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Autore: _Eclipse    08/02/2019    1 recensioni
{Storia ad Oc | iscrizioni chiuse| ex Eternal Darkness}
Dopo anni e anni di guerra, alla fine l'umanità è crollata. Un nuovo potere in mano ad una razza di esseri mostruosi è sorto.
Vampiri, principi della notte, ormai signori anche del mondo. Una cortina di oscurità è calata sulle rovine degli uomini.
Ma una fioca luce brilla nelle rovine dell'umanità. Una piccola scintilla di speranza, la scintilla della resistenza. Un gruppo di giovani uomini e donne che nel buio della notte agiscono come ombre che mira alla liberazione degli uomini dal giogo di quest'oscuro nemico. Un gruppo di persone che mira a far risplendere un nuovo sole sulla terra.
Genere: Avventura, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Nuovo personaggio, Shuu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 12: LUX PERPETUA

 

Era già passato qualche giorno da quando Ray Dark era stato sconfitto definitivamente.

Il sole era tornato a splendere come una volta, tuttavia, nessun raggio brillava nel cielo quel pomeriggio.

Una coltre di nubi grigiastre si era stesa come un lenzuolo.

Come una decina di giorni prima, il Barone si trovò ad un corteo funebre.

Ancora si ricordava il grande spettacolo messo in scena da Ray Dark che innalzò a martire il povero Foster nonostante fosse lui il mandante dell’assassinio.

Quel giorno però era diverso. Viktor si sentiva in pace con se stesso.

Molti erano i caduti ignoti che per tomba ebbero solo una lapide recante la scritta “In memoria”

Il Barone decise di offrire tre lapidi nel cortile del suo maniero.

Axel, Kangdae e Aiden avrebbero riposato in eterno in modo dignitoso.

Il funerale era in loro ricordo, una cerimonia molto semplice ma allo stesso modo malinconica.

Il corteo era formato dalla squadra Inazuma e dai reduci della battaglia.

Molte lacrime caddero dagli occhi degli umani come Ryoko, Jude, Ines e Darren che si abbracciarono per consolarsi a vicenda.

Anche Viktor si lasciò scappare qualche lacrimuccia, si era affezionato e legato a loro.

Stava lì in piedi davanti alle tombe dei suoi amici. Vestito completamente di nero, sempre con in mano un bastone da passeggio come un vecchio signore dei tempi passati.

Al suo fianco Austin gli stringeva la mano.

Due croci e un piccolo obelisco, lapidi semplici e spoglie se non fosse stato per le brevi incisioni dei nomi dei tre caduti.

Ines posò davanti ad esse dei fiori bianchi colti poco prima nei boschi.

Il Barone la imitò posando un piccolo sasso su ognuna.

-I fiori appassiscono, una pietra rimane per l'eternità… tuttavia non sarà mai bella quanto una rosa- commentò.

A poco a poco la gente iniziò ad allontanarsi.

Il vento era forte, pareva avvicinarsi il maltempo. Qualche goccia iniziò a cadere dall'alto. Sembrava che anche il cielo volesse piangere i tre ragazzi.

Viktor propose ai restanti della squadra Inazuma di entrare nel proprio maniero.

Sarebbero rimasti al riparo fino a che non avrebbe smesso di piovere.

Si erano diretti verso il salone principale e si sedettero al grande tavolo dove solo qualche giorno prima avevano gustato una cena di tutto rispetto.

Il padrone di casa aveva dato ordine ad uno dei servi rimanenti di preparare il tè.

-Ora che è tutto finito che faremo?- domandò Darren.

-Devo ammettere che non ho mai pensato a questo- rispose Jude.

-Io vorrei solo trovare mio padre, è da quando sono andata via di casa che non lo vedo- intervenne Ines sconsolata.

Darren si avvicinò e l'abbracciò dandole un piccolo bacio sulla testa.

-Io per prima cosa dovrei occuparmi degli ultimi feriti della battaglia- ammise Celia.

