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Autore: Nirvana0809    08/02/2019    2 recensioni
Un ragazzo e una ragazza. Un aeroporto. Un addio. Dedicato a chiunque abbia dovuto lasciare andare qualcuno.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Menta. 

Profumavi di menta la prima volta che ci siamo abbracciati, durante quella festa di due anni fa, a casa di una persona di cui non ricordo il nome. Profumavi di menta e avevi una giacca con le toppe, che fa tanto secchione all'università, i capelli scombinati da scienziato pazzo e un paio di occhiali che sembravano un po' storti, vecchio stile.

Quando dopo mi hai chiesto una sigaretta, in balcone, avrei detto che l'avevi fatto apposta per parlare con me, perché quella giacca e quegli occhiali non potevano essere di uno che fuma. Invece fumavi davvero, ma io me la tiravo decisamente troppo per crederlo.

Abbiamo parlato a lungo, dell'Università, dei corsi, della palestra a cui mi ero iscritta e dove non avevo più messo piede dopo una sola lezione, delle band jazz che ascoltavi anche se ti facevano sembrare un ottantenne. A fine serata mi hai chiesto il numero, e poi mi hai solo abbracciata, non mi hai neanche baciato sulla guancia, e te ne sei andato, senza girarti neanche una volta nella mia direzione.

Ero abbastanza sicura di me da sapere che si, avresti chiamato. Che poi, ripensandoci, come facevo ad essere così egocentrica con quel taglio di capelli?

Mi aggrappo al tuo cappotto nero, le braccia attorno al tuo collo, la testa sulla tua spalla e inspiro la menta. Mi scende una lacrima sulla guancia sinistra, si suicida sulla stoffa della tua giacca, tu mi accarezzi i capelli e mi dici che va tutto bene, che è solo un anno, ma sento nella tua voce l'incertezza della distanza, la stessa incertezza che si annida nel mio cuore da mesi, da quando mi hai detto del viaggio, di Londra.

La gente ci passa accanto frettolosa, mancano due giorni a Natale e l'aeroporto è pieno, confusionario, bollente. Eppure io vedo solo noi, davanti alle partenze, stretti in un ultimo abbraccio, e io vorrei che il tempo si fermasse, che si dilatasse, che non esistesse, vorrei avere più secondi, minuti, ore, vorrei un giorno intero o, direttamente, vorrei non dovessi partire.

Ci stacchiamo per guardarci, c'è qualcosa di struggente nel modo in cui i tuoi occhi accarezzano il mio viso. Devo avere un aspetto orribile, non ho dormito, abbiamo fatto l'amore un ultima volta, sul tavolo della cucina del tuo appartamento, ma dopo che ci siamo accasciati sul tuo letto, mentre mi stringevi nel sonno, io avevo gli occhi persi nel vuoto, e piangevo muta, come al funerale di mio padre, come se la cosa non mi toccasse. 

Sono struccata, ho le occhiaie, il viso rosso per il pianto, ma tu non sei messo meglio.

Durante uno dei nostri primi appuntamenti siamo andati al cinema, a vedere un film storico, di quelli noiosi che a te piacciono tanto. Tu non lo sai, ma io ti ho visto asciugarti le lacrime alla fine, nascosto dietro la sciarpa. L'idea che fossi sensibile mi faceva venire voglia di amarti un po' di più.

Adesso però non ti nascondi, le tue lacrime scivolano sulla mia mano posata sulla tua guancia liscia, sbarbata. Non pronunci una parola, ma va bene , va bene amore mio, perché dirti addio fa già male così, senza suoni o parole inutili, senza lamentele: deve solo succedere in fretta, o io esploderò davvero.

In una frazione di secondo penso a come sarà tutto più spento senza di te, a come mi mancherà la tua voce di prima mattina, il tuo modo di rimettere a posto la mia roba che spargo perennemente per casa, il fatto che tieni così tanto al nostro pesce rosso, anche se è solo un pesce rosso, i vinili della domenica pomeriggio, mentre beviamo il vino e pensiamo a quanto non vorremmo che domani sia lunedì. Come mi mancherà la menta sulla tua pelle.

Da come i tuoi occhi mi guardano, sento che anche a te mancheranno queste cose, e mi si stringe il cuore, già ridotto a un buco nero.

Mi prendi il polso e mi avvicini, mi baci, mi ami. Mi tieni ferma mentre con le tue labbra imprimi nella mia memoria il tuo addio, il tuo ti amo, i tuoi sentimenti inespressi. Non amiamo baciarci in pubblico, non lo facciamo mai, ma questa volta è giusto, e mi serve come l'aria. Mi godo il tuo profumo, il tuo abbraccio, il calore del tuo corpo e la menta. La tua lingua calda mi accarezza il palato, le labbra, mentre io ti attiro e mi sciolgo lentamente.

Sento il tuo cuore battere veloce, allo stesso ritmo del mio, petto contro petto. E' una melodia incredibilmente dolce, incredibilmente triste:

-E' solo un anno- sussurri al mio orecchio, riprendendo fiato

-Non lo dire, non me lo ricordare-

-Perdonami- mi bacia ancora- perdonami-

Ti scusi sempre per tutto. E' una cosa che odio, io non mi scuso mai. Di cosa ti scusi poi? Del fatto che mi stai lasciando qua o del fatto che in realtà non ti senti in colpa. E come potresti, andare a fare l'architetto a Londra è sempre stato il tuo sogno.

La voce metallica annuncia il volo, in un secondo mi rendo conto che sto per perderti, che il nostro momento è finito, che adesso devo lasciarti andare. Leggi il panico nei miei occhi, mi baci sulla fronte, ma non basta. Non basta nulla.

Afferri il borsone ai miei piedi, ma non ti muovi. Resti fermo ancora un po', e ci guardiamo ancora un po', e soffriamo ancora un po':

-Devi andare- dico, ma la mia mente urla "Fermati. Resta. Non lasciarmi."

-Ti amo, lo sai?- chiedi, ti tocchi la punta del naso, lo fai solo quando sei nervoso

-Lo so- esce strozzato, un lamento - anche io-

-Lo so-

Ci sarebbero mille altre cose da dire, ma questo non è il copione di un film, questo ti amo ci basta, ha il sapore del dolore che ci lega, della paura per questo sentimento, per il futuro che ci aspetta.

Annuisci e ti chini per un ultimo bacio, stai tremando, tremo anche io. E' così veloce che non riesco a capire quando inizia e quando finisce, semplicemente in un secondo la mia mano non sta stringendo più la tua.

In un secondo ti stai allontanando, senza girarti, come quando ci siamo conosciuti. 

Adesso, sulle mie labbra, c'è solo il sapore della menta.
   
 
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