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Autore: Elos90210    10/02/2019    0 recensioni
Io sono sempre stata un po’ sognatrice, una ragazza con la testa tra le nuvole e un sacco sbadata; quando avevo cinque anni mi sono perdutamente innamorata di Riven quella testa di rapa rossa nelle Winx, si già dalla tenera età di cinque anni ero attratta dagli stronzi, con l’inizio delle elementari avevo deciso che mio marito sarebbe stato Dylan McKay e anche qui il fascino dello stronzo non mancava, a undici anni mi sono perdutamente innamorata del bello e dannato Draco Malfoy, in seguito sostituito da Alex Pettyfer, fino a quando a tredici anni non ho conosciuto Luca, lui si che era davvero uno stronzo, ma come potete notare la sindrome della crocerossina è radicata in me sin dall’infanzia.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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1. Finalmente estate

Sembrano passati mesi dalla fine della scuola e invece tra poche ore inizieranno ufficialmente tre lunghi mesi di vacanze, anche se a settembre dovrò fare i conti con l’esame di matematica per passare al fatidico ultimo anno di scuola. Sono ormai quattro anni che puntualmente ogni estate devo studiare numeri e lettere, perché io e l’aritmetica proveniamo da due universi paralleli, non riusciremo mai a trovare un punto d’incontro un po’ come due rette parallele che non si incrociano mai.

Quanto sono poetica, ma adesso non è il momento di pensare a verifiche, esami o alla scuola in generale; tra poche ore ci sarà la festa che darà ufficialmente inizio alle vacanze estive, qui da noi è un po’ come una tradizione, ogni anno verso gli ultimi di maggio e i primi di giugno nel giardino più grande del paese si tiene questa festa dove noi ragazzi sentiamo l’aria d’estate entrarci nelle vene mentre balliamo a ritmo di vecchie canzoni, mangiando spiedini grigliati sul momento e parlando fino al mattino. In tutto questo io non mi sono ancora preparata, avevo promesso a Daniela che sarei andata prima per aiutare a sistemare gli ultimi dettagli, si perché lei e gli altri sono settimane che puliscono piste e griglie, montano tavoli, preparano stand mentre io ero in azienda per finire il mio lunghissimo stage di tre mesi.

Constatato che sono in ritardo mi faccio una doccia al volo, per poi concentrarmi su cosa mettere e come farmi i capelli, anche se siamo quasi all’inizio di giugno io con il mio animo masochista, prendo la piastra iniziando a lisciare la marea di ricci che mi ritrovo, operazione che mi impiega non poco tempo, tanto lo sanno tutti che non arriverò mai puntuale. Infatti mancano pochi minuti alle sei e io sono ancora in casa, pettinata, vestita e truccata mentre corro da una parte all’altra dell’appartamento con mia madre che mi rincorre mettendomi chiavi, fazzoletti e tutto quello che posso aver dimenticato in borsa; dopo aver salutato i mie e spettinato per bene mia sorella corro giù dalle scale promettendo di non fare troppo tardi mentre cerco di infilarmi un paio di scarpe da ginnastica.

Da dove abito io sono circa dieci minuti a piedi se si va con calma, ma visto il mio evidente ritardo corro come una disperata mentre cerco di chiamare Daniela al telefono che ovviamente non risponde. Vi chiederete chi sia questa ragazza che nomino in continuazione, vi riassumo velocemente la nostra storia, sono ormai quasi diciotto anni che io e la pazza sopracitata viviamo praticamente in simbiosi, da piccole ci siamo ritrovate vicine di casa, avendo la stessa età diventare amiche e inseguito migliori amiche è stato quasi automatico, siamo un po’ come il giorno e la notte; se lei è quella pazza e simpatica che fa amicizia con tutti io sono più chiusa a tratti scontrosa, tremendamente lunatica, ma è per questo che andiamo così d’accordo se lei ascolta gruppi rock/metal dai nomi impronunciabili io in macchina ho tutti i cd di artisti che spaziano da Bruno Mars a Tiziano Ferro, lei è il tipo a cui piace stare sempre fuori a conoscere gente nuova, mentre io rinchiusa in casa con un buon libro, una tazza di the e tante serie Tv.