-E dopo che saranno guariti direi che ci meritiamo un po’ di tempo libero!- esclamò Ryoko.

-Tu cosa farai Shawn?- chiese Ines.

-Non lo so… ora che mio fratello non c'è più suppongo che la sua casa andrà a me. E’ piuttosto grande, se qualcuno ha bisogno di un posto dove andare è il benvenuto-

-Io prenoto volentieri una stanza!- rise Ryo.

Arrivarono due servi con una teiera ciascuno e delle tazze, le posarono sul tavolo e poi andarono via.

-Rimane solo il nostro amico vampiro- osservò Jude.

-il vampiro e il suo fidanzato- sottolineò Austin riferendosi a sè stesso.

Calò il silenzio per qualche secondo per essere poi interrotto dal rasta.

-Non pensavo che foste fidanzati…-

-Siamo piuttosto discreti- rispose il ragazzo dai capelli neri con un sorriso.

-Tornando al discorso di prima, essendo l'unico nobile rimasto ancora in vita, direi che è mio dovere aprire i cancelli della “Città Maledetta” e lasciare liberi chi ci vive… anche se credo si saranno già liberati, i non morti erano creazioni di Dark e con la sua dipartita si sono dissolti. Poi non so cosa farò… probabilmente rimarrò in questo maniero e forse un giorno partirò per un lungo viaggio per vedere come è cambiato il mondo-spiegò Viktor mentre si versava una tazza di tè.

-Io credo che visiterò mia madre nella speranza sia guarita… poi credo che rimarrò con Viktor- concluse Austin.

-Viktor, ora che Dark è morto e non ci sono più nobili… sarai eletto nuovo re dei vampiri o sbaglio?- continuò Jude.

-Non credo proprio, non è mia intenzione. Temo che l'era dei vampiri sia ormai prossima al termine. La fine del consiglio e del re, getterà nel caos la nostra società. I clan minori inizieranno a trucidarsi tra loro in cerca di potere e chi sopravviverà probabilmente morirà per mano degli umani- rispose.

-Stai forse affermando che potresti morire per mano dei cacciatori Sai bene che non lo permetteremo, sei un vampiro è vero, ma il tuo aiuto è stato fondamentale per vincere!- esclamò Ryo.

-Forse… in ogni caso credo rimarremo in pochi e nascosti nell'ombra come una volta- continuò il Barone.

-Allora, voglio che tu sappia che ho intenzione di diventare anch'io un vampiro e starti affianco fino alla fine- confessò Austin.

Il tè andò quasi di traverso al Barone e ai presenti.

-So che forse è una richiesta egoista e so che i vampiri erano nostri nemici, ma tra loro abbiamo anche trovato il nostro più grande amico e temo solamente che la morte possa separarmi da lui, temo che io possa morire da umano e lui vivere in eterno o che al contrario lui possa morire ucciso da un cacciatore e io vivere perché umano- spiegò.

-Se è ciò che desideri, io ti supporto a pieno, il tuo non è egoismo, ma amore- disse Shawn.

-Non sono molto convinta, anzi di norma sarei contraria a una decisione del genere… ma credo che potrei fare un’eccezione per voi, mi siete simpatici… e poi sarebbe strano vedervi tra cinquant'anni, con Austin invecchiato mentre Viktor non cambierebbe minimamente- scherzò Ryoko.

-Austin… direi che forse è meglio parlarne più tardi- intervenne in Barone un po’ in imbarazzo.

Continuarono a parlare di progetti per il futuro fino a quando la pioggia non cessò.

Solo allora i componenti della squadra si salutarono per prendere ognuno le proprie strade.

Ines, Darren e Jude tornarono a Saint Michael.

La ragazza riuscì a trovare la propria casa ancora intatta, anche se il tetto era ancora rotto e una finestra era crepata.

Bussò alla porta. Quando si aprì il signor Leblanc si illuminò di gioia nel vedere sua figlia Ines. La abbracciò di felicità, poi vide Jude. Non lo riconobbe all'inizio, ma poi i ricordi riaffiorarono, il piccolo Jude si era ormai fatto grande.

