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Autore: Alchimista di Neve    08/02/2019    2 recensioni
Per quanto tu ti sforzi, il tuo demone troverà sempre una via per raggiungere il tuo cuore e farlo marcire.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Hai tenuto il sorriso tutto il giorno, tutti i giorni, fino a oggi.
Svaniva solo a momenti, dentro di te sorridevi ancora, portavi ancora il tuo amuleto protettivo.
 
Hai iniziato a inciampare.
La prima volta ci hai riso su, tra te e te, e hai spostato una ciocca dietro l’orecchio.
La seconda, hai lasciato cadere i capelli davanti agli occhi per nascondere il volto, in imbarazzo.
Ogni volta successiva, vedevi sempre più nitido, nella sua oscurità, il piede che ti faceva lo sgambetto nel tentativo di farti cadere l’amuleto.
 
Hai iniziato a sentire voci.
Tenui chiacchiericci insignificanti, non ci facevi caso.
Hai iniziato a voltare la testa per scorgere distratta i gruppi di pettegoli, e hai scoperto il loro sguardo su di te.
Forse anche qualche dito ti indicava, o forse no, ma gli occhi bastavano: ridevano di te.
Eri ridicola, non potevi più farti vedere.
 
Hai provato a nasconderti.
Inizialmente era piacevole: tu, un libro, una piacevole solitudine in compagnia delle tue storie.
Poi i libri hanno smesso di parlarti. Più leggevi, meno sentivi i loro racconti, le emozioni che ti suscitavano sono diventate un vento anonimo.
Il tuo nascondiglio divenne la tua prigione. Le voci nella tua testa, una tortura: era vicino.
 
Hai provato a dormire.
I sogni erano un rifugio sicuro, un luogo tranquillo, il degno riposo dopo le fatiche che la realtà ti aveva somministrato.
Poi sono iniziati gli incubi. Lui era lì, una presenza costante, raccapricciante, abusiva…
E mentre correvi per uscire dal sogno lui ti inseguiva, lanciandoti rovi per ostacolarti, ridendo delle tue movenze, urlando senza senso, strappandoti le tue vesti oniriche e schernendoti a più non posso.
 
Tentasti di scrivere del tuo demone persecutore.
Lo gettasti con l’inchiostro sulla carta nivea, gli cambiasti nome, gli desti nuovi colori diversi dal nero assoluto, gli procurasti una storia, a volte persino delle rime.
Ma i demoni non sanno leggere, e tutte le parole che avevi messo su carta te le strappò dalla mente a morsi, come se il tuo cranio fosse uno scrigno e lui un pirata maledetto, avido di razzia e di distruzione.
E tutte le tue strofe e i tuoi paragrafi divennero insipidi e incolori e inespressivi come il tuo volto, i tuoi abiti e la tua vita.
 
Sei stanca di scappare, ormai ti sei arresa.
Il demone si sta insinuando in te, e come una scheggia piantata troppo in profondità non può più uscire senza danneggiare altri tessuti.
Il demone è in te: è al caldo, è al sicuro, ha un ospite da cui nutrirsi e abbeverarsi.
Il demone è te.
 
Che vuoi fare, ucciderlo?


 


Angolo Autrice

Devo chiedere scusa a tutti coloro che soffrono di depressione se questo scritto ha recato loro un qualsiasi turbamento, non era mia intenzione.
Speravo solo di sguinzagliare per un po' il demone senza che mi desse rogne, ma ho fallito su tutti i fronti: imbarazzante.
Non so se io stia soffrendo di depressione (non so nemmeno come chiamarla, a questo punto), so solo che il mondo mi sta cadendo addosso, respiro a fatica, mi stanco facilmente senza sollevare un dito in capo al giorno e mi sento un sincero spreco di spazio e ossigeno.
Spero che finisca presto.
   
 
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