Sono queste nostre diversità che ci hanno portato a diventare inseparabile, così quando mi vede arrivare di corsa e con il fiatone non mi rimprovera nemmeno più.

– Sof, c’è Martina che deve suonare tra poco e non vuole uscire dal bagno, quella bambina mi sta facendo diventare pazza; deve suonare e non vuole uscire da quello stramaledetto bagno. Io non ce la faccio più –

Qui c’è già un sacco di gente ed effettivamente i ragazzi sul palco hanno quasi finito le loro canzoni se Martina non esce, Niel darà di matto e ci sarà da divertirsi un sacco, Veronica se la sta ridendo sotto i baffi mentre cerca di convincere quella pazza della mia migliore amica che la bambina prima o poi dovrà uscire dal bagno; come sempre è un casino però a noi piace così.

Tutte e tre ci spostiamo in bagno per convincere Martina che non si deve preoccupare e che sarà bravissima, dopo svariati complimenti e imprecazioni trattenute usciamo vittoriose con una Martina carica per salire sul palco.

Salutiamo Niel che deve aiutare le bimbe a tenere il tempo e con Vero andiamo a cercare un tavolo libero, effettivamente tra un po’ sarà tutto pieno, con code interminabili alle casse, anche se è una festa di paese alla fine arriva un sacco di gente, quindi o prendi il cibo a orari indecenti o finisci per mangiare panini alle tre di notte, ovviamente noi cosa facciamo, prendiamo solo qualche patatina fritta e ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno.

Per Vero quest’estate sarà particolarmente libera da qualsiasi impegno legato allo studio, per il dispiacere di tutti è stata bocciata, le toccherà ripetersi l’anno anche se a lei non sembra importare molto, infatti parliamo di tutto men che meno di scuola. Mi racconta della sua ultima passione il k-pop e tutti i drama coreani che ora si guarda, anche a me non dispiacciono ma non sono fissata ai suoi livelli, per farvi capire meglio, il fratellino di una nostra amica ci passa vicino, e quella svampita di Veronica è già innamorata persa dei suoi lineamenti orientali, io posso solo scoppiare a ridere prendendola in giro fin quando non noto qualcuno di famigliare all’entrata del parco.

Ovviamente mi sono dimenticata gli occhiali a casa, e di mettermi le lenti prima di uscire non ne avevo nessuna voglia, così mentre V è persa dietro il ragazzo orientale io come una cretina riduco gli occhi a due fessure mentre fisso attentamente la ragazza a qualche metro da me, solo quando si gira riconosco Lara.

Lara è da quando è finita la scuola che non la vedo, anche se la conosco da soli quattro anni in poco tempo è diventata una delle mie migliori amiche, è insieme ad altri suoi amici, non li conosco tutti solo Melissa anche se non abbiamo molta confidenza, per non essere di troppo decido di scriverle un messaggio, come lo riceve vedo che si gira verso di me, dopo avermi riconosciuta inizia a salutarmi con la mano per poi venire con tutta la compagnia nella mia direzione.

Momento imbarazzante tra tre, due, uno e eccoli tutti qui intorno al nostro tavolo, non conosco quasi nessuno e mi sento un sacco in imbarazzo, dopo aver abbracciati e salutato Lara tutti ci fissano mentre lei fa le presentazioni.

– È da un sacco che non ci vediamo, se mi dicevi che c’eri anche tu ci mettevamo d’accordo per trovarci prima, ma tanto non dura mica quattro o cinque giorni? Noi la facciamo tutta, domani quando arrivo ti scrivo –

Mi era mancata davvero tanto, anche solo il suo includermi in tutto quello che fa, non pensavo fosse il tipo da festa di paese e invece sarà qua quasi tutte le sere, anche se ho già capito a cosa punta, diciamo che quando mira ad un ragazzo sa essere abbastanza perseverante.