L'unico ignoto era Darren.

Ines si trovò piuttosto in imbarazzo, ma alla fine riuscì a presentarlo al padre come proprio fidanzato.

 

Celia e Ryoko erano tornate alla vecchia base della Gilda per occuparsi degli ultimi feriti. La ragazza dai capelli rosa percorse quei corridoi fino a giungere nel laboratorio di chimica. Lì trovò il suo camice bianco. L'aveva lasciato prima di partire per la missione all'avamposto Echo. Si era quasi dimenticata che si era dovuta trasferire nel laboratorio di Shawn.

Prese l'indumento,lo indossò e come suo solito iniziò girare scalza per la base in cerca dell’amata.

 

Shawn percorse per l'ennesima volta la strada che portava all'abitazione del fratello.

Appena entrò, venne accolto dalla servitù.

Non era sua intenzione avere dei servi, li liberò senza esitazione.

Quelle mura gli facevano tornare alla mente molti ricordi, dopotutto aveva vissuto lì i primi anni della sua vita.

Passò davanti al ritratto di suo padre.

Sospirò e poi sussurrò:

-Ce l'abbiamo fatta, papà-

 

Viktor mantenne la propria parola, aprì i cancelli della Città Maledetta e dichiarò che chiunque era libero di andarsene.

In quegli stessi giorni la torre Báthory venne abbattutta.

 

Austin tornò da sua madre, era guarita dopo molto tempo.

Era felice di rivederla in salute, ora poteva tornare a gestire il vecchio ristorante di famiglia come una volta.

Mentre era a casa, gli occhi di Austin caddero sulla fotografia del nonno e sorrise. Da qualche parte anche lui li aveva aiutati.

 

Anche i primi caduti della squadra Inazuma, Mark e David , non vennero dimenticati.

I loro corpi erano scomparsi, ma i loro nomi erano ancora nel cuore di chi li amava.

Una targa di bronzo in loro memoria venne appesa nella piazza centrale di Saint Michael, ora chiamata piazza della Libertà.

 

Il tempo passò, stagione dopo stagione, anno dopo anno.

Alcuni avevano formato una famiglia, con figli e nipoti come Ines e Shawn. Pure Ryoko e Celia adottarono un bambino, un orfanello salvandolo da un crudele destino.

Poi arrivò l'inverno e uno ad uno scomparvero per intraprendere il lungo viaggio nell'aldilà.

Solo Viktor e Austin rimasero. Alla fine il Barone aveva ceduto alle richieste del fidanzato e lo trasformò condividendo con lui quella che è sia benedizione che maledizione del vampirismo.

Alla fine anche loro intrapresero un viaggio, anche se di un altro tipo.

Viktor lo portò in tutti i luoghi per lui significativi.

Gli fece ammirare le bianche scogliere di Dover e i resti della vecchia Londra, i campi francesi attraversati dal fiume Somme, le fredde steppe russe e i ciliegi del lontano Giappone, meraviglie di un tempo lontano.

 

****

 

147 anni dopo

 

Il ragazzo chiuse quel vecchio libro polveroso.

Le pagine erano completamente ingiallite e parevano sgretolarsi al tatto.

La scrittura filiforme era chiara e pulita, l'inchiostro nero risaltava su quei fogli.

“Una marea di idiozie… vampiri, umani in schiavitù, non morti… chi ha scritto questo libro deve aver fatto uso di qualche droga pesante!” pensò.

Prese il libro e cercò di riporlo nel cassetto della scrivania che aveva trovato.

Quando lo alzò, scivolò una fotografia istantanea, raffigurava un gruppo di persone, una ragazza dai capelli rosa, uno con i rasta, due albini… nulla di particolarmente interessante. Sul retro di essa c'era una data, 19 aprile 2097.

Il giovane riprese l'esplorazione di quell'edificio abbandonato.

