendolo sorridere.
Arriviamo ad una grande stanza con quattro fontane attorno a un palco circolare centrale. Sulla parete davanti a noi vediamo un complicato intreccio di manovelle, mentre da una di quelle laterali sporge un pilastro orizzontale, perfettamente allineato con una nicchia dalla parte opposta della stanza.
- Ma quel pilastro è identico a quello sulla pergamena! - mi accorgo, spiegando il foglio e il suo significato.
- Quello è il meccanismo che aprirà la Porta Unificatrice definitivamente. Simboleggia la connessione tra gli opposti. - ci spiega Antipatros. -  Le manovelle che vedete laggiù devono essere spostate secondo lo schema nella parte alta del disegno. Chiedo a voi due di restare qui, mentre spiego a Xena come agire.
- Bentornato, Maestro. - dice una voce proveniente da un corridoio laterale. Subito dopo, un uomo con una folta barba grigia entra nella sala. - Dunque è questa l’eroina che aspettavamo? Vi ringrazio per aver salvato il nostro Maestro. Dovete essere molto pura.
- Vi sbagliate: sto solo cercando di rimediare ai miei errori passati. - risponde lei sorridendo.
- Gli errori sono solo azioni che ci fanno concentrare su parti limitate dell’esistenza, rendendoci più faticoso considerarle tutte. Lui è Hysechios, il sacerdote più anziano del tempio. Loro si chiamano Xena, Olimpia e Corilo. Hysechios, ti chiedo di far visitare a Olimpia e a Corilo il tempio, mentre mostro a Xena come aprire la Porta Unificatrice.
- Molto volentieri. Da questa parte. - ci invita il sacerdote entrando di nuovo nel corridoio da cui era passato.
Noi lo seguiamo con un’occhiata a Xena e alla parete piena di manovelle.
- Perché non ci sono altri sacerdoti? - domando osservando il corridoio libero.
- Il giorno dell’apertura della Porta Unificatrice, è richiesta la presenza solo dei primi due sacerdoti.
- Esattamente, qual’è il vostro compito qui? - gli chiede Corilo.
- Ci assicuriamo che nessuno violi il Tempio, raccogliamo testimonianze antiche che potrebbero rivelarlo e conserviamo il sapere che spiega l’origine di tutto. - risponde Hysechios.
- Mi interesserebbe consultare i documenti presenti qui, se posso chiederlo. - tento.
- Stiamo andando proprio nel nostro archivio. Si trova oltre quel passaggio.
Ci indica una stanza in cui riesco a intravedere degli scaffali e dall’entusiasmo mi precipito a controllarli.
- Aspetta, Olimpia! - mi sollecita Corilo seguendomi.
Quando raggiungo lo scaffale trovo papiri e pergamene disposte ordinatamente uno accanto all’altro.
- Devono avere un valore inestimabile.
- Infatti. Per questo devono rimanere segreti. - ci ricorda Hysechios.
- Ma certo. Potete…
- AAAH! - mi interrompe l’urlo di Corilo.
- Che ti prende? - gli chiedo. Ma seguendo il suo dito, mi accorgo che non ho bisogno che mi risponda.
Una trentina di scheletri era adagiata lungo una parete. Mi assale un brutto presentimento.
- Quelli chi erano? - chiedo, temendo la risposta.
- Solo eroi che non hanno potuto adempiere alla profezia e loro compagni di viaggio. Morire dopo un lungo digiuno è il modo più nobile per farlo. Anche se penso che si siano suicidati quasi tutti.
Spicco una corsa per uscire dalla stanza, ma una forza invisibile mi respinge tra le braccia di Corilo.
- Adesso ho delle questioni urgenti da sbrigare. Vi auguro una buona lettura.
Osserviamo disperati il sacerdote allontanarsi.
- XENA! XENA! - grido con quanto fiato posso contenere nei polmoni. Ma non sento nessun eco.
- La barriera che mi ha respinta intrappola anche il suono: gli scaffali qui dentro assorbono il suono, ma dovrebbe rimbombare per i corridoi se uscisse. - mi accorgo.
- Che cosa facciamo allora? - guaisce Corilo sul punto di piangere.
Guardo le pergamene depositate sugli scaffali: - Seguiamo il consiglio del sacerdote.

Xena ruota una delle manovelle seguendo le istruzioni sulla pergamena.
- Ottimo lavoro. Quella era la penultima. - si complimenta Antipatros. - Ora ti devo chiedere se sei pronta a cambiare il mondo per sempre. Aprire la Porta Unificatrice è una decisione che stai prendendo non solo per te, ma per tutta l’Esistenza.
- Mi fido di te. Mi assicuri che ci sentiremo meglio una volta che torneremo all’apeiron?
- No. Non devo essere io a garantirtelo. Voglio che sia tu a darti la risposta.
- Allora sono pronta.
- Ma io no. - obietta la voce di Hysechios.
Ad un gesto dell’uomo, Xena viene lanciata in aria da un campo di forza e finisce vicino a una fontana. Dietro di lui, ventitré mercenari entrano nella sala.
- Hysechios, sento da molto i tuoi timori. - gli confessa Antipatros. - Ogni volta che un Eroe ha cercato di aprire la Porta Unificatrice, un sacerdote mi ha tradito.
- E ogni volta che è successo, tu hai fallito. Ma questa volta andrà diversamente: non mi limiterò a impedire che l’Eroe acceda all’apeiron.
Hysechios genera un raggio di energia dal proprio corpo e lo dirige sul Sacerdote Originario, che risponde nella stessa maniera. Non si tratta di un raggio visibile, ma di una forza chiaramente percepibile.
Il mercenario nerboruto avanza verso Xena: - La pagherai cara per quello che ci hai fatto!
- Detto da un ladro è piuttosto bizzarro.
- Addosso! - ordina lui ai suoi colleghi, che si avventano su Xena.