–Certo, tanto io sono sempre qui. Niel e gli altri ci lavorano e io vengo qua a fargli compagnia, guarda se non vi disturbo mentre loro sono impegnati posso stare con voi, e poi tu me la devi spiegare bene, guarda che non sono mica scema –

Mentre scoppiamo a ridere tutte e due arriva Daniela, saluta tutti e così scopro che alcuni dei ragazzi nel gruppo di Lara lavorano anche loro alla festa, anzi sono quasi dei nostri vicini di casa, ci rimango un po’ perché in diciotto anni erano facce che non avevo mai visto ma va beh.

 

Man mano arrivano tutti e iniziamo ad occupare tavoli, sembriamo una grande tribù, iniziamo a fare conoscenza, si scopre che anche alcuni di loro ascoltano quello che io definisco rumore e così con in sottofondo musica Rock’n’roll passiamo la serata chiacchierando di band, concerti, ragazzi e tanto altro anche se io in tutto questo non riesco a togliere gli occhi dal ragazzo moro seduto davanti a me.

Non so perché ma ha qualcosa che mi affascina, anche se abita qui non l’avevo mai visto prima, ma più lo guardo più mi incuriosisce; non ho il coraggio di chiedere niente a Lara, con lui qui davanti se ci sentisse farei una colossale figura di merda e non ne ho nessuna intenzione.

Non so come ma Niel mi introduce in un discorso con lui e l’amico che gli siede di fianco, stanno parlando di una band che stranamente piace anche a me, e più lo sento parlare più io mi innamoro.

Okay, lo so non lo conosco e voi direte, che esagerata non puoi esserti innamorata in nemmeno tre ore e invece è così; non so perché ma mentre parliamo sento una strana chimica tra noi, io che sono sempre schiva con tutti con lui riesco a parlare e ridere come se niente fosse. Finiamo a parlare solamente noi due, non so se lo fanno apposta ma gli altri sembrano quasi allontanarsi, dal nulla non parliamo più di musica ma inizia a chiedermi di me.

–Da quello che ho capito sei molto amica di Lara, anche se con noi non ti ho mai vista –

Non ci avevo ancora fatto caso, ma quando pronuncia il nome di Lara la r si arrotola sulla sua lingua accentuando una sensuale erre moscia, da notare che fino a cinque secondi prima io la erre moscia non la sopportavo.

–Veramente l’ho conosciuta in prima superiore, entrambe non conoscevamo nessuno e ci siamo trovate, quasi per caso. Lo so fuori da scuola non usciamo molto ma ci vogliamo un gran bene, e poi scusa quelle poche volte che siamo uscite nemmeno io ho mai visto voi –

Non so perché ma parlare con lui mi viene facile, nel mentre ci siamo avvicinati e lui continua a guardarmi dritta negli occhi, cosa che a me non riesce, mi sento troppo in imbarazzo così ogni tanto distolgo lo sguardo, piuttosto inizio a fissare le lucine sopra le nostre teste sperando di non arrossire come una ragazzina alla sua prima cotta.

–Capisco, comunque io non mi sono ancora presentato, piacere Davide invece tu sei? –

Bene adesso so anche il suo nome, quando torno a casa possono iniziare a stalkerarlo su qualsiasi social, mi presento anche io ma non ho il tempo di chiedergli altro che il suo amico si intromette nel discorso iniziando a parlare di tutt’altro.

Niel continua a parlare con loro mentre io mi distacco da tutto iniziando a guardare la gente che ci circonda, non posso essermi presa una cotta per questo ragazzo in così poco tempo, non dopo Luca e tutto quello che mi ha fatto passare, pensavo che il mio lato da sognatrice fosse del tutto scomparso e invece sono bastati cinque minuti con Davide e la mia testa è già partita per tanti di quei voli pindarici che ormai ho perso il conto.