Le porte scricchiolavano, i vetri erano completamente infranti, anche quelli colorati delle grandi finestre dei corridoi.

In alcuni punti vi erano delle macerie, delle pareti erano crollate e lo stesso era successo al soffitto di alcune sale.

L'edera e la vegetazione stava prendendo possesso della zona.

I pochi mobili presenti erano completamente impolverati o coperti da teli bianchi.

Si soffermò davanti ad un arco di una vecchia vetrata. Vedeva una serie di tombe e lapidi.

“Ci credo che sia il posto più infestato d'Europa… con un cimitero in giardino non voglio immaginare quanti fantasmi abitino qui dentro”.

L'occhio del ragazzo cadde su una tomba in particolare, un sarcofago di marmo con due angeli piangenti ai lati.

“Sembra quella che è nel libro… quella con il passaggio segreto, non è che forse il maniero del vampiro sia proprio questo castello!?” si domandò eccitato.

Velocemente cercò l'uscita, scese le scale e oltrepassò il vecchio portone.

Si guardò più volte intorno come per cercare qualcuno e imprecò

“Mi hanno lasciato qui da solo… quei fifoni!”.

I suoi amici se ne erano andati via per la paura. Nel tempo quel luogo si era guadagnato la fama di luogo misterioso e malvagio, infestato da spiriti ed esseri ripugnanti.

Il ragazzo sbuffò e iniziò a camminare nel cortile per raggiungere quella tomba che lo aveva incuriosito.

Dopo aver cercato qualche minuto si avvicinò e lesse i nomi incisi sulla lastra di marmo che copriva il sarcofago.

“In ricordo di Tristan Rex Uxbridge ed Evelyne Gould-Uxbridge, ormai lontani ma sempre nel mio cuore. Vostro amato figlio, Viktor. Sì è proprio questa!”

Memore del racconto che aveva letto, provò a spingere la lastra di pietra.

-Ragazzino, che stai facendo?- chiese una voce.

Il giovane trasalì sentendo una mano che gli si posò sulla spalla destra.

Il cuore iniziò a battergli a mille. Si voltò di scattò togliendosi il braccio di dosso poi sospiro.

Davanti a sé vi era un ragazzo, circa vent'anni, vestito con dei pantaloni neri e un cappotto blu scuro. Portava un bastone e un cappello che gli copriva i capelli bianchi, una persona piuttosto strana.

-Scusa, pensavo fossi un fantasma… assurdo no?-

-Dipende, ho sentito che questo posto è un covo di spiriti maligni… comunque ti avverto, il passaggio di quella tomba è stato sigillato-

-Come fai a sapere che c'è un passaggio segreto!?- chiese il ragazzo.

-Semplice, ho vissuto in questo maniero per anni, comunque chiedo perdono, non mi sono presentato, sono il barone Viktor Tristan Uxbridge- accennò un inchino e allungò la mano.

-Molto piacere…-rispose l'altro innervosito.

Il Barone squadrò il ragazzino, non più di sedici anni, piuttosto alto e magro, occhi grigi e capelli rossastri.

-Quindi tu sei quello che ha scritto il libro che si trova dentro la scrivania della casa?-

-Mi fa piacere che qualcuno abbia trovato quel vecchio diario…-

-Come hai fatto a scrivere così bene su quella carta? Ogni volta che giravo pagina mi sembrava di distruggerla!-

-Semplice, ho scritto quando le pagine erano ancora bianche e non intaccate dal tempo, dopo centocinquant'anni anche la carta ha diritto a invecchiare!- rise.

-Vuoi farmi credere che hai più di centocinquant'anni?- il tono del ragazzo era piuttosto sprezzante e scettico.

-Veramente rasento il millennio…- ammise il Barone per poi continuare: -Ti va di fare quattro passi qui? Ti spiegherò tutto ma nel posto giusto-

Il ragazzo annuì.

-Ti sembrerà strano ma tutto ciò che è scritto nel libro è accaduto, purtroppo so bene che con il tempo ci si dimentica del passato e la storia si modifica- commentò Viktor.