- Ecco, stai fermo così. - dico a Corilo mentre gli bendo la testa con un rotolo di papiro.
- Non ho ancora capito che cosa stiamo facendo. - mi esaspera lui.
- Allora: su questi documenti c’è scritto che i sacerdoti usano un’energia che respinge ciò che è incompleto. Se supponiamo che la stessa energia protegge questi rotoli, ma che è permesso toccarli, allora mi pare ovvio che se ci copriamo con questi, potremo passare attraverso la barriera. Hai capito, adesso?
- No.
- Lascia stare e andiamocene. - mi arrendo.
Mi avvicino alla porta e stendo un braccio coperto di pergamena. La mia idea funziona. Attraverso la porta con un grido di esultanza e guardo Corilo, che si allontana da me.
- Che stai facendo?
- Prendo la mia spada. - mi risponde con in braccio il pezzo di palo.
Scuoto la testa: - Muoviti!
Ripercorriamo il corridoio che ci separa da Xena fino a tornare nella Sala della Porta. Oltre ai due sacerdoti che si fissano al centro della sala, molti mercenari sono stesi a terra o in una fontana, mentre Xena continua a dare calci agli ultimi rimasti.
- XENA!
- OLIMPIA!
- XENA!
- OLIMPIA!
- XENA!
A un certo punto, Antipatros viene respinto all’indietro e Hysechios vola verso il pannello con le manopole.
- È una vita che aspetto questo momento! L’intero universo conoscerà i doni che ho in serbo per lui!
L’anziano gira una manopola e il pilastro sulla parete comincia ad avanzare lentamente.
- Corilo, butta il pezzo di palo nella fontana! - gli ordina Xena saltando in faccia a un avversario.
- Ma in acqua la mia spada si rovi…
- Adesso! - grida mentre lancia un altro uomo in acqua.
- Come vuoi. - esegue Corilo.
Io colpisco uno dei mercenari con il bastone e provo ad aiutare Xena, ma uno di loro mi afferra da dietro.
- Lascia stare Oli… - inizia Corilo prima di essere atterrato da un pugno.
- Ora ti consiglio di fermarti, altrimenti alla tua amica si spezzerà il collo. - dice il mercenario dietro di me.
Vedo Xena dare un’occhiata al pezzo di legno, prima di gettare la spada.
- Proviamo a vedere se è abbastanza spettacolare uccidere la Principessa Guerriera con la sua arma preferita. - commenta il mercenario nerboruto estraendo il chakram. Poi lo lancia.
Xena si butta a terra e calcia il cerchio, modificandone la traiettoria. Quello rimbalza sulla parete, poi sul pilastro ancora in movimento e si dirige verso Hysechios. Ma un cenno respinge il chakram come niente.
- Credevi davvero che un’arma umana possa sconfiggere un Sacerdote dell’apeiron? Ora basta!
Tutti veniamo costretti a terra da una forza invisibile, mentre il pilastro si avvicina alla nicchia.
- Non ha alcun senso combattere per la vita o per la morte. Niente ha più senso, perché tutto ciò che accadrà nel nuovo mondo lo deciderò io!
Guardo esterrefatta il pilastro entrare nella nicchia e l’uomo avvicinarsi al palco centrale. Questo comincia a scoperchiarsi, rivelandosi come la Porta Unificatrice.
- Oh, grande apeiron! Lascia che io gestisca il tuo potere per avere un mondo in cui la conoscenza possa…
Ma non finisce la frase. Infatti, viene risucchiato nel portale e io sento di potermi rialzare.
I mercenari ancora coscienti fuggono terrorizzati mentre un’ombra comincia a uscire dalla Porta Unificatrice.
Ma Antipatros si è rialzato e punta il suo braccio sull’apertura, respingendo l’ombra indietro.
Xena raggiunge le manovelle e ne gira una: immediatamente, il pilastro comincia a tornare indietro e il portale si richiude, lasciandomi impressionata.
- Cos’è successo? - chiedo.
- Quando ha respinto il mio chakram ha anche modificato la traiettoria del pilastro dalla costellazione dei Gemelli a quella della Lince. - mi spiega Xena. - Così il portale si è aperto su un mondo di caos.
- E come facevi a sapere in che direzione farlo spostare?
- Se un pezzo di ferro incastrato nel legno è stato sfregato sulla magnetite e poi messo sull’acqua, tende a indicare il nord. Un piccolo trucco che ho imparato in Cina.
Il pilastro si spacca improvvisamente e cade con un tonfo.
- Mi dispiace. - si scusa lei. - Immagino ci vorrà del tempo per le riparazioni.
- Non fa niente. Ho aspettato migliaia di anni l’arrivo dell’Eroe giusto. Continuerò a cercarlo finché non sarà il momento di riportare l’universo all’unità originaria. - ci spiega Antipatros.
- Mi è venuto un dubbio, però: se il motivo per cui si è creata la Colpa è che ci siamo separati dall’apeiron, perché la decisione di un solo individuo può rimediare? - chiedo.
- Perché quell’individuo sa che è unito a tutti gli altri. - risponde Xena.
- Molto saggia. - commenta Antipatros. - Vi riconduco fuori. Spero che il vostro viaggio vi porti all’armonia.

   
 
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