Io sono sempre stata un po’ sognatrice, una ragazza con la testa tra le nuvole e un sacco sbadata; quando avevo cinque anni mi sono perdutamente innamorata di Riven quella testa di rapa rossa nelle Winx, si già dalla tenera età di cinque anni ero attratta dagli stronzi, con l’inizio delle elementari avevo deciso che mio marito sarebbe stato Dylan McKay e anche qui il fascino dello stronzo non mancava, a undici anni mi sono perdutamente innamorata del bello e dannato Draco Malfoy, in seguito sostituito da Alex Pettyfer, fino a quando a tredici anni non ho conosciuto Luca, lui si che era davvero uno stronzo, ma come potete notare la sindrome della crocerossina è radicata in me sin dall’infanzia.

Quando Luca mi ha mollata ho deciso di darmi un freno, basta con gli stronzi mi sarei innamorata solo di un bel tenebroso, intellettuale possibilmente incontrato in un pomeriggio uggioso in biblioteca mentre mi porgeva un libro messo troppo in altro per me; invece oggi ho incontrato Davide e non so perché ma ho come la sensazione che questa storia non finirà molto presto.

Ritorno a prestare attenzione agli altri e vedo che si stanno alzando tutti, Niel con un bel gruppetto sta andando sotto il palco, tra pochi minuti la band inizierà a suonare accendendo la serata e loro vogliono andare a scatenarsi, mentre Lara con Melissa si spostano fuori dal parco per andare a fumare, le seguo diciamo che non sono una fumatrice incallita, ma è da qualche anno che sostengo che una sigaretta ogni tanto aiuti a controllare lo stress o almeno per me serve da rilassante. Questa è l’occasione giusta per chiedere a Lara cosa sa di Davide, ma il piano non va propriamente in porto perché in un primo momento mi riempie di domande su Francesco, il vero motivo per cui è qui, e quando finalmente arriva il mio turno Davide e il suo amico vengono verso di noi per portarci a ballare.

–Lo sai che fumare non fa bene –

È con questa frase che Davide mi butta a terra la sigaretta che avevo appena accesso per poi portarmi sotto il palco insieme agli altri.

Mi diverto come non succede da tempo, balliamo tutta la notte ridendo come matti mentre alcuni di noi provano a intonare le canzoni stonati come pochi; sono quasi le tre del mattino quando ci ritroviamo seduti intorno a un tavolo con Stefano che suona la chitarra mentre noi parliamo del più e del meno.

È uno degli amici di Lara che si alza per primo, facendoci notare l’ora, è abbastanza tardi e c’è chi domani deve lavorare, ci alziamo tutti e Davide con i suoi amici accompagna me e Niel a casa per poi salutarci.

Sono talmente eccitata e contenta che come mi metto a letto prendo subito in mano il telefono, apro la chat con Niel e inizio a chiederle tutto quello che sa su Davide, anche lei rimane stupita da questo mio interesse, ma mi aiuta subito così in poco tempo mettiamo giù un piano di battaglia degno dei migliori agenti degli FBI.

Sono le quattro e mezza di mattina realizzo che questa si prospetta la migliore estate della mia vita.

 

 

SPAZIO AUTRICE

Non so nemmeno io perché sono qua a scrivere questo piccolo spazio autrice, ma come ho aperto il foglio Word ha iniziato a riempirsi di parole, questa è la decima pagina che scrivo e non so nemmeno io se il testo scritto qua sopra possa avere un senso.

Spero solo che piaccia e non lo so questa è una storia che promette bene, non so perché ma sento che questa è la mia storia, quella che inizi a scrivere e ti ci arrovelli, ci passi su le ore finche non è perfetta.

Smetto di annoiarvi e vi lascio alla lettura.

   
 
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