-Con tutto il rispetto ma una storia che parla di un mondo governato da vampiri e sul quale il sole sorge per qualche ora al giorno mi sembra surreale!-

-E cosa insegnano a scuola?-

-La verità-

-Ovvero?- chiese il vampiro con più insistenza.

-Una catastrofe causata dallo sfruttamento della terra e dall'inquinamento. La mancanza di risorse ha fatto in modo che i vecchi stati si dichiarassero guerra e le armi atomiche hanno fatto il resto, per decenni gli uomini hanno combattuto per la sopravvivenza- spiegò il giovane.

-Interessante, sai dirmi che successe allora a Saint Michael?-

-Semplice, la città fu teatro di uno scontro tra le due fazioni che dominavano la regione la Gilda e la perfida Dark Army-

-Intendi l’armata di Dark?- chiese il Barone.

-Non capisco-

I due continuarono a camminare fino a che non arrivarono a tre tombe, due croci e un piccolo obelisco.

-Ray Dark, il signore dei vampiri…-

-Sì, sì ho capito è ancora quella storia. Senti se tu credi a quelle leggende non è affar mio!-

-Le leggende sono ben altro, io non ti obbligo a credere a me, ma ti invito a riflettere, leggi cosa c'è scritto su queste tombe-

Il ragazzo pose lo sguardo sulle tombe e nella sua mente lesse: “Axel Blaze 2077 - 2097 in ricordo di chi con ardimento diede la vita per gli altri. Kangdae Choi 2078 - 2097 in memoria del silenzioso soldato, tra i tanti il più coraggioso. Aiden Frost 2078 - 2097 possa tu trovare pace e conforto nei cieli, sempre nei nostri cuori”.

Quegli epitaffi gli misero angoscia e tristezza.

-Li conoscevo, tutti. Axel, povero diavolo. Vide la sorella minore morire davanti ai suoi occhi. Kangdae, abilissimo cecchino, combattè corpo a corpo contro un vampiro, una cosa che richiede molto coraggio. Infine Aiden, era come un figlio per me… ancora mi sveglio la notte pensando che forse sarei dovuto morire io- qualche lacrima iniziò a scivolare dagli occhi del Barone che riviveva i ricordi di quei giorni.

-Non capisco dove vuoi arrivare…-

Viktor si asciugò le lacrime e poi sorrise.

-Hai trovato la fotografia del libro? E’ stata scattata pochi giorni dopo la battaglia di Saint Michael- chiese.

-Certo, l'ho qui con me in tasca- disse il ragazzo mostrandola per poi sbiancare in volto. Sulla fotografia vi era una persona uguale a Viktor, stessi capelli, occhi e pure quelle due sottili cicatrici rosse che attraversavano le palpebre fino agli zigomi.

-Tu non puoi essere lui… vero?- chiese il ragazzo inquieto, la fotografia era visibilmente antica, ma forse poteva essere stata invecchiata.

-Ebbene sì… se non sei convinto hai visto la data che reca?-

-2097, la stessa in cui sono morti loro- osservò il giovane.

-Esattamente, ora se hai letto bene… saprai che Aiden aveva un gemello uguale in tutto se non per i capelli argentati-

-Shawn, il ragazzo seduto al tuo fianco-

-Giusto, ora confronta Shawn con la fotografia sulla tomba di Aiden, nulla di familiare?-

-Sono… uguali… quindi tutto ciò che è nel libro è vero?-

-Tutto, parola per parola-

-Allora anche tu sei veramente un vampiro!?-

-Forse sì… forse no, l'hai detto tu che non credi ai vampiri o sbaglio?- sorrise mostrando le fauci.

-Mi rimangio tutto ma non succhiarmi il sangue!- lo implorò.

Viktor rise spensierato.

-Mi stai simpatico, come hai detto che ti chiami?- chiese.

-Non l'ho detto, mi chiamo Daryl Jankins ma sono conosciuto anche come Demon, i miei genitori mi hanno dato questo soprannome perché ero sempre in movimento a fare danni!-

-Demon… con quei capelli rossi, mi ricordi un vecchio nemico, un vero demonio… ma anche un amico fidato che se ne è andato prematuramente-

-Stai parlando di Claude e Xavier?-

-A quanto pare il mio libro è stato apprezzato- il Barone si voltò e vide dall'altra parte del cortile, verso il cancello, il proprio amato.

Austin era rimasto uguale in tutto, tranne che per l'incarnato più pallido.

-Direi che è il momento che io vada- continuò il vampiro.

Iniziò a incamminarsi quando il giovane lo fermò.

-Aspetta!-

Viktor si girò verso di lui.

-Se quel libro racconta la verità perché si insegna che è accaduto tutt'altro?-

-L'uomo ha paura, soprattutto di ciò che non conosce e dei ricordi spiacevoli. Hai mai visto un vampiro prima di me?-

-No…-

-E probabilmente non li vedrai mai, ormai possiamo essere contati sulle dita di una mano. Se nessuno ha mai visto un vampiro, vuol dire che non esistono. Se non esistono perché credere che abbiano controllato il mondo per anni? Penso sia una damnatio memoriae, un modo per cancellare i ricordi di una delle epoche più buie e dolorose dell'uomo. In fondo in fondo, la vostra menzogna è più dolce dell'amara verità. E’ stato un piacere fare la tua conoscenza- Viktor alzò il cappello in segno di saluto e riprese il proprio cammino.

-Tornerai un giorno?- gridò il giovane.

Il Barone si fermò, rivolse il proprio sguardo al ragazzo e con un sorriso rispose un semplice:

-Forse!-

 

Poi raggiunse l'amato.

Demon si era convinto, c'era qualcosa in Viktor che gli ispirava fiducia, un storia che sembrava, per quanto assurda, più reale di ciò che si raccontava.

Rimase per qualche istante ancora nel cortile davanti alle tombe dei tre caduti, poi correndo raggiunse i cancelli.

Da lì vide i due vampiri ormai lontani.

Due sagome ormai scure che, camminando verso il tramonto, scomparvero.



 

****

 

A voi l'ultimo capitolo di questa storia…

non mi sarei mai aspettato di scrivere qualcosa del genere!

Io spero che le avventure in questo mondo

Buio e distopico vi siano piaciute e vi abbiano colpito almeno un po’!

Non sono mai stato un grande scrittore, anzi… ho passato più tempo a leggere e progettare numerose fic che hanno avuto un destino ben più tragico di questa.

Ora sono qui ascoltando una di quelle colonne sonore malinconiche e nostalgiche (non scrivo mai senza la musica giusta adatta per il capitolo!).

Nostalgiche, non tristi. Sono più che felice di esser giunto a questo punto, tuttavia mi mancherà questo mondo e questi fantastici personaggi… i vostri personaggi!

Direi che quindi è arrivato il momento di qualche piccolo ringraziamento, in particolare un grazie dal profondo del cuore a:

 

Naggichan, creatrice della dolce Ines Leblanc.

 

_little_otaku_, dalla cui penna è nata la temeraria Ryoko Tachibana.

 

_ShizukaLess, autrice del silenzioso Kangdae “KD” Choi. A lei credo vadano le mie scuse per non aver rappresentato al meglio il suo Oc, ma devo ammettere la grande difficoltà nel rappresentare un personaggio che parla soprattutto con dei gesti.

 

Infine un grazie anche a tutti coloro che hanno letto la storia o anche solamente aperto un capitolo per sbirciare.

Ebbene, ora direi che è arrivato il momento di porre la parola fine a tutto quindi, è stato un onore scrivere per voi e con voi…

Forse pubblicherò un'altra storia, anzi se avete qualche idea da suggerirmi sappiate che sono ben accetti!

Detto questo, direi che è il momento per me di andare via, proprio come Viktor…

Un saluto,

 

_Eclipse


 
   
 
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